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Notizie Varie

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San Fiorenzo: torna la tradizionale fiera fiorenzuolana

Comunicato stampa. San Fiorenzo torna la tradizionale fiera fiorenzuolana 

Il prossimo, a Fiorenzuola d’Arda, sarà il lungo fine settimana della Fiera patronale di San Fiorenzo, organizzata dal Comune  in collaborazione con vari partner ed associazioni cittadine.

Street Food e mercatini in centro storico

La fiera si aprirà nella serata di venerdì 13, dalle 18, con una gustosa anteprima caratterizzata dallo “street food festival” in Piazza Molinari, dove faranno capolino i truck food da cui saranno realizzati particolari piatti per tutti i gusti, dalla grigliata argentina agli hamburger gourmet ed alla cucina messicana, sino ai prodotti glutenfree del truck “Thunder on the road”, parte del programma dell’Associazione Italiana Celiachia. Le cucine resteranno aperte anche nelle giornate di sabato 14 e domenica 15 ottobre, a pranzo e a cena: le tre serate saranno inoltre animate musicalmente rispettivamente dalla “Boomband” (venerdì 13), dai dj-set (sabato dalle 17 alle 21) e dalla diretta di radio Malvisi Network (domenica dalle 18).

Nelle giornate di sabato 14 e domenica 15 ottobre, Corso Garibaldi ospiterà gli stand del mercato selezionato “Bio & Natura” dedicato ai prodotti legati al mondo della natura e delle aziende agricole, mentre in via Gramsci e via Venti Settembre si terrà il mercatino dedicato ai prodotti gastronomici ed artigianali. In Piazza Caduti, da venerdì a domenica, sarà presente il tendone di “Oktober in festa”, a cura dell’associazione Old Rugby, che sullo stile dell’Oktoberfest proporrà il meglio della cucina bavarese, con immancabili incursioni autoctone. Presenti inoltre, nelle vie del centro storico, i gazebo dei commercianti aderenti alle iniziative dell’Associazione Vetrine in Centro, attivi con le loro rispettive proposte commerciali ed eno-gastronomiche insieme agli esercizi pubblici locali. Da venerdì 13 a martedì 17 ottobre, piazza Cavour e piazza Alpini ospiteranno il luna park, mentre in piazza Molinari si terrà la manifestazione “Pane in piazza”, a cura dell’associazione Panificatori di Piacenza e il cui ricavato verrà devoluto all’associazione A.FA.DI. di Fiorenzuola d’Arda.

Gli eventi collaterali

Diversi inoltre gli eventi collaterali in calendario: sabato 14 ottobre, alle 10 sarà inaugurata in Municipio la mostra “Le vicende di una costruzione ostacolata” – visitabile sino all’11 novembre ed incentrata sulla realizzazione del monumento ai Caduti - mentre alle 10.30 sarà la volta della mostra dedicata ai cento anni dall’istituzione dell’Aeronautica militare, all’interno dell’ex macello, e visitabile nelle giornate di sabato 14 e domenica 15 ottobre. Nella stessa giornata, alle 21, in Collegiata si terrà la Cerimonia di conferimento del Premio San Fiorenzo 2023 (assegnato quest’anno a Daniele Bruschi), all’interno del tradizionale concerto della Corale “Città di Fiorenzuola d’Arda”, che proporrà la “Messa da Requiem” di Mozart. Nella giornata di domenica 15 ottobre, saranno visitabili le due mostre fotografiche “Alberi” di Massimo Bersani, nella chiesa della Buona Morte, e “Broken Mirror” di Fiippo Venturi, nella sede del Club Cinefotografico; alle 11.30 avrà luogo il saluto dell’Amministrazione comunale e delle Autorità in Piazza Molinari, mentre alle 15.20 l’associazione Fiorenzuola in Movimento proporrà la visita guidata alla Collegiata. Per tutta la giornata saranno inoltre in esposizione auto d’epoca, in viale Matteotti. Chiuderà il calendario di eventi, alle 18 di martedì 17 ottobre (giornata in cui si celebra la Memoria di San Fiorenzo), la Messa solenne in Collegiata.

