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Notizie Varie

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Il Governo approva l’istituzione della zona logistica semplificata

 Nuova zona logistica regionale

La Zona logistica semplificata (Zls) dell’Emilia-Romagna è stata approvata con la firma del decreto di istituzione da parte della presidente del Consiglio dei ministri, dopo l'istruttoria avviata più di due anni fa dal Ministero per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, in collegamento con la Regione. Il progetto speciale e unitario per la movimentazione delle merci è stato messo a punto dalla Regione stessa dopo un lavoro di condivisione con i territori e metterà in relazione infrastrutture viarie e ferroviarie e le aree produttive commerciali della regione. La Zls dell’Emilia-Romagna coinvolge 11 nodi intermodali da Ravenna a Piacenza, 25 aree produttive, 9 province (Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini) e 28 Comuni (Argenta, Bagnacavallo, Bentivoglio, Bondeno, Casalgrande, Cesena, Codigoro, Concordia sulla Secchia, Conselice, Cotignola, Faenza, Ferrara, Fontevivo, Forlì, Forlimpopoli, Guastalla, Imola, Lugo, Mirandola, Misano Adriatico, Modena, Ostellato, Piacenza, Ravenna, Reggiolo, Rimini, Rubiera, San Giorgio di Piano).
Come previsto dalle normative nazionali per l’istituzione delle zone economiche speciali, la Zls avrà un’estensione di circa 4.500 ettari e unirà il porto di Ravenna, il centro del sistema, con i nodi intermodali regionali e le aree produttive commerciali identificate secondo criteri di collegamento economico-funzionale con il contesto portuale. È inoltre previsto l’istituzione di un Comitato di indirizzo con funzioni di supporto per promozione, investimenti, monitoraggio e collegamento con le strutture regionali. Le imprese che fanno parte della Zls, quelle già presenti o le nuove, beneficeranno di una serie di facilitazioni - nazionali e regionali - come semplificazioni amministrative, incentivi economici e sgravi fiscali, con ricadute positive per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale e l’occupazione. Le agevolazioni previste nel “pacchetto localizzativo” saranno condizionate allo sviluppo o l’attivazione delle relazioni con il sistema portuale di Ravenna.

Pubblicato il 15 ottobre 2024

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Studenti del Romagnosi e del Casali in visita a Solferino e San Martino

Solferino San Martino 

La battaglia di Solferino e San Martino venne combattuta il 24 giugno 1859 in Lombardia - nel contesto della seconda guerra d’indipendenza italiana - dall’esercito austriaco da un lato e da quello francese e piemontese dall’altro. Vide la sconfitta dell’Austria che con essa perse la guerra e la Lombardia. E’ definita la battaglia più cruenta di tutto il Risorgimento, sia per le forze coinvolte che per le perdite subite da tutti e tre gli eserciti in campo. Si affrontarono complessivamente 234mila uomini. La vittoria riportata dall’esercito franco-sardo costò un numero di vittime altissimo: 11mila morti e ben 29mila feriti.

In un viaggio in quei luoghi, organizzato dall’Associazione Piacenza Città Primogenita (presente il presidente Danilo Anelli) in collaborazione con la Famiglia Piasinteina, Banca di Piacenza e Archistorica, gli studenti della classe 5ª D dell’Istituto “G.D. Romagnosi” (accompagnati dai loro insegnanti Stefania Zanchin, Alessandro Biasion, Lucia Mirabella, Patricia Ferro) e la classe 4ª tuA dell’Istituto “A. Casali” (accompagnati dai loro insegnanti Alberto Rossi e Ilaria Groppi), hanno rivissuto quelle importanti pagine della nostra storia risorgimentale. Ha partecipato al viaggio anche Marco Carini, presidente dell’Associazione “Amici del Romagnosi”.

Accompagnati dallo storico Manrico Bissi, presidente dell’associazione Archistorica, i partecipanti nella mattinata hanno visitato a Solferino il Museo, dove si trovano esposti alcuni esemplari di cannoni, armi, uniformi e cimeli vari della storica giornata del 24 giugno 1859. Il percorso museale è accompagnato da didascalie che illustrano gli avvenimenti, presentando i personaggi più significativi di quell’evento storico ed i singoli reperti. Successivamente la visita è proseguita alla chiesa di San Pietro, che ospita l’Ossario dove sono custoditi all’interno, nell’abside, 7.000 caduti dell’Armata Sarda e dell’Esercito Austriaco. E anche cinque busti di altrettanti generali francesi che caddero sul campo nella Campagna d’Italia si fronteggiano all’ingresso del Tempio.
Al termine, il gruppo ha fatto visita al Memoriale Internazionale della Croce Rossa dedicato a J.H. Dunant. Fu proprio grazie a lui che in quei giorni nacque la Croce Rossa, in soccorso ai migliaia di feriti nella sanguinosa battaglia.
A Solferino si è messa la prima pietra di quel patrimonio nostro che è inalienabile ed irrinunciabile: l’Unità Nazionale.

