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Notizie Varie

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La Banca di Piacenza paga un secondo dividendo nel 2021

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L’Assemblea della Banca di Piacenza – riunita, allo scopo, in via straordinaria – ha approvato la distribuzione del dividendo dell’esercizio 2020, pari a 1 euro ad azione. E’ il secondo dividendo che la Banca locale corrisponde quest’anno. L’importo relativo (pari a più di 8 milioni di euro, che vengono quindi riversati sul territorio piacentino, con le relative ricadute) era stato appostato in una specifica riserva di bilancio in attesa che la Bce rimuovesse il vincolo a suo tempo posto a tutte le banche italiane in ordine alla distribuzione dei dividendi.

La Banca, forte dei suoi dati patrimoniali e reddituali, già nel maggio di quest’anno ha distribuito il dividendo afferente all’esercizio 2019 (anche con possibilità di concambio fiscalmente agevolato) avendo a suo tempo appostato la somma relativa – unica banca in Italia, che risulti – a “debito verso i soci”. Ora – a seguito dell’apposito provvedimento dell’Autorità di vigilanza relativamente alla distribuzione del dividendo riferito al bilancio 2020 – la Banca riprende la tradizione, che la caratterizza, di non mancare mai di versare ai Soci l’annuale dividendo, come l’Istituto ha sempre fatto dalla sua nascita.

Quest’anno la Banca paga dunque il dividendo due volte. Lo stesso verrà automaticamente accreditato sui conti di tutti i Soci (in continuo crescendo ed essendo oggi quasi 17mila).
Anche le prospettive per il nuovo anno, e nonostante la perdurante situazione economica, sono positive e l’andamento di questi mesi conferma la redditività della Banca, già del resto acclarata dall’andamento positivo del primo semestre 2021, che ha fatto registrare un utile netto al 30 giugno di quasi 8 milioni di euro, in aumento del 71,3% rispetto al 30 giugno dello scorso anno. Nello stesso semestre la Banca ha fatto registrare un aumento degli impieghi netti – pari a 1996,6 milioni di euro – del 2,77%, così come l’erogazione di mutui (ammontanti complessivamente a 218 milioni di euro) ha realizzato un incremento di circa il 13%, con un aumento dei mutui destinati all’acquisto della prima casa del 79,7%. I finanziamenti concessi per l’innovazione tecnologica e per investimenti di varia natura nel settore dell’agricoltura sono aumentati del 28%. Dal canto suo il risultato netto della gestione finanziaria ha registrato nello stesso periodo un incremento del 15,49% rispetto al 2020.

Appieno confermata la solidità patrimoniale dell’unica banca territoriale rimasta nella nostra provincia, con un Cet 1 ratio pari a 18,7% e con un livello di capitale che piazza la nostra Banca ai livelli più alti del sistema bancario italiano e, comunque, notevolmente più alto di quello delle grosse banche.

Attualmente, la Banca ha in programma un’espansione a Milano città e nel territorio lombardo in genere nonché in altre zone circonvicine e l’apertura di nuove sedi di Agenzie e Filiali.

Pubblicato il 26 ottobre 2021

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A Gragnano formato il nuovo Consiglio comunale dei ragazzi

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È Filippo Cigalini della classe terza “G” il nuovo sindaco del Consiglio comunale dei ragazzi di Gragnano.
Così hanno deciso i nuovi consiglieri eletti per l'anno scolastico 2021-2022: Simone Braga, Silvia Coroli, Lorenzo Gino Grillo, Filippo Lanza, Francesca Morganti, Emma Bracchi, Pietro Sogni, Luca Freschi, Andrea Morelli, Nicolò D'Urso, Arijola Krasniqui. Il sindaco ha poi scelto come vice Francesca Morganti e come assessori Andrea Morelli e Emma Bracchi rispettando pienamente le quote rosa. Nella seduta convocata presso la sala del Consiglio del comune, i consiglieri hanno incontrato il sindaco Patrizia Calza, l'assessore alla pubblica istruzione Alessandra Tirelli e il consigliere comunale Matteo Provini.

