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Notizie Varie

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Aziende all’estero, contributi da Regione e Camere di Commercio

 imprese allestero

Un sostegno per ricorrere a servizi per avviare o rafforzare la presenza all’estero delle micro, piccole e medie imprese dell’Emilia-Romagna attraverso l’analisi, la progettazione, la gestione e la realizzazione di iniziative sui mercati internazionali. Incrementare la consapevolezza e l’utilizzo delle soluzioni e strumenti offerti dal digitale nell’export, ma anche favorire la continuità operativa delle attività commerciali all’estero nella fase della ripartenza post pandemia Covid-19.

Sono gli obiettivi principali del bando "Digital Export – anno 2021”, varato dalla Regione Emilia-Romagna e dal sistema Camerale emiliano-romagnolo che confermano così anche per il 2021 le azioni a sostegno di percorsi di internazionalizzazione per le imprese del territorio regionale, da Piacenza a Rimini. Il bando stanzia contributi a fondo perduto per le imprese (micro, piccole e medie) dell’Emilia-Romagna pari a oltre 1 milione di euro. Le richieste di contributo potranno essere inviate dal 1 al 22 marzo 2021 e dovranno riguardare la realizzazione di progetti e in un arco temporale dal 1 gennaio scorso al prossimo 31 dicembre. La misura rientra nel progetto approvato dal Ministero dello sviluppo economico per il finanziamento di programmi e progetti camerali, condivisi con la Regione, indirizzati all’attuazione di politiche strategiche nazionali in tema di sviluppo economico e di servizi alle imprese. Il 24 febbraio, dalle 10,30 alle ore 13 si svolgerà un seminario online webinar per illustrare finalità, contenuti e modalità di partecipazione al bando.

"Una grande opportunità per agganciare la ripartenza che passa soprattutto dalla digitalizzazione e commercio elettronico che si stanno confermando come strumenti fondamentali per consentire una rapida ripresa delle esportazioni. Il sistema Camerale emiliano-romagnolo e la Regione– hanno commentato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla e il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi- confermano per il 2021 le azioni di sostegno a percorsi di internazionalizzazione per le imprese del territorio. La misura ha l’obiettivo di sostenere progetti di rafforzamento e consolidamento della presenza all'estero delle imprese anche accompagnandole nel passaggio all'economia digitale, accrescendo la consapevolezza e l’utilizzo di nuovi strumenti web per l’export".

Il contributo minimo sarà pari a 5 mila euro (a fronte di spese complessive pari a 10 mila euro), quello massimo ammonterà a 15 mila euro (a fronte di spese complessive pari a 30 mila euro). Il bando regionale è rivolto a imprese manifatturiere esportatrici e non esportatrici, aventi sede legale e/o sede operativa attiva in Emilia-Romagna con un fatturato minimo di 500 mila euro, così come desunto dall'ultimo bilancio disponibile. L'arco temporale per la realizzazione delle iniziative che potranno beneficiare dei contributi va dal 1 gennaio al 31 dicembre 2021. Le richieste di contributo devono essere trasmesse esclusivamente in modalità telematica, con firma digitale, attraverso lo sportello on line “Contributi alle imprese”, all’interno del sistema Webtelemaco di Infocamere – Servizi e-gov.

Pubblicato il 20 febbraio 2021

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Dal 22 febbraio vaccino agli insegnanti e ai disabili con AstraZeneca

 vaccino Astrazeneca

Anche i medici di famiglia scendono in campo per la campagna vaccinale in Emilia-Romagna attraverso l’utilizzo del vaccino AstraZeneca. La Regione e le rappresentanze sindacali dei medici di medicina generale hanno infatti raggiunto l’Accordo sul loro coinvolgimento nel programma regionale di immunizzazione, che fa seguito al Protocollo d’Intesa tra Governo, Regioni e organizzazioni sindacali relativo alla campagna nazionale. Accordo che è stato illustrato e condiviso dalla Regione sia ai sindacati della scuola sia alle associazioni delle persone con disabilità. Fra quelli disponibili attualmente, il vaccino AstraZeneca per le modalità di conservazione è il solo utilizzabile in totale sicurezza nell’ambito della medicina generale. Inoltre, ci sono fondate probabilità che già nei prossimi giorni arrivi l’atteso chiarimento di Aifa rispetto al suo impiego, con il via libera all’utilizzo su persone fino ai 65 anni anche con patologie o condizioni che non sono associate a rischio elevatissimo in caso di infezione da Covid-19. Le nuove indicazioni, che derivano dai maggiori dati disponibili, permettono di allargare la platea dei soggetti che è possibile vaccinare già da subito, in particolare coinvolgendo le persone con disabilità. Anche se l’ufficializzazione non c’è ancora stata, ma è attesa in queste ore, si è ritenuto di creare immediatamente le condizioni per avviare con la massima tempestività l’offerta verso soggetti che meritano una attenzione massima.

