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Notizie Varie

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«Una squadra per la ricerca», la staffetta dell’Esercito Italiano aiuta due ricercatori

ricercatori

Saranno due i ricercatori, impegnati nella diagnostica delle malattie tumorali pediatriche, che potranno essere finanziati grazie agli straordinari risultati della staffetta nazionale “Una squadra per la ricerca”, tenutasi sabato 26 settembre in favore di Fondazione Città della Speranza. I 4.298 km percorsi complessivamente dai Comandi dipendenti dalle Forze Operative Terrestri di Supporto dell’Esercito Italiano, tra cui il 2° Reggimento Genio Pontieri, nelle 17 città italiane coinvolte, infatti, sono stati convertiti in una donazione che ammonta a circa 60 mila euro, grazie al contributo delle aziende sostenitrici del progetto. Tutti i successi raggiunti sono stati condivisi giovedì scorso al Circolo Unificato di Castelvecchio a Verona, alla presenza di Stefano Galvanin e Stefania Fochesato, rispettivamente presidente e past president di Città della Speranza, e del Comandante delle Forze Operative Terrestri di Supporto (Comfoter Spt.), Generale di Corpo d’Armata Massimo Scala.
Per l’occasione, sono stati premiati i migliori atleti ed è stato presentato il video ufficiale della manifestazione realizzata con il patrocinio dei Comuni delle città ospitanti, della Fidal Veneto e del Coni Veneto e con il sostegno di: Borsari Pasticceri dal 1902, Eismann, Famila, Fonte Margherita, Frattin Auto Group – Viaggiare Noleggio a breve e lungo termine, Karizia, Lanzarini Salumificio, Macinazione Lendinara, Melegatti 1894, Pregis, Salix, Sanpaolo Invest – Private Banker Flavio Destro, Sella Farmaceutici, Target Point, Xacus; media partner Radio Birikina. “Una squadra per la ricerca” si è svolta in contemporanea ad Avellino, Bari, Bologna, Bracciano, Cagliari, Civitavecchia, Firenze, Mantova, Milano, Piacenza, Palermo, Sabaudia, Roma, Treviso, Torino, Verona, Vicenza e ha visto il coinvolgimento di 28 squadre di militari, per un totale di 336 runner che, nell’arco di 12 ore e attorno a specifici percorsi ad anello, si sono passati il testimone con l’obiettivo di percorrere il maggior numero di chilometri in nome della ricerca pediatrica.

Il primo classificato assoluto nella categoria maschile è stato il Caporal Maggiore Capo Pasquale Rutigliano del Comando dei Supporti Logistici che, al Centro Sportivo Militare di Roma, ha corso ben 19,760 km in un’ora. Nella stessa città si è distinto anche il Sottotenente Sara Sapienza, effettiva del 3° Reggimento Trasmissioni, prima tra il personale militare femminile con 13,030 km percorsi in un’ora. La donna non militare classificatasi prima assoluta nella categoria femminile è stata Elisabetta Orrù con 15,540 km percorsi in un’ora a Cagliari, presso il Lungomare Poetto, al fianco del Battaglione Trasmissioni Gennargentu. Ad imporsi come squadra più veloce, invece, è stato il Comando Artiglieria Controaerei di Sabaudia che, correndo attorno a via Umberto I, ha totalizzato ben 196,330 km.
“Ringraziamo il Comfoter di Supporto, gli atleti, i sostenitori e quanti, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione di questo evento, ma anche coloro che il 26 settembre sono venuti a conoscerci nelle varie città e si sono stretti nell’abbraccio ideale verso tutti quei bambini che stanno lottando contro un tumore o una leucemia. Malattie che la pandemia non ha certo posto in quarantena e sulle quali va mantenuta alta l’attenzione”, ha detto il presidente di Città della Speranza, Stefano Galvanin. E infatti l’impegno di runner e sostenitori permetterà di finanziare il lavoro di due ricercatori nella diagnostica avanzata di leucemie, linfomi e sarcomi pediatrici, che la Fondazione si fa carico di garantire a tutti i bambini e ragazzi in Italia, grazie anche all’attività svolta nell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, unico nel suo genere in Europa. “Nonostante le ben note difficoltà del periodo, siamo riusciti a concretizzare l’evento – ha aggiunto la past president e fundraiser Stefania Fochesato –. La ricerca non si deve fermare, anzi deve assumere dimensioni sempre più grandi. Per questo, con la collaborazione dell’Esercito Italiano, nel 2021 puntiamo a sviluppare progetti ancor più ambiziosi”.
Il Generale di Corpo d’Armata Massimo Scala, nel ricordare di aver trovato un “percorso organizzativo” già avviato dal suo predecessore, ha ringraziato la Fondazione per aver fornito all’Esercito la possibilità di contribuire alla nobile causa della ricerca pediatrica e ha poi annunciato di voler mettere a disposizione della stessa le strutture del Comando per altre future iniziative.

