Pellegrini piacentini alla Madonna di Caravaggio
La basilica del Sacro Fonte conosciuta meglio come la Madonna di Caravaggio è stata la meta di una comunità neocatecumenale piacentina domenica 5 ottobre. Un gruppo nutrito di fratelli che ha voluto confermare il suo “Sì”alla chiamata del Signore in una giornata di grande spiritualità e devozione. Tra loro don Ottorino Baronio, rettore del Santuario che ha voluto raccontare la storia dell'apparizione avvenuta nel lontano 1432 ad una giovane contadina di nome Giannetta. Attraverso i secoli si è assistito al vero miracolo della Vergine Maria che col Suo amore ha fatto si che uomini di fede costruissero, nel tempo, un tempio così bello e ricco di segni, da rimanere ammaliati. Sembra quasi strano che questo luogo di culto in provincia di Bergamo sia più frequentato dai milanesi che dagli stessi bergamaschi e questo è dovuto al fatto che anticamente Caravaggio era parte dei territori del Ducato di Milano, sotto i Visconti.
Tanta gioia e tante emozioni sono scaturite in questa domenica nei cuori di tante famiglie piacentine che portando con se i loro figli, hanno ravvivato lo splendido viale antistante la basilica con preghiere e canti lungo i due percorsi giubilari, uno esterno al Santuario e l'altro interno. Il momento culminante è stata la messa delle 11:30 dove l'incontro con Gesù eucaristico ha suggellato l'esperienza del Giubileo in una grande e corale armonia spirituale. È stato meraviglioso - ha affermato Maria Nitti - moglie del responsabile della Comunità - vivere questa giornata con i fratelli in un perfetto clima di raccoglimento, graziati pure da un sole amico che ci ha accompagnato per tutta la giornata".
C'è tanto desiderio di esprimere la propria fede mettendola nelle mani di Dio e di Maria, consapevoli che tutto il creato è stato messo a disposizione dell'uomo per amore, solo per Amore. Questa è la realtà che vivono giornalmente questi fratelli, dimentichi del peso che il mondo impone quotidianamente. "Entrare nella basilica è come entrare in Paradiso - ha affermato don Ottorino - Gesù è nel Paradiso celeste e il momento dell'Eucarestia conferma questa nostra presenza li dove c'è il Signore, il Paradiso appunto".
A Caravaggio si respira un'aria di assoluta pace che rinfranca l'anima. Ci sono componenti che dominano quali la meditazione, la condivisione, l'amicizia, c'è la possibilità di incontrare altri pellegrini con cui scambiarsi l'esperienza di fede, un'aria di fratellanza seppur silenziosa che aleggia all'interno di questo bellissimo Santuario mariano. E poi c'è il Fonte con l'acqua zampillante che è il simbolo inconfondibile del luogo, ci si può bagnare, si può bere, tutto in un reciproco rispetto dell'altro. Il pellegrino qui si sente davvero accolto, leggero di tutti pensieri, coccolato di una bella presenza spirituale, si sente ascoltato nella preghiera e alla fine quando esce si accorge di aver caricato le batterie, scaricate ineluttabilmente dalle difficoltà e dalle prove della settimana. La giornata si è conclusa con il ritorno dei pellegrini alle proprie dimore, luogo del tabernacolo e del focolare famigliare dove prospera, incessante, la fede e la grazia di una Chiesa domestica.
Leonardo Moccia
Nella foto, il gruppo dei pellegrini piacentini a Caravaggio.
Pubblicato il 14 ottobre 2025
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