Come ha spiegato il sindaco Calza questo è stato il primo di una serie di incontri in cui i ragazzi, in rappresentanza di tutti gli studenti del polo scolastico locale, saranno chiamati a condividere con gli adulti iniziative pubbliche, celebrando le date più importanti della storia Nazionale o partecipando a eventi di interesse locale proposti dall'amministrazione comunale, dalle associazioni o dalla scuola stessa, crescendo così non solo come persone ma anche come cittadini. “Il consiglio comunale dei ragazzi – ha dichiarato - attivo a Gragnano da più di 10 anni, è considerato dall'amministrazione uno strumento fondamentale per promuovere la partecipazione e la cittadinanza attiva. Per funzionare però è necessaria la collaborazione del corpo docente. Per questo vogliamo ringraziare la professoressa Silvia Cruciani, ancora prima la professoressa Giovanna Della Croce e ora la professoressa Maria Guerresi per la disponibilità”.

I ragazzi hanno indirizzato la loro attenzione soprattutto sulla scuola e sullo sport e la musica, chiedendo la possibilità di utilizzare un maggior numero di attrezzature sportive e strumenti musicali. In tal senso hanno molto apprezzato la possibilità di poter utilizzare in tempi brevi la nuova palestra in fase di costruzione, anche per poter praticare la pallacanestro e la pallavolo. Hanno altresì auspicato di poter ripetere la giornata dello sport che offre di provare a sperimentare attività sportive da loro mai praticate. Nel corso della discussione sono state anche avanzate proposte che l'amministrazione ha promesso di accogliere e organizzare anche con il coinvolgimento della Pro Loco o di altre associazioni locali, quali una caccia al tesoro dedicata agli studenti è un concorso fotografico che metta a confronto angoli e zone del paese attuale con le stesse del passato.
Amministratori adulti e ragazzi si sono dati infine appuntamento per la celebrazione del 4 novembre.

Pubblicato il 25 ottobre 2021

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I Cavalieri dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio riuniti a Palazzo Galli

         

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Venerdì 22 ottobre a Palazzo Galli si sono riuniti i Cavalieri dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio per ricordare l’evento storico del passaggio del Gran Magistero dell’Ordine dalla nobile e imperiale famiglia Comneno alla famiglia Farnese.
Con bolla “Sincerae Fidei” del 24 ottobre 1699, il Papa Innocenzo XII ratificò il passaggio del Gran Magistero al Duca di Piacenza e Parma Francesco Farnese. Evento storico molto importante per l’Ordine Costantiniano e per Piacenza, che visse un momento di assoluta centralità nella storia dell’Ordine.

Le attività sociali, spirituali e culturali
Per ricordare questo evento, nel 2017 i Cavalieri piacentini dell’Ordine Costantiniano fecero restaurare il busto del Principe Comneno recuperato in un magazzino comunale e da allora presente a Palazzo Farnese (Museo civico).
Il Gran Magistero rimase ai Farnese fino alla estinzione della famiglia passando ai Borbone per il tramite di Elisabetta Farnese, ultima dei Farnese, in quanto moglie di Filippo V di Spagna e madre dell’infante don Carlo di Borbone. Attualmente il Gran Magistero è detenuto da S.A.R. il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie Duca di Castro.
L’Ordine Costantiniano è impegnato in attività eminentemente sociali, di assistenza ai più bisognosi e di beneficenza, non trascurando l’aspetto della cura spirituale dei Cavalieri e della Dame.


I diplomi ai neo Cavalieri
La serata si è conclusa con la consegna dei diplomi - da parte del Delegato regionale Corrado Sforza Fogliani Commendatore di Grazia - ai neo Cavalieri Costantiniani, alcuni giunti per l’occasione da Ferrara. L’arciprete della Chiesa ortodossa padre Grigore Catan ha ricevuto, invece, l’onorificenza della Real Casa di Francesco I per le sue attività pastorali che da anni svolge con impegno e dedizione nella comunità ortodossa piacentina.
Nell’oratorio di San Dalmazio è stata poi celebrata la messa da mons. Arnaldo Morandi, Gran Ufficiale di Grazia ecclesiastico, Segretario generale dell’Ufficio del Gran Priore Cardinale Martino, e concelebrata col Priore vicario don Stefano Antonelli, in assenza per impegni del Priore mons. Gianni Ambrosio.


