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Notizie Varie

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La Regione: «Entro il 2022 tutte le scuole connesse in banda ultra-larga»

 scuole emiliane

Scuole sempre più connesse e veloci, con l’arrivo della banda ultra-larga in tutti i plessi scolastici dell’Emilia-Romagna entro il 2022. È stato approvato l’accordo tra Regione Emilia-Romagna, ministero dello Sviluppo economico, Lepida Scpa e Infratel Spa per collegare alla rete in fibra ottica a 1Gbps le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado dell’intero territorio regionale, da Piacenza a Rimini. 24 milioni di euro le risorse disponibili: fondi destinati alla Regione dal Comitato nazionale Banda Ultra Larga (Cobul) del ministero dello Sviluppo economico, con l’attuazione degli interventi previsti nel Piano Scuole. Sono oltre 1.200 quelle già connesse con la banda ultra-larga, più della metà degli istituti presenti in Emilia-Romagna, ma entro due anni lo saranno anche le restanti 1.173. Oltre a una rete più veloce, Lepida fornirà gratuitamente anche le attività di assistenza e manutenzione per dieci anni, in più i servizi di porta autenticata per l’accesso di studenti e docenti e il filtraggio dei siti per navigare in sicurezza.
A presentare il Piano è stata l’assessore regionale alla Scuola e Agenda digitale, Paola Salomoni, in Commissione assembleare: “La Regione, assieme a Lepida, ha sempre investito nel digitale - ha affermato l’assessore -. A maggior ragione, in un momento in cui le tecnologie digitali rappresentano uno strumento essenziale per lavorare e studiare, dotare le scuole di connessioni a banda ultra-larga è una priorità. Tutti gli istituti, dai centri urbani alle aree montane, devono essere messi nelle condizioni di usufruire delle nuove tecnologie e beneficiare così del massimo della connettività, perché nessun comune deve rimanere indietro: sin dall’inizio della legislatura questa è stata la priorità. Sul sito della Regione- ha poi spiegato- è disponibile il Piano banda ultra-larga con l’elenco delle scuole del territorio regionale che saranno connesse, oltre a una mappa per facilitare la loro localizzazione e visionare i tempi, tutto in totale trasparenza come nostra consuetudine fare”.

L'assegnazione sulla richiesta dei Comuni


Non solo, perché si sta chiudendo il bando per la distribuzione di 800 computer fissi dismessi da Lepida, messi a disposizione delle scuole dell’Emilia-Romagna anche per fronteggiare le difficoltà legate alla didattica a distanza. L’assegnazione sarà effettuata sulla base delle domande presentate da Comuni e Province, in numero proporzionale alla popolazione provinciale del territorio di richiesta e alla popolazione di studenti di riferimento. L’accordo sottoscritto dalla Regione e recepito da una recente delibera di Giunta stabilisce la connessione di tutte le 1.173 scuole non ancora collegate in banda ultra-larga. Gli istituti sono così suddivisi: 206 in provincia di Bologna; 172 a Reggio Emilia; 137 a Rimini; 130 a Piacenza; 118 a Ferrara; 117 a Modena; 116 a Parma; 107 a Forlì-Cesena; 70 a Ravenna. La connessione diffusa degli istituti scolastici a livello regionale consentirà così l’apprendimento, la formazione e l’introduzione alle tecnologie telematiche, oltre a favorire l’insegnamento ai docenti con la didattica a distanza, sempre più necessaria come l’emergenza sanitaria sta dimostrando. L’obiettivo è di attivare la connettività a 221 scuole già nei prossimi mesi, ad altre 559 nel 2021, per poi concludere i lavori nel 2022. Sul sito della Regione è disponibile il Piano banda ultra larga con l’elenco delle scuole del territorio regionale che saranno connesse e una mappa per facilitare la loro localizzazione. Le scuole e i rispettivi Comuni e province di riferimento possono segnalare all'indirizzo coordinamentoader [AT] regione [DOT] emilia-romagna [DOT] it eventuali plessi non compresi nell’elenco, in modo da attivare le opportune verifiche e integrare la pianificazione.

