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Notizie Varie

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I cammini di Destinazione Turistica Emilia, dalla Via Francigena a quella Matildica

Allegato di posta elettronica



Mai come in questo periodo sono grandi la voglia di libertà e il bisogno di riprendere contatto con la natura. Il territorio di Destinazione Turistica Emilia offre da secoli strade e sentieri che solcano immensi prati e boschi, attraversano antichi borghi e castelli, città d'arte e mulattiere, costeggiano laghi e torrenti. Dal maestoso Grande Fiume Po all'Appennino, gli amanti del trekking e della camminata, possono godere degli splendidi paesaggi che incorniciano un fitto reticolo di itinerari tra i territori di Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
Sugli oltre mille chilometri che - tra il Passo del Gran San Bernardo e Roma – ne costituiscono il tratto italiano, la Via Francigena attraversa anche le province di Piacenza e Parma.
Dichiarato Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa nel 1994 e inserito nella lista propositiva italiana per la candidatura a Patrimonio UNESCO, il cammino entra in territorio piacentino con il Guado di Sigerico e, dopo un breve tragitto sull’argine del Po e vari rettilinei su strade provinciali, arriva alle porte della città, dove il percorso tocca Piazzale delle Crociate e Piazza Cavalli per poi sboccare sulla Via Emilia. Risalendo il torrente Nure e tagliando boschi e campagne che salutano il Castello di Paderna, l’Abbazia Cistercense di Chiaravalle della Colomba il cammino giunge al Duomo di Fidenza, simbolo dello sconfinamento nel parmense. Tappa obbligatoria per i pellegrini che si dirigevano a Roma, la cattedrale dedicata a San Donnino è un’occasione per riprendere fiato e lustrarsi lo sguardo, prima di rimettersi in marcia verso Cabriolo e la sua pieve, i resti della rocca di Noceto, Felegara e Fornovo, dove la statua del pellegrino sulla facciata della Chiesa di Santa Maria indica la direzione. Sempre sotto la sigla di Parma, si giunge a Bardone e a Cassio – caratterizzata da una via lastricata in pietra – per poi insinuarsi a Berceto e lasciare l’Emilia attraverso il Passo della Cisa.
Per informazioni: Associazione Europea delle Vie Francigene www.viefrancigene.org


Detta anche Francigena di montagna, la Via degli Abati, antico itinerario percorso dai sovrani longobardi quale tragitto più breve da Pavia a Lucca e verso Roma, toccava anche l’abbazia di Bobbio, nel cuore dell’Appennino, dove i pellegrini diretti alla Santa Sede e provenienti dalla Francia e dalle Isole Britanniche passavano a venerare le spoglie di San Colombano, grande abate irlandese e padre, con San Benedetto, del monachesimo europeo. I 190 km complessivi dell’impegnativo tracciato si dividono tra mulattiere, carrarecce e sentieri che solo in piccoli tratti lasciano il posto a strade asfaltate, attraversando parte del territorio provinciale di Pavia e l'Appennino Tosco-Emiliano nelle province di Piacenza, Parma e Massa Carrara. Su questo percorso dal maggio 2008, viene organizzata “The Abbots Way”, una delle più importanti ultra-maratone nella natura (con solo il 10% circa di tratti asfaltati).
Per informazioni: Associazione Via degli Abati www.viadegliabati.com


La Via di Linari, lunga 135 km, di cui 110 km in Emilia Romagna, è un antico percorso di passaggio commerciale e di pellegrinaggio verso Roma, alternativo alla Via Francigena su cui si innestava dalla città di Fidenza verso Parma per raggiungere la Toscana attraverso il Passo del Lagastrello, e ricongiungersi con la Via Matildica del Volto Santo. Deve il suo nome alla storia dell’Abbazia di Linari, che sorgeva proprio sul crinale montano tra la Toscana e l’ Emilia-Romagna. Oggi è un percorso di difficoltà moderata che attraversa luoghi dalla grande importanza naturalistica, come Riserva MAB UNESCO dell’Appennino Tosco Emiliano e di produzione agrolimentare di eccellenza e di grande tradizione. Nel 2019 grazie al posizionamento della segnaletica ufficiale, il tracciato è diventato ancora più “leggibile” già da Torrechiara (PR). Tra le tappe degne di nota, si incontrano la Cappella di Moragnano e le rovine della cappella di Roncarola, preludio al passaggio nella Valle dei Cavalieri; le bastie e le case fortificate e la cappella di Rimagna.
Per informazioni: Cammini Emilia Romagna
https://camminiemiliaromagna.it/it/via_di_linari