Nel pomeriggio, trasferimento a San Martino della Battaglia, dove si è potuto ammirare il Museo (composto da tre ampie sale) ed anche qui importanti cimeli ed affreschi che rievocano le tappe fondamentali del Risorgimento. Successivamente, i partecipanti si sono recati a Peschiera del Garda, dove hanno potuto ammirare la Fortezza Veneziana Unesco e altri luoghi risorgimentali in una camminata lungo le rive del fiume Mincio. Il viaggio è stato particolarmente apprezzato dagli studenti, che hanno potuto apprendere in quei luoghi ciò che a volte non si evince dai testi scolastici.

Nella foto, il gruppo dei partecipanti con, sullo sfondo, la Torre di San Martino della Battaglia.

Pubblicato il 14 ottobre 2024

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A Pecorara la rassegna provinciale del tartufo

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Nuovo nome, nuova veste per il marchio, nuove iniziative per promuovere uno dei prodotti più rinomati della provincia piacentina. Parliamo del tartufo “Nero di Pecorara” a cui è dedicata la 33esima Rassegna provinciale del Tartufo e dei prodotti del sottobosco, in programma a Pecorara Alta Val Tidone domenica 20 ottobre.
Dal 2014 il tartufo nero di Pecorara ha ottenuto il riconoscimento di prodotto de.co. e la registrazione del marchio presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Oggi il Comune di Alta Val Tidone, i produttori e i commercianti del comparto stanno lavorando insieme per potenziare il marchio rendendolo riconosciuto a livello commerciale: un vero e proprio brand. Dal momento, dunque, che questa 33esima edizione della rassegna provinciale assume un significato speciale, era doveroso allestire anche un programma all’altezza. E così è stato: basti solo pensare che all’evento parteciperanno oltre 40 produttori.

La rassegna sarà inaugurata domenica 20 ottobre alle 10.30, mentre alle ore 11 saranno valutati i migliori esemplari di tartufi e funghi esposti. Alle 11.30 contest culinario a cura del giornalista gastronomico e studioso di de.co. Riccardo Lagorio, ospite speciale della giornata. Il professor Lagorio, infatti, è colui che, circa dieci anni fa, ha supportato l’allora comune di Pecorara nell’iter verso il conferimento di prodotto de.co. al tartufo nero. Lagorio coordinerà questa interessante sfida tra giornalisti food & beverage e food & travel. Alle 12.30 pranzo con piatti tipici a base di tartufi e funghi. Alle 14,30, poi, sarà la volta della suggestiva gara di ricerca per cani da tartufo, con le premiazioni in programma alle 16. Alle 17 spazio al cooking show con abbinamenti di vini locali, insieme al cuoco gentleman Michele Mauro e al sommelier Giovanni Derba. A seguire, polentata a partire dalle 17,30. Per tutta la giornata saranno ovviamente allestiti gli stand gastronomici con piatti a base di Nero di Pecorara e funghi. Le vie del borgo, invece, saranno avvolte da musica itinerante che accompagnerà i visitatori.
La rassegna avrà una gustosa anteprima sabato 19 ottobre con “Nero in Tavola”, la cena al Mulino del Lentino curata da Michele Mauro. A testimonianza dell’apprezzamento per questa manifestazione e per i suoi prodotti, la cena ha già fatto registrare il “tutto esaurito”.

La raccolta del tartufo in tutto il territorio

Il territorio sta lavorando duramente in nome della promozione: “Grazie alla collaborazione di un'impresa che lavora il tartufo raccogliamo il prodotto del nostro territorio, del Comune di Alta Val Tidone, e viene venduta una linea di prodotti sia per il privato sia per la ristorazione, ovviamente con il marchio “De.coNero di Pecorara”. Siamo partiti ad agosto e i risultati già si stanno vedendo”, commenta il sindaco Franco Albertini. In effetti, dal 20 agosto, sono stati conferiti in tutta l’alta Val Tidone circa 18 quintali di prodotto. “Prossimamente metteremo in campo la possibilità di avere sul posto un punto di raccolta proprio per tutti gli operatori della nostra zona, per poter poi conferire i tartufi al punto di lavorazione; quindi, un prodotto che viene raccolto e lavorato rigorosamente nel nostro territorio”, conclude il primo cittadino. Alla presentazione ha voluto partecipare anche Giovanni Pattoneri, direttore del GAL del Ducato, che si è voluto complimentare con tutti gli attori presenti per la valorizzazione particolarmente efficace di questo straordinario prodotto. “Nella programmazione 2023-2027 abbiamo previsto fondi destinati anche alla coltivazione del tartufo, anche per far fronte ai cambiamenti climatici che stanno creando molti problemi. Questo è un prodotto importantissimo e solo Pecorara sta riuscendo a promuoverlo con questi risultati: gli altri territori ancora non sono riusciti ad avere questo tipo riconoscimenti a livello di prodotto locale”, spiega Pattoneri.
La 33esima Rassegna provinciale del Tartufo vede il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Piacenza. Fondamentale il ruolo della Pro Loco di Pecorara, anima e motore della manifestazione, oltre al supporto dei tanti soggetti che collaborano alla riuscita dell’evento: sezione regionale dell’Associazione Tartufai Italiani, Associazione Provinciale Tartufai Piacentini, Associazione LaValtidone, il Gruppo Alpini di Pecorara. Sostegno fondamentale quello della Banca di Piacenza.