Una fiera per tutti i gusti
“La fiera di San Fiorenzo è il cuore delle iniziative annuali nella nostra Città”, hanno commentato il Sindaco di Fiorenzuola d’Arda, Romeo Gandolfi, e l’Assessore al Commercio e alle Fiere, Marcello Minari. “Anche quest’anno il programma delle iniziative e degli eventi collaterali è estremamente ricco e variegato, grazie all’intensa attività dei nostri uffici ed alla collaborazione con le diverse realtà associative e con i commercianti locali. Un ringraziamento speciale a Maria Lombardi che anche quest’anno ci ha supportato nell’organizzazione dello Street Food Festival e del Mercatino “Bio & Natura”. Una Fiera per tutti i gusti e ricca di proposte: dagli street food alla cultura, con esposizioni e mostre fotografiche, sino alla musica: tre giorni speciali per Fiorenzuola d’Arda, che attende un grande pubblico per la Festa dedicata al proprio patrono”.

Nella foto, la presentazione degli eventi in programma a Fiorenzuola per la festa di San Fiorenzo.

Pubblicato l'11 ottobre 2023

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Strage di Capaci, Montinaro: «Mio marito scelse di continuare a difendere Falcone»

Tina Montinaro

“Quando muore un poliziotto l’Italia intera ha perso. È importante dire ai giovani cosa è successo nel nostro Paese e cosa continua a succedere: dopo Falcone, la mafia ha cambiato volto e non possiamo correre il rischio di pensare che siano lontane da noi”. Sono le parole di Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, caposcorta di Giovanni Falcone, intervenuta martedì mattina, 10 ottobre, a Palazzo Gotico a Piacenza, insieme al procuratore della Repubblica Grazia Pradella e al questore Ivo Morelli. Oggi Montinaro si impegna a sensibilizzare gli studenti sulla memoria e sulla legalità attraverso l’associazione “Quarto Savona 15”, che prende il nome dalla Fiat Croma blindata su cui viaggiava la scorta del magistrato nel giorno della strage di Capaci. I resti di quell’auto, all’interno di una teca, sono rimasti davanti all’ingresso del Municipio di Piacenza per tutta la giornata del 10 ottobre.

“I magistrati andavano protetti”

Tina Montinaro, che afferma di sentirsi “moglie” e non “vedova”, descrive il marito Antonio come un uomo con un fortissimo senso dello Stato e della famiglia. “È cresciuto a Calimera, nel Leccese – ha raccontato – poi è entrato in polizia e nel 1986 si è trasferito a Palermo in occasione dell’apertura del maxiprocesso. A quel tempo la gente pensava che Falcone fosse un folle, si chiedeva chi stesse processando, dato che la mafia, come loro dicevano, «non esisteva». Il maxiprocesso ebbe un risalto a livello nazionale, e quindi i magistrati andavano protetti. Molti agenti furono mandati a Palermo, altri decisero di andarci: Antonio Montinaro scelse volontariamente di andare a difendere il dottor Falcone. Antonio ed io ci incontrammo a Palermo, lui aveva 24 anni e io 26. Non perdemmo tempo. Poco dopo rimasi incinta e ci sposammo. Antonio voleva mettere su famiglia nonostante i rischi del suo lavoro”.

