Combattere i fanatismi e tenere viva la memoria come strumento per evitare i conflitti. E’ il messaggio di cui si farà interprete Domenico Quirico domenica 15 ottobre a Ferriere in due incontri che il noto giornalista e reporter di guerra terrà in occasione della conclusione del Fol in Fest 2023. Originariamente programmato nella quarta giornata della rassegna itinerante che si è tenuta a fine agosto, l’appuntamento con l’inviato ed editorialista de La Stampa era stato rimandato per le condizioni meteorologiche particolarmente avverse.
Alle ore 15.30, Domenico Quirico presenterà il suo libro “Quando il cielo non fa più paura. Le storie della guerra per raccontare la pace” - un lucido racconto frutto della sua esperienza da reporter di guerra, rivolto per la prima volta ai giovani - agli studenti delle scuole medie e dell’ultimo ultimo anno delle elementari delle scuole di Ferriere e dei comuni limitrofi, presso la scuola Pietro Inzani (via Aldo Moro, 7) nel paese della Val Nure. All’incontro interverrà in videochiamata Fiamma Nirenstein, giornalista, editorialista de “Il Giornale” e scrittrice fiorentina che da anni vive a Gerusalemme. Alle ore 18.00, l’incontro aperto al pubblico con Domenico Quirico presso la sala consiliare del Comune di Ferriere (Piazza delle Miniere, 1) concluderà la giornata. Per informazioni sui due appuntamenti è possibile contattare il Comune di Ferriere (0523/922220 - urp [AT] comune [DOT] ferriere [DOT] pc [DOT] it).
Si è concluso da pochi giorni il processo di selezione che sta portando alla costituzione della prima YouthBank di Piacenza, la “banca” formata da ragazze e ragazzi under 25 anni che avranno a disposizione risorse economiche della Fondazione di Piacenza e Vigevano, per sostenere progetti sociali ideati e gestiti da loro coetanei. Il gruppo, 15 giovani in tutto, è partito lunedì mattina verso i colli pavesi per trascorrere tre giorni e due notti a Villa Castello di Torrazzetta a Borgo Priolo e per immergersi in un percorso di formazione intensiva che fornirà gli strumenti utili a svolgere il "lavoro" di Youtbanker: nozioni di diritto e economia del no profit, elementi di analisi dei bisogni locali, comunicazione e fundraising, indicazioni su come scrivere ed esaminare i bandi pubblici e gestire i progetti. In questo percorso formativo i giovani “banchieri” piacentini non sono soli, ma lavorano fianco a fianco con i ragazzi che fanno parte delle cinque YouthBank attive sul territorio di Como e promosse dalla Fondazione di comunità comasca, l’ente che ha portato per prima in Italia il progetto YouthBank, nel 2007, e che ora è partner e “tutor” di Fondazione di Piacenza e Vigevano nella sperimentazione di questo innovativo format di responsabilizzazione e fiducia dedicato ai giovani.
All’avvio del Corso di Formazione a Torrazzetta hanno portato la propria testimonianza, in rappresentanza della Fondazione di comasca Alessio Sala Tenna e Giacomo Castiglioni, già presidente e primo promotore della YoutBank in Italia; Renata Crotti a nome della Fondazione comunitaria di Pavia; Edoardo Favari, consigliere generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano e il regista comasco Paolo Lipari. Sono poi intervenuti in apertura, in rappresentanza della Fondazione Don Niso Dallavalle che gestisce la struttura di Torrazzetta, anche don Mauro Stabellini e il presidente Erasmo Dallavalle, a ricordare come la stupenda oasi nel verde che ospita la formazione dei giovani sia una realtà comasca ma anche molto “piacentina”. Il complesso fu infatti rilanciato alcuni anni fa proprio dalla Don Niso Dallavalle, ente che fu fondato nel 2014 dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio e dalle sorelle della Comunità Rosa Mistica (insieme ad altri gruppi e associazioni) per dare nuova vita al luogo simbolo dell’attività pastorale dell’indimenticato sacerdote piacentino.
Nella foto, il complesso residenziale di Torrazzetta.
