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Notizie Varie

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La festa dei nonni alla casa di riposo Breviglieri di Carpaneto

Festa dei nonni a Carpaneto

In occasione della ricorrenza della Festa dei Nonni, oltre alle letture in biblioteca, il Comune di Carpaneto ha pensato di organizzare un momento di musica e canti alla casa di riposo “Breviglieri”.
Sabato 5 ottobre, un gruppo di preziosi amici ha intrattenuto gli ospiti e i loro parenti, con un pomeriggio di canzoni d'altri tempi, per riportare a galla i ricordi più belli. “È importante – dichiara il sindaco Andrea Arfani - mettere a disposizione il proprio tempo, per trascorrerne un po' insieme a chi ha molto da raccontare, e ha voglia e bisogni di condividerlo. Mettersi a disposizione, per regalare un sorriso”.
“Come dice Papa Francesco – commenta il consigliere delegato alle politiche socio-sanitarie, Maria Luisa Rossi - i nonni sono la speranza di un popolo, perché portano con sé la saggezza della storia, sono la memoria della comunità. Tenendo in mente queste parole, sabato abbiamo realizzato alla Casa di riposo un momento di allegria, di scambi di sorrisi, di pensieri e risate.
Nella convinzione che la festa dei nonni 2024, per dare seguito alla richiesta «venite ancora», sia la prima tappa di una serie di incontri, ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa bellissima e costruttiva esperienza: il Gruppo Alpini di Carpaneto per i canti, Emanuele Fornaroli e Gino Malvermi che hanno suonato l'armonica a bocca, il fisarmonicista Ghisoni, il Panificio Devoti che ha confezionato le torte offerte da Zanelli Abbigliamento, la Direttrice e il CdA della Casa di Riposo, Angela Rossi per i canti e per l'aiuto, e tutte le maestranze della struttura, l'Ufficio sociale del nostro Comune”.

Pubblicato l'8 ottobre 2024

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Anna Timoni nuovo sindaco del Consiglio comunale dei ragazzi di Gragnano

 Gragnano sindaco ragazzi

Gragnano ha un nuovo sindaco del Consiglio comunale dei Ragazzi. Ad Emma Bracchi, che ha guidato il piccolo parlamentino nel precedente anno scolastico, succede Anna Timoni che rappresenterà per l’anno 2024-2025 gli studenti Gragnanesi affiancata dal suo vice Alessia Varesi e dagli assessori Giorgia Groppelli e Antonio Bracchi. Alla seduta avvenuta presso la sala consiliare del Municipio hanno partecipato oltre al sindaco Patrizia Calza e al consigliere Matteo Provini, Francesca Grignano nella doppia veste di insegnante e assessore e gli altri giovani consiglieri eletti nelle classi prime, seconde e terze medie: Eleonora Schiavi, Nicole Petonjic, Giulia Caritatevoli, Luca Dotti, Greta Prevedini, Jacopo Boledi, Diego Del Forno e Marialice Guida.

Le richieste dei giovani
Da quando è stata realizzata la nuova palestra le richieste dei ragazzi si sono in parte modificate infatti mentre negli anni scorsi la richiesta di una nuova struttura costituiva sempre la priorità oggi invece i ragazzi hanno segnalato altre proposte come un terreno per mountain-bike e uno skatepark. I ragazzi hanno poi mostrato un particolare interesse per le tematiche ambientali che hanno toccato con la richiesta di monopattini elettrici a noleggio e soprattutto l’esigenza di un maggior numero di attività come "Puliamo Gragnano" a cui hanno avuto l’occasione di partecipare recentemente. La pulizia del paese e il corretto utilizzo dei luoghi e dei giochi pubblici sono risultati due esigenze particolarmente sentite. Il sindaco ha colto l’occasione per spiegare agli amministratori in erba i meccanismi di finanziamento e funzionamento dell’Ente Comunale facendo anche una carrellata sui Servizi svolti dall’Ufficio Servizi Sociali.

