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Notizie Varie

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Al Campus Raineri Marcora la 27esima Festa della AgriCultura

agri

Una grande manifestazione, svoltasi il 2 il 3 maggio nel Campus Agroalimentare Raineri Marcora di Piacenza, ha unito tradizione e innovazione, coinvolgendo con energia e passione la comunità studentesca e le autorità locali. La 27esima edizione della Festa "AgriCultura" ha rappresentato un punto di incontro vitale tra gli studenti e il settore agroalimentare, con un'attenzione particolare alla cultura rurale e alla sostenibilità.

I momenti salienti

L'evento ha avuto il suo apice il 3 maggio con un'imponente sfilata di trattori, simbolo dell'orgoglio agricolo e della profonda connessione degli studenti con le loro radici e le aziende di famiglia. Questi moderni cavalieri della terra hanno attraversato il campus, mostrando la forza e l'innovazione nel settore agricolo, e sottolineando l'importanza della meccanizzazione nell'agricoltura contemporanea.

Studenti e visitatori hanno poi potuto apprezzare il Mercato Agricolo, realizzato dagli alunni, dotato di numerosi banchetti con i prodotti del territorio.

Uno dei momenti significativi della giornata è stato il torneo di calcetto dedicato alla memoria di Simone Pagani, un ex studente del campus. Questo evento ha non solo offerto uno spazio di aggregazione e sportività, ma ha anche permesso di ricordare e onorare la vita di un giovane della scuola che ha perso la vita in un incidente stradale.

La musica ha avuto un ruolo centrale nella festa, con le band composte da studenti che hanno animato l'atmosfera con esibizioni che hanno mescolato generi e stili, riflettendo la diversità e il talento all'interno del campus. La presenza delle autorità locali ha ulteriormente valorizzato l'evento, sottolineando l'importanza dell'agricoltura nella regione e il supporto delle istituzioni a questi giovani futuri agronomi e imprenditori del settore agroalimentare.

Bentornato Spaventapasseri

Il clou della festa è stato il 3° concorso "Bentornato Spaventapasseri", che ha visto gli studenti cimentarsi nella creazione di spaventapasseri tradizionali, con l'obiettivo di combinare creatività e funzionalità. Questi tradizionali manichini, realizzati per spaventare gli uccelli nei campi, sono stati valutati per originalità, estetica ed effettività. La classe 1B dell'ITAS si è distinta, vincendo il primo premio con uno spaventapasseri che ha impressionato la giuria per la sua inventiva e l'efficace interpretazione del tema.

La 27esima Festa "AgriCultura" ha dimostrato ancora una volta come il Campus Agroalimentare Raineri Marcora non sia solo un luogo di formazione, ma un vero e proprio centro vitale che promuove l'interazione, la crescita personale e professionale dei suoi studenti, proiettandoli verso un futuro luminoso nel rispetto delle tradizioni, ma con uno sguardo sempre rivolto all'innovazione.

Riccardo Tonna

Nella foto, vincitori del concorso "Bentornato Spaventapasseri" con la preside Teresa Andena.

Pubblicato il 5 maggio 2024

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Una campagna di comunicazione per la prevenzione delle cadute degli anziani

 Cadute anziani

Un paracadute per calarsi dal cielo e atterrare morbidamente al suolo. Un ParaCadute per evitare di cadere e di farsi male, a volte anche in modo grave. Si chiama così, “ParaCadute”, la campagna di comunicazione realizzata dal servizio sanitario regionale e destinata principalmente alle persone più a rischio, quindi anziane, con disabilità o fragilità, ai caregiver e ai loro familiari, per aiutarli appunto a prevenire le cadute: secondo l’indagine nazionale Passi d’Argento, nel 2022 (ultimo dato disponibile) in Emilia-Romagna il 24% degli ultra 64enni - principalmente quelli con più di 75 anni - è caduto a terra almeno una volta, principalmente (53%) dentro le mura domestiche, oppure in strada (26%) o in giardino (13%): di questi, il 14% è stato ricoverato per più di un giorno a seguito della caduta e il 33% ha avuto bisogno di cure sanitarie; non solo: il 20% ha dichiarato di aver riportato fratture e il 3,9% si è rotto il femore. Conseguenze fisiche, ma anche psicologiche, che possono persino far perdere l’indipendenza e l’autonomia nella vita quotidiana, soprattutto nel caso delle persone più anziane.

