Tutte le informazioni sulla rete in tempo reale. Una piattaforma dove trovare in modo semplice, accessibile e affidabile i dati sulla presenza o meno della banda larga e ultralarga, relativa a tutto il territorio regionale e con un livello di dettaglio che arriva al singolo numero civico. È l’Osservatorio della connettività, una mappa interattiva realizzata dalla Regione Emilia-Romagna con il supporto di Lepida. Anche per dare una risposta concreta a sindaci e amministratori locali che avevano chiesto di poter conoscere ed essere aggiornati sul grado di connettività veloce del proprio territorio. L’Osservatorio è infatti il frutto di un processo partecipativo che ha coinvolto gli stessi primi cittadini fino al termine della fase di test, lo scorso mese di maggio. Il risultato ottenuto era uno degli obiettivi fissati dalla Strategia Data Valley Bene Comune impostata dalla Regione, per mappare la situazione in maniera dettagliata e dinamica. “Nell’ultimo decennio numerosi interventi nazionali e regionali si sono posti l’obiettivo di rendere accessibile a tutti l’offerta di connettività veloce. Restano però delle aree bianche, zone dove ufficialmente gli operatori di mercato hanno dichiarato di non voler intervenire. Un divario digitale, specie in relazione alla banda ultra larga, che vogliamo colmare”, spiega l’assessora regionale all’Agenda digitale Paola Salomoni. “Per questo motivo- prosegue- abbiamo realizzato una mappatura del territorio che integra fonti dati di varia natura e che rappresenta il grado di connettività disponibile civico per civico. È un supporto indispensabile per monitorare e programmare le politiche di investimento regionale, ma anche per verificare e nel caso sollecitare il Governo a mantenere gli impegni presi”
Le caratteristiche dell'osservatorio
L’Osservatorio della connettività è disponibile sul portale dell’Agenda digitale della Regione e presenta la mappa dell’Emilia-Romagna con le informazioni territoriali sulla connessione. Utilizzando colori o motivi diversi permette di individuare lo stato corrente dell’offerta di connettività su tutto il territorio regionale. In questo modo, tramite l’Osservatorio è possibile conoscere e verificare lo stato di avanzamento degli interventi in corso d’opera, il Piano BUL Nazionale per le aree bianche; successivamente sarà disponibile anche il Piano Italia 1 Giga per le aree grigie. Si configura pertanto come uno strumento utile non solo alle pubbliche amministrazioni, ma anche per cittadini, imprese, operatori che vogliono conoscere il grado di connettività di un luogo o di un numero civico in particolare.
Formazione e progetti di reinserimento sociale per consentire alle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria che limitano o privano della libertà personale di acquisire, o recuperare, abilità e competenze individuali. Con l’obiettivo di rafforzare il percorso di inserimento nel mondo del lavoro, e, soprattutto, terminata la detenzione, di poter avere un ruolo attivo nella società. Sono gli interventi orientativi e formativi per l’inclusione socio-lavorativa degli adulti sottoposti a procedimento penale in Emilia-Romagna. Li prevede il bando approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Formazione e Lavoro, Vincenzo Colla, che mette a disposizione risorse per 1 milione e 100mila euro del Programma Fondo sociale europeo+ 2021/2027 sulla priorità 3 che riguarda l’inclusione sociale.