Pubblicato il 24 novembre 2020

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Tamponi rapidi anche negli ambulatori dei medici e dei pediatri

Tamponi rapidi

Tamponi rapidi anche negli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta dell’Emilia-Romagna. Il provvedimento, operativo tra pochi giorni e che durerà – salvo ulteriori proroghe – fino al 31 dicembre 2020, è frutto di un duplice accordo siglato oggi della Regione: con Fimmg (per i medici di medicina generale) e con Fimp e Federazione Cipe-Sispe-Sinspe (per i pediatri di libera scelta). La “materia prima” c’è già: i quasi 45mila tamponi antigenici rapidi, forniti all’Emilia-Romagna dal Commissario per l’emergenza Covid-19 insieme ai Dispositivi di protezione individuale, sono già stati distribuiti nei magazzini delle singole Aziende Usl e a brevissimo verranno consegnati a medici e pediatri. “Un passo molto importante per rafforzare l’attività di indagine epidemiologica- commentano il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Ringraziamo i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta per la disponibilità dimostrata, perché il loro impegno è prezioso e di grande rilevanza: i tamponi rapidi antigenici sono un utile strumento per contenere l’epidemia, fornire alla popolazione una risposta tempestiva e una conseguente presa in carico rispetto alla diagnosi nel caso ci sia il sospetto di Covid-19”. “In questa situazione così critica- concludono Bonaccini e Donini- è fondamentale unire le forze e fare squadra”. Le intese siglate dalla Regione danno attuazione agli accordi collettivi nazionali del 30 ottobre 2020, che contengono disposizioni per il potenziamento dei servizi erogati dalla medicina e dalla pediatria generale nell’attività di indagine epidemiologica attraverso l’accertamento diagnostico. Con un obiettivo preciso: contribuire a identificare rapidamente i focolai e a isolare i casi.

Come funziona

In base all’accordo siglato i pazienti, per effettuare i tamponi antigenici rapidi, dovranno prenotare dopo aver fatto un triage telefonico. Potranno fare il test dal proprio medico di medicina generale - qualora operi nel proprio studio - i contatti stretti asintomatici individuati dal medico stesso oppure segnalati dal Dipartimento di Sanità pubblica in attesa di tampone rapido; e i casi sospetti di contatto che il medico di medicina generale si trova a dover visitare e che decide di sottoporre a test rapido. Qualora il medico operi in strutture rese disponibili dall’Azienda sanitaria (per esempio, in una Casa della salute), gli si potrà chiedere di ampliare il proprio target anche agli assistiti di altri medici di medicina generale, nello specifico a contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica/Igiene e Prevenzione al medico individuato. I medici titolari di incarichi temporanei, provvisori, di sostituzione a breve o lungo temine (compresi i medici che frequentano il corso di formazione specifica), eseguono e rendicontano le attività relative ai test con le stesse modalità dei titolari. Nelle strutture rese disponibili dall’Azienda Usl fanno test diagnostici, in caso di necessità, anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica), i medici di emergenza sanitaria territoriale (ad esempio, nel 118), i medici della medicina dei servizi (come quelli che operano negli istituti penitenziari) e i medici impegnati nelle attività territoriali programmate. Le Aziende Usl forniscono il proprio supporto attraverso l’individuazione e l’organizzazione delle sedi idonee dove effettuare i test rapidi qualora i medici di assistenza primaria non possano eseguirli nel proprio studio. Potrà anche essere utilizzata una modalità di erogazione drive through, secondo un criterio di prossimità al bacino di utenza, con modalità definite a livello aziendale tramite specifici accordi. La fornitura dei tamponi antigenici rapidi, o di altro test previsto nell’accordo collettivo nazionale del 30/10/2020, è assicurata ai medici dal Commissario per l’emergenza Covid-19 insieme ai Dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, visiere e camici). Tutto il materiale (test e dispositivi) è già stato fornito ai centri logistici indicati dalla Regione, e di qui ai magazzini delle Aziende Usl. Le modalità di consegna ai medici viene stabilita a livello aziendale. Ai medici che non effettuano i tamponi in studio, saranno in ogni caso assicurati Dispositivi di protezione individuale necessari. In caso di esito positivo, il medico lo comunica al paziente e lo informa sul percorso da seguire. Il medico si autentica tramite la propria cartella opportunamente integrata o tramite il portale regionale SOLE, in modo da registrare l’esito positivo; ciò anche al fine di segnalare il caso al Dipartimento di Salute pubblica. Il medico valuta, quindi, le condizioni cliniche del paziente, e lo informa sull’obbligo di rispettare l’isolamento al domicilio, ovvero di continuare il proprio stato di quarantena in attesa dell’esito del tampone di conferma (molecolare). Il medico prende dunque in carico il paziente e gli fornisce le indicazioni opportune da seguire. In caso di esito negativo, il risultato è registrato sul portale regionale SOLE e ne viene rilasciata attestazione al paziente.

