Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Notizie Varie

Notizie Varie

Fu Cavour a delineare la strada per la presa di Roma

Sala Panini di Palazzo galli piacenza

Ricordata dalla Banca di Piacenza la ricorrenza dei 150 anni dell’Italia unita con la presentazione del libro “Libera Chiesa in libero Stato”, curato da Corrado Sforza Fogliani, che riporta tre memorabili discorsi del grande statista. Omaggio a Prefetto, Questore e Comandante dei carabinieri, per la prima volta a Palazzo Galli

L’Italia ha appena compiuto 150 anni. Era, infatti, il 20 settembre del 1870 quando le truppe italiane entrarono a Roma attraverso Porta Pia. La storica data è stata ricordata dalla Banca di Piacenza a Palazzo Galli con la presentazione di una pubblicazione edita da Libro Aperto (“Libera Chiesa in Libero Stato - Roma capitale d’Italia”) curata da Corrado Sforza Fogliani con postfazione di Antonio Patuelli. All’incontro culturale - che si è svolto in Sala Panini, con le sale Verdi e Casaroli videocollegate - erano presenti il prefetto Daniela Lupo, il questore Filippo Guglielmino e il comandante provinciale dei Carabinieri Paolo Abrate, tutti da poco a Piacenza e per la prima volta a Palazzo Galli: una circostanza sottolineata dal presidente esecutivo Corrado Sforza Fogliani che, com’è tradizione della Banca, ha loro donato il volume dedicato proprio al palazzo di rappresentanza dell’Istituto di credito di via Mazzini.
Il libro su Roma capitale - distribuito al termine della conferenza a tutti i presenti - riporta i tre discorsi che Camillo Cavour tenne alla Camera e al Senato Regio tra il marzo e l’aprile del 1861, «discorsi - ha sottolineato l’avv. Sforza Fogliani - da (e di un) grande statista, nei quali il Presidente del Consiglio delineò lucidamente, con ferrea ed esemplare logica, mista a vivo amore patriottico, le ragioni incontrovertibili che volevano Roma capitale del nuovo Stato liberale». L’autore della pubblicazione ha spiegato come la Presa di Roma non possa considerarsi «un episodio» bensì «la conclusione di un processo di totale cambiamento dell’Europa» con la caduta di Napoleone III (1870), la nascita della Germania e il ridimensionamento degli stati francese e austriaco: «Un insieme di coincidenze che permisero il coronamento del sogno di Cavour, coltivato fin sul letto di morte (mancato, giovanissimo, appena superati i 50 anni)». A Roma - disse in buona sostanza il conte - ci si doveva andare con l’accordo della Francia («per non scatenare un conflitto internazionale»), che considerava lo Stato della Chiesa un suo protettorato; «ma ci si doveva andare - ha rimarcato l’avv. Sforza nella sua disamina della Presa di Roma dal punto di vista storico - invocando il principio di libertà. Era necessario che i cattolici italiani si convincessero che (come fu poi dimostrato con la legge della Guarentigie nel 1871) si sarebbe potuta, come si potè, conservare l’indipendenza del Papato. Il principio di libertà, spiegò Cavour, applicato alla società religiosa era un “principio nuovo”, nel quale si doveva credere e per la cui affermazione ci si doveva battere così come egli si batteva. E ciò ben sapendo, disse il conte con ironia, che se la Chiesa avesse accettato il principio di libertà, si sarebbe subito formato un partito cattolico che lo avrebbe costretto a finire la carriera sui banchi dell’opposizione». La Chiesa, come noto, non accettò («la fase diplomatica non andò a buon fine perché Pio IX non voleva consegnare ai suoi successori uno Stato Pontificio a sovranità ridotta») e per tutta risposta adottò il Sillabo contro le libertà di ogni tipo, compresa quella religiosa.
Dopo lo spostamento della capitale da Torino a Firenze - tappa di avvicinamento alla soluzione finale - dal 6 settembre del 1870 iniziarono i primi movimenti per la conquista (militare) di Roma, perché fu allora che avvenne il ritiro della guarnigione francese. Tutto avvenne senza particolari spargimenti di sangue, anche per la debole opposizione dei soldati pontifici. L’avv. Sforza ha poi posto l’accento sul discorso di Cavour del 9 aprile 1861 (“Libera Chiesa in libero Stato”): «Una lettura confortante - ha osservato - che la dice lunga sulla qualità della classe politica che aveva allora l’Italia. Più che un discorso, è un teorema matematico sul perché e sul come l’Italia doveva raggiungere Roma e possiamo dire che ci arrivò proprio nei tempi previsti dal conte». E trattando degli uomini che fecero l’Italia e della loro statura politica, l’avv. Sforza ha concluso il suo intervento facendo un parallelo con Einaudi: «Nel suo messaggio d’insediamento alla Presidenza della Repubblica espresse un concetto magnifico: “Voi mi avete eletto e io accetto volentieri, ma la cosa che più mi dispiace è che non potrò più partecipare ai dibattiti in Senato e quindi non avrò più il piacere intellettuale di cambiare idea sentendo i discorsi degli avversari politici”».
Il ten. col. Massimo Moreni del 2° Reggimento Pontieri ha trattato l’aspetto militare della Presa di Roma, spiegando che fondamentale per il via libera all’operazione fu il ritiro della guarnigione francese. «A quel punto le forze in campo erano decisamente squilibrate - ha rilevato il col. Moreni -: 60mila soldati italiani contro i 14mila dell’esercito pontificio. Fu chiesto al Papa di non opporre resistenza ma la risposta fu: “Sono risoluto di fare resistenza come m’impone l’onore e il dovere”. Per il nostro esercito l’unico vero ostacolo fu il Tevere. Ma a questo pensarono i Pontieri che in sole 8 ore costruirono un ponte che permise all’esercito di attraversare il fiume e fare breccia a Porta Pia, incontrando una resistenza inconsistente».
Il dott. Cesare Zilocchi si è infine occupato dell’aspetto sociale della presa di Roma, con la nascita di piccoli movimenti rivoluzionari (d’ispirazione mazziniana) in città di medie dimensioni, che avrebbero dovuto provocare la caduta della monarchia: il cosiddetto “Patatrac”. «Da quale città far partire il disegno insurrezionale? Da Piacenza che, in quanto città murata - ha spiegato il dott. Zilocchi - avrebbe poi richiesto l’impiego di 40mila soldati regi per riconquistarla». Di quel tentativo (fallito) d’insurrezione del 24 marzo 1870 riferiscono tutti gli storiografi piacentini, ma a chi volesse approfondire l’argomento l’oratore ha consigliato la lettura de “La storia di Piacenza” di Francesco Giarelli, ristampata in anastatica dalla Banca nel 1985.