Nel mese di febbraio, in Emilia-Romagna sono disponibili circa 80mila dosi AstraZeneca. Dal 22 febbraio, via quindi alle somministrazioni del vaccino, che proseguiranno ovviamente al ritmo dettato dall’andamento delle forniture. La priorità viene data alle persone con disabilità presenti in strutture residenziali (circa 3mila), poi a quelle nei centri diurni (4mila) e a quelle in carico ai servizi (13mila): saranno vaccinate a cura delle Ausl competenti per territorio, che si occuperanno di organizzare direttamente le vaccinazioni. Le restanti persone con disabilità verranno individuate insieme alle associazioni che le rappresentano e invitate a rivolgersi ai medici di medicina generale o ai servizi delle Ausl, secondo le loro preferenze, non appena tali modalità verrà condivisa con le associazioni stesse. Si parte anche col personale scolastico (circa 120mila persone), negli ambulatori dei medici di medicina generale: da lunedì 22, infatti, maestri, professori, educatori, operatori e collaboratori, assistiti dal servizio sanitario regionale e che lavorano nelle scuole di ogni ordine e grado, nei servizi educativi 0-3 anni e negli enti di formazione professionale dell’Emilia-Romagna che erogano i percorsi di IeFP, potranno prenotare la vaccinazione dal proprio medico di base, con le prime che saranno effettuate già nei giorni successivi. La velocità di prenotazione e vaccinazione dipenderà dalla disponibilità di vaccini. “Con la vaccinazione alle persone con disabilità e al mondo della scuola, dell’educazione e della formazione estendiamo la campagna di immunizzazione ad altre importanti fasce di popolazione, alcune in condizioni di particolare fragilità, altre in contatto con moltissime altre persone nell’arco della giornata- sottolineano gli assessori al Welfare, Elly Schlein, alla Scuola, Paola Salomoni, e alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Un passo avanti importante. E’ chiaro però che potendo utilizzare in questo momento il solo vaccino AstraZeneca servirà un cospicuo aumento delle forniture, per dare la necessaria continuità alla campagna e mettere in sicurezza il maggior numero possibile di donne e uomini. Possiamo farlo anche grazie alla preziosa collaborazione dei medici di medicina generale, che hanno dato la propria disponibilità a un coinvolgimento attivo e che anche in questa fase confermano l’importanza del ruolo, insostituibile, che rivestono. Li ringraziamo, con l’impegno della Regione a supportarli nell’esercizio dell’attività quotidiana, anche grazie ai nuovi fondi che sono stati assegnati dal Governo”.

Fra i diversi vaccini resi disponibili allo stato attuale dalla struttura Commissariale nazionale, alcuni presentano modalità di utilizzo e conservazione che richiedono una gestione più complessa del loro impiego nell’ambito della medicina generale (è il caso di Pfizer). Altri, già autorizzati o che hanno avviato il percorso di autorizzazione, presentano caratteristiche tali da consentire un utilizzo anche nell’ambito della medicina generale: è il caso di AstraZeneca. In base all’Accordo con la Regione, i medici di medicina generale si impegnano a collaborare, sia per la comunicazione ai propri assistiti che per la somministrazione delle vaccinazioni, alla realizzazione degli obiettivi individuati dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute nell’ambito del piano vaccinale anti-Covid 19. Possono partecipare alla campagna, in qualità di “vaccinatori”, solo ed esclusivamente i medici che hanno avviato su sé stessi il percorso vaccinale anti-Covid 19 (somministrazione della prima dose). La Regione si impegna a fornire a tutti i medici di assistenza primaria, con oneri a proprio carico, le dosi vaccinali necessarie a effettuare la vaccinazione nella fascia di popolazione individuata. I medici di medicina generale si impegnano ad assicurare il mantenimento della catena del freddo dal momento del ritiro a quello di somministrazione della vaccinazione (temperatura di conservazione compresa tra 2° e 8°). I cittadini che rientrano in questa fascia di popolazione - dunque il personale scolastico (delle scuole di ogni ordine e grado e dei servizi educativi 0-3 anni, degli enti di formazione professionale che erogano i percorsi di Istruzione e formazione professionale) – dovranno chiamare direttamente il proprio medico di base per la prenotazione, a partire da lunedì 22 febbraio. I medici riceveranno dall’Azienda sanitaria i vaccini, con le medesime modalità di quelli anti-influenzali; dovranno programmare la somministrazione, completare l’anamnesi vaccinale degli assistiti, raccogliere il consenso e “rendicontare” la vaccinazione utilizzando il Portale regionale Sole. A chi prenota e si presenta per essere vaccinato potrà essere richiesto di autocertificare la propria posizione lavorativa; si terrà conto delle modifiche che questa fascia può subire (come, ad esempio, incarichi e supplenze). La popolazione interessata sarà informata attraverso tutte le attività di comunicazione di Regione e Aziende sanitarie. La Regione provvederà a distribuire a tutti i medici, sempre tramite le Aziende Usl, materiale informativo da distribuire agli assistiti e da mettere a disposizione nei propri studi. L'informazione al personale scolastico verrà data anche dai sindacati e dall'Ufficio scolastico regionale.