Il supporto delle Usl

I medici di medicina generale prendono in carico i propri assistiti posti in isolamento o quarantena - con l’eventuale supporto dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca) - fornendo ai soggetti interessati le informazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire. Valutano l’opportunità di porre in sorveglianza attiva, con il contatto telefonico o telematico, i soggetti che necessitano di un maggior supporto, nello specifico i pazienti a rischio di complicazioni. I pediatri di libera scelta utilizzano i tamponi antigenici rapidi durante l’attività ambulatoriale o domiciliare a favore dei propri assistiti. Sia che operi nel proprio studio (anche per gli assistiti di altri pediatri) o che si trovi ad operare in strutture rese disponibili dall’Azienda Usl, il pediatra esegue i test antigenici su prenotazione e dopo aver fatto un triage telefonico prioritariamente per i contatti stretti asintomatici - alla prima data utile dopo la scadenza dell’isolamento - identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica al medico individuato (è il target privilegiato); per i contatti stretti asintomatici individuati dal pediatra; per i casi sospetti di contatto che il pediatra visita e decide di sottoporre a test rapido. Anche in questo caso, come per i medici di medicina generale, le Aziende Usl forniscono il proprio supporto preferibilmente attraverso l’individuazione delle sedi idonee ove effettuare i test rapidi qualora i pediatri di libera scelta siano impossibilitati a eseguirli nel proprio studio. Potrà essere utilizzata una modalità di erogazione drive through, secondo un criterio di prossimità al bacino di utenza. In considerazione delle possibili difficoltà di esecuzione dei tamponi nella fascia di età pediatrica, le Aziende Usl forniranno personale di supporto in base alle necessità.

Quando si conoscono gli esiti

Fornitura dei test e dei Dispositivi di protezione individuale (Dpi), come per i medici di medicina generale, sono a carico del Commissario per l’emergenza Covid-19. In caso di esito positivo, il pediatra comunica l’esito ai genitori o familiari del paziente, informandoli sul percorso da seguire. Il pediatra si autentica tramite la propria cartella opportunamente integrata o tramite il portale regionale SOLE per registrare l’esito, valuta le condizioni cliniche e raccomanda fortemente l’isolamento al domicilio in attesa dell’esito del tampone di conferma, quando previsto. Il pediatra prende in carico il paziente e fornisce le opportune indicazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire nel periodo in oggetto. Nel caso in cui il pediatra effettui un tampone su un paziente che non risulti tra le scelte in carico, comunicherà al pediatra del bambino l’esito e quest'ultimo prenderà in carico il suo paziente. In caso di esito negativo, il risultato è registrato sul portale regionale SOLE e ne viene rilasciata attestazione al paziente. I pediatri di libera scelta prendono in carico i propri assistiti posti in isolamento o quarantena, con l’eventuale supporto dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca), fornendo alle famiglie interessate le informazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire. Valutano l’opportunità di porre in sorveglianza attiva, con il contatto telefonico o telematico quotidiano, i bambini/ragazzi che necessitano di un maggior supporto, nello specifico quelli a maggior rischio di complicazioni.

