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Notizie Varie

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«Il coraggio è delle donne», mostra al Polichirurgico fino al 9 giugno

donne

Il talento femminile in tutte le sue sfaccettature, declinato tra gesti e scelte quotidiane, lontani dal clamore della ribalta, che raccontano storie di impegno, di cura e di capacità. Tutto questo, e molto di più, è la mostra "Il coraggio è delle donne", galleria di 19 ritratti fotografici realizzata per valorizzare senza retorica il meraviglioso e variegato universo rosa, colto nelle proprie attività quotidiane.
Ideata da Giovanna Palladini, con fotografie di Serena Groppelli e testi di Antonella Lenti, la rassegna itinerante coordinata da Svep approda sabato 25 maggio all’ospedale di Piacenza. L’inaugurazione è prevista alle ore 11 nel lungo corridoio al primo piano del polichirurgico, dove gli scatti saranno visibili fino al 9 giugno.
Le donne protagoniste della mostra sono “le nostre vicine di casa, quelle che magari incontriamo a fare la spesa. Chi ci aiuta quando siamo in difficoltà; chi ci ristora nei momenti lieti, chi prepara per noi i migliori prodotti, chi scrive e suona”. Sono semplicemente persone che “hanno prestato il loro volto e la loro storia a un messaggio nato per contrastare il crescente clima di “disvalore” dei talenti femminili. Una situazione il cui apice è rappresentato dal sempre più grave problema del femminicidio e della violenza di genere”.
“Il coraggio è delle donne – scrive la giornalista Antonella Lenti – anche se a volte si fatica a vederne le forme. È nel saper svoltare e darsi un colpo di reni. In particolare per mettere insieme con le proprie mani un futuro che, udite-udite, ha molto spesso il colore della felicità interiore”.
In questo scenario, l’Azienda Usl di Piacenza, insieme a Svep e alle organizzatrici, chiama a raccolta le “proprie” donne: “Speriamo che in tante vogliano raccontare – evidenzia il direttore generale Luca Baldino – il coraggio della propria professione, del prendersi cura, dell’essere accanto al paziente e alla sua famiglia. Siamo convinti che le immagini raccolte saranno un ulteriore tassello interessante e prezioso per la mostra”.

Pubblicato il 23 maggio 2019

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Studia all'Alberoni, diacono a Reggio

cattolica

C'è anche Matteo Tolomelli, 31 anni, che studia al Collegio Alberoni di Piacenza, tra i nuovi diaconi che vengono ordinati a Reggio Emilia sabato 25 maggio alle 18 nella Basilica della Ghiara nella messa presieduta dal vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Massimo Camisasca.
Matteo appartiene alla Comunità Sacerdotale “Familiaris Consortio”, fondata nel 2000 da don Luca Ferrari, dall'ottobre scorso assistente ecclesiastico della sede piacentina dell'Università Cattolica.

“L’intento è che l’esperienza della comunità presbiterale custodisca, valorizzi, faccia crescere e faccia anche fiorire il ministero sacerdotale in un momento in cui il problema più grosso è trovarsi da soli - ci aveva detto don Luca nell'intervista rilasciata poco dopo la nomina all'Ateneo di San Lazzaro -. Questo vale per i giovani, vale per le famiglie ma vale anche per i preti. Ecco perché è importante che ci sia uno spazio di scambio e confronto continuo tra sacerdoti, consacrati, giovani e famiglie”.

Questa è anche la motivazione per cui don Luca ha voluto a Piacenza con sé un seminarista della Comunità Sacerdotale, Matteo Tolomelli. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Modena, è entrato in seminario nel 2014. Matteo è al quinto anno di studi teologici che terminerà al Collegio Alberoni. Nella foto, di fronte alla "Cattolica" di Piacenza, Matteo è il primo a destra insieme a don Ferrari e a don Roberto Maier, assistente del Collegio Sant’Isidoro.

Pubblicato il 23 maggio 2019.

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Successo per la commedia «L'Angelica»

angelica

Interpretazione ben appropriata della commedia L'Angelica da parte degli attori della Maschera di Cristallo, in una comicità certamente esplosiva, ma anche elegante, mai toccata dalla volgarità, bensì caratterizzata da uno sviluppo garbato del tema amoroso e da un crescendo concreto e riflessivo dei caratteri emergenti dei diversi personaggi.
Particolarmente tridimensionale e marcata la figura del Capitano spagnolo Cocodrillo, discendente di diversi modelli di cavalieri alla rovescia, primo prototipo il Capitan Fracassa.
Contenuta in una sua apparente ingenuità la fanciulla Angelica, attorniata da una madre assai interessata a ben accasare la figlia, da una servetta profittatrice, oltreché, naturalmente, da un fanciullo amoroso onesto e sincero. Sullo sfondo, osservatori e intriganti, servi a tutto tondo, con accompagnamento anche di episodi di ritorni e riconoscimenti (tutti tòpoi del teatro classico e della Commedia dell’Arte). Regia attenta ed equilibrata; bella scenografia, splendidi costumi. Pubblico numeroso e divertito.
Hanno portato il loro saluto la direttrice di Casa di Iris signora Bergonzi, il presidente dott.Fuochi, l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Piacenza Federica Sgorbati.
L'iniziativa era benefica a favore della Casa di Iris.

