“Desidero ribadire, per chiarezza, che non intendo dare vita a provvedimenti imminenti di carattere regionale, ma vorrei una riflessione di prospettiva, peraltro a titolo di esempio, che ponga al centro una questione strutturale e urgente: la sostenibilità e la qualità dell’assistenza per una popolazione che invecchia”. Così l’assessore regionale al Welfare, Isabella Conti, precisa la proposta avanzata alla stampa sulle possibili soluzioni per la tenuta del sistema di assistenza per le persone non autosufficienti. “Si tratta di una riflessione aperta - prosegue Conti -, che peraltro una Regione ad oggi da sola non potrebbe praticare nemmeno volendolo, ispirata a modelli già esistenti in altri Paesi, come il Giappone, che vuole stimolare un dibattito serio a livello nazionale. La Regione vuole coinvolgere tutte le forze sociali in tavoli di lavoro condivisi affinché si innovi insieme ad un sistema che non regge più”.
“La Regione Emilia Romagna ha fatto un investimento senza precedenti sulla non autosufficienza- aggiunge l’assessora- ma da sole le regioni non ce la possono fare a sanare la frattura sociale che si sta generando. Servono scelte nazionali, strutturali, condivise. Non si può più far finta di niente come fa il Governo nazionale. Se non iniziamo a parlarne adesso, continueremo a lasciare famiglie e operatori da soli, schiacciati da un sistema che non tiene. Penso che la politica abbia il dovere di guardare oltre il giorno per giorno e mettere in fila le vere priorità. E questa, oggi, lo è”.
È risultato in aumento, alla fine del primo trimestre 2025, il numero delle imprese guidate da stranieri presenti in provincia di Piacenza. Secondo le analisi dell’Ufficio Studi Statistica della Camera di Commercio dell’Emilia su dati Infocamere, infatti, le imprese guidate da stranieri sono salite a 4.031 unità, con un aumento del 4,7% rispetto ai primi tre mesi del 2024. Piacenza, con una quota che sale al 15,8%, si conferma così al secondo posto regionale per l’incidenza di queste imprese sul totale delle attività imprenditoriali. La classifica relativa alla presenza settoriale pone al primo posto l’edilizia, con un numero di imprese guidate da stranieri pari a 1.710 unità (il 42,4% sul totale) e un aumento del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Non dissimile è il trend delle attività afferenti al commercio (775 imprese guidate da stranieri, pari al 19,2% sul totale), che a fine marzo di quest’anno si presentano con 29 unità in più e con una crescita del 3,9%. Seguono i servizi rivolti alle imprese che, con 513 unità attive contro le 463 del primo trimestre 2024, aumentano del 10,8% (12,7% d’incidenza sul totale). Sono poi in forte aumento altri tre comparti: quello delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione con 380 unità e +6,1% rispetto all’anno scorso (9,4% sul totale); quello del manifatturiero che, con un +8,5%, segna il passaggio da 258 a 280 realtà imprenditoriali guidate da stranieri (incidenza 6,9%) e, infine, quello dei servizi alla persona con 275 imprese attive, in aumento del 7,8% con 20 unità in più rispetto al periodo di riferimento (6,8% sul totale delle aziende attive straniere). In crescita evidente, anche se più contenuta (+3,2%) anche le imprese a guida straniera presenti in agricoltura, attestate a 97 unità e con un’incidenza del 2,4%.
L’analisi riguardante la natura giuridica delle imprese guidate da stranieri presenti nel piacentino evidenzia che, per la maggior parte, si tratta di aziende individuali, con 3.255 unità attive che incidono per l’80,7% sul totale. Seguono le società di capitale con 573 unità (14,2%), le società di persone con 179 unità (4,4%) e le cooperative che sommate ad altre forme d’impresa, con 24 unità non raggiungono l’1% d’incidenza. Tra i Paesi di provenienza degli imprenditori stranieri (con riferimento alle sole 3.255 imprese individuali, le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare), quello più rappresentato è l’Albania, con 571 imprese individuali e una quota del 17,5% sul totale delle realtà imprenditoriali a guida straniera. Seguono poi gli imprenditori di diversi Paesi, in prevalenza Extra-UE, che contano una presenza rilevante: il Marocco con 379 unità e un’incidenza dell’11,6%; la Romania, che è il primo Paese comunitario, con 311 e incidenza al 9,6%; la Macedonia con 257 (7,9%); la Cina con 207 (6,4%); l’Ucraina con 139 (4,3%); infine al 3,7% circa Bosnia Erzegovina e Tunisia con, rispettivamente, 121 e 119 imprese individuali attive.