Prevenire, dunque, è fondamentale. E lo si può fare seguendo alcune raccomandazioni utili e consigli pratici sui corretti comportamenti da tenere non solo dentro casa, ma anche in ospedale in caso di ricovero, o in ambulatorio: quelli forniti dal video tutorial e dall’opuscolo, entrambi disponibili sul sito della Regione dedicato alla campagna. Piccole precauzioni che, se non possono sempre evitare le cadute, possono prevenirle il più possibile: ad esempio indossare scarpe chiuse, con suola bassa e antiscivolo, e abiti della taglia giusta, perché vestiti troppo lunghi o larghi possono aumentare il rischio di cadere, accendere le luci e non dimenticare gli occhiali e l’apparecchio acustico se abitualmente utilizzati, usare sempre gli ausili se ci si muove con difficoltà.

In casa eliminare rischi e ostacoli che possono far inciampare o scivolare, e prestare maggiore attenzione se si vive con animali o bambini. Doppia prudenza ci vuole per evitare le cadute in ospedale, ad esempio tenere il comodino vicino al letto e avere tutto a portata di mano, suonare il campanello se si ha bisogno, frenare la carrozzina prima di sedersi e alzarsi. Qualche precauzione è necessaria, per le persone più anziane e con fragilità, anche se devono recarsi in un ambulatorio: meglio farsi accompagnare, portare con sé gli ausili necessari, farsi aiutare dal personale, non alzarsi dal lettino o andare in bagno da soli se si hanno difficoltà, e non vergognarsi mai di chiedere aiuto se ci si sente a rischio di cadere. L’opuscolo, disponibile nelle strutture sanitarie regionali, propone anche un test per sapere se si è a rischio caduta; infine, alcuni video tutorial mostrano esercizi del programma educativo di ginnastica per la prevenzione delle cadute per migliorare forma fisica, forza ed equilibrio, sempre seguendo le raccomandazioni indicate.

Pubblicato il 5 maggio 2024

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«La pasta in valigia»: il sapore della tradizione enogastronomica piacentina

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“Attraverso la gestione di trattorie, negozi di alimentari e altre attività commerciali, gli emigrati piacentini hanno avuto un ruolo importante nel mantenere viva la tradizione culinaria italiana, creando punti di riferimento culturali e sociali nelle loro nuove comunità”: così’ il prof. Diego Zancani, docente di Lingue medievali e moderne e professore emerito all’Università di Oxford, ha evidenziato il significato del progetto "La pasta in valigia. Percorso storico-gastronomico sulla rotta dell'emigrazione piacentina". L’iniziativa, svoltasi il 4 maggio nel salone monumentale della biblioteca Passerini Landi a Piacenza, ha voluto riscoprire e valorizzare il contributo degli emigranti piacentini nella diffusione delle tradizioni enogastronomiche del territorio.

La fortuna all’estero
Il progetto, ideato e condotto con la collaborazione della biblioteca Passerini Landi e sostenuto dalla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, ha visto la partecipazione oltre che di Zancani, della ricercatrice e docente al liceo Gioia, Ilaria Dioli, esperta di storia dell’emigrazione. L’incontro è stato moderato da Daniela Morsia, curatrice del fondo antico e locale della biblioteca, che ha dialogato con i relatori, approfondendo le molteplici sfaccettature del tema.
“Bisogna ricordare - ha sottolineato Morsia -, che a partire dalla fine dell’Ottocento, in particolare dalla Val d'Arda, da Morfasso, dall’alta Val Trebbia, c’è stata una grandissima emigrazione che ha portato un notevole contributo, in termini di ristorazione, soprattutto nell'area anglo-americana”.
Il prof. Zancani ha quindi evidenziato che la vita nelle valli piacentine non era facile e molti hanno tentato la fortuna all'estero.

