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Notizie Varie

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«Coltivare tradizioni» chiude il suo quinto anno

 Cosmonauti

Le potature, gli innesti, l’incontro con la storia degli ulivi del Ducato: eventi da «tutto esaurito», grazie al trasporto di cittadini e cittadine per tematiche green e pratiche che consentano di vivere a pieno la natura, anche nel contesto urbano. A ospitare lezioni teoriche e laboratori - accessibili gratuitamente e aperti su prenotazione a tutti gli interessati - il frutteto degli Orti di santa Maria di Campagna, per il quinto anno sede del progetto “Coltivare tradizioni” di Cosmonauti Aps, finanziato dal bando “Giovani protagonisti” del Comune di Piacenza. Un luogo ormai divenuto simbolo della mission dell’associazione di promozione sociale, impegnata nella valorizzazione degli spazi verdi della città con attività consolidate - come il riconoscimento delle erbe spontanee commestibili e la didattica ambientale ideata per i più piccoli - e nuove proposte: dalla costruzione di un “albergo per insetti” a tutela della biodiversità, all’operazione di trapianto di nuovi arbusti. Oltre cinquanta le essenze messe a dimora da Cosmonauti nell’arco degli ultimi dodici mesi.

“Siamo entusiasti del riscontro ottenuto, tutti gli appuntamenti hanno registrato il sold out” – commenta Javier d’Argenio, presidente dell’associazione, nel tracciare un bilancio dell’edizione 2022. “Le persone di ogni età manifestano sempre più desiderio di fruire attivamente le aree verdi urbane e questo non può che darci una motivazione sempre maggiore. Poter apprendere e mettere in comune conoscenze antiche e nuove tecniche di agroecologia, da applicare anche nella cura dei propri orti o giardini, fa sì che ogni partecipante divenga a propria volta custode di questo patrimonio, la cui tutela è garanzia per il futuro di tutti”. Una rete ampliata ulteriormente dalla collaborazione con realtà extra provinciali attive nello stesso ambito - a partire da Fruttorti/Parma sostenibile - ed esperti del settore, intervenuti in qualità di docenti. “In questi anni abbiamo dato vita a un percorso che intreccia ambiente, cultura e cittadinanza attiva, in un’ottica di condivisione di saperi - conclude il presidente dell’associazione –; il nostro obiettivo è quello di proseguire su questa strada, continuando a proporre esercitazioni, incontri e workshop con figure professionali di rilevanza nazionale, per dare radici sempre più profonde a questa esperienza e proiettarla nel domani”.

Pubblicato il 21 novembre 2022

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Dagli scarti dei batteri della filiera alimentare di latticini e altri cibi arrivano i fertilizzanti bio-green

Scienze agrarie


Ricercatori dell’Università Cattolica, campus di Piacenza, hanno sviluppato un nuovo fertilizzante ‘bio e green’ dagli scarti della filiera alimentare, precisamente dagli scarti delle produzioni dei batteri lattici che attualmente vengono eliminati attraverso dei processi di depurazione.
È il risultato che arriva da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Land e coordinato dal Pier Sandro Cocconcelli, professore di Microbiologia degli Alimenti presso la Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Cattolicae Edoardo Puglisi del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una filiera agro-alimentare Sostenibile – DiSTAS. Lo studio è stato svolto in collaborazione con l’azienda Sacco srl di Cadorago (CO) e il Centro di saggio agronomico LandLab srl di quinto Vicentino (VI) e ha visto coinvolto come primo autore Gabriele Bellotti, dottorando di ricerca della Scuola Agrisystem dell’Università Cattolica.

Batteri  lattici

I batteri lattici sono un gruppo di microrganismi in grado di fermentare diversi substrati, dando origine a numerosi prodotti di interesse per il settore agroalimentare e industriale. Tra i vari alimenti per la cui produzione sono coinvolti i batteri lattici troviamo formaggi, latti fermentati, insaccati.  “I batteri lattici - afferma il professor Cocconcelli - si producono a uso alimentare e nutraceutico, per produrre cibi, bevande e probiotici. Normalmente gli scarti dei terreni di coltura utilizzati nella produzione dei batteri lattici vengono smaltiti in impianti di depurazione; si tratta di diverse migliaia di tonnellate di scarti prodotti ogni anno in Italia”.

Fertilizzanti chimici, ad alto impatto ambientale

“Il settore delle produzioni vegetali agrarie è soggetto a nuove e complesse sfide determinate anche da congiunture internazionali di carattere economico e geopolitico - sottolinea il professor Pier Sandro Cocconcelli -, nonché da una sempre maggiore attenzione di cittadini e consumatori verso la tutela dell’ambiente. La Commissione Europea si è infatti impegnata con la strategia Farm to Fork entro il 2030 a ridurre del 20% l’uso di fertilizzanti, del 50% le perdite di nutrienti dal suolo e del 50% l’utilizzo dei pesticidi chimici. In parallelo, la situazione geopolitica e in particolare modo il conflitto in Ucraina hanno fortemente alzato prezzi delle materie prime utilizzate in agricoltura, a partire dai fertilizzanti chimici. “In questo scenario diventano fondamentali gli approcci di economia circolare, volti a valorizzare scarti industriali minimizzando gli sprechi e riducendo la dipendenza da input esterni”, afferma il professor Cocconcelli.