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Pubblicato il 31 ottobre 2020

Dalla Regione sette percorsi per donne vittime di violenza e tratta

vittime di tratta

Aiutare le persone ospitate in strutture riabilitative o le donne vittime di violenza e di tratta a trovare un lavoro e a reinserirsi nella società attraverso interventi personalizzati e flessibili. La Giunta regionale ha approvato 7 percorsi, con un finanziamento di oltre 900 mila euro di risorse del Fondo sociale europeo, dedicati all’inclusione attiva delle persone con specifiche condizione di svantaggio.
“Sosteniamo strumenti flessibili e mirati per situazioni particolari e specifiche di difficoltà delle persone- spiega l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Vincenzo Colla-. Solo in questo modo, estremamente personalizzato, si possono cogliere le differenze ed aiutare ognuno a vincere le proprie difficoltà, trovando una strada di autonomia legata al lavoro”. Cinque percorsi sono destinati a persone (98) impegnate in un percorso in strutture riabilitative del territorio regionale collegatoad una disabilità acquisita, a patologie psichiatriche, a problemi di dipendenza o ancora giovani che sono stati allontanati da un ambiente negativo per la loro crescita. Gli interventi a disposizione, in integrazione con i percorsi di riabilitazione, saranno personalizzati, flessibili e modulari, con l’obiettivo di riattivare l’autonomia delle persone e arrivare al reinserimento sociale e lavorativo. Ogni anno in Emilia-Romagna circa 50 persone con una disabilità acquisita a seguito di un grave trauma sono coinvolti in un percorso di questo tipo.
Il centro metodologico ed operativo si trova nell’area di Ferrara, dove ha sede il Dipartimento di Medicina Riabilitativa San Giorgio, l’hub per l’Emilia-Romagna per ciò che concerne le gravi cerebrolesioni acquisite. Gli altri due percorsi, anche questi da realizzarsi sull’intero territorio regionale, mirano a favorire l’inclusione lavorativa delle persone vittime di tratta e/o di violenza, anche di genere, già prese in carico dai servizi competenti. Saranno complessivamente 322 coloro i quali potranno avvalersi di questi due percorsi. La Regione Emilia-Romagna ha un sistema di protezione delle donne che subiscono violenza costituito da una rete di servizi pubblici e privati e da un Coordinamento regionale dei Centri Antiviolenza. Il protocollo di presa in carico delle donne che si rivolgono a questi Centri prevede che le operatrici del servizio di accoglienza seguano la donna nel suo percorso di superamento e di elaborazione della violenza e, quando ne ravvedono la necessità, propongano un percorso personalizzato volto all'inserimento lavorativo e, quindi, all’indipendenza economica.

Il percorso approvato costituisce l’offerta di misure specifiche per accompagnare ad una occupazione le donne vittime di violenza. Inoltre, la Regione Emilia-Romagna partecipa dagli anni ’90 al sistema nazionale per la tutela di vittime di tratta, promosso e coordinato dal Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. L’intervento promosso e coordinato dalla Regione Emilia-Romagna è denominato “Oltre la Strada”.
Le potenziali vittime di tratta richiedenti asilo sono negli ultimi anni in gran parte donne vittime di sfruttamento sessuale. L’operazione approvata costituisce l’offerta per le persone in carico al progetto regionale “Oltre la strada” di attività formative per accompagnarle nella conoscenza dell’organizzazioni del mercato del lavoro, nell’acquisizione di competenze di base, trasversali e tecnico professionali.

Pubblicato il 31 ottobre 2020

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Un nuovo corso universitario di medicina in inglese a Piacenza