Pubblicato il 24 novembre 2020

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I «Progetti del Cuore» realizzano un mezzo per Carpaneto, Podenzano e San Giorgio

anteas


Il sostegno alle persone in difficoltà arriva anche in tempo di emergenza a sanitaria. Per garantire i servizi di trasporto a tutte le persone fragili, anziani, bambini e disabili si è tenuta il 13 novembre la consegna delle chiavi, per l’inaugurazione del nuovo mezzo di trasporto per i cittadini di Carpaneto Piacentino, Podenzano e San Giorgio Piacentino.
In questa occasione i “Progetti del Cuore”, avviati da qualche tempo sul nostro comune, rendono disponibile da oggi un nuovo mezzo di trasporto per le persone anziane e diversamente abili per garantire ai cittadini il servizio di trasporto sociale gratuito per una durata di due anni, durante i quali il servizio sarà garantito e gestito in maniera integrale: dall’allestimento del mezzo per il trasporto disabili, alla gestione delle spese (come ad esempio l’assicurazione compresa di copertura kasko).
L’importanza e l’urgenza di questo progetto nascono dalle sempre crescenti necessità del territorio, soprattutto in questo periodo di emergenza, in cui molti Comuni si sono occupati di sostegno alle persone fragili anziani, bambini e disabili.
Quest’anno a ricevere il mezzo sarà il Comune di Carpaneto Piacentino Podenzano e San Giorgio Piacentino, che avrà a disposizione un Fiat Doblo attrezzato per il trasporto dei cittadini diversamente abili e in stato di necessità. Da sempre l’Anteas si occupa di aiutare le persone in difficoltà del territorio, come anziani, disabili o malati che ogni giorno hanno bisogno di assistenza.
Il progetto ha preso, così, il suo via effettivo nonostante le attuali norme restrittive in materia confinamento, lasciando le chiavi nelle mani dei volontari che cominceranno i servizi e mandando un messaggio di ringraziamento a tutti i sostenitori, per i quali l’invito alla cerimonia di inaugurazione effettiva è stato rimandato non appena le condizioni di confinamento lo consentiranno.
“Prima dell’avvento del Covid – spiega il Presidente Tamborlani- facevamo tutti i trasporti in convenzione con servizi sociali del comune che ci segnalavano i casi su cui si doveva intervenire gratuitamente con servizio di trasporto presso gli ospedali ecc. Con l’andare avanti della situaione d’emergenza Anteas ha ulteriormente modificato i suoi servizi facendo un accordo con Caritas per la consegna a domicilio di generi alimentari. Nell’attesa di poter ripristinare tutti i servizi”.
A sostenere il progetto anche Annalisa Minetti, che aveva presentato l’iniziativa all’inizio nell’ambito dei “Progetti del Cuore”: “La mia esperienza personale mi ha resa particolarmente sensibile a tutte le iniziative con cui si cerca di migliorare la vita dei cittadini diversamente abili, al punto di avermi guidato verso i “Progetti del Cuore” come quello che si sta portando avanti a Carpaneto Piacentino, Podenzano e San Giorgio Piacentino: la vocazione di questa iniziativa è di contribuire a risolvere il problema, sempre più stringente per l’Amministrazione pubblica e per le associazioni di volontariato, della destinazione di fondi per l’acquisto di mezzi da trasformare e adibire al trasporto dei cittadini con disabilità o ridotta capacità motoria”.
Ed è stato proprio grazie alla partecipazione della attività locali che si è potuta garantire l’esistenza di questo un servizio, che corrisponde ad una necessità imprescindibile sul territorio. Le aziende che hanno aderito, oltre a trasferire sul proprio marchio il valore aggiunto di questo nobile servizio, hanno potuto sostenere e aiutare i membri più fragili della comunità.