In bando per entrare a far parte della prima YouthBank di Piacenza, lo ricordiamo, era stato lanciato nel giugno scorso dalla Fondazione e si è chiuso il 22 settembre. In meno di tre mesi sono pervenute 33 candidature valide più numerose manifestazioni d’interesse, cui è seguita una selezione condotta dal referente del progetto Edoardo Favari. «Nel corso di una serie di colloqui abbiamo verificato la motivazione alla partecipazione e l’impegno nel sociale dei candidati – riferisce –, ma le ragazze e i ragazzi che si sono presentati erano tutti così di valore che la selezione alla fine si è concentrata soprattutto sulla composizione del gruppo. Abbiamo scelto profili complementari, in termini di età, sesso, provenienza scolastica, competenze, in modo da costituire un team variegato che possa contribuire al raggiungimento degli obiettivi del progetto. Riteniamo di aver costituito un gruppo davvero eccellente e che potrà fare grandi cose: lo presenteremo presto alla città». Per informazioni sulla YotuBank: youthbank.lafondazione.com
Nella foto, il gruppo degli YouthBanker piacentini.
Il 2023 segna, per la Guardia di Finanza di Piacenza, l’importante traguardo del 110° anniversario di fondazione della Sezione Anfi provinciale. Per meglio onorare la ricorrenza si è svolta nei giorni scorsi, presso il Comando Provinciale di Piacenza, la cerimonia di inaugurazione di una mostra statica temporanea dedicata alla plurisecolare presenza delle Fiamme Gialle sul territorio piacentino. La mostra - realizzata grazie alla partecipazione attiva del Museo Storico della Guardia di Finanza, allestita presso il Salone delle Bandiere - intende ripercorrere e valorizzare varie tematiche che hanno accompagnato il Corpo nei suoi 249 anni di storia, partendo dal periodo storico legato al Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, passando per la resistenza della Seconda Guerra Mondiale, fino ai giorni nostri. L’allestimento, composto da uniformi storiche, armi, buffetterie, rappresentazioni fotografiche di ieri e di oggi - impreziosito dalla presenza di auto e motocicli dell’epoca - accompagnerà il visitatore in un viaggio nel tempo, toccando gli inizi, l’evoluzione e le varie fasi di modernizzazione che hanno caratterizzato la storia del Corpo della Guardia di Finanza nel territorio piacentino.
La vicinanza delle Fiamme Gialle con il territorio
Tra i mezzi esposti non mancheranno quelli che furono in dotazione alla IV Sezione del Reparto Vigilanza e Scorta Valori - aperta a Piacenza nel 1974 - destinata ai servizi di protezione e sorveglianza dei convogli dedicati al trasporto dei valori e che operava alle strette dipendenze della Banca d’Italia. L’inaugurazione della mostra è stata preceduta dalla cerimonia interna di intitolazione, della sezione dell’associazione nazionale finanzieri d’Italia (Anfi) di Piacenza, al capitano Dario Botti. L’Ufficiale, nato a Bettola l’11 luglio 1884, si arruolava nella Regia Guardia di Finanza nel luglio del 1903; rientrato nel Corpo quale ufficiale di milizia territoriale, dopo un breve periodo di congedo, Dario Botti – oltre ad assumere il comando delle Tenenze di Pozzallo (RG), Ravenna, Reggio Emila e Parma – partecipò attivamente alla Grande Guerra nelle file del XVII Battaglione mobilitato della Regia Guardia di Finanza, alla conquista di Ala (Trento). È stato lui il fondatore e primo presidente a guidare, nel 1913, l’Associazione piacentina dei Finanzieri in congedo. L’evento testimonia la profonda vicinanza che lega le Fiamme Gialle al territorio piacentino, un connubio forte, autentico, che rivela come i valori fondanti del Corpo della Guardia di Finanza, quali la fedeltà, l’onestà e la correttezza, siano comun denominatore con i sentimenti genuini che contraddistinguono la Comunità piacentina e tutte le Istituzioni locali. L’ingresso alla mostra sarà possibile fino al 15 ottobre, con orario dalle 9 alle 12.