Nella foto, la consegna dell’onorificenza della Real Casa di Francesco I a padre Grigore Catan; con lui nella foto, il dott. Pietro Coppelli, l’avv. Corrado Sforza Fogliani e mons. Arnaldo Morandi.

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Contributi per l’affitto, un milione e 326mila euro ai comuni piacentini

 Contributi affitto

Un impegno che continua, per garantire un diritto primario: quello alla casa. Famiglie e persone in difficoltà economica, che non hanno più un reddito o che lo hanno visto tagliato in maniera consistente, anche a causa della pandemia, e che per questo non riescono a pagare l’affitto dell’abitazione in cui vivono. Una fascia di cittadini verso la quale la Regione Emilia-Romagna rinnova il proprio impegno, stanziando ulteriori 21,4 milioni di euro con un atto approvato in questi giorni dalla Giunta. Risorse proprie e statali che integrano la dotazione del Fondo Affitto 2021 - 11,6 milioni a inizio anno -, portandola complessivamente a 33 milioni di euro, il doppio di quelle stanziate nel 2020. In totale, salgono a 50,6 milioni di euro (35 milioni di euro statali e 15,6 milioni di euro regionali) i fondi destinati dalla Regione al sostegno alle spese d’affitto negli anni della pandemia, 2020-2021. Una nuova boccata d’ossigeno, nella fase ancora critica del post emergenza, che consentirà a Comuni e Unioni di Comuni di proseguire con l’assegnazione dei contributi - fino a tre mensilità, per un tetto massimo di 1.500 euro - attraverso lo scorrimento delle graduatorie già formate ad aprile. A presentare l’intervento e le modalità di assegnazione dei contributi, in videoconferenza stampa, il presidente Stefano Bonaccini e la vicepresidente con delega alle Politiche sociali e abitative, Elly Schlein. “A seguito della crisi pandemica - sottolineano Bonaccini e Schlein - un numero crescente di persone e famiglie, che ha visto ridursi o scomparire le proprie fonti di reddito, sta vivendo in condizioni di grave difficoltà economica e nell’incapacità di sostenere le spese per la vita quotidiana, in particolare quelle per l’affitto di casa, che è una delle voci più gravose nel bilancio familiare. Per questo rafforziamo ulteriormente il sostegno ai Comuni per consentire ad un numero maggiore di persone di usufruire dei contributi messi a disposizione dal Fondo Affitto 2021, e rispondere concretamente ai bisogni più impellenti, come quello di provvedere al pagamento del canone di locazione”. “Ringraziamo i Comuni per la collaborazione- chiudono presidente e vicepresidente- con il Fondo Affitto 2021 abbiamo introdotto un’importante novità: a maggio abbiamo ripartito le risorse ai territori sulla base dell’effettivo fabbisogno, per destinarle maggiormente là dove più si concentrano le sofferenze. Con questi ulteriori 21 milioni arriviamo complessivamente a coprire domande per 33 milioni, il doppio dell’anno scorso. È importante agire su più fronti e con tutti gli strumenti che abbiamo, affinché gli effetti della pandemia non sfocino in un aumento delle diseguaglianze economiche e sociali di lungo periodo”. In particolare, i contributi serviranno ad accogliere nuove richieste, facendo scorrere le due distinte graduatorie che si sono formate a seguito degli specifici bandi comunali, chiusi il 9 aprile scorso: la prima graduatoria è quella che riguarda persone o nuclei con un Isee annuo fino a 17.154 euro, la seconda è relativa a persone o nuclei con un Isee annuo fino a 35mila euro che abbiano subito una diminuzione del reddito di almeno il 20% durante il lockdown. I bandi prevedevano inoltre che, in caso di calo del reddito, potessero richiedere il contributo anche gli inquilini degli alloggi Erp (Edilizia residenziale pubblica).

