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Notizie Varie

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Rapporto n. 44 della Provincia: focus sui fabbisogni professionali delle imprese piacentine

Presentazione Rapporto Congiunturale n. 44 Intervenuti

Il numero 44 di Piacenz@, nel riportare i dati del primo semestre del 2023, conferma il rallentamento ulteriore sperimentato in questo periodo dal nostro sistema economico locale, in continuità con i dati già rilevati a consuntivo del 2022. Le persistenti difficoltà legate alla prosecuzione del conflitto russo-ucraino, all’inflazione sempre elevata (ancorché in calo) e alle politiche monetarie restrittive (che hanno portato ad un aumento dei tassi di interesse), hanno inciso negativamente sul ciclo economico, stimato in contrazione anche nella seconda parte dell’anno e in questi mesi a venire a causa del peggioramento ulteriore (con le nuove tensioni in medio-oriente) del quadro geopolitico internazionale. Così, se da una parte i dati del PIL per il 2023 (e 2024) indicano per l’Italia un ritorno alla bassa crescita (+0,7% la stima dell’ISTAT), dall’altra anche il valore aggiunto del sistema economico piacentino, secondo le elaborazioni di Unioncamere regionale su dati Prometeia, è previsto aumentare dello 0,8% nel 2023 e dello 0,6% nel 2024, dopo il +3,9% del 2022 e il +6,7% del 2021.

In tale contesto, tra gennaio e giugno dello scorso anno l’economia provinciale ha comunque proseguito – seppur a ritmi più contenuti - lungo il suo sentiero di sviluppo iniziato dopo la pandemia, facendo meglio in diverse occasioni (come spesso ci capita di osservare) dell’economia regionale e nazionale, e riportandosi in quasi tutti i settori sui valori pre-2020.

Così è stato, ad esempio, per la produzione manifatturiera rilevata dalla Camera di commercio dell’Emilia e da Unioncamere regionale, che nel primo semestre del 2023 ha chiuso a Piacenza in rialzo del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2022 (mentre in regione aumenta solo dello 0,4%), superando ulteriormente i livelli di attività del 2019. Lo stesso dicasi per le variabili riferite al fatturato (+9,2% nel piacentino, +2,3% in Emilia- Romagna), agli ordini complessivi (rispettivamente +1,7% e -0,4%) e al grado di utilizzo degli impianti manifatturieri (salito all’82,3%), tutte superiori ai valori pre-covid.

Le catene della subfornitura soffrono invece un poco di più in questo periodo, con la produzione artigiana manifatturiera che rimane a Piacenza sui livelli dell’anno precedente (+0,2%), tuttavia senza andare in terreno negativo, come sperimentato mediamente in regione (-1,8%).

Anche nel caso del commercio al dettaglio l’andamento è stato positivo nel corso del primo semestre 2023, dato che nella nostra provincia le vendite - pur in sensibile rallentamento a confronto con il primo semestre del 2022 - sono cresciute ancora del 3,0%, mentre nel complesso dell’Emilia-Romagna l’aumento è stato del 2,0%.

Con la stretta sugli incentivi a favore del settore, si è invertito invece il trend del comparto delle costruzioni piacentino, il cui volume d’affari si riduce dell’1% nella media del semestre (mentre aumenta ancora in regione dell’1,5%), passando in particolare da un +1,4% nel primo trimestre ad un -3,5% nel secondo trimestre. In sintonia con questa evoluzione, sono risultate in calo anche le compravendite immobiliari residenziali (2.250 tra gennaio e giugno 2023) evidenziando una flessione (-4,2%) che però è meno elevata di quelle che si osservano in Emilia-Romagna (-16,2%) e in Italia (-12,4%).

Sui mercati esteri le cose sono andate meglio rispetto ai mesi precedenti. Nonostante le difficoltà della congiuntura il nostro sistema economico è stato infatti finalmente in grado di rispondere con maggior incisività a livello internazionale, dopo la prestazione negativa registrata nel 2022. I dati ISTAT sugli scambi import- export riferiti al primo semestre 2023, indicano per le esportazioni piacentine (3.098 milioni di euro) una crescita del 10,1%, superata in questo solo da Lodi (+11,8%), mentre Parma e Cremona segnano variazioni negative, e gli ambiti regionale e nazionale accelerazioni più contenute. Bene qui hanno fatto la meccanica e

l’alimentare, ma anche il comparto tessile-abbigliamento. Anche le importazioni (3.713 milioni di euro nei primi sei mesi del 2023), sono risultate a Piacenza in aumento (+5,2%), in controtendenza rispetto all’evoluzione negativa registrata - ad eccezione sempre di Lodi – da tutti gli altri territori.