La rete di sentieri lungo antiche direttrici medievali che costituisce il cuore della Via Matildica del Volto Santo è un’occasione per mettere in moto non solo i piedi ma anche l’immaginazione e rivivere l’atmosfera del feudo di Matilde di Canossa, giungendo alla base dei castelli della Gran Contessa, attraversando borghi e calpestando la stessa venerabile terra percorsa dai pellegrini nei loro itinerari religiosi. Da Mantova a Lucca, ovvero dal sangue di Cristo della Chiesa di Sant’Andrea fino al Volto Santo, passando per Reggio Emilia, il cammino è una lenta passeggiata nella vicenda storica di quella che è stata forse l’autentica protagonista femminile del Medioevo ma anche una possibilità per decidere di deviare verso il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e la sua Area Mab-Unesco. Lo scenario mutevole passa dalla rupe di Canossa all’Ospitale di San Pellegrino in Alpe, con il suo affaccio sulla Garfagnana.
Per Informazioni: Via Matildica del Volto Santo  www.viamatildica.it

Pubblicato il 14 maggio 2020

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Nel «Decreto Rilancio» 17,6 milioni di euro per i Comuni del Piacentino

Conte 

Nel “Decreto Rilancio” del Governo è compreso anche l’indennizzo ai comuni piacentini promesso dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte al momento della sua visita nel nostro territorio.
La provincia piacentina, insieme alle altre più colpite dall’emergenza (Brescia, Bergamo, Cremona e Lodi) riceverà dal Governo 17,6 milioni di euro per fronteggiare i problemi.
Le risorse sono distribuite in base alla popolazione residente. Il capoluogo Piacenza porta a casa 6,3 milioni. Fiorenzuola 939mila euro, Castelsangiovanni 842mila, Rottofreno 755mila euro, fino a scendere ai poco più di 4mila euro per il comune più piccolo, Zerba.

Agazzano 125.213,05

Alseno 288.376,89

Alta Val Tidone 185.209,69

Besenzone 60.610,73

Bettola 167.216,84

Bobbio            219.353,12

Borgonovo Val Tidone 491.210,98

Cadeo  372.507,29

Calendasco 148.425,67

Caorso 295.254,70

Carpaneto Piacentino  475.306,03

Castel San Giovanni   842.839,19

Castell'Arquato 281.928,94

Castelvetro Piacentino 325.529,36

Cerignale 7.491,90

Coli 51.890,65

Corte Brugnatella 35.985,70

Cortemaggiore 287.578,57

Farini 71.725,77

Ferriere 73.506,63

Fiorenzuola d'Arda 939.558,44

Gazzola 127.423,77

Gossolengo 349.417,48

Gragnano Trebbiense 278.735,67

Gropparello 137.740,50

Lugagnano Val d'Arda 241.153,33

Monticelli d'Ongina 321.844,82

Morfasso 58.768,46

Ottone 29.783,39

Piacenza 6.382.979,28

Pianello Val Tidone 136.266,68

Piozzano 37.398,11

Podenzano 559.682,07

Ponte dell'Olio 289.052,39

Pontenure 400.755,45

Rivergaro 432.381,11

Rottofreno 755.392,70

San Giorgio Piacentino 344.443,35

San Pietro in Cerro 51.092,33

Sarmato 174.831,56

Travo 129.204,64

Vernasca 127.300,96

Vigolzone 258.347,87

Villanova sull'Arda 104.641,02

Zerba   4.482,86

Ziano Piacentino 153.891,07

TOTALE 17.633.731,00

Pubblicato il 14 maggio 2020

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Ripartono alcuni servizi della biblioteca comunale Passerini Landi

passerini 

Gli utenti delle biblioteche Passerini Landi e Giana Anguissola, dal 14 maggio,  potranno restituire i libri e i dvd presi a prestito, presentandosi - muniti di mascherina - all’ingresso di via Carducci 14. L’accesso per la restituzione non prevede la prenotazione, e sarà contingentato per evitare assembramenti. Libri e dvd restituiti saranno nuovamente disponibili per il prestito solo dopo un periodo di quarantena. Sempre da giovedì 14 per le biblioteche Passerini Landi e Anguissola, sarà possibile effettuare la prenotazione obbligatoria per il prestito di libri e dvd (con il limite massimo di quattro documenti). Ad ogni utente verranno indicati giorno – a partire da lunedì 18 maggio - e fascia oraria in cui presentarsi per il ritiro dei titoli richiesti. Tali servizi, nelle modalità indicate, continueranno fino a nuove disposizioni con i seguenti orari: dal lunedì al sabato dalle 10 alle 14.