Pubblicato il 22 settembre 2020

Ascolta l'audio   

"Il Coraggio di Ricominciare" concerto a Palazzo Farnese

Il coraggio di ricominciare concertoUna mamma che alza il bambino al cielo quasi ad affidarlo a qualcuno con l’ardore di una mamma che ama e che spera il meglio per lui. È una parte del Monumento al Pontiere, opera di Mario Salazzari, realizzato nel 1928 utilizzato come locandina per il concerto “Il coraggio di Ricominciare” in programma mercoledì 23 settemnbre 2020 a Palazzo Farnese di Piacenza (piazza Cittadella, 40) promosso dal 2° Reggimento Genio Pontieri dell’Esercito di Piacenza, in collaborazione con il Comune di Piacenza e Cine Club.
La manifestazione presentata nei giorni scorsi in Sala del Consiglio del Comune di Piacenza è stata illustrata dall’assessore alla Cultura del Comune di Piacenza Jonathan Papamarenghi, dal colonnello Salvatore També, comandante del 2° Reggimento Genio Pontieri, nonché dal maestro e direttore d’orchestra Patrizia Bernelich.
Un concerto per ricominciare e per ringraziare tutti coloro che con grande impegno si sono spesi durante l’emergenza e per ricordare chi non ce l’ha fatta.
Il programma con arie brillanti di Verdi, Bizet, Puccini, Rossini, Donizetti, Mozart saranno interpretate dal Coro Lirico Ponchielli-Vertova di Cremona, dal Coro Consonanze di Piacenza, da “Le voci del Terzo” del 3° circolo didattico di Piacenza diretto da Raffaella Fellegara, da 2020 Piacenza Ensemble, e dal Quartetto di voci soliste formato da Nan Zheng Bonfanti, Eleonora Filipponi, Pietro Brunetto, Mauro Bonfanti. A presentare la serata saranno Rita Nigrelli e Marilena Massarini. La direzione è affidata al maestro Patrizia Benelich che ha assemblato tutto il programma. Da segnalare la presenza dei ragazzi del 3° circolo Didattico di Piacenza che, come detto in presentazione, rappresentano lo slancio vitale e rappresentano la vita nuova.
Inoltre segna quasi un gemellaggio tra Piacenza e Cremona data la presenza dei Cori e del Po che collega le due sponde, dove opera il Genio Civile. La manifestazione è sponsorizzata da Maglia Club Cremona.