La montagna guarda al futuro. A partire dal 10 ottobre iniziano gli incontri sul territorio piacentino volti a elaborare la strategia per il programma “Leader 2023-2027” di Gal del Ducato per le province di Parma e Piacenza. Quello di martedì 10 sarà solo il primo degli interventi previsti sul territorio. Si infatti terrà a Travo, presso la Sala Civica di via Giambattista Anguissola n. 8 alle ore 17 e sarà dedicato alla Val Trebbia e alla Val Luretta, ma seguiranno poi le tappe per la Val Nure (il 13 ottobre a Bettola), per la Val d'Arda (il 16 ottobre a Castell'Arquato) e infine per la Val Tidone (il 23 ottobre a Nibbiano). Analoghi incontri si terranno per le valli parmensi (Taro, Ceno e Parma), sempre nel mese di ottobre, a conferma della stretta e consolidata alleanza tra i territori appenninici di Piacenza e Parma. L'obiettivo del tour sul territorio è quello della condivisione e dell'elaborazione condivisa della strategia locale del nuovo programma Leader per il quinquennio 2023-2027, partendo proprio dal confronto con le imprese, gli amministratori, le associazioni di categoria e le realtà che hanno partecipazione al programma appena concluso.
Dalle esperienze maturate, dalle potenzialità dei territori, ma anche dalle criticità esistenti, si elaboreranno le proposte per il futuro dell'Appennino. Si tratta di un'occasione importantissima per contribuire a declinare gli indirizzi elaborati in Regione sulle caratteristiche e le esigenze del proprio territorio, per cui l'invito alla partecipazione assume un significato molto concreto. Per facilitare questa interazione Gal del Ducato ha attivato anche un pannello modificabile condiviso sulla piattaforma documentale di Google (i collegamenti si trovano sul sito internet galdelducato.it e sono stati diffusi dalla pagina Facebook del Gal): in questo modo chiunque, compilandola, può dire la sua ed esprimere idee o suggerimenti. Leader rappresenta la metodologia individuata dall'Unione Europea per lo sviluppo delle aree rurali. In Regione saranno disponibili 913 milioni di euro, di cui 150 per l'obiettivo strategico “Sviluppo del territorio” e 58 per la “Strategia di Sviluppo Locale”, il contenitore finanziario che sosterrà i Gal che verranno selezionati dalla Regione Emilia Romagna.
Il calendario degli incontri
Incontro per Val Trebbia e Val Luretta 10 ottobre ore 17, Comune di Travo
Incontro per Val Nure il 13 ottobre ore 16.30, Sala del Consiglio di Bettola
Incontro per Val d'Arda il 16 ottobre ore 16.30, Comune di Castell'Arquato – Sala Consigliare del Palazzo del Podestà
Incontro per Val Tidone il 23 ottobre ore 16.30, Comune di Alta Val Tidone, Sala Polivalente Nibbiano.
“Siamo chiamati a dare il nostro contributo perché la forza del bene possa superare quel male che oscura la nostra storia e la nostra umanità”. Così il vescovo emerito di Piacenza-Bobbio mons. Gianni Ambrosio nell’omelia della messa solenne celebrata domenica 8 ottobre nel Santuario della Beata Vergine Madre delle Genti a Strà (Alta Val Tidone), in occasione del 79esimo anniversario dell’eccidio nazifascista.
Presenti le istituzioni
La ricorrenza è stata anche l’occasione per accogliere le reliquie del beato Giuseppe Beotti. Dopo la celebrazione, nella cripta del Santuario, la sindaca di Gragnano Patrizia Calza ha offerto l’olio per la lampada votiva che arderà durante tutto l’anno ai piedi delle lapidi che recano i nomi delle vittime civili delle guerre e delle violenze dei Comuni della Provincia di Piacenza. Alla commemorazione hanno partecipato una delegazione di Anpi Alta Val Tidone, una di Anpc – col presidente provinciale Mario Spezia e l’alfiere Giuseppe Ardizzi – e alcuni amministratori locali. Rodolfo Bonvini, presidente provinciale dell’Associazione nazionale famiglie caduti e dispersi in guerra, ha donato la corona d’alloro posta ai piedi del monumento ai caduti di Strà.
Cosa avvenne quel giorno di luglio
Era il 30 luglio 1944 quando, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, nove civili (fra cui un bambino di due anni) persero la vita a seguito di un lancio di bombe a mano da parte dei nazifascisti, che si accanirono successivamente sui corpi con colpi di mitra, fucile e baionetta. Quel giorno furono inoltre incendiate alcune cascine a Strà e nelle vicinanze e altre case furono saccheggiate. Quella dei nazifascisti – italiani e tedeschi insieme – fu una rappresaglia a seguito dell’uccisione di un milite tedesco. Non è stato mai chiarito se l’autore fosse una abitante del paese oppure un partigiano. A perdere la vita furono Teresa Cavallari (42 anni), Alessandro Falsetti (2 anni), sua madre Aurora Vitali, Primino Mazzocchi (16 anni), Cesare Politi (72 anni), Clementina Riccardi (85 anni), Giuseppe Riccardi (76 anni), Luisa Riccardi (21 anni) e Maria Riccardi (27 anni).