Pubblicato il 20 febbraio 2021

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Trasporto pubblico agevolato per persone senza fissa dimora e famiglie numerose

 trasporti gratuiti

Il trasporto pubblico locale diventa ancora più solidale e si allarga alle famiglie numerose e alle persone indigenti senza dimora. Grazie al rinnovo dell’accordo regionale sulle tariffe agevolate per le persone fragili e al programma mobilità regionale, i Comuni potranno sostenere integralmente i costi degli abbonamenti per le persone senza fissa dimora sulla base della valutazione di un effettivo bisogno da parte dei servizi sociali.
La Giunta regionale ha deciso infatti di prorogare e integrare, ampliando appunto la misura ad altre categorie, le tariffe agevolate di abbonamento annuale di trasporto previste per le categorie sociali più deboli. “Una misura giusta-affermano la vicepresidente della Regione, Elly Schlein e l’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini - che tiene conto del difficile momento di emergenza sanitaria e crisi economico-sociale innescato dalla pandemia mondiale. Con questo provvedimento confermiamo ed estendiamo il sostegno al diritto alla mobilità dei cittadini più fragili assicurando loro la migliore accessibilità e fruibilità del territorio regionale in modo sostenibile per l’ambiente. Intendiamo anche destinare 1,5 milioni di euro del fondo sociale regionale al programma mobilità in capo ai Comuni, per permettere di scontare ulteriormente le tariffe per le categorie più fragili e consentire di coprire integralmente gli abbonamenti per le persone senza fissa dimora”.
Saranno inoltre validi per tutto il 2021 gli abbonamenti “Mi muovo insieme” a prezzi scontati: 151 euro per quelli urbani (monozonale) ed extraurbani (plurizonale) e 222 euro per quelli integrati (plurizonali). Possono usufruire di questi abbonamenti, come detto, oltre alle categorie già previste in precedenza anche le famiglie numerose con quattro o più figli e con Isee non superiore a 28mila euro (prima l’importo massimo per l’Isee era 18mila euro).

I Comuni dovranno rilasciare una attestazione per il rilascio degli abbonamenti per le persone senza fissa dimora che necessitano di utilizzare il trasporto pubblico locale nell’ambito di un percorso di inserimento sociale e provvedere direttamente alla consegna delle tessere a chi ne ha diritto, sensibilizzando anche al rispetto delle regole di accesso ai mezzi pubblici. Sempre i Comuni dovranno fornire alle società di trasporto un elenco delle persone a cui è stato rilasciato l’abbonamento per gli opportuni controlli e monitoraggi. La Regione, per parte sua, confermerà con un provvedimento di Giunta il sostegno ai Comuni come contributo per agevolare la mobilità delle persone in condizione di fragilità sociale.

Pubblicato il 17 febbraio 2021

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Un bando da oltre 3 milioni di euro per volontariato e associazioni