Per prima cosa precisando come l’Amministrazione comunale debba operare con un criterio che si avvicina a quello familiare, ossia individuando un elenco di priorità di interventi da eseguire rispettando le risorse di bilancio così come impegnandosi a ricercare fondi regionali, nazionali o europei per realizzare opere che con il solo bilancio comunale sarebbero irrealizzabili se non gravando fortemente sul bilancio delle famiglie residenti. A questo proposito si è evidenziato come le più importanti opere che si sono realizzate negli ultimi anni a Gragnano, quali il centro culturale, la palestra, la ciclabile di Campremoldo Sopra e la ristrutturazione in corso con allargamento degli spazi della scuola materna, siano state possibili grazie al reperimento di fondi pubblici in modo da non incidere, se non in piccola parte, sul bilancio comunale.
Il sindaco Calza ha poi voluto sottolineare le ingenti risorse comunali impiegate ogni anno in attività che non si vedono, ma che sono importantissime, come l’assistenza alle famiglie in difficoltà per ragioni economiche, di salute o perdita del lavoro: un tema al quale i ragazzi hanno mostrato, una volta, informati, grande sensibilità. Così come hanno condiviso l’invito a ragionare sul fatto che la cura del verde pubblico e dei parchi giochi, è fondamentale ma richiede la collaborazione di tutti, anche dei ragazzi, che potranno svolgere un ruolo di "sentinella" segnalando le necessità e controllando i comportamenti scorretti che purtroppo danneggiano un patrimonio che è di tutta la comunità. Il sindaco ha poi informato che nei piani dell’amministrazione vi è anche quello di mettere a disposizione qualche area dove i ragazzi potranno giocare liberamente.

Gli amministratori sottolineano “l’alto valore educativo dell’esperienza del Consiglio Comunale dei Ragazzi, quale strumento utile a favorirne la partecipazione e la cittadinanza attiva. Nella prossima settimana se le condizioni metereologiche lo consentiranno si andrà insieme all’associazione mutilati e invalidi civili di guerra a Marzabotto e si parteciperà all’intitolazione di una strada a Matteotti nel centenario della morte. Desideriamo infine ringraziare la professoressa Guerresi per la disponibilità e la collaborazione nell’accompagnare il progetto negli anni scorsi e che si trova ora nell’impossibilità di proseguire”.

Nella foto, il sindaco dei ragazzi a Gragnano con Patrizia Calza.

Pubblicato l'8 ottobre 2024

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Efrem e Giulia in Cattolica per la Settimana del Dono. Il movimento paralimpico sta crescendo

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“Abbiate l’umiltà di chiedere quello che non conoscete, perché c’è sempre qualcuno pronto a tendervi la mano”. È questo il messaggio di Giulia Ghiretti, campionessa paralimpica, oro nei 100 rana sb4 a Parigi 2024. Insieme a Efrem Morelli, anch’egli nuotatore, argento nei 50 rana sb3 alle ultime Paralimpiadi, sono intervenuti venerdì 4 ottobre all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza per l’evento conclusivo della Settimana del Dono. Forte e chiaro anche Morelli, che ha detto: “Non dobbiamo essere considerati come atleti disabili, ma come atleti. Lavoriamo duro, così come gli atleti olimpici".

Parigi, un passo avanti per il movimento paralimpico

A margine dell’incontro all’Auditorium Mazzocchi, introdotto dal preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza Marco Allena e moderato dal docente Sebastiano Grandi, Giulia ed Efrem hanno risposto alle domande dei cronisti. “Siamo qui per dare il nostro contributo allo sport paralimpico – le parole di Efrem Morelli – e dare visibilità a quello che stiamo realizzando. Il fatto che questa paralimpiade si sia disputata in Europa ha permesso a tanti di seguirla in diretta a orari consoni con i ritmi di vita. Abbiamo fatto un gran lavoro a livello promozionale e bisogna continuare su questa strada. Sono soddisfatto del mio risultato”. Dopo il meritato riposo, Efrem annuncia che il prossimo obiettivo sarà il Mondiale di Singapore, che si svolgerà a ottobre 2025.