“La pace biblica è serenità piena”
“Vogliamo fare memoria viva di tutte le persone che hanno perso la propria vita per la causa della giustizia e per il bene della pace – ha detto mons. Gianni Ambrosio –. Ricordiamo una data triste nella vita della comunità, quella dell’eccidio avvenuto qui 79 anni fa; oggi sono anche 65 anni che la comunità cristiana invoca la pace per tutti, ricordando le vittime, in particolar modo civili, della guerra, quella realtà che purtroppo fa sempre parte della nostra vita, e in diverse parti del mondo ancora si combatte. La guerra non è solo tra i popoli, ma anche nella quotidianità della nostra esistenza: nelle nostre famiglie ci sono discordie, incomprensioni, non regna quella pace che il Signore risorto ha donato ai suoi discepoli. La pace biblica non è solo assenza di contrasto, ma è serenità piena, sapere che siamo amati tutti come fratelli e sorelle. La pace costituisce il dono che tutti abbiamo di essere uniti al Signore, è la bellezza della nostra fede cristiana. La grazia che ci viene data è di essere persone nuove. Invochiamo la pace per tutta l’umanità, e soprattutto per quei luoghi in cui viene meno il concetto di essere tutti fratelli e sorelle, figli di Dio. Siamo chiamati a dare il nostro contributo perché la forza del bene possa superare quel male che oscura la nostra storia e la nostra umanità”.
“Riflettere sul presente e sul futuro”
Nel suo discorso commemorativo, la sindaca di Gragnano Trebbiense Patrizia Calza ha dedicato un pensiero a don Andrea Mutti, “che pensò alla Giornata in memoria delle vittime civili della guerra e della violenza ben 65 anni fa, mentre il Parlamento italiano l’ha istituita solo nel 2017, fissandola al primo febbraio. Un’intuizione profetica – dice Calza – perché dalla Seconda guerra mondiale in poi le vittime di guerra sono perlopiù civili, colpiti nella loro quotidianità: bambini che tornano da scuola, persone che fanno la spesa, eccetera, così come è accaduto ieri in Israele. È doveroso il ricordo delle vittime civili della nostra storia nazionale e locale, ma non è sufficiente. Una giornata come questa richiede alcune riflessioni sul presente e deve essere di monito per il futuro. Il pensiero va immediatamente all’Ucraina, ma sono 59 i conflitti che si combattono attualmente nel mondo. Quella che consegue all’invasione russa è solo l’ultima di una lunga serie di guerre: dall’Afghanistan, alla Libia, al Myanmar, alla Palestina, alla Nigeria, sono molte le popolazioni del mondo per cui il conflitto è la tragica normalità”.
“Non possiamo rassegnarci all’impotenza”
“Sembra che siamo condannati alla guerra – prosegue Calza – ma noi che siamo qui non possiamo accettare questa affermazione. Innanzitutto, bisogna lavorare per prevenirne le cause, è nostro dovere poi promuovere la cultura della pace, questa giornata ne è un esempio. Concludo con le parole dell’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini: «Non possiamo rassegnarci alla depressione dell’impotenza perché crediamo in Dio, non possiamo rassegnarci all’indifferenza perché crediamo nella democrazia»”. Il consigliere Salvatore Scafuto (Pd), presente alla cerimonia in rappresentanza del Comune di Piacenza, sostiene che “riflettere su questo avvenimento storico dovrebbe indurci a custodire la memoria e a trasmettere i valori della pace anche alle generazioni future. Quello della guerra – osserva – è un tema purtroppo attuale, visto ciò che sta succedendo nel mondo e in Europa; tuttavia, abbiamo anche testimonianze, come quella di don Giuseppe Beotti, che ci spingono a divenire costruttori di pace”.
Francesco Petronzio
Nelle foto: in alto, nella foto di Massimo Bersani, l'accensione della lampada votiva da parte del sindaco di Gragnano Patriaza Calza nel sacrario del santuario di Strà; sopra, i sindaci locali con Rodolfo Bonvini e la delegazione Anpc.
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