 terzo settore

Contrazione della domanda, crescenti difficoltà occupazionali, parziale o completa sospensione delle attività, costi per la riorganizzazione e l’attuazione delle norme per contenere i rischi di diffusione del Covid-19. Sono solo alcune delle cause di fragilità economico-finanziaria in cui si è venuto a trovare il mondo del Terzo Settore, duramente colpito dall’emergenza socio-sanitaria. Una realtà che in Emilia-Romagna include oltre 8mila organizzazioni, tra quelle regolarmente registrate e quelle affiliate. Una boccata di ossigeno per le Organizzazioni no-profit che si prendono cura delle persone più fragili, bambini, anziani e disabili, arriva dalla Regione Emilia-Romagna con l’apertura di un secondo bando che mette a disposizione altri 3 milioni di euro, dopo i 3,2 resi disponibili con il primo bando estivo, per coprire le spese sostenute dagli Enti durante il lockdown. Le risorse, di provenienza statale, provengono dalla quota complessiva dei fondi messi a disposizione delle Regioni dal Ministero del Lavoro e Politiche sociali, in base all'accordo di programma sottoscritto anche con l’Emilia-Romagna. L’obiettivo è proprio quello di dare continuità all’attività ordinaria degli Enti, garantendo l’adeguamento e la prosecuzione di servizi messi a rischio per effetto della pandemia. Beneficiarie sono dunque le organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale presenti su tutto il territorio, purché iscritte ai rispettivi registri previsti dalla normativa. I contributi previsti vanno da 2.500 fino a 10.000 euro per ogni realtà, e serviranno per far fronte alle spese sostenute durante l’emergenza: dall’affitto degli immobili all’acquisto di dispositivi di protezione individuale, dall’igienizzazione degli ambienti ai costi per il personale. Per fare domanda, c’è tempo dal 1 al 31 marzo.

 Il ruolo del Terzo Settore

A presentare alla stampa contenuti e finalità del provvedimento sono stati in videoconferenza la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, e l’assessore al Bilancio, Paolo Calvano, che hanno anche ricordato la grande adesione riscossa dal primo bando, la cui graduatoria è stata approvata lo scorso novembre. 675 le realtà del Terzo Settore che hanno potuto ricevere il sostegno della Regione, con un contributo medio riconosciuto di oltre 4.770 euro. “Il Terzo Settore ha svolto e continua a svolgere un’insostituibile funzione per la comunità regionale, anche di supporto a favore della popolazione più vulnerabile, come le persone disabili e non autosufficienti, senza dimora, le famiglie in difficoltà. La Regione Emilia-Romagna conosce e riconosce questo sforzo e la difficile situazione economica che stanno attraversando organizzazioni e associazioni destinando loro ristori per oltre 3 milioni di euro. Abbiamo raccolto il grido di difficoltà di tanti circoli che temono di chiudere, interveniamo per evitarlo. Non lasciamo indietro chi ci aiuta a non lasciare indietro nessuno. L’intervento - sottolinea la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein- si somma già ad altri quattro bandi finanziati dalla Regione nell’ultimo anno in risposta all’emergenza Covid per un totale di risorse stanziate che superano gli 8 milioni. Dall’inizio della pandemia abbiamo fatto fronte senza soluzione di continuità all’emergenza sociale e alla situazione di difficoltà in cui versa anche il Terzo Settore. Non lasciamo indietro chi ci aiuta a non lasciare indietro nessuno”.

 I contributi regionali

“Dopo la grande adesione riscossa dallo scorso bando, abbiamo deciso di sostenere con ulteriori fondi un settore fondamentale per la nostra regione, utilizzando criteri che ci hanno anche permesso di allargare la platea dei beneficiari- afferma l’assessore al Bilancio, Paolo Calvano-. Un aiuto concreto per far fronte alle spese sostenute durante l’emergenza, e permettere così agli Enti di quel settore di continuare a prendersi cura della nostra comunità anche quando, finalmente, saremo usciti dall’emergenza”. L’intera somma (3.107.276 euro) messa a disposizione dalla Regione attraverso il bando, consentirà agli Enti del Terzo settore di ricevere contributi da un minimo di 2.500 euro a un massimo di 10mila, nel caso di spese più consistenti. In particolare, alle associazioni e agli Enti del Terzo settore saranno riconosciute le spese sostenute nel periodo dall’1 settembre 2020 al 15 marzo 2021, riferite alla gestione degli immobili (canoni di affitto, utenze, pulizie e piccole manutenzioni ordinarie strettamente necessarie allo svolgimento delle attività); costi di igienizzazione degli ambienti; acquisto di dispositivi di protezione individuale per gli operatori e per l’attuazione di misure di contrasto alla diffusione del Covid-19. I contributi regionali potranno anche coprire le spese di acquisto di beni e attrezzature entro il valore unitario massimo di 516 euro, acquisizione di beni di consumo e servizi, costi di personale e rimborsi spese ai volontari, esclusivamente riferite alle attività legate all’emergenza sanitaria.