Pubblicato il  20 novembre 2020

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Ichino a Cives: «L’Italia più attrattiva dal punto di vista lavorativo»

cives

Pietro Ichino a Cives, il corso dell’Università Cattolica di educazione civica, presenta il suo ultimo libro edito da Rizzoli “L’intelligenza del lavoro, quando sono i lavoratori a scegliersi l’imprenditore”. Il dottor Ichino, giurista, giornalista, professore universitario, dirigente sindacale è stato membro della commissione lavoro della camera dei deputati e si è sempre dedicato allo studio del mondo del lavoro elaborando possibili soluzioni, ecco le sue posizioni.

Domanda ed offerta di lavoro

“Il mercato del lavoro non è soltanto un luogo dove gli imprenditori selezionano i propri dipendenti, ma anche un posto dove le persone possono scegliere l’impresa a loro confacente. Potrebbe apparire un’affermazione paradossale ed utopica, ma se ci guardiamo attorno vediamo molte situazioni in cui sono proprio i lavoratori a decidere dove svolgere la propria attività. Il vero problema è che non tutti hanno questa possibilità e per questo è necessario offrire ad ognuno l’opportunità di concretizzare tale principio, assicurando alle persone le necessarie informazioni, una formazione adeguata e un’efficiente assistenza alla mobilità in ragione della domanda di lavoro esistente. Le imprese, che sono sempre più flessibili a livello globale, tendono a dislocarsi nei luoghi dove possono trovare forza lavoro adeguata alle proprie necessità. A rendere debole la persona nel mercato del lavoro non è tanto lo squilibrio tra domanda ed offerta, quanto piuttosto il difetto di servizi, per questo è essenziale fornire informazioni su dove esistano le opportunità migliori e formare per renderle praticabili. L’effetto di un mercato del lavoro non informato e formato, determina una mancata corrispondenza tra domanda ed offerta”.

I giacimenti occupazionali

“Esistono giacimenti occupazionali indipendenti dagli incentivi statali e anche oggi, nonostante la crisi dovuta al covid-19, tale esigenza permane. La difficoltà che le imprese denunciano è quella di reperire lavoratori e non solo per le professioni qualificate, ci sono settori che proprio in questo periodo hanno visto aumentare il loro fatturato e manifestano l’incapacità di trovare risorse umane. Oggi è possibile conoscere in tempo reale il fabbisogno occupazionale prevedibile settore per settore, azienda per azienda, ma è necessaria una formazione professionale efficace e permanente che dia accesso alla domanda di lavoro esistente, questo diritto, sopratutto nellera delleconomia digitale e globalizzata, deve diventare comune a tutti i lavoratori presenti e futuri. Per questo motivo occorre un monitoraggio approfondito tra formazione impartita e sbocchi occupazionali effettivi, realizzabile attraverso l’istituzione di un’anagrafe della formazione professionale, indispensabile per l’orientamento, che consenta di fornire agli utenti indicazioni attendibili sui percorsi che daranno occupazione. Nel nostro paese esistono servizi di orientamento professionale, però non vengono erogati in modo capillare come in altri stati dove raggiungono non solo chi è già inserito nel mondo del lavoro, ma anche ogni adolescente all’uscita dei percorsi scolastici, tracciando le sue aspirazioni e capacità, indicando le strade percorribili con realistiche probabilità di poter svolgere il lavoro desiderato. In Italia purtroppo si privilegia maggiormente l’interesse degli addetti alla preparazione più che rispondere alla domanda di formazione. Si spendono fiumi di denaro spesso malamente e distribuiti in modo clientelare, secondo criteri di lottizzazione politica”.