Oro paralimpico, un’altalena di emozioni

Alle Paralimpiadi di Parigi Giulia Ghiretti è arrivata sul gradino più alto del podio. “Sono state qualcosa di unico – dice – soprattutto grazie alle 150 persone che mi hanno accompagnato e supportato. La gara è un attimo in confronto al percorso di tutti questi anni. Eravamo in quattro sulla stessa linea, tutte potevamo vincere: a questo giro è toccato a me. Sono uscita dall’acqua senza emozioni, completamente svuotata. Dopo, dall’inno in poi, quel vuoto si è riempito di qualsiasi cosa. Lì (alle Paralimpiadi, nda) l’esperienza si vive insieme a tutti gli altri atleti provenienti da tutto il mondo, in quei quindici giorni si ferma tutto e non vorremmo mai tornare nella vita reale. Il messaggio per i ragazzi è non mollare mai ed essere curiosi, fuori c’è tantissimo e molte volte quello che non si conosce può spaventare. Dico loro di avere l’umiltà di chiedere quello che non si conosce perché c'è sempre qualcuno pronto a tendere la mano”.

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Nella foto, da sinistra Sebastiano Grandi, Giulia Ghiretti, Efrem Morelli, Marco Allena.

Le prime Paralimpiadi a Roma nel 1960

Nell’aula magna della “Cattolica”, davanti a un folto pubblico di studenti, Marco Allena ha introdotto l’incontro dicendo che “i giochi paralimpici sono uno dei più fulgidi esempi da seguire per i ragazzi per i valori del Comitato paralimpico, come determinazione, eguaglianza, ispirazione e coraggio. Ne aggiungo un altro: la speranza. L’Università Cattolica ha deciso di dedicare la Settimana del Dono di quest’anno al tema della speranza, che oggi è ben rappresentata. Il nostro Paese è particolarmente legato ai giochi paralimpici, che hanno avuto origine nei giorni appena successivi alla Seconda Guerra Mondiale, un periodo di grande crescita e rivoluzioni positive. Con l’afflato di voler ricostruire, c’è stata la spinta ai giochi paralimpici, che per la prima volta si sono svolti a Roma nel 1960”.

Lo sport nel sangue

Efrem Morelli racconta: “Ho sempre fatto sport, fin da ragazzino, poi negli anni successivi l’ho intensificato con l’agonismo. Man mano ho imparato a regolare la mia vita, ponendomi obiettivi e cercando di organizzarmi per raggiungerli e di trovare la costanza per continuare a inseguirli. Il percorso per arrivare all’obiettivo è sempre segnato da varie problematiche che fanno parte della vita, la cosa importante che ho imparato è che, avendo ben chiara la visione dell’obiettivo, si possono trovare anche motivazioni che pensavamo di non avere per arrivare in cima”. Aveva sedici anni Giulia Ghiretti al momento del grave infortunio, durante un allenamento di trampolino elastico, che le ha causato la paralisi degli arti inferiori. Poi la scoperta di una nuova opportunità: il nuoto. “Anche per me lo sport c’è sempre stato, ha sempre fatto parte della mia quotidianità e l’ho sempre visto come agonismo. Lo sport mi ha dato tanto, ha formato la persona che sono e mi ha insegnato a darmi degli obiettivi e a raggiungerli. Il percorso non sempre è lineare, la strada non è già asfaltata, dobbiamo costruirla noi. La cosa più bella è condividere l'obiettivo con le persone incontrate durante il percorso”.

Comunicare la disabilità con ironia, la svolta di Parigi 2024

I Giochi Paralimpici di Parigi 2024 sono stati diversi dal solito, a partire dalla comunicazione. Sui canali ufficiali la disabilità è stata trattata con ironia, nell’ottica di abbattere gli stereotipi e considerare (finalmente) gli atleti paralimpici alla stregua dei colleghi che hanno gareggiato qualche settimana prima negli stessi impianti parigini. “Quando partecipai alla mia prima Paralimpiade (a Pechino nel 2008, nda) non c’era copertura televisiva – spiega Efrem Morelli, che ha partecipato a cinque paralimpiadi – la gente neanche sapeva che fossimo partiti. Negli anni sono stati fatti dei passi avanti, e ancora oggi c'è bisogno di un gran lavoro affinché lo sport paralimpico si diffonda nel migliore dei modi”. Giulia Ghiretti riconosce che “a Parigi è stato fatto un gran passo avanti: la Rai ha coperto benissimo l’evento, è passato il messaggio dello sport, non della disabilità. Sta cambiando il modo di comunicare”. Efrem e Giulia hanno mostrato le loro medaglie, che al loro interno contengono un pezzo della Tour Eiffel (parte del ferro eliminato con la costruzione dell'ascensore, nda). “A Parigi per la prima volta il logo era uguale per Olimpiadi e Paralimpiadi”, ha evidenziato Ghiretti.