I recapiti a cui rivolgersi solo per le prenotazioni sono: email o tel. 0523.492412 per i documenti della Passerini Landi; email o tel. 0523.492436 per quelli della Giana Anguissola. Nelle email dovranno essere specificate le richieste e le generalità dell’utente.

Restano al momento chiuse le biblioteche decentrate (Dante, Farnesiana e Besurica), ma gli uffici stanno lavorando attivamente alla riapertura in condizioni di sicurezza anche di queste sedi. Resta attivo il servizio ProntoBiblioteca, realizzato in collaborazione con i volontari del Moto Guzzi The Club e Agesci, riservato agli utenti della biblioteca over 65, alle persone appartenenti alle categorie protette o in difficoltà di mobilità. La prenotazione è possibile (massimo due volumi e due dvd per trenta giorni) inviando una mail all’indirizzo email (verranno prese in esame le richieste pervenute fino alle ore 12 del giorno precedente la consegna). Il materiale prenotato sarà consegnato a domicilio nelle giornate di martedì e giovedì, secondo orari concordati con l’utenza. Infine, merita ricordare che è possibile iscriversi e utilizzare da remoto il servizio di biblioteca digitale Emilib. Per maggiori informazioni sui diversi servizi è possibile consultare il sito della biblioteca Passerini Landi www.passerinilandi.piacenza.it.

Pubblicato il 13 maggio 2020

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Come usare smartphone e pc: in arrivo due corsi online gratuiti

 smartphone

Videolezioni, seminari interattivi, ora anche corsi online, gratuiti e aperti a tutti, per imparare a usare, o per usare meglio, smartphone e pc. Si arricchisce ulteriormente l’offerta formativa di Pane e Internet, il progetto di alfabetizzazione digitale della Regione Emilia-Romagna realizzato con l’obiettivo di sviluppare le competenze dei cittadini: arrivano infatti le nuove edizioni dei corsi online, che sostituiscono gli incontri in presenza nei “Punti Pane e Internet” diffusi su tutto il territorio, sospesi a causa dell’emergenza Coronavirus. Un’attività, quella della formazione a distanza legata al lockdown, che ha avuto un buon riscontro: sono stati infatti 670 i cittadini e più di 1.000 gli studenti che da aprile a oggi hanno preso parte ai corsi e ai webinar online.
Molto semplice partecipare ai due nuovi percorsi formativi proposti, che prenderanno il via a giugno: basta infatti compilare la scheda di iscrizione presente sul sito www.paneeinternet.it; gli iscritti saranno quindi contattati dalla segreteria organizzativa che fornirà tutte le indicazioni relative all’avvio delle lezioni, con date, orari e nominativo del docente. “In questo momento particolare le tecnologie digitali sono diventate fondamentali per vivere pienamente la socialità, incontrare la famiglia e vedere gli amici- sottolinea l’assessore all’Agenda digitale, Paola Salomoni-. È dunque importante che le attività formative proposte dalla Regione attraverso ‘Pane e Internet’, uno dei tanti strumenti dell’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna, continuino on line per consentire a tutti gli emiliano-romagnoli di utilizzare appieno queste tecnologie che sono, oggi più che mai, abilitanti”.
Il corso di alfabetizzazione online di 1° livello introduce all’uso dello smartphone. I partecipanti, dopo un primo modulo introduttivo via WhatsApp in cui riceveranno assistenza per accedere alle successive videolezioni, impareranno a usare la posta elettronica, gestire lo spam, riconoscere truffe e sapere come tutelare la privacy. Il programma prevede quindi un modulo sulla navigazione, la ricerca di informazioni e contenuti digitali, con un’attenzione particolare su come evitare le fake news, e un altro sulla gestione dello smartphone e delle applicazioni. Per accedere al corso basta avere uno smartphone con WhatsApp e la connessione a Internet. Il corso di alfabetizzazione online di 2° livello al pc è rivolto a chi vuole acquisire maggiore autonomia ed è già dotato di una propria casella di posta elettronica e di un computer con connessione, microfono e webcam.
Tra gli argomenti che saranno trattati i sistemi di videochat, i social network, l’uso di browser, motori di ricerca e programmi di videoscrittura. Secondo l’ultimo Report nazionale 2019 dell’Istat “Cittadini e Ict”, la diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione rimane ancora profondamente legata ad aspetti socio-anagrafici: se i giovani si confermano i più assidui utilizzatori della Rete (oltre il 90% dei 15-24enni), la percentuale scende al 41,9% tra i 65-74enni. In Emilia-Romagna aumenta l’uso di Internet, ma il 40% degli internauti emiliano-romagnoli ha competenze digitali basse: lo smartphone trascina l’uso di Internet, tuttavia 3 famiglie su 5 che non hanno Internet dichiarano di non saperlo utilizzare. La messaggeria istantanea è l’attività più diffusa sul web e 6 internauti emiliano-romagnoli su 10 fanno acquisti online. La maggior parte delle famiglie senza accesso a Internet da casa (circa 420.000) indica come principale motivo la mancanza di capacità (62%, circa 260.000 famiglie) e il 33% (circa 140.000 famiglie) non considera Internet uno strumento utile e interessante (Rapporto Istat 2019, rielaborazione dati Ader-Agenzia delle Entrate Riscossione).
Dal 2009, anno in cui è stato lanciato, a fine 2019, il progetto Pane e Internet ha coinvolto 41mila cittadini dell’Emilia-Romagna nelle attività formative di alfabetizzazione e di cultura digitale proposte in 74 Comuni del territorio. In particolare, sono state realizzate 1.874 attività, di cui 1.317 corsi per cittadini privi di competenze digitali. Nel solo 2019, Pane e Internet ha garantito 263 attività formative, di cui 98 corsi e 165 eventi di cultura digitale, che hanno raggiunto 5.904 cittadini. Da aprile, a seguito del lockdown per l’emergenza Coronavirus, tutte le attività sono state riconvertite in corsi e in webinar online, a cui a oggi hanno partecipato 670 cittadini e più di 1.000 studenti. Per informazioni su Pane e Internet: sito
www.paneeinternet.it, pagina Facebook www.facebook.com/PaneEInternet .

