Si intitola “Il Piacentino, terra del gusto”, l’ampio servizio dedicato a città e provincia nel numero di marzo della rivista “Melaverde”, periodico legato all’omonima trasmissione televisiva in onda su Canale 5. Segnalato come itinerario enogastromico, il percorso parte dai monumenti del centro storico di Piacenza, definita “ghiotta e accogliente”, per poi fare tappa tra i paesaggi rivieraschi della Bassa – mettendo in luce prodotti della terra come la cipolla gialla di Caorso e l’aglio bianco di Monticelli, ma anche le ciliegie di Villanova – sino a raggiungere i borghi inerpicati in collina: da Bobbio a Castell’Arquato e Vigoleno, quest’ultimo segnalato come “da non perdere”. Focus su salumi Dop, formaggi e anolini (di cui si può consultare la ricetta, accanto a quella della spongata), ma non mancano le citazioni per il pesce di fiume, i formaggi, gli asparagi e i vini, dal Gutturnio al Monterosso. Un vero e proprio invito ad assaporare il territorio, che il sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri definisce “una preziosa vetrina sulle eccellenze culinarie della nostra tradizione, nonché sulle suggestioni tra storia, cultura e natura che Piacenza e le sue vallate possono offrire ai visitatori. Il nostro territorio si deve sempre più caratterizzare come una destinazione turistica, puntando sulle sue straordinarie eccellenze. Gli ultimi dati sui flussi turistici sono alquanto lusinghieri, con un deciso aumento delle presenze rispetto agli anni precedenti, anche grazie alla collaborazione instaurata all’interno di Destinazione Turistica Emilia. Abbiamo nei prossimi mesi in programma diversi importanti appuntamenti che, partendo dalla leva dell’enogastronomia – come il Gola Gola Festival di giugno o la presentazione della Guida Michelin – possono fungere da traino per un ulteriore passo in avanti in ottica di promozione territoriale”.
Si trovano perlopiù all’interno di sale giochi, centri commerciali e nei parchi divertimento. Sono le “ticket redemption”, macchinette da gioco che, alla fine di ogni partita, restituiscono ticket (tagliandi) da convertire in premi: braccialettini, portachiavi, cuffiette, gadget di vario tipo. Fino a orologi da polso, Mp3, Ipad. In Emilia-Romagna c’è una legge regionale (“Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico”) che ne vieta l’utilizzo ai minori: la Commissione assembleare ha dato il via libera alla delibera di Giunta in cui sono contenute le modalità attuative del divieto, e che prevede una serie di obblighi ben precisi per i gestori dei locali.
Divieto di utilizzo: le novità introdotte
Il testo licenziato dalla Commissione assembleare (che dovrà ora tornare in Giunta per l’approvazione definitiva) introduce, per i gestori, l’obbligo di affiggere nei locali l’apposita locandina regionale in cui viene menzionato il divieto di utilizzo delle “ticket redemption” da parte dei minorenni. Non solo: c’è anche l’obbligo di affiggere in modo visibile su ogni apparecchio oggetto del divieto un avviso in cui deve essere chiaramente indicato che l’utilizzo è vietato ai minori di 18 anni. I gestori, inoltre, devono accertare l’età del cliente, tranne nei casi in cui la sua maggiore età sia evidente. Se minorenne, non devono vendergli i gettoni, né consegnargli il premio derivante da una vincita. Nel caso di violazione degli obblighi da parte dei gestori, è prevista l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie.
“Ticket redemption”, come funzionano
I giocatori - nella stragrande maggioranza bambini e ragazzi - inseriscono il denaro nella macchinetta, giocano e, a prescindere dal risultato, ottengono comunque un ticket con un punteggio. I ticket possono essere accumulati e usati per “acquistare” premi presenti all’interno della sala giochi. Naturalmente, per ottenere un “premio” come un Mp3 è necessario accumulare molti punti, e dunque giocare (inserendo soldi nella macchinetta) molto, anche per ore intere. Con il rischio di sviluppare una vera e propria dipendenza: quella da gioco, appunto. A differenza delle slot machine, che sono vietate per legge nazionale ai minori di 18 anni, le ticket redemption sono invece accessibili perché la vincita non è in denaro ma in ticket.
Giovanissimi e gioco d’azzardo: la situazione in Emilia-Romagna
Tra le dipendenze patologiche che interessano gli adolescenti emiliano-romagnoli, c’è anche il gioco d’azzardo: il 20% delle ragazze e il 46% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni giocano d’azzardo in modo occasionale, ma quasi il 5% dei maschi (contro lo 0,9% delle femmine) è a rischio di ludopatia, come emerge dall’ultima “mappatura” degli adolescenti svolta dalla Regione a fine 2016.