“Volevo smettere, poi è tornata la voglia”

Dieci anni fa, Efrem Morelli ha pensato si smettere. “Subii un brutto infortunio al collo e pensai di ritirarmi al termine del Campionato europeo (disputato nel 2014 a Eindhoven, nei Paesi Bassi, nda). Poi è tornata la voglia di rimettermi in gioco e ho capito che non potevo non continuare”. Giulia Ghiretti, anche lei in gara in quella competizione, ricorda che “quando ha detto che avrebbe smesso (Efrem, nda) per me è stato traumatico, tornai a casa con la sensazione di aver perso il mio punto di riferimento”. Un messaggio che Morelli ha tenuto a lanciare è che “anche se si ha talento, bisogna sempre lavorare tantissimo per ottenere risultati. La fatica può durare un attimo, la gloria per un risultato conseguito dura tutta la vita”.

Un punto di riferimento

Efrem Morelli è il capitano della Nazionale di nuoto paralimpico. “È un ruolo che mi hanno dato gli altri atleti che mi vedevano come la figura più vecchia - scherza - un riferimento per l'aspetto sportivo. In realtà ho a che fare con persone che sanno già cosa devono fare, sono già bravi e preparati, poche volte c’è da correggere qualcosa. Metto a disposizione la mia esperienza per curiosità e dubbi. È una responsabilità perché devo dare il giusto esempio e il giusto modo di vedere”. Per Giulia, Efrem è “sempre stato un riferimento, fin da quando ho iniziato. Esserci è importante, la sua presenza mette tranquillità a tutta la squadra. Non solo parole, ma fatti: è un riferimento e tutti sanno che c’è”.

Non si vive solo di sport

Ad aprile di quest’anno, Giulia Ghiretti ha conseguito la laurea magistrale in Ingegneria biomedica al Politecnico di Milano. “Lo sport è un momento della vita, il corpo non risponde sempre allo stesso modo. Ho studiato per costruirmi un futuro. La cosa più difficile è stata conciliare tutto nelle ventiquattro ore di una giornata: si va in piscina mattina e pomeriggio, più il tempo del viaggio, i pasti e il sonno, che è fondamentale nell’allenamento. Ho impiegato tanti anni a laurearmi, e questa cosa mi ha turbato molto: da un lato, razionalmente, sapevo che stavo facendo altre cose, ma dall’altro ho sempre pensato di essere in ritardo”. Gli atleti paralimpici non riescono a mantenersi economicamente solo con lo sport. “Solo da poco possiamo entrare nei gruppi sportivi delle forze dell'ordine”, dice Giulia. Ma, nonostante gli sforzi del Comitato paralimpico, “lo sport non basta per vivere”, evidenzia Efrem. Dunque, c’è sempre bisogno di un piano B per garantirsi il futuro. “La medaglia è bellissima – dice Giulia – ma la laurea è un’altra cosa. È una sensazione diversa, mi ha aperto a un nuovo mondo: è un punto di partenza. Ad aprile mi sono laureata, e dopo una settimana ero in gara all'Europeo (a Funchal, Madeira, nda) e ho disputato la mia gara migliore. Credo che sport e studio siano percorsi simili: da una parte ci sono le gare, dall’altra gli esami: entrambi hanno bisogno di costanza e disciplina”. Efrem conduce da anni un’attività commerciale nel settore del vending. “Sto cercando di portarla avanti nel migliore dei modi”, dice.