Per i bandi di Comuni e Unioni del 2020, che mettevano a disposizione complessivamente 17 milioni e 600 mila euro del Fondo Affitti 2020, sono state soddisfatte 13.438 richieste, a fronte delle 15.725 presentate da cittadini e nuclei famigliari per ottenere il sostegno regionale. Con le risorse già erogate nel corso del 2021 ulteriori domande residue sono nel frattempo state soddisfatte. Sono invece 51.981 quelle ritenute “potenzialmente” valide, ma che devono essere dichiarate effettivamente ammissibili, dopo la conclusione della fase istruttoria in capo ai Comuni, a seguito dei bandi da 11,6 milioni di euro chiusi il 9 aprile scorso, sulla base del Fondo Affitto 2021, cui vanno ad aggiungersi i 21,4 milioni appena stanziati. A quella di Bologna andranno 6.476.370 euro; a quella di Modena 3.694.960 euro; a quella di Reggio Emilia 2.011.540 euro; a quella di Parma 2.009.893 euro; a quella di Ravenna e a quella di Rimini 1.606.432 euro ciascuna; a quella di Forlì-Cesena 1.600.257 euro; a quella di Piacenza 1.326.480 euro; a quella di Ferrara 1.067.936.

Pubblicato il 24 ottobre 2021

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A piedi nell’anima dei Cammini storici dell'Emilia

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Dalla Via Francigena all’antica Via degli Abati, dalla Via Matildica del Volto Santo alla Via di Linari, con Visit Emilia si cammina tra storia, natura, cultura ed enogastronomia.
È l’Emilia da vivere a piedi, con lentezza, quella più autentica che si svela davanti ai passi di viaggiatori ed escursionisti disposti a lasciarsi alle spalle la frenesia cittadina, per immergersi in un intreccio di storia e natura, cultura ed enogastronomia, custodito nei grandi cammini storici percorsi mille e mille volte dai pellegrini nel corso dei secoli. La celebre Via Francigena che attraversa il cuore degli Appennini di Parma e Piacenza, l’antica Via degli Abati, itinerario alto-medievale, la Via di Linari che tocca luoghi dalla grande importanza naturalistica, come la Riserva della Biosfera Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano, e la Via Matildica del Volto Santo per rivivere l’atmosfera del feudo di Matilde di Canossa, sono le “strade” principali che rendono unica l’esperienza di cammino nel territorio di Visit Emilia, la terra dello slow mix.

Via Francigena
Tra i percorsi più amati dai viaggiatori a piedi di ogni età c’è la Via Francigena, che sugli oltre mille chilometri che - tra il Passo del Gran San Bernardo e Roma – ne costituiscono il tratto italiano, attraversa il cuore degli Appennini delle province di Piacenza e Parma. Dichiarato Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa nel 1994, il cammino entra in territorio piacentino con il Guado di Sigerico e, dopo un breve tragitto sull’argine del Po e vari rettilinei su strade provinciali, arriva alle porte della città di Piacenza, dove il percorso tocca Piazzale delle Crociate e la splendida Piazza Cavalli per poi sboccare sulla Via Emilia. Risalendo il torrente Nure e tagliando boschi e campagne si raggiunge il Castello di Paderna e poi l’Abbazia Cistercense di Chiaravalle della Colomba, per arrivare al Duomo di Fidenza (PR), simbolo dello sconfinamento nel parmense e tappa obbligatoria per i pellegrini che si dirigevano a Roma, ed oggi per i camminatori che vogliono intraprendere il viaggio, magari dopo aver fatto incetta di anolini arricchiti da una consistente spolverata di Parmigiano Reggiano. In questa zona sono tanti i caseifici da visitare e le prelibatezze casearie da degustare. Il Duomo di Fidenza, o Cattedrale dedicata a San Donnino, è un’occasione per riprendere fiato e lustrarsi lo sguardo, prima di rimettersi in marcia verso Cabriolo e la sua pieve, i resti della rocca di Noceto, Felegara e Fornovo, dove la statua del pellegrino sulla facciata della Chiesa di Santa Maria indica la direzione. Sempre sotto la sigla di Parma, si giunge a Bardone e a Cassio, caratterizzata da una via lastricata in pietra, per poi insinuarsi a Berceto – da non perdere i piatti con il Fungo porcino di Berceto - e lasciare l’Emilia.