Lo studio

I ricercatori piacentini dell’Università Cattolica hanno mostrato come sia possibile utilizzare virtuosamente gli scarti della produzione industriale dei batteri lattici come fertilizzanti e biostimolanti in agricoltura. Nello specifico le prove hanno riguardato la coltivazione in serra di pomodoro e lattuga e dimostrato come l’utilizzo di questi scarti industriali permette di ridurre del 30% il quantitativo di fertilizzanti chimici azotati, senza ridurre in alcun modo la produzione e migliorando anche alcune caratteristiche fisiologiche della pianta.  Inoltre, si stima che potremmo ridurre del 40% le emissioni di gas serra associati alla produzione dei fertilizzanti chimici. “Approfondite analisi di carattere chimico, microbiologico ed ecotossicologico hanno escluso qualsiasi impatto negativo sull’ambiente e sul suolo, evidenziando anzi effetti di promozione dei microrganismi utili alla crescita ed alla difesa della pianta”, spiega il professor Edoardo Puglisi. L’attività degli scarti è risultata maggiore quando applicati al suolo, ma si stanno progettando applicazioni anche su foglia e frutto.Il vantaggio di utilizzare questo fertilizzante sarebbe quello di nutrire contemporaneamente la pianta (con nutrienti diretti ed indiretti), i batteri che hanno effetti positivi per la pianta nel suolo, e il suolo stesso (arricchendo la percentuale di umificazione del suolo). “Si tratterebbe quindi di un fertilizzante ecologico nel più ampio senso possibile, volto cioè a stimolare un intero sistema e non un solo organismo a scapito di altri”, sottolinea il professor Cocconcelli.  “Questo studio mostra la capacità della ricerca del settore agrario di fornire rapidamente soluzioni alle emergenze contingenti del settore – conclude il professor Puglisi -; è inoltre un virtuoso esempio di trasferimento tecnologico, dimostrato dal fatto che la azienda Sacco srl coinvolta nel progetto sta ora già valorizzando con questo approccio più di 700 tonnellate l’anno di residui del loro processo produttivo”.

Pubblicato il 21 novembre 2022

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Al via la campagna Lilt contro i tumori maschili

lilt campagna tumori maschili

Dal 23 al 30 novembre torna la campagna di prevenzione contro i tumori maschili. Sono 150  le visite senologiche che la Lilt ha effettuato nel mese di ottobre, dedicato alla prevenzione femminile, novembre invece è il mese della prevenzione maschile. La Lilt prosegue nella sua missione di profilassi e, dopo l’Ottobre Rosa, continua con la campagna Percorso Azzurro (qui la locandina).
L’obiettivo è innanzitutto combattere le reticenze degli uomini nel tenere controllata la propria salute, trascurando la minaccia dei tumori maschili: monitorare lo stato di salute generale è fondamentale, la prevenzione e la diagnosi precoce guariscono una percentuale molto alta dei casi di cancro.

Il tumore alla prostata è la neoplasia più frequente nella popolazione maschile dei Paesi occidentali, è la sesta causa di morte e rappresenta il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni di età.
Solamente nel territorio nazionale oltre 14 milioni di uomini sono a rischio con un’incidenza di circa 100 nuovi casi al giorno; la diagnosi precoce porta il 95% dei pazienti asintomatici a scoprire il tumore alla prostata con 10 anni di anticipo, aumentando notevolmente la possibilità di sconfiggerlo.
I fattori di rischio sono vari, a partire dall’età: compare dopo i 50 anni, a seguire la famigliarità e la provenienza (è una malattia essenzialmente dei paesi occidentali), un altro fattore è dovuto all’obesità.
Questo tumore è generalmente caratterizzato da una crescita lenta e silenziosa e rischia di essere sottovalutato, motivo per il quale la prevenzione diventa fondamentale.
La Lilt piacentina mette a disposizione medici specialisti al fine di garantire un buon numero di visite urologiche per la popolazione maschile che ne fa richiesta, le visite sono gratuite per i soci Lilt e associarsi è possibile anche al momento della visita, versando venti euro.
Ricordiamo che tesserarsi alla Lilt di Piacenza non solo sostiene il fitto programma di prevenzione, ma permette di accedere a due screening in un anno: una visita dermatologica, una senologica per le donne e una visita urologica per gli uomini.

Per informazioni o per prenotare la visita chiamare il numero 0523.384706 il martedì e il giovedì dalle 15.30 alle 18 oppure il mercoledì dalle 10 alle 13.

Pubblicato il 21 novembre 2022

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Comune di Fiorenzuola, arriva il premio «Agenda Digitale ER 2022»


premio

La più alta percentuale (99,07%) di servizi interattivi comunali usufruibili mediante lidentità digitale, lo Spid, nella Provincia di Piacenza. Questo dato ha permesso al Comune di Fiorenzuola d’Arda di risultare vincitore, tra i Comuni con oltre 15 mila abitanti secondo i dati a disposizione degli osservatori della Regione - del Premio Agenda Digitale ER 2022, istituito dalla Regione Emilia-Romagna come riconoscimento per le buone pratiche di trasformazione digitale sul territorio, e basato sullindicatore regionale Desier. Presenti alla cerimonia di consegna dei premi, tenutasi all’Unahotels di Bologna, il Sindaco di Fiorenzuola d’Arda, Romeo Gandolfi, e l’Assessore Comunale allo Sviluppo Economico ed Industriale, Marcello Minari, che hanno ritirato il riconoscimento consegnato loro da Paola Salomoni, Assessore alla Scuola, Università, Ricerca e Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna, e dal Sottosegretario alla Presidenza, Davide Baruffi.

Desier” è l’indicatore che misura e diffonde la digitalizzazione a livello comunale in Emilia- Romagna: l’indicatore trae origine dall’indice “Desi, prodotto annualmente dalla Commissione Europea, al fine di misurare il livello di digitalizzazione della società: Desier, promosso da Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna in collaborazione con Art-ER Scpa e Lepida Scpa, ha l’obiettivo di misurare il livello di digitalizzazione dei Comuni emiliano-romagnoli attraverso sessanta indicatori, utilizzati per analizzare i progressi del settore. Gli indicatori sviluppati dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano sono riferiti a diversi ambiti: capitale umano, connettività, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali.

Nella foto: da sinistra Davide Baruffi, Paola Salomoni, Romeo Gandolfi e Marcello Minari.

Pubblicato il 21 novembre 2022

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Spadaro a Cives: come raccontare la guerra

spadaro

Anche se lontano dai nostri occhi, i conflitti e le tragedie umanitarie non hanno mai cessato d'infiammare alcune parti del pianeta, con decine di guerre nel mondo: al 21 marzo 2022 se ne contano 59, che continuano ad uccidere e affamare milioni di persone. Ma anche l’Europa, dopo il secondo conflitto mondiale, ha visto morire migliaia di uomini in diversi conflitti, a cominciare dalla guerra civile Greca, poi in Ungheria, in Cecoslovacchia, in Bosnia, in Croazia, in Serbia, in Moldavia, in Cecenia, in Kossovo, in Georgia e dal 2014 in Ucraina.
Antonio Spadaro, gesuita, giornalista teologo, critico letterario e accademico italiano, attuale direttore della rivista “La Civiltà Cattolica”è intervenuto a Cives per spiegare “Le Parole della Guerra”.

Spadaro ha raccontato come il tema della guerra sia stato caro a molti scrittori, poiché ha rappresentato un immenso materiale ispiratore di parole, utilizzato spesso come sfondo nei romanzi per mettere in luce storie di uomini, diventando uno scenario ideale, tale da riuscire a rendere grande un’opera letteraria.
"Nella letteratura romantica - ha spiegato- spesso venivano sottolineati i tratti eroici dell’individuo, in quella più recente al contrario viene messa in evidenza la drammaticità dell’evento e l’alienazione dell’uomo che vi è costretto, lo scrittore moderno attraverso il dramma della guerra è riuscito a dar voce ai sentimenti umani e alla infinita tragedia dei conflitti. Poi c’è l’informazione giornalistica che, se riesce ad abbandonare il miraggio sensazionalistico, può costituire uno strumento di resistenza capace di dare voce a decine di individui, siano essi militari o civili costretti a terribili miserie”.

“La mediaticitá della guerra Russo-Ucraina ha sicuramente risvegliato la sensibilità di molti - ha continuato - lo sdegno e l’indignazione, nel rappresentare in modo concreto tutto ciò che erroneamente sembrava solo storia antica. L’arbitrarietà barbarica della guerra e le sue atrocità oggi sono comunemente e quotidianamente visibili, ridando una coscienza di fratellanza tra gli individui. Trovare le parole per raccontare la tragedia della guerra non è sempre facile, si può rimanere sul piano della fredda analisi geopolitica, o chiudersi in un silenzio assordante, perché le grida di disperazione spesso raggiungono toni inascoltabili, oppure ancora, esiste la possibilità di dire cosa sta avvenendo con parole che sappiano far toccare il dramma che vivono le persone, riuscendo a comunicare la tragedia e raccontando il senso di quello che l’uomo comune sta vivendo, perché la sensibilità possa tornare ad esprimersi”.

Stefania Micheli

Nella foto, i partecipanti all'incontro promosso da Cives con Antonio Spadaro, in videoconferenza: fra i presenti anche mons. Cevolotto e mons. Ambrosio.

Pubblicato il 20 novembre 2022


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