Il futuro: obiettivo Singapore 2025

L’obiettivo, sia per Giulia che per Efrem, sono i Mondiali di Singapore, che si disputeranno a ottobre 2025. “Quello che ho vissuto a Parigi è stato qualcosa di intenso, bellissimo. Non sono pronta a dire di no a quelle emozioni”, afferma Giulia. Ma non c’è solo lo sport. "Ho suonato l’arpa per quattro anni – dice – mi piacerebbe tornare a farlo”.

Francesco Petronzio

Nella foto, in alto, da sinistra Giulia Ghiretti ed Efrem Morelli.

Pubblicato il 7 ottobre 2024

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Oltre 160 ragazzi al Meeting d'autunno a Podenzano

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Anche quest’anno, come da consolidata tradizione, a Podenzano l’apertura dell’anno sociale e catechistico è stata scandita dal Meeting d’autunno, una giornata, in questo caso domenica 6 ottobre, di giochi e riflessioni dedicate ai bambini dalla terza elementare alla terza media. Quest’anno oltre 160 bambini hanno aderito al meeting, con grande soddisfazione degli educatori che raramente avevano visto una tale affluenza.
Il Meeting vuole rappresentare una sorta di “ponte” tra le attività estive e l’avvio del catechismo e dei gruppi giovani che si susseguiranno da qui a giugno. I giovani organizzatori hanno scelto come “titolo” della giornata “Servire è Regnare” e partendo dalla citazione evangelica “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” e dall’esempio di tre Santi (San Tarcisio, Don Bosco e Madre Teresa di Calcutta) gli educatori hanno cercato di delineare il concetto di servizio in parrocchia, anche e soprattutto attraverso la propria personale testimonianza, per mostrare ai ragazzi come e in quanti modi si possa servire Cristo, e come sia possibile attraverso la parrocchia, a partire dall’impegno nel catechismo, o attraverso piccoli gesti, come le collette alimentari, che possono rappresentare aiuti concreti per le persone in difficoltà. Il fine era quello di dimostrare come tutti possano servire Dio, servendo il prossimo, anche nei gesti più semplici della nostra vita, perché amare il prossimo deve essere centrale nella vita di un cristiano.

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Come tutti gli anni la giornata è terminata con la messa, momento fondamentale per ringraziare il Signore delle meravigliose ore vissute insieme e con la tradizionale processione in onore della Madonna del Rosario, che vede formarsi, in modo molto suggestivo, una comunità in cammino unita nella fede e nella preghiera, che quest’anno è stata rivolta specialmente alla pace, accogliendo l’invito di papa Francesco. Il meeting è stata, quindi, l’occasione per l’intera comunità parrocchiale di iniziare insieme il percorso di quest’anno, rinnovandosi sempre e non dimenticando l’importanza fondamentale dell’impegno giovanile e dell’attenzione ai più piccoli.

Francesco Archilli

Pubblicato il 7 ottobre 2024

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Iren e Caritas insieme per aiutare le famiglie in condizione di povertà energetica

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Elettrodomestici ad alta efficienza energetica per gli alloggi e le strutture abitative di accoglienza gestiti dalla Caritas, a sostegno di famiglie in situazioni di povertà energetica e disagio abitativo transitorio. A fornirli è Iren, che entra nel progetto “Energia in Comune”, nato nel 2023 grazie alla “rete” costituita da diversi enti, società e istituzioni del territorio. La società multiservizi investe 100mila euro nel progetto: la metà è destinata a un’integrazione al fondo solidale di “Energia in Comune” e destinato al pagamento delle bollette energetiche di persone e famiglie vulnerabili, emesse da qualunque operatore; l’altra metà del contributo è invece destinata all’acquisto di elettrodomestici.

La conferenza stampa

La novità è stata presentata lunedì mattina, 7 ottobre, a Palazzo Rota Pisaroni. Sono intervenuti in conferenza stampa il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi, il direttore di Caritas diocesana Mario Idda, il direttore della comunicazione e delle relazioni esterne di Iren Francesco Castellone, la responsabile del Banco dell’energia Silvia Pedrotti e l’assessora comunale al welfare Nicoletta Corvi.