 Barbieri Baldino

“Siamo qui per annunciare il corso universitario di medicina a Piacenza che farà diventare il nostro Ospedale universitario. Non se ne è mai parlato in questi mesi, ma nonostante tutti i problemi della pandemia, c’è stato un lavoro impegnativo, in collaborazione con l’Università di Parma, che ha permesso di ottenere un grande risultato per la città”.
Questo l’annuncio a sorpresa di Patrizia Barbieri, sindaco di Piacenza, nella conferenza stampa online con il direttore generale Ausl Luca Baldino, di venerdì 30 ottobre.
“Saranno 100 gli studenti ammessi ogni anno - ha aggiunto Barbieri - fino ad arrivare a 600 studenti per i 6 anni di studio. Il
corso di laurea sarà in lingua inglese offrendo, in questo modo, grande attenzione all’internazionalizzazione”
“Contiamo di partire nel settembre 2021 - ha sottolineato il sindaco - e se la pandemia dovesse rallentare il percorso, slitterà di un anno al massimo, al 2022. Già c’è l’approvazione del senato accademico di Parma e i ministeri dell’Istruzione e Sanità”’
Il periodo della pandemia già ha permesso - secondo Barbieri - di evidenziare anche un grande successo per Piacenza perché già il reparto di Ortopedia dell’Ospedale è diventato universitario.
“Ringrazio il sindaco di Piacenza e il rettore dell'università di Parma - così ha esordito Luca Baldino, direttore generale Ausl. Grazie al loro impegno in breve tempo l’ospedale di Piacenza sarà universitario. Tutto ciò consentirà di avere una percentuale di sanitari piacentini più numerosa rispetto all’attuale. La lingua inglese farà diventare il corso uno tra i più qualificati. È un grande progetto che darà nuove opportunità per il futuro”.
Per l’azienda sanitaria piacentina sarà - ne è convinto Baldino- un investimento importante in termini di personale. “Avremo - evidenzia il direttore Ausl - oltre ai docenti, molti ricercatori e la Regione ovviamente ci sostiene, l’impegno economico è ancora da definire, ma l’azienda investirà denaro soprattutto per il personale”.
“Stiamo valutando con la Regione - commenta il sindaco Barbieri - la sede opportuna della nuova università. Vorremmo una sede vicina all’ospedale attuale. Per il primo anno abbiamo già intravisto un paio di soluzioni. Bisogna però pensare a quando saranno 600 e trovare una location definitiva”.
“Questo progetto viene ad aggiungersi - conclude Barbieri - alle eccellenze universitarie già esistenti nel nostro territorio piacentino e non fa altro che accrescere un patrimonio di tutto rispetto che già possediamo”.

R.T.

Pubblicato il 30 ottobre 2020

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Fino al 24 novembre centri commerciali chiusi il sabato e la domenica

 centro commerciale

Centri commerciali chiusi nel fine settimana a Piacenza e provincia dal 1 al 24 novembre per scongiurare il più possibile situazioni di affollamento a rischio contagio da Covid-19. Lo stabilisce la nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Un provvedimento adottato a scopo preventivo, per evitare possibili assembramenti di persone nel territorio piacentino, vista la serrata dei centri commerciali nella confinante Lombardia. Il provvedimento tiene conto anche dell’evoluzione dell’andamento epidemiologico in Emilia-Romagna e nella stessa provincia di Piacenza. E’ stato assunto dopo la richiesta di intervento inviata il 24 ottobre alla Regione Emilia-Romagna dalla presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri, cui si è aggiunto ieri, nel corso di una videoconferenza, il consenso dei sindaci del territorio, e il parere in tal senso del direttore generale dell’Ausl di Piacenza, Luca Baldino.
L’ordinanza dispone la chiusura il sabato e la domenica - dal 1 e fino al 24 novembre - delle grandi strutture di vendita e dei negozi non alimentari all’interno dei centri commerciali di tutto il piacentino proprio per evitare uno sproporzionato afflusso, con conseguente rischio di assembramenti, a fronte della chiusura degli stessi esercizi presenti in Lombardia. La disposizione non si applica alla vendita di generi alimentari, alimenti e prodotti per animali domestici, prodotti cosmetici e per l'igiene personale, per l’igiene della casa, piante e fiori e relativi prodotti accessori, articoli di cartoleria e forniture per ufficio, nonché alle farmacie, alle parafarmacie, alle librerie, alle tabaccherie e alle rivendite di generi di monopolio e di giornali e riviste.

Pubblicato il 30 ottobre 2020

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«Le Regioni siano protagoniste nella strategia di ripresa dopo pandemia»