Pubblicato il 14 ottobre 2024

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Scade il 31 dicembre il bando per sostituire stufe e vecchie caldaie

 Bonus stufe e caldaie scade

Vecchi camini e caldaie addio. È aperto il bando della Regione che mette a disposizione 19 milioni di euro per rottamare un generatore di calore a biomassa legnosa (camino aperto, stufa a legna/pellet, caldaia a legna/pellet) e, contestualmente, acquistare e installarne uno nuovo a 5 stelle o una pompa di calore. C’è tempo fino al 31 dicembre per richiedere il contributo che permette di migliorare l’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento nelle case e ridurre l’inquinamento atmosferico. Con il nuovo Piano Aria (Pair 2030) adottato nell’aprile 2023 è previsto, infatti, l’obbligo di installazione di impianti a biomassa per riscaldamento domestico almeno 5 stelle. Il bando, dunque, è un aiuto per quei cittadini che vogliono sostituire gli impianti inquinanti con quelli più efficienti, ed è coerente anche con gli obiettivi e gli indirizzi del Piano Energetico Regionale (Per). I contributi possono essere richiesti sino al 31 dicembre 2024, ovvero fino a esaurimento dei fondi disponibili dai cittadini in possesso dei requisiti e saranno assegnati secondo l’ordine cronologico di ricezione delle domande.

DESTINATARI DEL BANDO

Possono presentare domanda: le persone fisiche che siano residenti in un comune dell’Emilia-Romagna ubicato nelle zone Agglomerato di Bologna, Pianura Ovest e Pianura Est (l’elenco dei comuni ripartiti per zone è consultabile qui), che risultino essere proprietari oppure detentori/utilizzatori di una unità immobiliare di qualsiasi categoria catastale e che abbiano la residenza nell'immobile oggetto dell'intervento. Condizione necessaria per la partecipazione al bando è che il richiedente risulti assegnatario dal Gse (Gestore servizi energetici), a decorrere dal 1 gennaio 2023, del contributo ‘Conto termico’ 2.0, il fondo che incentiva interventi per l'incremento dell'efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili di edifici o singole unità immobiliari accatastate e dotate di un impianto di riscaldamento.

A COSA SERVONO I CONTRIBUTI E A QUANTO AMMONTANO

La sostituzione deve riguardare un camino aperto, stufa a legna/pellet, caldaia legna/pellet di potenza inferiore o uguale a 35 kWt, con classificazione ambientale inferiore o uguale a 4 stelle, con: nuovi impianti a biomassa di potenza inferiore o uguale a 35kWt almeno di classe 5 Stelle; pompe di calore. Il contributo regionale, la cui entità viene determinata fino al raggiungimento del 100% della spesa ammissibile validata dal Gse, è concesso a fondo perduto ad integrazione di quello riconosciuto dal Gse. Gli importi massimi di contributo varieranno in funzione delle tipologie di impianto installato: caldaia a legna fino a 8 mila euro; caldaia a pellet fino a 7 mila euro; pompe di calore fino a 6 mila euro; termocamini / termostufe / termocucine (queste ultime ammesse esclusivamente se generatori di calore collegati tramite scambiatori all’impianto di riscaldamento a radiatori o a pavimento) fino a 5 mila euro; inserto camino a legna fino a 4 mila euro; inserto camino a pellet fino a 4 mila euro; stufa a legna fino a 3 mila euro; stufa a pellet fino a 3 mila euro. Sono escluse dalla rottamazione le cosiddette "cucine economiche" e non sono ammessi contributi per casi di nuova installazione.

COME FARE RICHIESTA E QUANDO

Le domande di contributo devono essere presentate esclusivamente per via telematica collegandosi a questo indirizzo. Alla piattaforma è possibile accedere soltanto con le credenziali di identità digitale Spid, con la Carta di identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns). Le domande possono essere presentate alla Regione fino alle ore 14 del 31 dicembre 2024 salvo esaurimento dei fondi disponibili.

