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La storia di 12 pietre d’inciampo illustrata a Gragnano

giornata memoria


Giovedì 16 febbraio presso la Sala Consiliare di Gragnano alle ore 21 verrà presentato il progetto fotografico “Una pietra, uno sguardo, una storia”, nato dall’omonimo libro di Emanuele Ferrari. Una pietra d’inciampo è un piccolo blocco di pietra ricoperto di ottone, posto davanti all’edificio in cui visse, o lavorò, uno dei milioni di deportati nei campi nazisti che non fecero più ritorno a casa. Essa ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno dell’arresto, il luogo della deportazione e la data della morte. Con la volontà di contribuire al ricordo di tutti i deportati, Emanuele Ferrari ha deciso di fotografare dodici pietre d’inciampo, ritraendo inoltre i famigliari. Ai dittici così costituiti, ha accompagnato le storie delle vittime. In questo contesto, i ritratti vogliono rafforzare il significato e il valore della testimonianza costituita dalla pietra d’inciampo, provando, nel contempo, a restituire gli stati d’animo delle persone private dei propri cari.

È Marco Rossi, presidente del gruppo della Pro Loco “Frammenti fotografici”, in collaborazione con la Biblioteca di Gragnano, a spiegare che “verranno proiettate le foto attualmente esposte alla biblioteca Passerini Landi fino al 25 febbraio mentre il gruppo teatrale Quarta Parete leggerà le testimonianze dei familiari delle vittime e le loro biografie”.
Al termine della proiezione verrà offerto un rinfresco a cura della Pro Loco rappresentata da Simone Rebecchi e Matteo Provini, consigliere comunale.

“Si tratta di una delle iniziative legate alla Giornata della Memoria 2023 che si svolgeranno a Gragnano - spiega la sindaca Patrizia Calza - che volutamente abbiamo previsto in date un poco più lontane dal 27 gennaio, sia per non entrare in collisione con altre importanti iniziative previste sia in città che in altri paesi, sia perché siamo convinti che è sempre il momento di fare memoria e riflettere sugli errori del passato per vegliare sul futuro”.

Pubblicato il 15 febbraio 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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