Dipendenza da gioco, le persone in cura
Le persone che nel 2017 si sono rivolte ai servizi delle Aziende Usl dell’Emilia-Romagna per dipendenza da gioco d’azzardo e prese in carico sono state 1.521. L’utenza è in prevalenza di sesso maschile e la fascia di età più rappresentata è quella tra i 41 e i 50 anni.
I commenti degli assessori Venturi e Corsini
“La prevenzione – hanno spiegato gli assessori Sergio Venturi e Andrea Corsini - inizia dai più giovani: con queste disposizioni rafforziamo ulteriormente il nostro impegno per contrastare e ridurre il rischio della dipendenza da gioco d’azzardo a partire dalle fasce più esposte, più fragili. E, poiché si tratta di minori, il nostro forte auspicio è che anche i genitori facciano la loro parte e siano nostri alleati. Siamo di fronte a un fenomeno che interessa in modo trasversale tutte le età, e che continuiamo a combattere: sia dal punto di vista sanitario, con investimenti di oltre 7, 4 milioni di euro per la cura e la prevenzione delle dipendenze assegnati dal Fondo per il gioco d’azzardo patologico 2018-2019, sia con incentivi agli esercizi commerciali che aderiscono al marchio ‘Slot free ER’. E proprio su questo fronte nel 2018 abbiamo raddoppiato i contributi, che sono passati a 300mila euro, consentendo di approvare 30 progetti da Piacenza a Rimini”.
«Quello con il Cse - ha sottolineato il condirettore generale dell’Istituto di credito di via Mazzini Pietro Coppelli presentando il relatore - è un rapporto che dura da oltre vent’anni. Siamo tra i soci del Consorzio che fanno parte del Consiglio di amministrazione e crediamo in questa struttura, tanto che lo scorso anno abbiamo aumentato la nostra quota di partecipazione. Il Cse ci dà la possibilità di migliorare dal punto di vista dello sviluppo tecnologico e organizzativo, contenendo i costi». Il Cse - di cui la Banca di Piacenza è socia - è il Consorzio di servizi bancari nato nel 1970 come centro meccanografico, prima struttura di servizi informatici per banche. Oggi il Cse offre anche servizi di consulenza organizzativa, funzionale e normativa, aiutando le banche a stare al passo con i tempi - velocissimi - della rivoluzione tecnologica, consentendo agli istituti di credito di concentrarsi sul loro core business. L’attività del Consorzio servizi bancari è stata illustrata dal suo amministratore delegato Vittorio Lombardi nel corso dell’incontro - tema, “La rivoluzione tecnologica e le banche” - che si è tenuto a Palazzo Galli (Sala Panini, con Sala Verdi videocollegata) per iniziativa della Banca di Piacenza. Il dott. Lombardi ha raccontato che cosa fa il Cse partendo dalle origini. Nato nel 1970 come centro servizi elettrocontabili delle banche popolari, fino al 1990 ha lavorato al servizio degli istituti fondatori. Nel ’90 la società si rilancia e dal 2000 scorpora alcune funzioni con lo spin off di Cse consulting e di Cse servizi (nel 2005); nel 2009 l’acquisto di Caricese (che oggi gestisce il servizio post vendita della banche) e nel 2018 l’acquisto di OneWelf, il secondo gestore in Italia di Fondi Pensione. «Investiamo molto - ha sottolineato l’amministratore delegato di Cse - allo scopo di allargare sempre di più la base dei nostri clienti, per ridurre i costi e migliorare l’efficienza dei servizi». Il Consorzio ha oltre 160 clienti, sedi a Bologna, Roma e Milano, 555 dipendenti e volumi operativi di tutto rispetto: il Cse gestisce oltre 8 milioni e mezzo di anagrafiche attive, quasi 5 milioni di conti correnti, 900mila dossier titoli, più di 3 milioni di profili di e-banking. Durante l’incontro è stato proiettato un filmato della nuova sede Cse di San Lazzaro di Savena inaugurata nel settembre scorso, che ospita gli uffici di Caricese, allestiti con una nuova filosofia: non ci sono scrivanie dedicate, i dipendenti si siedono dove trovano posto. «La tecnologia - ha osservato il dott. Lombardi - acquista sempre più un ruolo centrale nel mondo bancario. Le filiali avranno format diversi, saranno più leggere e automatizzate, più focalizzate su consulenza e servizi e meno sulle transazioni. Il futuro - ha concluso - è nei dati, utilizzati per studiare le esigenze dei clienti e definire offerte e servizi su misura».