“Quella bomba da 500 kg è entrata in casa mia”

“Gli agenti della scorta erano convinti che Falcone fosse una persona preziosa per il nostro Paese e non dovesse essere lasciato solo. Dopo l’attentato sventato all’Addaura nel 1989 – ha detto Tina Montinaro – la scorta doveva essere rafforzata. Ma, chi voleva aggiungersi, doveva farlo rinunciando all'indennità di rischio, perché il Ministero non aveva soldi. Quegli agenti non lo facevano per lo stipendio, ma per un profondo senso dello Stato. Mio marito Antonio Montinaro disse: «Io il dottor Falcone non lo lascio, se succede qualcosa mi verrai a raccogliere con il cucchiaino». Quel 23 maggio (1992, giorno della strage di Capaci, nda) si cambiò il turno con un collega perché voleva andare lui a prendere il 'suo' magistrato. Al mattino si mise a giocare con i suoi figli, Gaetano di 4 anni e mezzo e Giovanni di quasi due anni: fu l'ultima volta che lo vidi. Neanche dopo la sua morte, perché di lui non rimase nulla. Quegli agenti potevano scegliere se restare a far parte della scorta o farsi trasferire in un altro ufficio, ma decisero di continuare a difendere Falcone. È per questo forte senso delle istituzioni che noi oggi abbiamo il dovere di ricordare e imparare. Quella bomba da 500 chilogrammi (il tritolo usato da Cosa Nostra per far saltare in aria il tratto di autostrada A29, nda) è entrata in casa mia, io e i miei figli ne portiamo ancora addosso i segni. Ogni giorno vado in una città diversa a parlare di legalità perché Antonio Montinaro mi ha fatto capire cos’è il senso del dovere”.

“Gli uomini della scorta diventano persone di famiglia”

La procuratrice Grazia Pradella ha voluto ricordare agli studenti che la visione dell’auto accartocciata non fosse “una scena di una serie televisiva come Gomorra o Mare Fuori”, ma una testimonianza reale. “Nel 1992 ero un giovane magistrato – ha detto – ma dal 1995 in poi anch’io sono stata scortata e sono dovuta salire su quelle Croma”. La scorta fu assegnata a Pradella negli anni in cui si occupava, da sostituto procuratore al Tribunale di Milano, della strage di Piazza Fontana e di altre inchieste sulla criminalità organizzata, sul terrorismo e sui servizi segreti “deviati”. “Si parla spesso, giustamente, del sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due fari per noi magistrati. Ma è doveroso citare anche quelle figure che ci permettono di lavorare in sicurezza. Per un magistrato in pericolo, gli uomini della scorta diventano persone di famiglia. Alle loro mogli io lasciavo mio figlio da accudire. Hanno partecipato alla Prima Comunione e alla Cresima di mio figlio e ancora oggi, dopo 25 o 30 anni, ancora ci sentiamo per gli auguri di Natale o di compleanno. Questo è ciò che fanno gli uomini della scorta per noi magistrati e per la Repubblica”. Per questo motivo Pradella confessa che “parlare accanto a Tina è un momento di profonda gratitudine: quella macchina – ha detto – è un simbolo, ma deve essere soprattutto un insegnamento”.

Fiat Croma

Sopra, nella foto, i resti della Fiat Croma "Quarto Savona 15". Di spalle, il vicesindaco Marco Perini.

Le mafie sono ovunque

“Dopo Falcone – ha aggiunto la procuratrice rivolgendosi agli studenti – la mafia è diventata «le mafie», che non sono così lontane come pensate. La benestante Piacenza è stata toccata direttamente dall’organizzazione criminale più potente al mondo, la ‘ndrangheta: nel 2023 è diventata definitiva la condanna dell’ex presidente del Consiglio comunale perché appartenente alla cosca dei Grande Aracri. Ragazzi, crescete con la legalità che quella Fiat Croma vi chiede di imparare”.

Gli interventi delle istituzioni

In apertura, il vicesindaco di Piacenza Marco Perini ha sottolineato l’importanza, per le giovani generazioni, di riconoscere i fatti accaduti ascoltando la storia e di sentirsi chiamati in causa personalmente, coinvolti in una pagina di storia recente di cui non si può dire “Non mi riguarda”. Ha preso poi la parola il questore di Piacenza Ivo Morelli, evidenziando l’opportunità per gli studenti presenti – circa 400 – di ascoltare la testimonianza di Tina Montinaro. Il viceprefetto Attilio Ubaldi, citando il giornalista de “La Stampa” Carlo Casalegno, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1977, ha definito Antonio Montinaro “un uomo che apparteneva al «nostro Stato»”.