The Bracchis
“Gli emigrati del nostro territorio - ha detto Zancani - hanno portato a Londra i gelati, che ancora non erano conosciuti, e hanno fatto sorgere dei piccoli locali di caffetteria, in cui hanno inserito nei menù qualcosa di piacentino come i panini.
Non solo a Londra - ha aggiunto il professore -, ma anche nel Galles del Sud, dove i primi caffè erano condotti da piacentini e si chiamavano The Bracchis perché erano della famiglia Bracchi, un nome molto diffuso nel nostro territorio. Facevano un lavoro molto duro, aprivano alle 5 del mattino, preparavano i panini imburrati, secondo la tradizione inglese, aggiungendo il tocco di piacentinità con fette di prosciutto e chiudevano alle 11 di sera, dicendo: “abbiamo venduto tutto!”. Un lavoro intenso e faticoso che però ha arricchito queste famiglie italiane”.

Storie di emigrati piacentini
L'obiettivo del progetto, presentato in biblioteca, è stato quello di mettere in luce le storie di chi, lasciando la provincia di Piacenza, ha portato con sé non solo speranze e sogni, ma anche un pezzo della cultura culinaria italiana.
Uno degli aspetti più affascinanti del progetto è stata la ricomposizione di un mosaico di storie personali e collettive di emigrati, come quella di Pablo Guglieri, fondatore della cittadina di Daireaux in Argentina nel 1902, o di Francesco Secchi de Casali, pioniere dell'agricoltura e dell'informazione per gli italiani in America con la creazione del giornale dedicato agli emigrati e della colonia agricola di Vineland, nel New Jersey.
Le vicende di figure come Piero Bellini e Gianni Oddi, che hanno esportato la loro maestria culinaria rispettivamente a Londra e New York, hanno dimostrato come la cucina possa diventare un potente strumento di connessione e identità. Storie di coraggio al femminile, come quella di Angela Malvicini di Maio, hanno acchito ulteriormente il progetto, mostrando come il cibo e le ricette di famiglia siano stati un legame tangibile con la terra madre.

Il potere unificante del cibo

Durante la presentazione, sono stati anche mostrati ricettari storici, studi approfonditi, cartoline dall'epoca dell'emigrazione e dei video che illustrano il profondo legame tra gli emigrati e la loro terra d'origine. È stata inoltre illustrata una mostra online, accessibile sul sito di Migrer – Museo virtuale dell’emigrazione emiliano romagnola nel mondo, che permette di esplorare ulteriormente questo ricco patrimonio culturale.
Il progetto "La pasta in valigia" non solo è una significativa iniziativa che celebra la storia e la cultura degli emigranti piacentini, ma anche invita le nuove generazioni a scoprire e preservare le proprie radici attraverso il potere unificante del cibo. Una testimonianza significativa di come, anche a distanza di anni e chilometri, i sapori della terra d'origine continuano a unire le persone, narrando storie di vita, speranza e tradizione.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 4 maggio 2024

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Nasce «Gep», l’Unione delle guide ambientali escursionistiche piacentine