Educazione ai consumi

Il contrasto alla povertà energetica comprende anche una un evento formativo per gli operatori del progetto che dovranno diventare Ted (Tutor per l’energia domestica) e l’avvio di un percorso di educazione e consapevolezza dell’utilizzo dell’energia che permetta ai beneficiari di ridurre i propri consumi energetici risparmiando sulle spese per le utenze domestiche, salvaguardando l’ambiente e migliorando al tempo stesso il proprio livello di benessere generale. La nuova iniziativa, che prende il nome di “Energia, elettrodomestici in Comune”, durerà 12 mesi e darà sostegno a circa cento famiglie nel Comune di Piacenza.

Energia in Comune: 500mila euro per le famiglie

“Energia, Elettrodomestici in comune” si inserisce quindi nell’ambito di due ulteriori progetti realizzati nel territorio piacentino. “Energia in Comune”, promosso da Banco dell’energia, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Diocesi di Piacenza-Bobbio, Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Camera di Commercio dell’Emilia, Federconsumatori Piacenza, Banca di Piacenza e Crédit Agricole Italia attraverso la creazione di un fondo di 500mila euro – 300mila dei quali destinati alle famiglie e i restanti per altre azioni a contrasto della povertà energetica – che ha permesso di aiutare circa mille nuclei familiari in difficoltà nel Comune e nella provincia di Piacenza, e “Casa tra le Case” avviato nel 2016 per offrire un sostegno abitativo transitorio e un percorso di educazione e reinserimento sociale a persone e famiglie fragili messe in ulteriore difficoltà e in sofferenza dalla pandemia. La povertà energetica in Italia tocca circa 2 milioni di persone, corrispondenti al 7,7% del totale. In Emilia-Romagna, nello specifico, siamo al 6,5% del totale (dati 2022), un dato leggermente più basso ma ugualmente preoccupante.

Tarasconi e Corvi: “Aiuto concreto e progetto formativo”

“Non dobbiamo considerare quest’aiuto come un contributo a perdere – ha precisato l’assessora al welfare Nicoletta Corvi – perché dietro c’è un progetto formativo, di accompagnamento alle famiglie. È sicuramente un sollievo che dà ossigeno alla famiglia, ma dentro un processo già in atto, che comprende anche un percorso di orientamento ai consumi. Auspico che la rete si allarghi. Ogni giorno incontriamo una molteplicità di richieste in crescendo: la povertà a Piacenza esiste ed è tangibile”. La sindaca Katia Tarasconi, assente alla conferenza stampa, ha detto in una nota che “l’attenzione alle nuove povertà richiede l’impegno congiunto di tutte le istituzioni del territorio, a tutela delle fasce più fragili della nostra comunità. L’iniziativa presentata oggi è un passo ulteriore verso la sostenibilità intesa come rispetto dell’ambiente e nella sua accezione di inclusività, accessibilità delle risorse e dei servizi. Grazie alla sinergia tra tutti i partner coinvolti, cui voglio ribadire la piena adesione e la riconoscenza del Comune di Piacenza, si sta portando avanti un lavoro di fondamentale importanza, che traduce in un aiuto concreto la sensibilità condivisa su questi temi”.

Aziende competitor insieme contro la povertà

“È un onore ed un orgoglio constatare come l’impegno profuso nel corso degli anni dal Banco dell'energia e dai suoi partner stia producendo i risultati prefissati – ha commentato la responsabile del Banco dell’energia Silvia Pedrotti –. La nostra mission è il contrasto alla povertà energetica, che mette insieme aziende energetiche che sono competitor sul mercato. Siamo riuniti nuovamente a Piacenza per presentare e dare il via ad una nuova fase del progetto nato per supportare i nuclei familiari in gravi difficoltà, specialmente a seguito degli effetti della pandemia. Ringrazio Iren e la Caritas per la loro preziosa collaborazione”.