Francesco Petronzio

Nella foto, Tina Montinaro.

Pubblicato l'11 ottobre 2023

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A 67 anni dalla strage, i sindaci piacentini ricordano le vittime di Rio Boffalora

BOFFALORA 1

Piacenza ricorda le 12 vittime della strage di Rio Boffalora. Nel pomeriggio di sabato 7 ottobre si è svolta la tradizionale commemorazione dei caduti ai piedi del monumento a loro dedicato a Boffalora, nel comune di Bobbio. A rievocare quel tragico 6 ottobre 1956 è uno degli otto sopravvissuti, Paolino Briggi, oggi 84enne. Il suo paese, Cattaragna, fu decimato: cinque morti e sette feriti erano originari della frazione di Ferriere. Presenti al ricordo i sindaci di Bobbio Roberto Pasquali, di Cerignale Fausta Pizzaghi, di Zerba Pietro Rebolini, di Travo Ludovico Albasi, di Corte Brugnatella Roberto Bertonazzi, il vicesindaco di Ottone Maria Lucia Girometta e il consigliere comunale di Piacenza Salvatore Scafuto. “Penso che momenti come questi siano necessari per rinnovare il ricordo di vittime innocenti che, con il loro duro lavoro e coi sacrifici delle loro famiglie, hanno contribuito a fare l’Italia del dopoguerra. Un tema tristemente attuale, viste le continue tragedie sul lavoro che contiamo tutt’oggi”, il commento di Scafuto.

La tragedia

Il 6 ottobre 1956 diciotto persone partirono da Ruffinati (Ferriere) per andare nella pianura vercellese a tagliare il riso. Circa trecento piacentini ogni anno emigravano per la monda del riso (tra maggio e giugno) e per il taglio (tra settembre e ottobre). Quel giorno il camion che li trasportava, mentre transitava sulla strada statale 45 nei pressi del Rio Boffalora, sbandò e cadde nel Trebbia. Persero la vita dodici persone: Giovanni Capucciati di 44 anni da Costa Curletti, Casimiro Cassola di 26 anni da Castelcanafurone, Pietro Negri di 29 anni da Torrio, Remo Balletti di 26 anni da Sanguineto, Luigi Calamari di 51 anni da Cattaragna, Santina Calamari di 37 anni da Cattaragna, Lino Calamari di 16 anni da Cattaragna, Paolo Briggi di 18 anni da Cattaragna, Antonio Bernardi di 31 anni da Cattaragna, Giuseppe Balletti di 22 anni da Sanguineto, Pietro Mazzolini di 26 anni da Marsaglia ed Ernesto Gino Capucciati di 39 anni da Marsaglia. In otto rimasero feriti, ma sopravvissero: Gaspare Cervini di 22 anni da Cattaragna, Angelo Cervini di 26 anni da Cattaragna, Gianbattista Calamari di 22 anni da Cattaragna, Maddalena Calamari di 21 anni da Cattaragna, Giovanni Cervini di 49 anni da Cattaragna, Giuseppina Briggi di 19 anni da Cattaragna, Bruna Mozzi di 22 anni da Marsaglia e Paolino Briggi di 17 anni da Cattaragna.

Francesco Petronzio

Nella foto, i presenti alla commemorazione della tragedia di Rio Boffalora.

Pubblicato il 10 ottobre 2023

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Il trentennale della rassegna degli allevatori di Ferriere

 fier allevatori

Sul lungo Nure di Ferriere, sabato e domenca scorsi,  gli allevamenti di montagna sono stati valorizzati alla tradizionale rassegna del cavallo bardigiano e a quella zootecnica. Nella giornata di domenica era presente anche la famiglia di Fabrizio Agnelli, il 32enne agricoltore bettolese scomparso di recente in un tragico infortunio sul lavoro. Anche a Ferriere sono stati premiati, nel suo ricordo, due giovani allevatori della zona: Michael Ferrari, 30enne di Cerreto, e Carlo Campominosi, 35enne di Canadello. A Bettola, alla recente festa dedicata agli allevatori, il 18enne Gabriele Bernazzani di Biana. Un modo per premiare giovani che scelgono di impegnarsi in un mestiere difficile in Valnure. Complice anche il clima estivo, la due giorni ha richiamato un folto pubblico di appassionati e curiosi nel capoluogo valnurese.