Chi può accedere al bando

Al bando possono accedere: organizzazioni di volontariato iscritte da almeno sei mesi nel registro regionale e con almeno 15 soci aderenti; associazioni di promozione sociale iscritte da almeno sei mesi nel registro regionale e con almeno 30 soci aderenti; associazioni di promozione sociale con sede in Emilia-Romagna iscritte da almeno sei mesi nel registro nazionale in qualità di enti affiliati e con almeno 30 soci aderenti; le Fondazioni del Terzo settore con sede in Emilia-Romagna iscritte da almeno sei mesi all’anagrafe delle Organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), istituita presso l’Agenzia delle Entrate. I requisiti di iscrizione di almeno sei mesi e del numero minimo dei soci devono essere accertati alla data di approvazione del bando (15 febbraio 2021). Le richieste di contributo dovranno essere presentate per via telematica, sottoscritte dal legale rappresentante e corredate della relativa documentazione, dalle ore 10 del 1^ marzo alle ore 13 del 31 marzo 2021, utilizzando il servizio on-line disponibile entro l’apertura del bando alla pagina del sito web Ersociale: https://sociale.regione.emilia-romagna.it/terzo-settore/bandi/ compilando la modulistica e corredandola degli allegati previsti. Per l’accesso alla piattaforma on-line, è necessario dotarsi di un'identità digitale di persona fisica Spid o Federa, con livello di affidabilità alto.

Pubblicato il 17 febbraio 2021

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Transizione ecologica, quattro i progetti

 Transizione ecologica

Pochi sanno che un vero libro-manifesto sul concetto di "transizione ecologica" è stato scritto da un gesuita, il francese padre Gaël Giraud, oggi cinquantenne, economista ed ex banchiere, che l'ha pubblicato in Italia nel 2015 con la Emi (Editrice Missionaria Italiana). Tra l'altro padre Giraud, specialista in economia matematica, entrato nella Compagnia di Gesù nel 2004 e ordinato sacerdote il 14 dicembre 2013, è stato dal 2015 al 2019 Chief Economist dell'Agenzia francese per lo sviluppo (Afd) e da qualche settimana dirige il Centro per la giustizia ambientale della Georgetown University di Washington.
Padre Gaël ha guidato, il 15 febbraio, l’incontro online organizzato dall’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) e ha evidenziato con molta chiarezza il suo pensiero riprendendo le tematiche del suo libro "Transizione ecologica. La finanza a servizio della nuova frontiera dell'economia". Il testo, con la prefazione del sociologo della Cattolica Mauro Magatti, è un saggio di economia molto avvincente che si legge d’un fiato.

QUATTRO PROGETTI

Nell’incontro online padre Giraud ha affermato come la transizione ecologica si basa essenzialmente su quattro grandi progetti. Per prima cosa bisogna sostituire gli idrocarburi fossili con fonti di energia rinnovabili per ridurre emissioni di Co2. Secondo obiettivo è quello di rinnovare termicamente tutti i nostri edifici per renderli energicamente neutri o positivi. Terza necessità è quella di garantire una mobilità verde attraverso il trasporto ferroviario sia dei passeggeri che dei prodotti. Quarto punto indispensabile è quello di inventare l’agroecologia e l’industria verde di domani. “La cosa più difficile - ha affermato P. Gael - è l’industria verde che prevede una economia circolare che venda servizi invece che oggetti. Abbiamo inoltre bisogno - ha spiegato - di oggetti fabbricati in modo semplice, facili da riparare e riciclare”.

LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Per il gesuita tutto deve essere riciclato: dall’energia all’acqua, dai minerali ai rifiuti. Questo è il vero cambiamento e sarà la quarta rivoluzione industriale. Ma quanto costa questa transizione ecologica? Tutto ciò significa decine di miliardi di euro ogni anno. Il primo passo - per l’economista francese - è quello di introdurre una carbon tax, una tassa sulle risorse energetiche che emettono diossido di carbonio nell'atmosfera.  C’è bisogno poi dell’aiuto statale e anche la Banca Europea per gli Investimenti potrebbe finanziare molti lavori.

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Transizione ecologica, quindi, significa una società di beni comuni in cui il credito sia considerato mezzo e non fine per realizzare riforme a vantaggio di tutti e benefiche per l'ambiente. "La transizione ecologica sta ai prossimi decenni come l'invenzione della stampa sta al XV secolo o la rivoluzione industriale al secolo XIX - spiega Giraud -. O si riesce a innescare questa transizione e se ne parlerà nei libri di storia; o non si riesce, e forse se ne parlerà fra due generazioni, ma in termini ben diversi!".
"Se noi crediamo che l'Homo sapiens europeo vale più dell'Homo oeconomicus dei mercati finanziari, allora vale la pena impegnarsi nel cammino della transizione ecologica", ha sottolineato infine l’economista gesuita.

Riccardo Tonna

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Pubblicato il 17 febbraio 2021

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