“Vogliamo agire su ogni forma di fragilità, per contrastare l’emarginazione e favorire, attraverso il lavoro, il reinserimento nella comunità - afferma Colla -. La Regione crede con forza nello sviluppo di progetti che, a partire dall'acquisizione di un profilo professionale spendibile nel mercato del lavoro, consentano di acquisire autonomia e competenze utili per operare attivamente nella società. In questo modo la possibilità di accedere a percorsi formativi e di orientamento durante la detenzione o in area penale esterna diviene un vero e proprio strumento di crescita da un punto di vista umano e sociale”. Le misure dovranno essere coerenti con quanto i singoli Istituti penitenziari e Uffici esecuzione penale esterna hanno rilevato e si dovranno riferire alle persone detenute in uno solo dei 10 Istituti penitenziari di Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Piacenza, Ravenna, Rimini, Castelfranco Emilia, Parma e Reggio Emilia, o in carico a uno dei 9 Uffici esecuzione penale esterna (Uepe) dell'Emilia-Romagna. I progetti dovranno essere presentati, entro le ore 12 del prossimo 15 settembre, esclusivamente attraverso l’applicazione web all’indirizzo: https://sifer.regione.emilia-romagna.it.
Quasi 2,3 milioni di euro dal Pnrr per interventi di riqualificazione e adeguamento sismico in tre palestre di competenza della Provincia. Le risorse arrivano dal riscontro positivo ad altrettante proposte presentate (entro la scadenza del 28 febbraio scorso) dagli uffici dell’Ente di Corso Garibaldi ad un avviso pubblico che, nell’ambito del Pnrr (Missione 4 - Istruzione e Ricerca), permetteva di finanziare proposte progettuali “relative alla costruzione, messa in sicurezza e ristrutturazione di palestre o aree sportive all’aperto con riferimento a edifici pubblici adibiti ad uso scolastico del primo e del secondo ciclo di istruzione”. Tenendo conto delle indicazioni contenute nel bando, i tecnici della Provincia avevano individuato la palestra della sede distaccata di Borgonovo Val Tidone del Polo Scolastico Volta di Castel San Giovanni, la palestra dell’Istituto Agrario (ex Tramello) di Piacenza e la palestra sita all’interno dell’ex caserma dei Vigili del Fuoco di Viale Dante a Piacenza. Riqualificazione architettonica, funzionale e messa in sicurezza delle palestre, anche attraverso l’adeguamento impiantistico e tecnologico degli spazi, accomuneranno gli interventi resi possibili dal successo delle candidature presentate dalla Provincia.
Gli importi finanziati tramite Pnrr saranno di 850mila euro per i 1400 metri quadrati di superficie (campo e spogliatoi) della palestra della sede distaccata di Borgonovo Val Tidone del Polo Scolastico Volta di Castel San Giovanni, di 850mila euro per i 1300 metri quadrati di superficie (campo e spogliatoi) della palestra dell’Istituto Agrario (ex Tramello) di Piacenza e di 565.000 euro per i 500 metri quadrati di superficie (campo e spogliatoi) della palestra dell’ex caserma dei Vigili del Fuoco sita all’interno dell’ex caserma dei Vigili del Fuoco di Viale Dante a Piacenza, in uso a studenti delle scuole secondarie superiori e (a seguito di una convenzione con il Comune di Piacenza) a società sportive. Dal punto di vista delle tempistiche, i lavori così finanziati dovranno essere aggiudicati entro il 31 dicembre 2023.
Per il consigliere provinciale con delega a Lavori pubblici e Edilizia scolastica, Massimiliano Morganti, “Il finanziamento Pnrr ai tre progetti candidati dalla Provincia di Piacenza è motivo di notevole soddisfazione. Da un lato perché conferma la bontà del lavoro svolto, in costante sinergia, da Amministrazione e uffici, dall’altro lato perché istituti scolastici, studenti e cittadinanza nel suo complesso potranno trarre concreto vantaggio dai risultati della riqualificazione e dell’adeguamento sismico che saranno ottenuti tramite gli interventi che interesseranno le palestre”.
“I giovani che si laureano oggi giungono alla fine di un percorso impegnativo, nel quale hanno approfondito materie tra loro contigue ma diverse nel metodo, nel contenuto come le scelte giuridiche e quelle economiche. Il risultato, confidiamo, è una preparazione capace di dare loro uno sguardo più ampio, un orizzonte più esteso, dunque non solo una capacità professionale più articolat,a ma anche una capacità di affrontare i problemi che avranno di fronte nella loro vita professionale con una visione stereoscopica, fondamentale in questi tempi”: sono le parole del rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli presente al Graduation day, il 22 luglio nell’ Auditorium “Giancarlo Mazzocchi” dell’Università Cattolica di Piacenza, dove hanno conseguito la laurea magistrale i primi quattro studenti del corso di laurea in Diritto ed Economia (5+1), un unicum in Italia, a cui si sono aggiunti anche sette studenti della facoltà di Giurisprudenza che sono stati proclamati dottori.
Una commissione esaminatrice di spicco
La commissione di laurea, presieduta dalla preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza Anna Maria Fellegara, ha visto fra i suoi componenti, oltre che il rettore Franco Anelli, Michele Carpinelli, tra i più noti avvocati d’affari d’Italia, protagonista delle principali vicende giuridico-economiche italiane degli ultimi decenni. Fra gli altri professori presenti in commissione Marco Allena, Claudio Frigeni, Luca Leone e Giuseppe Monaco.
Risultati di un processo di formazione in cui abbiamo creduto
“Siamo molto soddisfatti di queste lauree: sono i primi risultati di questo nostro processo di formazione - ha spiegato Anna Maria Fellegara -, nel quale abbiamo creduto molto e credono molto le grandi, piccole e medie imprese, che vedono in questa figura professionale un elemento capace di congiungere le competenze economico-aziendalistiche con quelle giuridico-normative. Sono figure veramente molto ricercate e apprezzate. Nel percorso di studio, che è fatto di allenamento ed elasticità mentale, otteniamo donne e uomini particolarmente aperti al dialogo e dunque pronti al lavoro in squadra e in équipe per raggiungere risultati di cui le imprese hanno bisogno”.
“Siamo qua non per piangerci addosso, ma per dire ai giudici di Piacenza che i castelli di sabbia si costruiscono in spiaggia e non sulla pelle dei lavoratori. È in atto un tentativo di criminalizzare le lotte di lavoratrici e lavoratori che per anni sono stati sfruttati”: sono le parole scandite al corteo, organizzato a Piacenza, il 23 luglio, dai sindacati di base per chiedere la liberazione di alcuni esponenti dei sindacati Si Cobas e Usb finiti agli arresti domiciliari lo scorso 19 luglio. “Le lotte operaie non si processano”: con questo grande striscione si è aperto il corteo che ha raccolto oltre un migliaio di persone, giunte da tutta Italia. Tante le bandiere e gli striscioni che hanno accompagnato i manifestanti, insieme alle immagini dei sindacalisti arrestati con la richiesta “Liberi subito”. Imponente il servizio d’ordine pubblico alla manifestazione. Il corteo, partito dai Giardini Margherita, è proseguito lungo via Dei Mille, via La Primogenita, piazzale Roma, via Colombo, via Trieste, via Manzoni, via Farnesiana, piazzale Veleia e piazzale Libertà, ritornando al punto di ritrovo iniziale.