Durante la serata saranno distribuiti “Il Pontierino”: un ambito riconoscimento per quanti si sono distinti nell’emergenza del Corona virus. I premiati quest’anno saranno i sanitari, rappresentanti dell’Ausl di Piacenza, della Prefettura, dai vari coordinatori nell’assistenza. Tra i premiati anche l'amministratore apostolico mons. Gianni Ambrosio, vescovo della diocesi nel periodo della pandemia. Altri “Pontierini” saranno dedicati alla memoria: al dott. Giuseppe Curallo, presidente del Cine Club Cattivelli, e al consigliere comunale Nelio Pavesi, conosciuto per la sua attività di insegnante e apprezzato musicista.

L’ingresso al concerto è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. E’ raccomandata la prenotazione a:
oppure telefonare al numero 0523.330511.

conferenza concerto il coraggio di ricominciare

Nella foto da sinistra il col. Salvatore Tambè, il maestro Patrizia Bernelich, l'assessore Jonathan Papamarenghi.

Pubblicato il 21 settembre 2020

Ascolta l'audio

La Guida Essenziale ai Vini D’Italia 2021 premia la Cantina Valtidone

faccino doctor wine

La Vendemmia 2020 è incominciata sotto il miglior auspicio per l’azienda vitivinicola di Borgonovo. E’ di pochi giorni fa la notizia che la nota guida fondata e diretta da Daniele Cernilli conosciuto da molti con lo pseudonimo di “ DoctorWine ”, ha comunicato che per l’edizione 2021 il “BOLLO ROSSO” Gutturnio Riserva vendemmia 2016 ha ricevuto l’ambito premio del “Faccino ” con un punteggio di 95/100.
Il “BOLLO ROSSO” etichetta ormai trentennale è la punta di diamante dei vini rossi invecchiati prodotti da Cantina Valtidone e rappresenta la tradizione vitivinicola piacentina essendo vinificato unendo Barbera e Croatina (localmente detta Bonarda).

Il Consiglio d’Amministrazione della cooperativa valtidonese ha accolto con grande entusiasmo questo riconoscimento che corona il profondo lavoro di rinnovamento cominciato nel maggio 2014. Tale risultato dimostra quanto sia importante il saper valorizzare il potenziale territoriale “LA VALTIDONE”, partendo appunto dal lavoro dei nostri soci viticoltori in vigna e continuando in cantina grazie ai nostri tecnici e cantinieri.
"L’aver conquistato, questo riconoscimento è motivo di grande soddisfazione, e soprattutto ci fa capire che il cambiamento intrapreso anni fa è quello giusto, inoltre ringraziamo i due enologi, Francesco Fissore dipendente della cantina e Beppe Caviola, consulente esterno, che hanno lavorato in sinergia su questo vino riserva". - commenta il Presidente di Cantina Valtidone, Gianpaolo Fornasari.

Pubblicato il 21 settembre 2020

Ascolta l'audio   

La pandemia arresta la corsa dell’export

 export

Nel secondo trimestre 2020 si è verificata l’attesa flessione delle esportazioni regionali per effetto della pandemia (-25,3 per cento). L’Emilia-Romagna si conferma però la seconda regione italiana per valore delle esportazioni e ha contenuto i danni al meglio. La caduta del commercio estero è analoga in Veneto, leggermente superiore in Lombardia, del 27,8 per cento a livello nazionale e ancora più elevata in Toscana e soprattutto Piemonte. L’andamento settoriale è molto disomogeneo. Aumenta l’export agricolo e segna un boom la farmaceutica, tiene l’alimentare e bevande, ma i mezzi di trasporto perdono il 36,0 per cento e la moda oltre il 40 per cento.
La perdita risulta attorno a un quarto sui mercati di tutti i continenti, ma l’andamento è differenziato per la diversa intensità con cui la pandemia ha colpito ogni singolo paese di destinazione. Secondo i dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane, analizzati da Unioncamere Emilia-Romagna, tra aprile e giugno si è avuto l’atteso calo dovuto alle conseguenze della pandemia. Le esportazioni emiliano-romagnole sono risultate pari a poco più di 12.709 milioni di euro, equivalente al 14,3 per cento dell’export nazionale, e hanno fatto segnare una caduta del 25,3 per cento. La flessione ha dimensione importante, tuttavia più contenuta rispetto alla diminuzione del 28,9 per cento riferita al secondo trimestre del 2009. Tra le regioni grandi esportatrici e maggiormente colpite dalla pandemia, l’andamento non è affatto omogeneo.