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Pubblicato il 14 maggio 2020

Test sierologici, ecco le regole del piano regionale

test sierologic

Pronto il piano regionale sui test sierologici. È arrivato il via libera dalla Giunta, dopo il positivo confronto con le associazioni di rappresentanza dei medici di medicina generale. Confermato il no al fai da te per i privati cittadini, che potranno sottoporsi al test solo con prescrizione medica e a pagamento; a carico del sistema sanitario rimane invece il costo dell’eventuale tampone di verifica di positività. Solo il medico di fiducia, infatti, può valutare l’appropriatezza dell’esame - che deve essere richiesto dal paziente senza presentarsi in ambulatorio, ma telefonicamente - e quindi decidere l’effettiva necessità di effettuare il test ed il momento opportuno. In questo caso il cittadino entrerà in un percorso strettamente regolato e controllato dal sistema sanitario pubblico, a tutela e garanzia della sicurezza come è stato sin da inizio emergenza. E se il test sarà positivo, scatterà da subito l’isolamento precauzionale, in attesa dell’effettuazione del tampone oro-faringeo di verifica, a cura del Servizio sanitario regionale. Viene poi prevista entro fine mese l’implementazione dei laboratori privati autorizzati dalla Regione, attualmente 40, con l’autorizzazione ad operare per tutte le strutture valutate positivamente. Ciò per garantire la prosecuzione delle campagne di screening di massa volute dalla Regione. E ancora, viene indicato un costo di riferimento medio, 25 euro, per tutte le tipologie di test effettuati (rapido, standard IgC e standard IgM). Su questo la Regione si impegna ad assicurare un monitoraggio costante per individuare, e denunciare, eventuali episodi e andamenti speculativi.
Per quanto riguarda le imprese, il Piano conferma la massima semplificazione burocratica. I datori di lavoro che volontariamente decidono di effettuare lo screening sierologico sui propri dipendenti (ad oggi 600 le aziende che hanno fatto richiesta), devono semplicemente comunicare alla Regione l’avvio del programma, indicando il laboratorio scelto tra quelli autorizzati (la lista è costantemente aggiornata a questo indirizzo http://salute.regione.emilia-romagna.it/tutto-sul-coronavirus/test-sierologici/faq). Chi ha già fatto domanda, non deve fare ulteriori comunicazioni, se ha già individuato come riferimento un laboratorio autorizzato. In questo caso, considerando la volontarietà dei programmi di screening nell’esercizio della loro responsabilità d’impresa, nonché a supporto del riavvio delle attività, i datori di lavoro si fanno carico di tutti i costi, compreso l’eventuale tampone. Infine, sotto il profilo tecnico il Piano stabilisce che la verifica dello stato immunitario possa essere condotta con una sola delle due tipologie presenti, test sierologico rapido (pungidito) o test sierologico standard (con prelievo venoso), senza la necessità di conferma con secondo test. Questi dunque i punti cardine del documento presentato nel pomeriggio in videoconferenza stampa dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini. “Partiamo da un punto fermo - ha sottolineato Donini -. Il tampone naso-faringeo è il solo e unico strumento che assicura la diagnosi; ad oggi in