La voce di Cisl e Cgil
Sulla questione sono intervenuti nelle scorse ore anche Cisl e Cgil. “È necessario - ha sottolineato il segretario generale Cisl Parma e Piacenza Michele Vaghini - fare estrema chiarezza in merito ai reati di cui vengono accusati alcuni sindacalisti Si Cobas e Usb, per evitare la contrapposizione tra chi giustamente rivendica il diritto di sciopero e chi sostiene che le azioni svolte da alcune persone nella logistica piacentina siano state svolte per interessi personali e non a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. È evidente che il tema risulti delicatissimo per tutto il mondo sindacale e non solo per una parte di esso”. “Crediamo che avere fiducia nella magistratura - aggiunge il segretario generale Cisl - debba significare che non è possibile riconoscere la sua funzione in base al gradimento o meno di un singolo atto ma che tale sensazione debba essere costante nel tempo, anche se viviamo in un'epoca in cui è aumentata la diffidenza nei rapporti sociali, che si riflettono poi verso le «autorità» e verso le istituzioni rappresentative. Detto questo però, il bisogno di «Giustizia», risulta essere, in questo caso, particolarmente urgente, non solo per la legittima difesa dei diritti personali degli imputati, che devono poter essere considerati innocenti fino a sentenza passata in giudicato ma soprattutto per la delicatezza della funzione di rappresentanza nei luoghi di lavoro. Ambienti in cui, il principio di legalità non sempre è stato il cardine su cui costruire un sistema di relazioni aziendali aventi come obiettivo la correttezza economica e normativa dei rapporti di lavoro. Non va dimenticato che in alcune situazioni del comparto logistico in territorio piacentino lo sfruttamento dei lavoratori da parte di imprenditori senza scrupoli e false cooperative era giunto a livelli estremi. Chiarezza, quindi, per la tutela dell'esercizio delle funzioni sindacali, per la libertà di espressione e democrazia sindacale in tutti i luoghi di lavoro e per il diritto a manifestare, sempre nel rispetto della legge”.
“Le lavoratrici ed i lavoratori del settore della logistica - conclude Vaghini - sono da molti anni impegnati, assieme a tutto il sindacato piacentino a lottare per la legalità ed il miglioramento delle loro condizioni. Proprio per loro, prima di tutto, chiediamo che la magistratura, nella quale riponiamo costante fiducia, accerti la verità al più presto sulle vicende, sui fatti e sulle eventuali responsabilità di singoli, a tutela dalla più generale necessità di rafforzare, tramite l'azione sindacale, il protagonismo ed i diritti dei lavoratori nella comunità piacentina”.
“I lavoratori del settore della logistica piacentina - scrive la Segretaria della Cgil piacentina - sono da molti anni impegnati, assieme al sindacato, a lottare contro lo sfruttamento, per la legalità e il miglioramento delle loro condizioni di lavoro. È per loro, e con la massima fiducia nel sistema giudiziario italiano, che chiediamo chiarezza e celerità nell’inchiesta in corso. La necessità di rafforzare, tramite l'azione sindacale, il protagonismo e i diritti dei lavoratori è un tema centrale oggi, come lo era ieri e come lo sarà domani: i conflitti tra lavoratori e aziende sono diffusi ed evidenti in un settore cresciuto in modo incontrollato e spesso a scapito dei diritti dei lavoratori. Grandi aziende della logistica hanno fatto affari grazie a una catena di appalti e subappalti formata da cooperative, mini appaltatori e microaziende il cui unico fine è abbassare il costo del lavoro. Ed è in questa «catena degli appalti» che le responsabilità sociali sono diluite e i lavoratori, per la maggior parte immigrati, sono più deboli. Questa deriva deve essere fermata. Le inchieste degli ultimi giorni dimostrano quindi come una regia territoriale che possa governare e prevenire certe storture non sia più rinviabile per Piacenza”. “È quasi superfluo dire - prosegue il comunicato - che la Prima Camera del Lavoro «sorta sotto i cieli d’Italia» ormai 131 anni fa si batte per la tutela dell'esercizio delle funzioni sindacali, per la libertà di espressione e la democrazia in tutti i luoghi di lavoro e per difendere il diritto di lavoratrici e lavoratori di scioperare e manifestare, così come sancito dalla nostra Costituzione nata dalla Resistenza partigiana. Rivendichiamo oggi come abbiamo sempre fatto il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata, la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, il rispetto della dignità di lavoratrici e lavoratori e la piena attuazione della democrazia in ogni luogo di lavoro - sottrarre lavoratori e lavoratrici - spesso tra i più deboli e ricattabili - alle logiche dello sfruttamento”.
Nella foto, un momento della manifestazione. (foto Piacenzasera)
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