Idda (Caritas): “Tante situazioni di difficoltà intercettate ogni giorno”

“Il nuovo progetto – ha aggiunto il direttore di Caritas diocesana Mario Idda – si pone in continuità con Energia in comune e rappresenta una prassi virtuosa di come un territorio può dare risposte corali a problemi comuni. Il coinvolgimento di tanti attori esprime una corresponsabilità verso questioni, come quella della povertà energetica, che richiedono l’aiuto di tutti per poter essere affrontate e gestite. Le tante situazioni di difficoltà che intercettiamo ogni giorno richiedono un forte impegno sia sul versante della risposta materiale ai bisogni ma anche e soprattutto nell’accompagnare i nuclei familiari in percorsi verso l’autonomia. La sfida messa in campo da Energia in Comune e da Energia, Elettrodomestici in comune sta proprio nel tentativo di superare la logica, pur necessaria, assistenziale per investire sulla formazione e la crescita delle persone”.

Iren: “Collaborazione per creare opportunità e risultati”

“Il progetto presentato oggi è il primo supportato da Iren nell’ambito delle azioni promosse dal Banco dell’energia – ha commentato il direttore della comunicazione e delle relazioni esterne di Iren Francesco Castellone –. Abbiamo deciso di prendere parte a questa iniziativa non solo perché focalizzata sul territorio di Piacenza, uno dei nostri territori storici, ma anche perché fondata sulla cooperazione tra diversi attori, una collaborazione capace di creare importanti opportunità e risultati. Il tutto in favore delle famiglie vulnerabili, cui siamo lieti di offrire un supporto non solo economico ma anche formativo, grazie ai percorsi educativi sull’utilizzo dell’energia, che consentiranno loro di ridurre i propri consumi energetici risparmiando sulle spese”.

Reggi (Fondazione): “Presto una comunità energetica solidale”

“Definire un’area di intervento precisa e rilevante, come il contrasto alla povertà energetica, e porla al centro dell’azione congiunta di una rete solida di istituzioni e soggetti del territorio è la chiave della riuscita di «Energia in comune» – ha sottolineato il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi -; partito con un fondo iniziale di 500mila euro, il progetto ha saputo catalizzare ulteriori impegno e risorse, prima con l’ingresso di 12 comuni della provincia (oltre a Piacenza, hanno aderito Agazzano, Alta Val Tidone, Borgonovo Val Tidone, Cadeo, Calendasco, Gossolengo, Gragnano Trebbiense, Lugagnano Val d’Arda, Pianello Val Tidone, Pontenure, Sarmato e Ziano Piacentino, nda) e, ora con questo nuovo tassello relativo alla sostituzione degli elettrodomestici, realizzato grazie a Iren. Il mio ringraziamento va a tutti i soggetti di questa rete, nessuno escluso, perché solo lavorando insieme, uniti, si possono realizzare azioni realmente incisive e significative a favore delle fasce più fragili della popolazione e per il nostro territorio”. Reggi ha inoltre annunciato che a breve verrà presentato un nuovo progetto, sempre nell’ambito di “Energia in comune”, che prevedrà la realizzazione di una comunità energetica solidale.

Banco dell’energia: aziende contro la povertà energetica

Fondazione Banco dell’energia è un ente senza scopo di lucro che ha l’obiettivo di raccogliere fondi per sostenere, attraverso il meccanismo della solidarietà indiretta, persone e famiglie in situazione di vulnerabilità economica e sociale, ponendo particolare attenzione al tema della povertà energetica. Dal 2016 Banco dell’energia ha raccolto e donato oltre 12 milioni di euro e aiutato più di 13mila famiglie, operando attraverso interventi in sostegno di persone in difficoltà e iniziative formative e di sensibilizzazione per aumentare la cultura e la consapevolezza sui consumi e l'efficientamento energetico. Tra queste, il Manifesto “Insieme per contrastare la povertà energetica”, a cui hanno aderito oltre 80 stakeholder tra aziende, organizzazioni del terzo settore, associazioni e istituti di ricerca, network che garantisce la realizzazione di numerosi progetti di solidarietà su tutto i territori nazionale. Fanno parte del Board della Fondazione Banco dell’energia, oltre ai Soci Fondatori A2A e le sue Fondazioni AEM, ASM e LGH, anche Edison, Eni Plenitude e Iren.

Francesco Petronzio

Nella foto, la presentazione del progetto.

Pubblicato il 7 ottobre 2024

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