Un “condominio solidale” che accoglie donne vittime di violenza, che hanno già superato la fase di emergenza e sono pronte a riprendere in mano la propria vita. È Casa Alba, la realtà che è stata inaugurata lo scorso 9 maggio a Ziano Piacentino, nata grazie alla Fondazione Giulia e Umberto Chiappini Ets. La palazzina mette a disposizione dieci appartamenti (trilocali e monolocali) che potranno ospitare donne e bambini per un tempo definito di sei mesi, rinnovabili una sola volta. A Casa Alba gli “ospiti” saranno accolti in anonimato, per tutelare la loro sicurezza. Il nome della struttura richiama quello di Alba, una ragazza morta in seguito a problemi di violenza.
L’inaugurazione
A tagliare il nastro è stata l’assessora di Ziano Micaela Manara insieme al prefetto di Piacenza, Paolo Ponta. Presenti all’inaugurazione anche il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Roberto Reggi, la sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi, e il vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, don Giuseppe Basini. Un momento di festa che ha celebrato quasi due anni di lavoro necessari a costruire Casa Alba, grazie al sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano (che ha contribuito con 50mila euro), dei Rotary Club Piacenza e Piacenza Farnese e di tanti privati che hanno collaborato all’arredamento dei locali.
Dall’eredità ai lavori
L’edificio in cui sorge Casa Alba è stato ereditato da persone che desideravano cederlo per uno scopo benefico, come ha ricordato a “Il nuovo giornale” Elisabetta Chiappini, figlia di Umberto e Giulia Vaciago. “Così io e mia sorella Olga ci siamo imbarcate in quest’avventura, abbiamo creato prima un gruppo informale e poi una fondazione vera e propria”, ha spiegato. I lavori, cominciati a giugno 2023, sono costati in tutto più di due milioni di euro: oltre ai contributi, è stato acceso un mutuo alla Banca di Piacenza e sono stati utilizzati i bonus sull’edilizia.
Dieci appartamenti e spazi comuni
Il progetto, realizzato dallo studio Scognamiglio Solenghi Architetti di Piacenza, ha visto la realizzazione di nove spazi comuni e dieci unità abitative servite da ascensore e scala, composte da quattro monolocali con bagno e angolo cottura, due bilocali con bagno, angolo cottura e una stanza da letto, quattro trilocali con bagno, angolo cottura e due stanze da letto. “Non saranno presenti educatori o altre figure di sostegno – ha spiegato Elisabetta Chiappini, presidente della Fondazione Giulia e Umberto Chiappini Ets –, ma verranno proposti incontri di formazione e orientamento, per aiutare le ospiti nel proprio percorso di autonomia anche lavorativa. Così come gli spazi comuni saranno destinati ad attività laboratoriali proprio con questa finalità”.
Un luogo di comunione, confronto e amicizia
Per far fronte alle spese di gestione di “Casa Alba”, è stato individuato un canone base giornaliero da versare alla Fondazione, a carico – totalmente o parzialmente – delle stesse donne accolte, nel caso in cui queste dispongano di un lavoro che lo consenta, oppure da parte delle strutture che ne richiederanno l’accesso. “Spero che questo sia, per le persone che qui vivranno – ha detto Chiappini – un luogo non dico di serenità perché magari devono elaborare le proprie difficoltà, ma che abbia un significato, di comunione, confronto e amicizia che resti, nella loro vita futura, un punto di riferimento”. Uno dei consiglieri della Fondazione Chiappini svolgerà la funzione di “amministratore” di condominio, come ha spiegato il vicepresidente Antonio Mosti, per essere di supporto alle ospiti. “Per noi – ha sottolineato Mosti – questo progetto ha il valore di una restituzione, abbiamo avuto tanto dalla nostra vita e vogliamo dare qualcosa alla comunità. Abbiamo già avviato collaborazioni con altre realtà, tra queste la Fondazione Cecchettin”.
La possibilità di un nuovo inizio
“C’è un bisogno disperato di strutture di questo tipo, difficili da trovare”, ha annotato il prefetto Paolo Ponta nel sottolineare l’opportunità offerta dalla struttura, ospitata in un piccolo Comune, “dove le relazioni umane sono più autentiche e le ospiti di Casa Alba potranno trovare conforto anche nella bellezza delle dolci colline della Valtidone”. “Il mio augurio – ha aggiunto don Giuseppe Basini – è che questo sia davvero uno spazio di vita, il progetto Casa Alba mi ha colpito perché, se da un lato richiama una persona che ha subito violenza, dall’altro nel nome c’è la possibilità di un nuovo inizio: Alba è un nuovo giorno”. Roberto Reggi ha espresso gratitudine alla famiglia Chiappini, sottolineando che “gli eventi di queste ore dimostrano come la violenza contro le donne sia un fenomeno diffuso e trasversale in tutte le categorie sociali, a cui noi dobbiamo dare una risposta. Casa Alba è una risposta molto concreta, perché si va a incardinare in un sistema che è ancora molto debole”.