Quando a scegliere l’imprenditore è la collettività 

“La globalizzazione consente alle imprese di mettere in concorrenza tra loro i lavoratori di tutto il mondo, ma nel contempo una collettività di lavoratori che vuole valorizzare il proprio territorio può ricercare l’impresa che meglio corrisponde alle proprie esigenze e alla propria formazione professionale. Si apre un nuovo ruolo del sindacato che dovrebbe guidare i lavoratori in questa ricerca, accompagnandoli a valutare i piani industriali degli imprenditori e a negoziare la scommessa comune. Questa può rappresentare la speranza di riscatto economico sopratutto per il nostro mezzogiorno, spalancando il paese al meglio dell’imprenditoria. Purtroppo in Italia si è sempre stati ostili alle multinazionali che in sè non sono né buone nè cattive, ma è necessario sapere esaminare la loro affidabilità sul piano etico, della trasparenza, della solidità finanziaria e dell’affidabilità tecnica. Prendersi il meglio della globalizzazione significa mettere in concorrenza gli imprenditori sul lato dell’offerta di lavoro, la difesa dell’italianità delle imprese rappresenta un grave errore e dobbiamo entrare nell’ordine d’idee che più piani industriali affluiscono nel nostro paese, più si rafforza la possibilità dei lavoratori di scegliere. Promuovere sul territorio la possibilità d’insediamento di una pluralità di aziende in concorrenza tra loro, significa aumentare la possibilità di scelta. È necessario rendere l’Italia maggiormente attrattiva dal punto di vista lavorativo”.

Stefania Micheli

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Pubblicato il 24 novembre 2020

Nove Agriturismi donano 500 euro per una scuola in Uganda

alito

 

Basta un chicco di riso a unire Piacenza e l’Uganda. Nove agriturismi della provincia di Piacenza hanno donato 500 euro ad Africa Mission Cooperazione e Sviluppo: si tratta di aziende di Campagna Amica associate a Terra Nostra che hanno aderito alla campagna benefica “Abbiamo riso per una cosa seria” promossa da Focsiv e Coldiretti, acquistando 85 chili di riso. Il ricavato, a cui si è aggiunta una donazione del presidente Ugo Agnelli e del direttore Claudio Bressanutti di Coldiretti Piacenza, ammonta a 500 euro e verrà destinato alla Scuola di Agribusiness di Alito, che Africa Mission Cooperazione e Sviluppo gestisce da qualche anno in Uganda.
La consegna dell’assegno si è svolta nella sede di Coldiretti Piacenza alla presenza del direttore di Africa Mission Carlo Ruspantini, del presidente di Coldiretti Ugo Agnelli, dell’agronomo Celestino Poggioli e della referente della campagna Elisabetta Dordoni.
Ad aderire alla campagna sono stati: “Le rondini società agricola” di Lodino di Gazzola, “Casa Nuova” di Rivergaro, “Il Castello di Folignano” in località Castello di Ponte dell’olio, “Azienda agrituristica Val Riglio” di Ronco di San Giorgio, “Cascina Morina” in località Morina di Bobbio, “Tenuta Casteldardo” di Besenzone, “Oasi del Gargatano” di Piacenza, “Molino fuoco” in località Mulino Fuoco di Podenzano e “Oddi agriturismo Il viandante” in località Spada di Borgonovo.
“Per noi il sostegno di queste aziende è importante – spiega Ruspantini – attraverso la campagna “Abbiamo riso per una cosa seria” aiutiamo sia i produttori della Coldiretti, sia gli agricoltori formati nella Scuola di Agribusiness di Alito”.
“Siamo orgogliosi che alcuni agriturismi abbiano voluto dare una mano a una realtà attiva in Uganda come Africa Mission Cooperazione e Sviluppo – spiega Agnelli – personalmente ricordo don Vittorione e quando penso all’Africa un pensiero va a lui. Il fatto di poter sostenere gli agricoltori in Uganda in un momento difficile come quello attuale ci fa piacere: ci auguriamo di poter continuare a essere vicini all’associazione”.  

Pubblicato il 20 novembre 2020   

           

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