Pubblicato il 23 maggio 2019

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«Facciamo festa al parco Montecucco»

montecucco

Nel Parco Montecucco (quartiere Besurica, angolo Via Agazzana Via De Longe)  dalle ore 10 alle ore 13 di venerdì 24 maggio si svolge l'evento “Incontriamoci qui e facciamo festa!”; iniziativa che rientra nel progetto “Montecucco, viviamo insieme il nostro parco”. L'organizzazione è a cura dell'Associazione di promozione sociale “Nuovi Viaggiatori”, impegnata da dieci anni in attività di utilità sociale e in progetti finalizzati ai temi del turismo responsabile e sostenibile, e della promozione della qualità della vita.
L'iniziativa fa parte del progetto “Montecucco, viviamo insieme il nostro Parco”, che si propone la finalità di valorizzare questo luogo e di contribuire al miglioramento della qualità della vita degli abitanti del quartiere e dei suoi dintorni, attraverso la promozione di stili di vita più salutari, della socializzazione, della partecipazione degli abitanti, comprese le fasce più fragili.
Sarà una mattinata di sorprese: casette per pipistrelli e per i libri, biblioteca vivente, letture tra gli alberi, spazio per le scuole con poesie, musica e canzoni, e una targa per “Montecucciolo”. Saranno presenti le scuole “Italo Calvino”, l”Ottavo circolo” oltre ad Associazioni ed Istituzioni che operano sul territorio e ai tanti volontari che sono la forza di questo progetto.
Condurrà la mattinata il dott. Gaetano Rizzuto.
 Il progetto “Montecucco, viviamo insieme il nostro parco”, prevede, a giugno, altre iniziative e precisamente:  “Birdwatching, osserviamo gli uccelli nel parco”, incontro con Ivano Adami, esperto naturalista G.R.O.L. (Gruppo Ricerche Ornitologiche Lodigiano), mercoledì 5 giugno alle 21 presso il Punto Prestiti-biblioteca Besurica – Via Perfetti, 2; “Viaggio nel parco: tra flora, fauna e birdwatching”, escursione con Ivano Adami del G.R.O.L. e l’Istituto Agrario “Marcora”, sabato 15 giugno dalle ore 17cpresso il Parco Montecucco (ingresso Via De Longe).

Pubblicato il 23 maggio 2019

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Il miracolo della Santa Casa di Loreto

gotti tedeschi e catani

Il miracolo ha bisogno di fede e non di spiegazione scientifica. È il sunto del pensiero dell’economista piacentino prof. Ettore Gotti Tedeschi, che ha presentato il libro di Federico Catani. Edito dall’associazione “Luci sull’Est”, il testo ha avuto il suo esordio a Piacenza il 16 maggio nella chiesa di san Giorgio, in una iniziativa promossa dalla Confraternita della Beata Vergine del Suffragio.
Aldilà delle argomentazioni in difesa del miracolo, Gotti Tedeschi ha voluto mettere in evidenza come sia deleteria la tendenza attuale di spiegare razionalmente, grazie alla scienza e alla tecnologia, le credenze passate e gli stessi miracoli. “La Santa Casa di Loreto, insieme alla Sindone, è una delle due più grandi reliquie che esistono e il tentativo di razionalizzare, rendere «credibile» il miracolo della traslazione è - secondo l’economista piacentino - un tentativo non nuovo nella storia”. Infatti nel IV secolo Ario per far meglio accettare l’incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo ne ha messo in discussione la sua divinità.
“Anche lo stesso imperatore Costantino - ha aggiunto Gotti Tedeschi - voleva che i cristiani di allora si riappacificassero con l’Arianesimo per il bene comune e la pace”. La riflessione del professore ha sottolineato i rischi di spiegare scientificamente la fede che può dare alla scienza un’autonomia morale diventando una specie di dogma. “Ma la scienza - ha continuato Gotti Tedeschi - non spiega cosa è bene e cosa è male, cosa è buono e cosa è cattivo, cosa è bello e cosa è brutto…”.
È questo un approccio che non funziona; infatti voler riconciliarsi a tutti i costi con la mentalità moderna, che vuole spiegare tutto scientificamente, porta a negare il soprannaturale. Questa premessa ha consentito al prof. Gotti Tedeschi di presentare il libro di Federico Catani che, rimanendo nel solco della tradizione, difende la verità del miracolo della Santa Casa di Loreto.
L’autore, direttore responsabile di Spunti, dell’Associazione Luci sull’Est, presente alla serata, ha spiegato la struttura del testo che esordisce illustrando le ragioni per identificare la Santa Casa di Loreto con l’edificio di cui si conservano le tracce presso la Basilica dell’Annunciazione a Nazareth. Il libro ricostruisce, con attenta precisione storica e con puntuale rinvio alle fonti, la vicenda del trasporto angelico della Santa Casa dalla Palestina fino alla sua definitiva ed attuale sede, mostrando l’infondatezza dell’ipotesi, che oggi va per la maggiore, secondo cui le pietre della Santa Casa sarebbero state trasportate a Loreto su nave, per iniziativa della nobile famiglia Angeli. La veridicità di una traslazione miracolosa emerge, per Federico Catani, anche dalle caratteristiche della Casa di Loreto, dalla sua collocazione, dalla circostanza che i muri dell’edificio sono sempre rimasti intatti: elementi che rendono improbabile uno smembramento del manufatto mattone per mattone a Nazareth e successiva ricostruzione nelle Marche. La parte conclusiva del testo evidenzia il valore e gli effetti spirituali della Santa Casa. È stato così nei secoli, quando la Madonna di Loreto ha protetto la Cristianità dalla minaccia islamica. Ancora oggi la Santa Casa deve essere riguardata dai fedeli del terzo millennio come il Santuario dei princìpi non negoziabili, anche in vista delle sfide che li attendono nel prossimo futuro. La riflessione di Catani sulla Santa Casa ha portato, nel complesso, a riconoscere questa reliquia come riferimento spirituale per la difesa della vita dal suo concepimento al termine naturale.

Riccardo Tonna

Publicato il 23 maggio 2019

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