E’ proseguito poi nel primo semestre del 2023 il trend di crescita del turismo. Gli arrivi aumentano infatti dell’11% riuscendo così ad oltrepassare finalmente il livello pre-covid (+2,5%), e crescono anche i pernottamenti, del 5,5% a confronto con il primo semestre 2022, una variazione inferiore a quelle (a due cifre) dei due anni precedenti, ma che è comunque positiva e permette di siglare un +17% rispetto ai valori del 2019. Piacenza è inoltre l’unico ambito territoriale della regione che presenta variazioni tendenziali delle presenze sul 2019 positive per tutti i mesi compresi tra gennaio e giugno 2023, a differenza di molti altri contesti provinciali (ad esempio quelli di Parma e Reggio-Emilia), o del contesto regionale più in generale, contrassegnati invece ancora da un sensibile gap da recuperare.

Dati piuttosto positivi si registrano in questo periodo anche per il mercato del lavoro. In un contesto di generalizzata crescita dell’occupazione, il saldo tra avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente mostra a Piacenza un valore particolarmente elevato, sia considerando – su base annua - il periodo giugno 2022/giugno 2023 (+2.548 unità, con un grosso contributo dato dall’industria in senso stretto, +967 unità), sia considerando la variazione tendenziale riferita al solo trimestre aprile-giugno 2023 (+954, in questo caso con l’apporto preponderante dei servizi, +729). Rialza invece leggermente la testa la Cassa Integrazione nel primo semestre 2023, anche se in modo tale da non destare per il momento preoccupazioni particolari, essendo sempre attestata, con poco più di mezzo milione di ore autorizzate, attorno ai valori pre- pandemia.

Per quanto riguarda le imprese registrate presso la Camera di Commercio al 30 giugno 2023, torna a ridursi rispetto a un anno prima lo stock delle imprese attive (-123 unità), a causa soprattutto delle flessioni in agricoltura e nel commercio, tra le ditte individuali e le società di persone, mentre continuano la loro espansione le imprese dei servizi, quelle a titolarità straniera e le società di capitale. Anche sul versante del credito si è osservato nella prima parte dello scorso anno un appesantimento della congiuntura, dovuto all’aumento dei tassi di interesse, con i prestiti erogati dal sistema bancario alle imprese e alle famiglie che segnano a Piacenza (6,53 miliardi di euro) una contrazione del 2,5%, in linea con la dinamica nazionale. I fallimenti a carico di imprese aventi sede in provincia di Piacenza (2) sono risultati invece in deciso calo rispetto ai 15 registrati un anno prima.

Con riferimento infine all’inflazione, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC) rilevato nel comune capoluogo ha evidenziato nel corso del primo semestre del 2023 una dinamica decrescente, passando da una variazione tendenziale mensile di +9,7% registrata nel mese di gennaio 2023 ad una variazione di +6,1% nel mese di giugno 2023, allineandosi così alle dinamiche generali, dopo essere stato più alto della media nazionale nell’ultima parte del 2022. Il contrario della dinamica dei prezzi dei beni alimentari, che si è mantenuta nel periodo ancora su livelli molto ridimensionamento dell’inflazione è stato possibile anche da noi grazie soprattutto all’andamento fortemente calante dei prezzi dei beni energetici, all' elevati, attorno all’11-12 per cento. Nella media dei primi sei mesi del 2023 l’inflazione – anche se in diminuzione - è stata comunque superiore (+7,8%) a quella rilevata nello stesso periodo del 2022 (+6,4%).