Nella foto, la rassegna degli allevatori  di Ferriere.

Pubblicato l'11 ottobre 2023

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«Angelo suona per gli altri e si prende cura delle cose». La benemerenza a Callegari

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In una sala consiliare gremita di parenti e amici che hanno voluto essergli vicino e fargli sentire il loro affetto, Angelo Calegari, sabato 7 ottobre a Gragnano, ha ricevuto la "Benemerenza Civica-Gragnano bene Comune", istituita sette anni fa per ringraziare i gragnanesi che “durante la loro vita - ha detto il sindaco Patrizia Calza - hanno fatto della partecipazione e della cittadinanza attiva una loro regola di comportamento, interpretando al meglio l'invito del noto sindaco Giorgio La Pira, a onorare la propria città come parte integrante della propria personalità e della propria famiglia”.
“Non si tratta - ha aggiunto Calza - di un premio alla bontà o alla solidarietà o a chi ha raggiunto i massimi livelli nella propria attività professionale ma a chi, nel corso del tempo si è messo in gioco, non ha delegato ad altri, ma ha offerto spontaneamente e gratuitamente il proprio servizio a vantaggio della comunità. Esempi concreti di cui si tramanderà la memoria alle nuove generazioni”.

Il premio è attribuito annualmente dall’Amministrazione Comunale con la condivisione delle associazioni locali. Quest'anno la Benemerenza che è stata consegnata dal giornalista Gian Giacomo Schiavi, gragnanese di nascita, è stata conferita a Calegari, come si può leggere sulla targa “perché impegnandosi in molteplici realtà associative ha servito la comunità con passione e allegria distinguendosi per l’attenzione e cura alle persone in difficoltà in particolare a quelle più anziane”.

Uomo dai molteplici interessi, presepista, imbianchino, restauratore, musicista, trombettiere e fisarmonicista, Calegari è orgoglioso di aver suonato in moltissimi Santuari in Italia e all’estero e ricorda di aver istituito per primo l’Aido in paese. Fatica a trattenere l’emozione per il ricevimento del premio ricordando che “non c’è cosa più bella che far divertire e ballare un anziano”. In effetti Calegari è sempre stato molto vicino alla struttura per anziani da quando il Comune la attivò oltre vent’anni fa. Da allora in ogni occasione di feste particolari Angelo suona per gli ospiti del Centro Diurno e si prende cura della pulizia e del verde dell’area adiacente al Centro.
“Angelo suona nell’orchestra del bene, figure come lui sono indispensabili. Fa parte di quel 10% di popolazione che risponde ai problemi del restante 90%”, ha commentato Gian Giacomo Schiavi. “Si crea comunità anche quando ci si ricorda di dire «grazie» a chi, nel tempo, si è messo in gioco donando tempo, fatica e proprie disponibilità a vantaggio di tutti, senza pretendere nulla in cambio”, ha ricordato il sindaco a nome di tutti gli amministratori. Per questo sono stati consegnati attestati di ringraziamento anche a Claudia Bettaglio ed Eleonora Ghidotti e Luigi Meles. Le signore per aver consentito di dotare di tende ignifughe alcuni spazi della Scuola primaria che ne erano privi, la prima donando il materiale, la seconda confezionandolo. Meles invece per la partecipazione ad attività laboratoriali dalla meccanica, alla falegnameria, organizzate sia presso la Scuola Secondaria che presso il centro aggregativo giovanile.

Nella foto, i premiati con Gian Giacomo Schiavi e Patrizia Calza.

Pubblicato il 10 ottobre 2023

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