sessione europea

L’emergenza Covid, la trasversalità delle politiche digitali e il nuovo Patto per il lavoro e il clima. Su tutto la piena condivisione del programma europeo per l’alfabetizzazione digitale, che rappresentare l’infrastruttura umana più importante su cui costruire il futuro. Si è svolto lungo queste direttrici il dibattito in Assemblea legislativa, riunita per la seduta dedicata alla Sessione europea 2020: la 12esimadall’approvazione della legge regionale del 2008, che la istituisce. L’obiettivo è stato fare il punto su ciò che la Regione ha fatto e intende fare in merito alle iniziative preannunciate dalla Commissione europea nel proprio programma di lavoro annuale, con particolare attenzione a quelle di maggiore impatto sul territorio emiliano-romagnolo. Ospiti della seduta di quest’anno Massimo Gaudina, capo della Rappresentanza della Commissione europea a Milano e Maurizio Molinari, responsabile dell’Ufficio del Parlamento europeo, sempre a Milano. In apertura di lavori l’intervento della vicepresidente della Giunta regionale Elly Schlein, che ha richiamato i molteplici programmi e le azioni varate dall’ Unione europea per la ripresa dopo l’emergenza sanitaria ed economica causata dalla pandemia, e come anche l’Emilia-Romagna si stia muovendo nell’ambito della stessa cornice di interventi.
“La serietà e centralità con cui si affronta la Sessione europea in questa Regione e in questa Assemblea legislativa, dimostra la straordinaria vocazione europea di questa terra- ha affermato nel suo saluto in Assemblea la vicepresidente con delega al Patto per il clima e ai rapporti con l’Ue, Elly Schlein -. Una vocazione cui non abbiamo mai rinunciato, nemmeno negli anni difficili che abbiamo alle spalle: quelli dell’incapacità di condividere le responsabilità sull’accoglienza, del vacillare di Schengen, e quelli in cui un Paese ha addirittura preso la via d’uscita dall’Unione. Scelta che mai come nel mezzo di una pandemia, che non vede frontiere, si sta rivelando controproducente per cittadine e cittadini che lo abitano”.
“Gli anni che precedono - prosegue la vicepresidente - hanno visto spesso prevalere gli egoismi nazionali sulla necessità di mettere in comune competenze, risorse e strumenti all’altezza delle nuove sfide, che nessuna nazione può affrontare da sola. Oggi, chi come noi ci ha sempre creduto, ha finalmente un motivo d’orgoglio importante perché l’Europa si sta risvegliando, e con le nuove scelte, tra cui il Piano Next Generation EU di 750 miliardi, rimette al centro il principio di solidarietà su cui è fondata. Starà a noi assicurare di sfruttare al meglio queste opportunità di ricostruzione su basi diverse, rafforzando la coesione sociale e avviando la ripresa attraverso la transizione ecologica e digitale, in grado di creare anche occupazione di qualità. Questa è una svolta che risulterà efficace se sarà inclusiva- ha infine sottolineato Elly Schlein-, ed è per questo chiediamo al Governo di coinvolgere pienamente le Regioni sia in fase di progettazione della strategia di ripresa e resilienza, sia di attuazione degli investimenti e progetti, per assicurarne una rapida realizzazione. Il programma della Commissione si impegna contro l’emergenza climatica con la strategia trasversale del Green Deal, con nuovi obiettivi ambiziosi come la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, sul sostegno alle imprese e alla trasformazione digitale inclusiva, sul contrasto alle diseguaglianze e la difesa dei diritti fondamentali e dello stato di diritto. L’Emilia-Romagna è pronta a fare la sua parte su questi obiettivi, che sono gli stessi del Patto per il Lavoro e per il Clima che stiamo costruendo con tutte le parti sociali".

La grande sfida per il futuro
“Per prima cosa voglio ringraziare tutti i dirigenti e il personale della Regione, perché da tempo siamo i primi nel Paese come capacità di programmazione e spesa dei fondi europei- ha sottolineato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, nel suo intervento in Assemblea legislativa-. Un primato, quello del settennato 2014-2020, che vogliamo confermare anche in vista del prossimo, le cui priorità di spesa e investimento andranno necessariamente ripensate a seguito della tremenda pandemia che stiamo fronteggiando”.
“A questa ambizione vogliamo aggiungere anche il nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima, che contiamo di sottoscrivere nelle prossime settimane, ancora una volta con tutte le associazioni sindacali e di categoria- ha proseguito il presidente-. Prima della pandemia avevamo raggiunto una quota di occupazione massima, ma la crisi dovuta al coronavirus ci costringerà a recuperare decine di migliaia di posti di lavoro. Per questo abbiamo bisogno di tendere nuovamente a una buona e piena occupazione e di farlo con scelte che abbiano la sostenibilità come misura cardine: lo dobbiamo fare per salvare il bene più prezioso che abbiamo, il nostro pianeta”.
“Quest'anno l'Europa ci mette davanti un'occasione storica, senza precedenti: il Recovery Fund e il programma Next Generation Ue. Si tratta – ha spiegato- di strumenti per i quali abbiamo, come Regioni, chiesto al Governo di essere coinvolti, perché nessun esecutivo, nemmeno il più bravo, sarebbe in grado di programmare investimenti e spese per 210 miliardi di euro in pochi mesi. Le assi di intervento saranno l'innovazione e la conoscenza, qualità fondamentali per competere a livello globale. E mai come questa volta sarà decisivo un altro fattore, quello della velocità: la recessione dovuta alla pandemia ci impone di agire in modo tempestivo”.
“Questa è la grande sfida che abbiamo di fronte - ha concluso Bonaccini - e che ci potrebbe offrire l'occasione di recuperare e costruire un nuovo rapporto positivo con l'Europa. Se speso in maniera corretta e veloce, il Recovery Fund ha tutte le possibilità per cambiare quell'approccio di sfiducia che i cittadini hanno spesso dimostrato verso l'Unione Europea. Si tratta, insomma, di un'occasione formidabile per ridare credibilità a Europa. E' il mio auspicio e ne abbiamo tutti assolutamente bisogno”.

Pubblicato il 30 ottobre 2020

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