Pubblicato il 12 febbraio 2024

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Aree interne e Appenniniche, investimenti per 11 milioni del Gal del Ducato

Gal del Ducato investimenti

Due ottime notizie per il territorio montano piacentino e parmense. La prima riguarda il fatto che la Regione Emilia-Romagna ha deliberato la graduatoria finale relativa alla selezione dei Gruppi di Azione Locale, posizionando il Gal del Ducato al secondo posto in Regione, assegnandogli una dotazione di oltre 11 milioni di euro. La seconda buona notizia è che questi fondi saranno a disposizione di un’area appenninica delle due province che sarà ancora più estesa rispetto all’ultimo piano, quello 2014-2022, con tre nuovi comuni parzialmente inseriti nell’ambito (Castel San Giovanni, San Giorgio e Traversetolo), che portano così il totale a 60 comuni interessati (29 in provincia di Piacenza e 31 in provincia di Parma). Entrando nello specifico con la deliberazione di giunta regionale del 3 gennaio, che ha definito la graduatoria dei gruppi di azione locale per la Strategia Leader 2023-2027, la Regione ha assegnato al Gal del Ducato ben 11.176.779 euro, che saranno impegnati a sostegno di progetti pubblici e privati da realizzarsi nelle aree appenniniche parmensi e piacentine. Il perimetro di azione sarà quello del bacino montano, un’area di 4023 kmq estesa su due province, con 158 mila abitanti e una vocazione agroalimentare di elevata qualità, riconosciuta anche internazionalmente, comprendente integralmente le aree vitivinicole e parte delle principali filiere del comparto agrifood dell’Emilia Occidentale. È un territorio tuttavia che presenta anche diverse criticità di natura socio demografica, tipici delle terre alte, necessita di riequilibri e richiede progettualità.

I Commenti

“Sono le sfide che ci si pongono davanti – spiega Gino Losi, presidente del Gal del Ducato – negli incontri di concertazione che abbiamo tenuto sul territorio sono stati messi a fuoco i punti di forza e le debolezze, le opportunità e le criticità che connotano l’intera area. Ci si è in particolare concentrati su tre punti che vanno affrontati nel prossimo quadriennio, l’invecchiamento della popolazione, il cambiamento climatico con la transizione ecologica e la transizione digitale. Le azioni proposte dal Gal nel suo piano strategico, seppure su ambiti apparentemente diversi, incrociano tutti questi temi di contesto”.

“Aggregare per innovare” diventa quindi il tema chiave di indirizzo progettuale che il Gal applicherà sul territorio, declinandolo attorno a tre concetti chiave: la sostenibilità economica dei progetti, perché mantenere le imprese significa mantenere la popolazione sul territorio, l’accoglienza, sia verso i turisti, che verso i nuovi residenti, la resilienza, con grande attenzione alle foreste, patrimonio ambientale della montagna. “La strategia di Sviluppo Locale del Gal, si concentrerà su due ambiti tematici tra loro correlati, i sistemi di offerta socioculturali e turistico ricreativi locali e i sistemi locali del cibo, distretti, filiere agricole e agroalimentari – sottolinea Alessandro Cardinali, vicepresidente del Gal – Dal punto di vista operativo questo significa che la linea strategica prevede di realizzare interventi finalizzati ad accrescere l’offerta ricettiva esistente e ad aumentare la gamma e la qualità a disposizione dei turisti e di investire sulla promozione di nuove forme di turismo (escursionistico, sportivo, enogastronomico, culturale). D’altro canto si dovrà favorire la nascita e la permanenza sul territorio di imprese ed attività commerciali extra-agricole, per avere poi ricadute positive per l'attrattività complessiva dell’area e per l'offerta di servizi a disposizione dei residenti. Infine sarà fondamentale realizzare azioni unitarie di comunicazione e marketing tese a sviluppare una proposta turistica integrata, che metta a sistema i molteplici attrattori del territorio, aumentando l’offerta territoriale di servizi a disposizione della popolazione anche per attrarre nuovi residenti. In questo senso molto importante è anche l’opportunità che abbiamo inserito nella linea strategica, che consiste nel favorire la realizzazione di postazioni di lavoro a distanza, in modo che il territorio possa rispondere in modo tecnologicamente adeguato alle aziende che prevedono condizioni di smart working, permettendo così ai lavoratori di risiedere o trasferirsi sul territorio”. “Il Gal è un presidio per il territorio – ha dichiarato la presidente della Provincia di Piacenza Monica Patelli – l’assegnazione dei fondi è un grande risultato che darà aiuto a tutta l’area montana e in quest’ottica è importante l’ampliamento del territorio, per rispondere meglio e ancor più efficacemente alle sfide che ci pone la montagna”.