Pubblicato il 14 ottobre 2024

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L'Emilia in cammino verso il Giubileo

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Si stima saranno migliaia i pellegrini a transitare il prossimo anno sulle Vie antiche dell’Emilia, battute fin dal Medioevo, diretti a Roma per il Giubileo 2025.
Questo il tema dell’incontro organizzato da APT Emilia-Romagna durante l’edizione del Salone del Camper da poco conclusa a Parma. Il confronto è stato condotto dal direttore di Visit Emilia Pierangelo Romersi, con la partecipazione del Comune di Fidenza, capofila del progetto “Cammini di Visit Emilia e la Via Francigena verso il Giubileo 2025”, finanziato da Visit Emilia.
«È un momento cruciale per promuovere il territorio e le nostre eccellenze storiche, artistiche, culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche» - afferma il Presidente di Visit Emilia Simone Fornasari, che sottolinea l’opportunità turistica connessa a questo grande evento.

La Via Francigena, il percorso più amato

Tra i percorsi più amati e via di pellegrinaggio più importante insieme a Santiago de Compostela, la Via Francigena accompagna i viaggiatori per oltre mille chilometri attraversando il cuore degli Appennini nelle province di Parma e Piacenza. Giunta alle porte della città, dove il percorso tocca Piazzale delle Crociate e Piazza Cavalli, risale il torrente Nure e si immerge tra boschi e campagne per raggiungere il Castello di Paderna, l’Abbazia di Chiaravalle della Colomba e infine il Duomo di Fidenza (PR). Questa da millenni è stata tappa obbligata, oltre ad un’occasione di sosta, per tutti coloro che intraprendevano il lungo viaggio verso Roma. Dell’importanza che ancora oggi la città ricopre ne è profondamente convinta Maria Pia Bariggi, Assessore alla Cultura e alla Scuola di Fidenza, che esprime «Il valore del Cammino come crocevia di luoghi, incontro delle diversità e ricorda come la libera percorrenza delle Vie sia stata possibile nei secoli grazie a fondamentali periodi di pace».

A Fidenza un ostello per i pellegrini

In vista del Giubileo, Fidenza lavora all’organizzazione di due importanti iniziative in programma nel 2025: la Festa Internazionale della Storia dedicata al primo Giubileo del 1300 e la quarta edizione del Festival della Via Francigena dal titolo “L’orizzonte è Roma”, che coinvolge i Cammini italiani ed europei.
Ed è proprio guardando agli esempi fuori dai confini nazionali che nasce la riflessione sulla salute dei nostri, meritevoli di particolare attenzione riguardo manutenzione, cura e implementazione dei servizi di accoglienza.
Fidenza ha inaugurato lo scorso 1° aprile un ostello con 10 posti letto, zona cucina e lavanderia comuni, dotato di sistema di check-in gestito interamente tramite App. La struttura ha registrato già 600 pernottamenti al termine dell’estate, ma ancora molto si può fare in particolare per coloro che si spostano in camper, come rileva il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali che nel comune piacentino in Val Trebbia, attraversato dall’antica Via degli Abati, registra un aumento degli appassionati del cosiddetto turismo lento, in cerca della tranquillità che offre l’Appennino lontano dal caos della città, e un rinnovato interesse verso i cammini spirituali.

La Via degli Abati, la Francigena di montagna

La Via degli Abati, definita anche “Francigena di montagna”, è un antico itinerario alto medievale seguito dai monaci del Monastero di San Colombano (PC) diretti alla Città Eterna, che da Pavia conduce fino a Pontremoli. Lungo il tragitto accoglie i suoi avventori a Bobbio, eletto tra i Borgo più Belli d’Italia nel 2019, con il suggestivo Ponte del Diavolo e l’Abbazia di San Colombano, uno dei più importanti centri monastici d’Europa; 190 chilometri complessivi costituiti da mulattiere, carrarecce e brevi tratti asfaltati.
Qui costituiscono due strutture ricettive fondamentali l’area camper da 70 posti, già in funzione, che oggi ospita 4000 camper all’anno e sarà oggetto di implementazione, e un ostello gestito dal Comune con 48 posti letto.
Si riassume allora nell’accoglienza l’insieme degli sforzi e delle iniziative che le diverse realtà coinvolte sui cammini storici dell’Emilia si propongono di mettere in campo in vista del Giubileo 2025. Occorre integrare i servizi di base mantenendo prezzi contenuti per andare incontro allo stile di viaggio dei camminatori, sottolinea l’Associazione Via degli Abati, responsabile della manutenzione dei percorsi, prestando attenzione anche alla categoria di quelli che lungo i cammini di muovono su due ruote.

Pubblicato il 13 ottobre 2024

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