Emilia-Romagna ne garantiamo una media di 5.000 al giorno, puntiamo a 10.000 entro fine maggio e, in autunno, a 15-20.000. Molto diversa l’utilità dei test sierologici, che assicurano un’indagine epidemiologica di massa utile a capire la diffusione del virus e che, primi in Italia, abbiamo deciso di utilizzare per screening sulla popolazione”. “Dopo un positivo confronto con le associazioni di rappresentanza dei medici di medicina generale - ha aggiunto l’assessore- mettiamo nero su bianco alcuni punti fermi, che devono essere ben chiari ai cittadini: chi decide di sottoporsi al test, lo fa consapevole di rientrare in un programma autorizzato e controllato dal servizio sanitario regionale, e di sottoporsi pertanto a tutto ciò che questo programma richiede, a partire dalla necessità di sottoporsi, se necessario, al tampone di conferma della positività, e all’isolamento precauzionale. Era importante fissare alcune regole, sia per le aziende che per i cittadini, e farlo con l’obiettivo di continuare a garantire un percorso trasparente, sicuro e supervisionato dalla sanità pubblica”.
Da questa settimana partirà lo screening con test sierologico (circa 100mila test, effettuati solo nei laboratori pubblici) sulle popolazioni delle aree più colpite, a iniziare dalla provincia di Piacenza, e a seguire Rimini e il comune di Medicina. Complessivamente saranno eseguiti, tra personale sociosanitario, categorie a rischio e popolazione, oltre 250.000 test sierologici. Indispensabile dunque, per i privati cittadini, rivolgersi al proprio medico di medina generale, che svolge un ruolo centrale perché deve valutare caso per caso la richiesta dei propri assistiti, rilasciando la ricetta bianca nei casi ritenuti pertinenti. Oltre alla valutazione clinica del paziente, il medico valuterà ad esempio, se ha avuto contatti stretti recenti con un soggetto positivo, se vive in un condominio dove abitano persone positive. Tutti i positivi al test sierologico, sia privati cittadini sia dipendenti delle aziende che hanno richiesto lo screening, devono fare il tampone naso-faringeo, che sarà a effettuato dalla sanità pubblica o da laboratori privati. Chi risulta positivo al test sierologico dovrà sottostare all’isolamento precauzionale, in attesa del tampone. In particolare, in caso di positività, il direttore sanitario del laboratorio deve avvisare il Dipartimento di Sanità Pubblica della necessità di eseguire il tampone da parte del cittadino o dei risultati del tampone stesso, nel caso il cittadino ritenga di eseguirlo a proprio carico presso il medesimo laboratorio. Al tempo stesso, deve comunicare al cittadino con esito positivo la necessità di contattare il numero telefonico di riferimento per fissare il luogo e il momento nel quale recarsi, con le necessarie protezioni, presso le strutture aziendali per eseguire il tampone e di porsi da subito in isolamento precauzionale a domicilio in attesa dell’appuntamento per l’esecuzione e del risultato del tampone. I risultati dei test sierologici, sia sui privati cittadini che sui dipendenti di aziende, sono trasmessi direttamente dal laboratorio al Servizio di Igiene pubblica e caricati sul sistema Sole e sul Fascicolo sanitario.

Pubblicato il 13 maggio 2020

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