Questa visione strategica si tradurrà in bandi e azioni di sostegno che sapranno rispondere e realizzare questi principi e inizieranno ad essere pubblicati nei prossimi mesi. Ad esempio quando si parla di cambiamento climatico o declino demografico le risposte possono essere trovate nell’elemento identitario delle montagne, la foresta: questa allo stesso tempo è riserva di stoccaggio di anidride carbonica (un metro cubo di legno assorbe circa una tonnellata di CO2), ma anche risorsa per attività imprenditoriali coinvolte nella sua gestione o nella sua tutela dai sempre più frequenti fenomeni meteorologici estremi, dalla siccità alle bombe d’acqua, che si ripercuotono pesantemente sulle aree boschive e i cui effetti talvolta si misurano anche in pianura. La foresta è anche una risorsa turistica da implementare, vista anche la crescente domanda di fruizione della montagna in periodo estivo: servono strutture, servizi, organizzazione e comunicazione. La ricettività va costantemente migliorata, ma vanno aumentati anche gli spazi che permettono ai visitatori di godere della natura appenninica en plein air, una tendenza che si sta imponendo sempre di più. Infine il bosco fornisce prodotti, che la tradizione gastronomica emiliana sa valorizzare come poche altre al mondo. Una gestione attenta e orientata alla loro valorizzazione, dai frutti del sottobosco, ai funghi, alla selvaggina, ai tartufi, è indubbiamente una traccia di sviluppo, che risponde benissimo al principio di aggregare per innovare. Infine non va dimenticata la portata dell’intervento, nel programma Leader 2014-2022 sono infatti stati finanziati oltre 400 progetti, attraverso regie dirette, bandi e convenzioni. Di questi ne sono già stati completati 233 (a settembre). Al di là della dotazione economica del periodo 2023-2027, rimane il dato significativo dell’ampio coinvolgimento del tessuto socioeconomico appenninico e il fatto che ciascun progetto finanziato è a sua volta un generatore di risorse, con investimenti diretti di privati e imprese che restano a rafforzare il territorio, le sue dinamiche, la sua competitività e la sua immagine.

Pubblicato il 12 febbraio 2024

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Rette delle Cra, nel 2025 introdotto l’Isee

Accordo prezzi Case di riposo

Introduzione dell’Isee a partire dal 1° gennaio 2025, da applicare in maniera lineare nel calcolo delle rette a carico degli utenti dei servizi sociosanitari residenziali. E ulteriori 10 milioni di euro sul Fondo sociale regionale, risorse aggiuntive che la Regione stanzierà in assestamento di Bilancio 2024 e che trasferirà ai Comuni per sostenere le famiglie con redditi medio bassi e bassi nel pagamento delle rette stesse, a valere per tutto quest’anno. Sono le novità contenute nel verbale di accordo sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna con i sindacati Cgil, Cisl, Uil e le relative sigle dei pensionati - Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil – dopo l’adozione da parte della Giunta regionale della delibera che adeguava la remunerazione dei servizi sociosanitari, lo scorso 18 dicembre. “Un’intesa importante - sottolineano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale al Welfare, Igor Taruffi - che giunge al termine di un confronto proficuo con le organizzazioni sindacali, con le quali abbiamo condiviso il bisogno di sostenere persone e famiglie in difficoltà, con redditi medio-bassi, di fronte alla necessità di garantire assistenza e cura a persone anziane o con disabilità e ai propri cari. Oltre all’introduzione dell’Isee dal prossimo anno, unitamente all’applicazione delle nuove regole sul sistema di accreditamento dei servizi sociosanitari, con le quali vogliamo anche migliorare la qualità dei servizi e del lavoro- proseguono- aumenteremo di 10 milioni di euro il Fondo sociale regionale, fondi che si aggiungono agli oltre 30 milioni di euro in più che nell’ultimo anno e mezzo avevamo messo sul Fondo regionale per la non autosufficienza. Continuiamo quindi a supplire all’assenza del Governo, che taglia sulle risorse per la sanità e i servizi socio-assistenziali, facendo fino in fondo la nostra parte, investendo sui servizi e assicurando alle strutture le condizioni per poter continuare e non dover chiudere. Tutto questo - chiudono Bonaccini e Taruffi - grazie al confronto coi sindacati e alla condivisione di ciò che serve per non lasciare indietro nessuno, come siamo abituati a fare in Emilia-Romagna”.