Guide escursionistiche piacentine

Le guide ambientali escursionistiche piacentine hanno deciso di unirsi sotto un nome unico, “Gep”, per far meglio sentire la loro voce sulle tematiche che riguardano la loro attività nel territorio della provincia di Piacenza. Gep, che sta per Unione delle Guide ambientali Escursionistiche Piacentine unisce i gruppi delle guide di Piacenza ora attivi (Walk the Nature, Eva, I Calcaterra, Azimut) e alcuni singoli professionisti che operano sul territorio per un totale, al momento, di oltre 20 guide. “L’esigenza di unirci - fanno sapere - nasce dalla volontà di raggruppare diversi addetti ai lavori che già svolgono le proprie attività nel mondo outdoor e che si riconoscono in una serie di principi inderogabili, quali sicurezza, professionalità, formazione e aggiornamento continui, solidarietà e supporto reciproco, promozione di uno stile di vita sostenibile e di un turismo rispettoso dei territori, trasparenza economica e inclusività nonché rispetto delle diversità”. “L’obiettivo è di porci come il punto di riferimento per l’accompagnamento professionale nel territorio della provincia di Piacenza, dalla pianura all’Appennino, mantenendo le singole identità originarie. La volontà, oltre all’accompagnamento consapevole in ambiente, è anche quella di valorizzare le realtà del territorio, culturali, ambientali e storiche, non dimenticando di dare voce a chi ha scelto di investire la propria imprenditorialità in modo virtuoso e resistente sul territorio appenninico». «L’ambizione è far sì che nelle nostre escursioni, oltre all’aspetto escursionistico, l’attività divulgativa sia sempre in primo piano, senza dimenticare anche il lato ludico in un clima di rispetto reciproco e inclusione, rigettando qualsiasi approccio anche solo velatamente discriminatorio”. Gep non è un’associazione, almeno per il momento, ma si pone “come un aggregatore di gruppi di professionisti, acceleratore e potenziatore delle attività dei singoli e interlocutore o mediatore tra le esigenze delle istituzioni, enti, soggetti del terzo settore e quelle dei professionisti che Gep rappresenta”.

I requisiti per farne parte sono l'aver superato un corso professionalizzante certificato un da ente accreditato, avere un’assicurazione Responsabilità Civile e avere un’esperienza dimostrabile in ambito di accompagnamento. Sabato 11 maggio presso il rifugio degli amici del Gaep a Selva di Ferriere (coi quali oltre a condividere parte del nome condividiamo anche i principi di amore per la natura e per il nostro Appennino) organizzeranno una giornata di escursioni gratuite per presentarci alla cittadinanza. Tre i percorsi, di diversa difficoltà, con un limite massimo di 20 iscritti ciascuno, per permettere a tutti di scegliere l’itinerario più adatto alle proprie caratteristiche. Ogni partecipante provvederà al proprio pranzo al sacco. Il ritrovo sarà a partire dalle ore 10 e le partenze delle escursioni saranno così scaglionate: Tutte le escursioni rientreranno al rifugio Gaep nel primo pomeriggio dove verrà offerto un rinfresco, una merenda e verranno presentate le iniziative estive delle guide piacentine.

Pubblicato il 4 maggio 2024

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«Non mi parli, io ti ascolto» workshop per genitori di adolescenti

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Si terranno martedì 7 e 21 maggio dalle 18 alle 20 al Centro per le Famiglie di Piacenza i workshop gratuiti "Non mi parli, io ti ascolto" proposti da EXIT, il progetto del Comune di Piacenza nato per contrastare il fenomeno del ritiro sociale dei giovani.
Rivolti a genitori di adolescenti, saranno condotti da Fausta Fagnoni della Fondazione La Ricerca e da Alessandra Bassi della Cooperativa sociale L'Arco.

"Avere figli adolescenti non è semplice: è un'età in cui i cambiamenti fisici e neurologici incidono fortemente sui comportamenti dei ragazzi e dunque anche sul loro modo di entrare in relazione con i genitori" commenta una delle coordinatrici del progetto, Monica Francani di L'Arco, che insieme a Lucia Catino di La Ricerca coordina Exit.
"Per questo - prosegue - proponiamo due workshop in cui mettersi in gioco sul tema della comunicazione e della risoluzione positiva dei conflitti. Inoltre, per chi sente di avere bisogno di una consulenza psicologica genitoriale e individuale, siamo a disposizione gratuitamente".

L'invito è dunque quello di contattare i recapiti del progetto, sia per prenotare un posto per i workshop (è richiesta l'iscrizione), sia per contattare l'èquipe di esperte Exit: i riferimenti sono l'indirizzo e-mail exitpiacenza [AT] gmail [DOT] com e il numero 378 3031649.  
L’iniziativa è promossa dal Comune di Piacenza e organizzata da Associazione La Ricerca e da Cooperativa Sociale L’Arco.

Pubblicato il 3 maggio 2024

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