L'Emilia Romagna ha contenuto i danni
L’Emilia-Romagna ha contenuto i danni al meglio e si conferma la seconda regione italiana per quota dell’export nazionale. Le esportazioni si sono ridotte del 25,4 per cento nel Veneto e del 26,9 per cento in Lombardia, ma quelle della Toscana hanno perso il 29,2 per cento e quelle del Piemonte addirittura il 35,7 per cento.
Il segno rosso ha prevalso in tutti i comparti principali, con la sola eccezione dell’agricoltura (+0,6 per cento). Il principale contributo negativo è venuto dalle esportazioni del settore dei macchinari e apparecchiature meccaniche (-26,7 per cento), seguito dai mezzi di trasporto, che perde il 36,0 per cento delle vendite estere, e delle industrie della moda (-41,4 per cento), che registrano la più ampia caduta tra i settori considerati. Tengono meglio le esportazioni dell’aggregato delle altre industrie manifatturiere (-15,0 per cento), grazie all’industria del tabacco (-8,9 per cento), quelle delle industrie chimica, farmaceutica e delle materie plastiche (-8,0 per cento), sostenute da un incremento del 34,2 per cento dei farmaceutici avvantaggiatisi della pandemia, e quelle dell’industria alimentare e delle bevande (-6,0 per cento).

I dati a livello europeo
I risultati ottenuti sui diversi mercati hanno risentito della differente composizione dell’export regionale e della diversa intensità con la quale il Covid19 ha colpito ogni singolo paese. La caduta dell’export regionale si colloca attorno a un quarto, leggermente minore sui mercati dell’Oceania (-23,8 per cento) ed europei (-24,0 per cento), più ampia sui mercati asiatici (-26,9 per cento), americani (-27,9 per cento) e dell’Africa (-31,1 per cento). In ognuna di queste macroaree, la minore intensità della pandemia in alcuni Paesi ha però permesso di contenere la discesa. In merito singoli Paesi si segnalano la più contenuta flessione in Germania (-15,6 per cento), quella quasi doppia in Francia (-28,4 per cento) e Spagna (-28,2 per cento) e quella più che doppia nel Regno Unito (-37,4 per cento). È risultato pesante il mercato statunitense (-28,0 per cento), ma meglio sostenuto quello canadese (-14,9 per cento). La diminuzione dell’export è stata più marcata in Cina (-24,7 per cento), ma più contenuta in Giappone (-17,8 per cento).

Pubblicato il 21 settembre 2020

Ascolta l'audio   

Il Comune di Cadeo a fianco degli agricoltori. Il ricordo di Zermani

zermani

A Cadeo è stata approvata una delibera a favore del mondo dell’agricoltura: il Comune compartecipa al pagamento del contributo per la bonifica al Consorzio di Bonifica di Piacenza. Uno dei tanti aiuti dati per fronteggiare l’emergenza socioeconomica attuale ma che in questo caso ha un “profumo” speciale: l’iter per rendere concreto il sostegno al mondo dell’agricoltura ha preso vita dalla sinergia tra Amministratori e Fausto Zermani, presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, morto improvvisamente nei giorni scorsi.
“Il Comune si fa carico della quota fissa del Consorzio di bonifica anno 2020 per tutti i proprietari e affittuari agricoli residenti a Cadeo – spiega Marco Bricconi, primo cittadino -. Un’idea nata e realizzata grazie alla collaborazione di Fausto Zermani che si è sempre speso per dare impulso all’attività economica e che in questi ultimi mesi ha condiviso con noi il forte desiderio di mitigare il disagio socioeconomico conseguente all’emergenza Covid”.
“Abbiamo assegnato al settore agricolo un contributo economico pari a 52.720 euro – sottolinea l’assessore Donatella Amici –. Agli agricoltori che pagano anche la quota irrigua la quota viene decurtata alla prima bollettazione utile, per gli altri agricoltori sarà decurtata all’interno della bolletta del pagamento di bonifica 2021. Il rimborso sarà effettuato a cura del Consorzio di bonifica e sarà riconoscibile in bolletta dalla dicitura rimborso da parte del Comune di Cadeo Bonifica 2020”.
“Vitale è la simbiosi tra Consorzio e territorio, attraverso un’azione continuativa, solo così gli interventi sono efficaci, mi diceva Fausto in occasione della conferenza stampa realizzata insieme a Cadeo lo scorso 2 luglio – conclude Bricconi -. Un’azione che punta al bene comune e che non dobbiamo arrestare ma rendere capillare sull’intero territorio”.

Nella foto, Fausto Zermani,  il sindaco Marco Bricconi, il vicesindaco Toma e l'assessore Amici scattata a Cadeo il 2 luglio scorso in occasione di una conferenza stampa in Municipio.

Pubblicato il 21 settembre 2020

Ascolta l'audio   

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente