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Storia dell’alimentazione a Piacenza: lunedì al PalabancaEventi si presenta il libro di Laura Bricchi

 Copertina volume

 

“A regime: storia dell’alimentazione a Piacenza tra le guerre mondiali”: questo il titolo del volume di Laura Bricchi (Edizioni Tip.Le.Co., Prefazione di Michele Mauro, cuoco gentleman) che verrà presentato lunedì 3 marzo, alle 18, al PalabancaEventi di via Mazzini, per iniziativa della Banca di Piacenza con l’intervento dell’autrice in dialogo con il giornalista Giuseppe Romagnoli.

Il libro - che nasce dall’attività di ricerca della tesi di laurea magistrale della dott. Bricchi in Storia contemporanea alla Statale di Milano - si articola in tre capitoli: Fascismo e alimentazione; Osterie, trattorie, ristoranti: mangiare “fuori” durante il Ventennio; L’alimentazione casalinga tra le due guerre mondiali. Il risultato è un percorso snello, ma denso di informazioni, dettagli e curiosità. Come il futurista Marinetti che dichiara guerra alla pastasciutta, le abitudini a tavola del Duce, la propaganda di regime (è pubblicato un manifesto dove si legge: “Se tu mangi troppo derubi la Patria”) e l’invito ad acquistare prodotti italiani.
Nella parte dedicata ai ringraziamenti, l’autrice dedica un passaggio anche a chi non c’è più, il nonno Ferdinando Arisi (il più grande storico dell’arte che Piacenza abbia avuto) con queste parole: «Se ho preso il coraggio di rimettermi in gioco a quarant’anni, è stato anche e soprattutto perché non dimenticherò mai l’esempio di mio nonno Ferdinando, che ha studiato, chino sulla scrivania e circondato dai suoi libri, fino all’ultimo dei giorni trascorsi in questo mondo».

Agli intervenuti, con precedenza ai primi soci prenotati e ai primi clienti prenotati, sarà riservato il volume fino ad esaurimento copie.
Ingresso con prenotazione (prenotazionieventi [AT] bancadipiacenza [DOT] it; 0523 542441; telefonare nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì, 9-13 / 15-17).

Pubblicato il 27 febbraio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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