Via degli Abati
La Via degli Abati, detta anche Francigena di montagna, è un antico itinerario alto-medievale seguito dai monaci del monastero di San Colombano di Bobbio per arrivare a Roma, attraversando parte del territorio provinciale di Pavia e l'Appennino Tosco-Emiliano nelle province di Piacenza, Parma e Massa Carrara. I 190 km complessivi dell’impegnativo tracciato si dividono tra mulattiere, carrarecce e sentieri che solo in piccoli tratti lasciano il posto a strade asfaltate. Percorrendo questa storica via è d’obbligo partire con una tappa esplorativa a Bobbio, tra i Borghi più Belli d’Italia, che accoglie i pellegrini con il suo suggestivo Ponte del Diavolo, e con l'Abbazia di San Colombano, uno dei più importanti centri monastici d'Europa, ma anche con squisitezze della gastronomia emiliana: i Salumi DOP Piacentini (la Coppa Piacentina DOP, la Pancetta Piacentina DOP, il Salame Piacentino DOP) da assaporare su ricchi taglieri abbinati agli ottimi Vini dei Colli Piacentini DOP, come i Barbera e Croatina a bacca rossa, e la Malvasia di Candia Aromatica e l’ Ortrugo a bacca bianca. Non manca di certo il modo di ricaricare le energie lungo la Via degli Abati, anche per i maratoneti che partecipano ogni anno alla “The Abbots Way” una delle più importanti ultra-maratone nella natura (con solo il 10% circa di tratti asfaltati).

Via Matildica del Volto Santo
La rete di sentieri lungo antiche direttrici medievali che costituisce il cuore della Via Matildica del Volto Santo è un’occasione per mettere in moto non solo i piedi ma anche l’immaginazione e rivivere l’atmosfera del feudo di Matilde di Canossa, giungendo alla base dei castelli della Gran Contessa, attraversando borghi e calpestando la stessa venerabile terra percorsa dai pellegrini nei loro itinerari religiosi. Manieri che svettano sull’Appennino reggiano e che custodiscono affascinanti storie passate e maestose architetture, come il Castello di Carpineti e il Castello di Bianello, casa di sua madre Beatrice di Lorena, principessa di stirpe reale, e luogo in cui Matilde fu incoronata vice regina d’Italia dall’imperatore Enrico V. E poi i ruderi del Castello di Canossa, e ancora il Castello di Rossena, il Castello di Sarzano. Da Mantova a Lucca, ovvero dal sangue di Cristo della Chiesa di Sant’Andrea fino al Volto Santo, passando per Reggio Emilia, il cammino è una lenta passeggiata nella vicenda storica di quella che è stata forse l’autentica protagonista femminile del Medioevo ma anche una possibilità per decidere di deviare verso la Riserva MaB UNESCO dell’Appennino Tosco Emiliano o immergersi tra i profumi delle antiche acetaie, luoghi di culto per scoprire la lavorazione dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP, protagonista della tavola con il Parmigiano Reggiano. La segnaletica orizzontale e verticale disposta lungo il percorso dispensa precise e utili informazioni sulle tappe e sulle mete, in uno scenario mutevole che passa dalla rupe di Canossa all’Ospitale di San Pellegrino in Alpe, con il suo affaccio sulla Garfagnana.

Via di Linari
È nata come antica deviazione della Via Francigena, la Via di Linari, che prende il nome dell’omonima Abbazia posta sul crinale di confine tra l’Emilia e la Toscana. Era un percorso di passaggio commerciale e di pellegrinaggio alternativo per raggiungere Roma e Lucca, ed oggi è un cammino ricco di natura, arte ed enogastronomia di pregio. Si parte da Fidenza per raggiungere la Toscana attraverso il Passo del Lagastrello, passando per Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020+2021, Torrechiara, Tizzano Val Parma, Ranzano, Palanzano, Rigoso, fino a San Bartolomeo vicino Reggio Emilia. Un cammino di difficoltà moderata che attraversa luoghi dalla grande importanza naturalistica, come la Riserva della Biosfera Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano, e di produzione agroalimentare di eccellenza e di grande tradizione, come Langhirano, la terra del Prosciutto di Parma, ad un passo dal romantico Castello di Torrechiara, regno della favola d’amore tra Pier Maria Rossi e l’amata Bianca Pellegrini.

Pubblicato il 22 ottobre 2021

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