L'accordo

Il primo: a partire dal prossimo anno (1.01.2025), unitamente all'applicazione delle nuove regole sul sistema di accreditamento dei servizi sociosanitari, finalizzate anche al miglioramento della qualità dei servizi e del lavoro, si provveda all'introduzione dell’Isee, da applicarsi in maniera lineare nel calcolo delle rette a carico degli utenti dei servizi socio-sanitari residenziali. Il secondo: in sede di approvazione della legge di assestamento del bilancio 2024, siano aumentate di ulteriori 10 milioni di euro le risorse che, attraverso il Fondo sociale regionale, vengono trasferite ai Comuni al fine di sostenere le famiglie con redditi medio bassi e bassi per far fronte al pagamento delle rette dei servizi socio-sanitari residenziali accreditati, a valere per l'intero anno 2024. Per arrivare alla più equa applicazione delle due misure, si istituisce un tavolo ad hoc composto da Regione, Comuni e Organizzazioni sindacali, anche per determinare i criteri e le modalità per la destinazione delle risorse previste, e cioè i 10 milioni di euro in più nel Fondo sociale regionale.

Pubblicato il 10 febbraio 2024

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Foibe, don Garilli in rappresentanza degli alpini a Basovizza

garilli

“Di solito a queste celebrazioni a livello nazionale ci sono sempre, cerco di andarci tutti gli anni”.
Don Stefano Garilli, parroco di Ferriere, ha partecipato come ogni anno, il 10 febbraio, alla cerimonia solenne in occasione del Giorno del ricordo, al monumento nazionale della Foiba di Basovizza, sul Carso triestino. Quest’anno era presente anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha preso la parola per il suo discorso ufficiale proprio davanti al sacerdote piacentino, riconosciuto, sui media, da tutti i suoi parrocchiani di Ferriere.
“Ho rappresentato Piacenza come associazione alpini - spiega don Garilli, che è il cappellano militare -, con il nostro labaro. Eravamo tante penne nere a Basovizza, c’era anche il presidente nazionale Ana, Sebastiano Favero. È una commemorazione importante quella per le vittime delle Foibe, solo da vent’anni si celebra il Giorno del Ricordo, prima non se ne parlava tanto di questa tragedia. Era un pezzo di storia dimenticato”. Il Giorno del ricordo è stato infatti istituito nel 2004, con legge dello Stato, per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Don Garilli e Meloni

Pubblicato l'11 febbraio 2024

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Consumo di suolo, Fantini: «I nostri dati più che positivi»

 Fantini commento urbanistica

Sono stati pubblicati sul sito della Regione Emilia Romagna i dati relativi al consumo di suolo. L’esito di questa attività di osservazione, a cinque anni dall’entrata in vigore della Legge Regionale numero 24 del 2017, mette la Provincia di Piacenza sul gradino più alto del Podio: è la provincia più virtuosa. I dati sono il frutto del monitoraggio regionale previsto dalla stessa legge urbanistica e realizzato in collaborazione con l’Istituto sui trasporti e la logistica, l’Università di Bologna e l’Università di Parma. All’articolo 5 intitolato “Contenimento del consumo di suolo”, la legge ha introdotto una verifica a cadenza semestrale con la quale i Comuni inviano alla Regione gli esiti del monitoraggio delle trasformazioni realizzate sul territorio. Il grafico indica i cinque interventi realizzati nella nostra provincia: due sono a Fiorenzuola, poi a Carpaneto, Besenzone e Travo per un totale di 12,2 ettari. Nessun intervento è stato realizzato nel territorio comunale di Piacenza.