Giulia e Umberto Chiappini
Presente all’inaugurazione anche don Mauro Stabellini, consigliere della Fondazione Chiappini, che ha ricordato la figura dei coniugi Umberto Chiappini e Giulia Vaciago e le numerose iniziative di solidarietà che spesso hanno oltrepassato i confini piacentini, arrivando in Friuli nel 1976 in occasione del terremoto, in Irpinia nel 1980 e addirittura in Congo, alla fine degli anni ’90, senza dimenticare nel 1979, dopo la guerra del Vietnam, l’accoglienza dei profughi a Piacenza. Nel 2012 Umberto e Giulia Chiappini ricevettero l’Antonino d’Oro.
Dopo il successo della prima edizione, torna “Tu Si Que Avis”, il talent show ispirato al celebre format televisivo, promosso da Avis comunale Piacenza su iniziativa del suo gruppo giovani, in collaborazione con il Comune di Piacenza e Black Lemon, nell’ambito della rassegna dei Venerdì Piacentini. L’appuntamento è per venerdì 20 giugno alle ore 21.30 in Piazza Duomo, che per una sera si trasformerà in un grande palco a cielo aperto dedicato a talenti locali, arte, creatività e solidarietà. L’iniziativa nasce con un doppio obiettivo: valorizzare le capacità artistiche del territorio e sensibilizzare il pubblico, in particolare i più giovani, sull’importanza della donazione del sangue. La prima edizione, andata in scena nel 2024 in Piazza Cavalli, ha visto la partecipazione entusiasta di un pubblico numeroso e appassionato. A trionfare fu Michela Lambri, con una toccante esibizione vocale che conquistò la giuria. L’evento ha registrato grande attenzione mediatica e partecipazione, confermandosi un format coinvolgente e apprezzato. Iscrizioni aperte fino al 9 giugno La partecipazione è gratuita e aperta a candidati di qualsiasi età, domiciliati o residenti a Piacenza e provincia. Possono iscriversi: cantanti, ballerini, musicisti, comici, maghi, imitatori, poeti, contorsionisti, ventriloqui, barzellettieri e chiunque abbia un talento da mostrare. Possono iscriversi singoli o gruppi (fino a 8 partecipanti per i gruppi di ballo). Sono escluse le band musicali per ragioni logistiche. Per candidarsi è sufficiente inviare un video di presentazione con la propria esibizione attraverso il sito ufficiale dell’evento (nei canali social di Avis). Il progetto è ideato e realizzato dal Gruppo Giovani di Avis comunale Piacenza, un collettivo di volontari under 30 impegnati nella promozione della cultura della donazione, attraverso format creativi, eventi e attività di coinvolgimento rivolti alle nuove generazioni. Una testimonianza concreta di come la solidarietà possa dialogare con i linguaggi della musica, dello spettacolo e della partecipazione attiva.
Il Comune di Gragnano nuovo socio della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reato. L’assemblea della fondazione ha votato l’ingresso del Comune martedì 6 maggio in occasione del Ventennale della Fondazione. Il territorio piacentino pertanto non sarà più rappresentato nella fondazione solo dalla Provincia di Piacenza e dal comune capoluogo ma anche dal piccolo comune di Gragnano. “Per la nostra Amministrazione è un atto doveroso” affermano il sindaco Patrizia Calza e il vice sindaco Marco Caviati. Soprattutto dopo aver sperimentato l’efficienza e la vicinanza della Fondazione negli anni scorsi, quando il Comune ha dovuto affrontare un elevato numero di casi da Codice Rosso e la Fondazione ha prontamente risposto alla richiesta di aiuto”.
Dopo la parte pubblica celebrata con una serie di eventi alla presenza di Elena Zaccherini, direttrice della Fondazione che ha raccontato vent’anni di impegno spiegando modalità di intervento, risultati e prospettive e di Carlo Lucarelli Presidente della Fondazione che ha parlato di dolore e resilienza, intrecciando comunità e senso di giustizia, si è svolta l’Assemblea. È stata Luisa Zioni, assistente sociale del Comune, ha ripercorrere le tappe di questo incontro e a rappresentare, insieme a Giulia Marzolini, funzionario amministrativo dello stesso servizio, il comune piacentino a Bologna. “Dopo il periodo Covid – ha detto l’assistente sociale - abbiamo dovuto affrontare 12 casi di Codice Rosso in due anni. Donne maltrattate con figli che dovevano essere aiutate a ricostruire le loro relazioni. Chi doveva trovarsi una nuova abitazione e rifarsi una vita in un nuovo contesto sociale. Chi doveva iniziare una attività lavorativa e trovare una situazione abitativa autonoma. Chi per accedere ai percorsi di inserimento lavorativo. Ben quattro donne e madri, grazie al contributo veloce e sburocratizzato della Fondazione, sono state aiutate. Per tutte le situazioni - conclude - la Fondazione è stato fondamentale per rendere le donne-mamme finalmente protagoniste della propria vita, senza separarsi dai figli e tutelandone pertanto una condizione di ordinaria quotidianità”.
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