Appuntamento con la storia venerdì 29 marzo alle 20:30 quando al PalaRebecchi di Rivergaro andrà in scena l’evento «Il Mistero dei Luoghi» organizzato dalla Volley Academy Piacenza, River Volley 2001 e Consorzio MioVolley con il patrocinio del Comune di Rivergaro, il supporto di Pro Loco Rivergaro, Rotary Club Valli Nure e Trebbia ed il contributo di Natura Amica. Un’occasione per ripercorrere le fila della grande battaglia della seconda guerra punica che vide contrapposte le forze romane e cartaginesi sulle rive del fiume Trebbia insieme a due ospiti d’eccezione. I relatori dell’evento saranno infatti i professori Luigi Dall’Aglio (professore associato di Topografia antica presso l’Università di Bologna, membro della Commissione per il paesaggio istituita dalla Regione Emilia-Romagna) e Giuseppe Marchetti (laureato in scienze Geologiche, per oltre 35 anni è stato docente di Geomorfologia e di Geologia Ambientale presso la Facoltà di Scienze dell’Università degli Studi di Pavia. É autore o coautore di oltre 135 pubblicazioni di ricerca pura e di ricerca applicata). «Eventi come questi sono alla base del nostro progetto – spiega Corrado Marchetti, vice presidente River Volley 2001 e cuore pulsante del progetto Volley Academy Piacenza – Il nostro claim è chiaro: “vinci, cresci, divertiti”. Per divertirsi e vincere c’è il nostro staff tecnico, crescere è necessario anche dal punto di vista culturale, artistico e storico: l’incontro di venerdì 29 marzo va in questa direzione anche perché la Battaglia della Trebbia si è svolta in luoghi molto vicini a dove le nostre squadre si allenano quotidianamente. Credo poi – conclude Corrado Marchetti – che avremo modo di analizzare anche la cultura della sconfitta: Scipione perse la battaglia ma vinse in seguito la guerra con Cartagine proprio analizzando e ragionando sui motivi di questa sconfitta». L’evento è ad ingresso libero.
La Stagione Danza del Teatro Municipale di Piacenza prosegue domenica 24 marzo alle ore 16 con Bach Project di Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, nuova creazione con musica eseguita dal vivo dall'ensemble Sentieri Selvaggi, prodotta con Torinodanza Festival/ Teatro Stabile di Torino–Teatro Nazionale, MITO SettembreMusica, Les Halles de Schaerbeek – Bruxelles, Fondazione per la Cultura Torino, Fondazione I Pomeriggi Musicali e MILANoLTRE festival. Per la prima volta, la produzione di Bach Project ha coinvolto anche i sei teatri di tradizione dell'Emilia-Romagna: Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Regio di Parma, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Fondazione Ravenna Manifestazioni. Lo spettacolo è un dittico, composto dalle coreografie Sarabande e Domus Aurea, che ruota intorno alla musica di Bach. Dopo il progetto di Aterballetto dedicato al rapporto con arte e fotografia (In/Finito), e dopo la Tempesta che segna un avvicinamento al mondo del teatro, il Bach Project propone una tappa importante nell’esplorazione della relazione tra danza e musica, tra composizione classica e sua ricreazione contemporanea. Bach Project nasce dalla volontà di dare spazio sia ai maestri riconosciuti che ai giovani talenti, ma anche di tornare a presentare un pezzo con musica dal vivo. Una nuova creazione, Domus Aurea, ispirata alle musiche di Johann Sebastian Bach, è stata affidata a Diego Tortelli: il giovane coreografo ha coinvolto l’artista visivo Massimo Uberti. Il compositore Giorgio Colombo Taccani ha trascritto per l’ensemble Sentieri Selvaggi alcune Suite Francesi, messe al servizio della coreografia che coinvolge sedici danzatori di Aterballetto. La scrittura geniale di Bach è rivisitata da Colombo Taccani, nel segno del rispetto e della citazione, ma anche della libertà di invenzione. Lo spettacolo si completa con un pezzo di Jiří Kylián del 1990, Sarabande, anch’esso ispirato dalla musica di Bach. Una creazione dall’affascinante struttura circolare, con una capacità di muoversi tra livelli musicali ed espressivi diversi che ne evidenzia la straordinaria contemporaneità. Bach Project permette così di affermare - intorno ad una dimensione musicale - una visione intergenerazionale, aperta e curiosa della creazione coreografica.
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