“Sono dati più che positivi”, commenta l’assessore all’urbanistica Adriana Fantini ricordando il convegno dello scorso 28 novembre durante il quale gli stessi dati erano stati anticipati da Paolo Ferrecchi della Regione. “In questi mesi - prosegue - il dibattito pubblico sul tema in questione ha tenuto spesso banco in città e la speranza da parte di molti era ed è che a Piacenza non si consumi suolo nel periodo di transizione tra il precedente strumento urbanistico, il Psc, e il nuovo strumento di pianificazione, ovvero il Pug che è in corso di redazione. Ebbene è proprio così: il Comune di Piacenza non ha attivato interventi che erodano il limite previsto per il territorio urbanizzato”. Anzi, stando al monitoraggio regionale la provincia di Piacenza nel suo complesso è in assoluto la più virtuosa in questo senso. “C’è inoltre da considerare – precisa Fantini - che l’Emilia-Romagna è una delle poche Regioni italiane che si è data una legge per disciplinare il consumo di suolo, e non è cosa da poco. Ora siamo nelle condizioni di poter fare un primo bilancio oggettivo mettendo da parte ogni posizione pregiudiziale ma, al contrario, considerando ogni opzione che rispetti i criteri stabiliti. Anche perché la sostenibilità economica va di pari passo con quella ambientale e sociale, come ha ricordato recentemente anche la sindaca Katia Tarasconi al convegno «Verso il Pug: la città che crea lavoro» al quale era presente l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla”.

Ma se questo è il quadro offerto dal monitoraggio della Regione Emilia-Romagna, differenti però sono i dati divulgati da Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del Ministero. Si tratta di dati che registrano il consumo di suolo effettivo e non hanno premiato Piacenza. “Inizialmente non mi era chiara questa differente lettura - spiega l’assessora Fantini – poi mi sono documentata. Nel monitoraggio restituito da Ispra, oltre al consumo di suolo permanente dato da edifici, fabbricati, strade pavimentate, sedi ferroviarie eccetera, si includono anche gli usi temporanei che producono consumo di suolo reversibile come ad esempio strade non pavimentate, cantieri e altre aree in terra battuta, piazzali, cortili, campi sportivi, cave in falda, impianti fotovoltaici a terra. E’ una definizione che si differenzia di molto da quella delle previsioni insediative espansive a cui la legge regionale cerca di porre un freno”. “Il monitoraggio del consumo di suolo operato da Ispra – prosegue l’assessora - avviene attraverso l’analisi della cartografia prodotta in seguito alla classificazione di immagini satellitari. I dati del consumo del suolo rilevati da Ispra sono valori assoluti di “suolo consumato” che comprendono, ad esempio, le aree di cantiere funzionali alle trasformazioni. Questi dati, più volte evidenziati, assegnavano alla provincia di Piacenza il primato per incremento netto nell’anno 2021-2022 pari a 54,92 ettari. Ma lo stesso Michele Munafò, (dirigente Ispra, responsabile del Rapporto Snpa sul consumo di suolo) nel suo intervento al convegno dello scorso 28 novembre, ha chiarito che i dati annuali hanno una rilevanza parziale perché i processi di consumo di suolo hanno una certa inerzia e vanno letti in periodi medio-lunghi. I processi pianificatori, aggiungo, hanno iter complessi e si attuano in determinati anni piuttosto che in altri anche per ragioni burocratiche, quindi una lettura corretta dei dati Ispra dovrebbe quanto meno prendere in considerazione un quinquennio, se vogliamo confrontarli alla tabella regionale da cui siamo partiti”. L’assessore all’urbanistica porta due esempi per chiarire quali interventi ha fotografato Ispra in quei 54 ettari che corrispondono a ciò che vediamo realizzato dal 2021 al 2022: “Si tratta di convenzioni quali l’AP12 Mandelli variante Pua 2018 convenzione 2020, o l’ambito di cava Polo 43 Ca’ Morta che prevederà la rinaturalizzazione a fine attività. Sono esempi particolarmente indicativi di quanto fuorviante possa essere la “fotografia” fornita da Ispra: il primo, Mandelli, è esemplificativo della lunghezza dei processi, visto che si tratta di una pratica aperta anni fa; il secondo, Cà Morta, è un esempio di reversibilità: dove c’è la cava, in futuro la stessa area tornerà ad essere ambiente naturale a tutti gli effetti”.

Pubblicato il 10 febbraio 2024

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