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Notizie Varie

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Celebrata la giornata della Memoria

basini

In forma raccolta nel rispetto di tutte le normative vigenti per l'emergenza sanitaria in atto, si è svolta la cerimonia di commemorazione delle vittime della Shoah, nella cornice del Giardino della Memoria al civico 6 di Stradone Farnese.
Al saluto del Prefetto Daniela Lupo è seguito l'intervento del Sindaco e Presidente della Provincia Patrizia Barbieri; un  momento di preghiera è stato  affidato al parroco della basilica di Sant'Antonino, don Giuseppe Basini.

Il discorso del sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri

Nella ricorrenza che rende omaggio, in tutto il mondo, alle vittime della Shoah, celebriamo in forma necessariamente raccolta – ma ugualmente sentita, nella commossa partecipazione di tutte le istituzioni che oggi rappresentano la comunità piacentina – il Giorno della Memoria, ripercorrendo le pagine più buie della nostra storia per condividerne il significato e il profondo insegnamento.
Era la seconda metà del 1944, quando le autorità al comando delle SS di stanza ad Auschwitz decisero di evacuare circa 65 mila prigionieri verso altri lager, interni al Reich tedesco. Incalzati dall'avanzata del fronte orientale, cominciarono a distruggere le prove dei crimini contro l'umanità commessi all'interno del campo di concentramento. Bruciarono documenti ed elenchi di prigionieri, uccisero i detenuti ebrei del Sonderkommando che, tra quelle mura, erano stati testimoni oculari dello sterminio. E, preparandosi a far saltare in aria gli edifici, iniziarono a smantellare fornaci, crematori e camere a gas, che rimasero in funzione almeno sino al gennaio del 1945.
Non riuscirono, tuttavia, a nascondere ogni evidenza dell'orrore perpetrato nel corso degli anni. Le prime tracce, mute e indelebili nell'interrogare ancora oggi la nostra coscienza, giacevano nelle pieghe di centinaia di migliaia di vestiti e scarpe accatastati, tra quasi otto milioni di tonnellate di capelli. Quello stesso “mucchio di riccioli biondi, di ciocche nere e castane” che Joyce Lussu ha descritto di Buchenwald, ricordandoci con amarezza che “servivano a far coperte per i soldati”, perché – nell'agghiacciante pianificazione di ogni dettaglio – “non si sprecava nulla...”.
Quando le truppe sovietiche varcarono la soglia di Auschwitz, nel complesso rimanevano poco più di 7000 detenuti, in gran parte malati, stremati dalla fame, dal freddo e dagli stenti, ma ancor prima dalla brutalità dell'accanimento contro i più deboli. Tra le baracche abbandonate, mentre il fuoco devastava le strutture ancora esistenti, non c'era più acqua né elettricità. Chi ancora restava, cercava disperatamente nei magazzini qualcosa da mangiare, abiti o coperte: molti caddero fucilati dai soldati di guardia, altri perché il loro fisico scheletrico e denutrito non poteva più sopportare neppure il cibo che, finalmente, avrebbe dovuto restituire loro la vita.
Persone ombra, le definì il fotografo polacco che poco dopo la liberazione si addentrò oltre il filo spinato per filmare un documentario: “La guerra – raccontò – mi aveva già preparato al dolore, ai corpi feriti, alla morte. In trincea, scattavo senza che mi tremassero le mani; ma non qui, dove in me cresceva un disagio al quale pensavo di essere immune: solo attraverso il filtro dell'obiettivo, potevo spingermi ad aprire gli occhi su ciò che era intorno”.

Un dovere morale e civile verso tutte le vittime della Shoah
Uno spettacolo incredibile per chi lo volle guardare, ha ribadito la senatrice Liliana Segre di fronte al Parlamento Europeo un anno fa, sottolineando che qualcuno non vuole vedere neanche adesso, proprio come allora “le finestre restarono chiuse sul male altrui”. E' a maggior ragione per questo, che oggi siamo chiamati a ricordare, contro ogni negazionismo. E' il dovere morale e civile che abbiamo nel nome di tutte le vittime della Shoah, di cui un milione e 300 mila bambini, donne e uomini deportati ad Auschwitz; non più di 200 mila, tra loro, sopravvissero.
Ogni giorno, il Memoriale del campo pubblica i loro volti, per ciascuno una breve nota biografica. Pochi termini, tristemente ricorrenti: “Ucciso dopo la selezione”. Dopo la selezione. Teniamole a mente, queste tre parole, serbiamone l'enormità indicibile, perché è racchiuso qui, nello spazio apparentemente minimo di una piccola frase, il baratro della soluzione finale. L'estrema deriva dell'odio antisemita e dell'ideologia nazista della supremazia razziale, che si abbatté con violenza disumana su ogni forma di diversità: religiosa, politica, etnica. Sulle persone disabili e omosessuali. Sulla ricchezza dell'individualità che richiede sempre e comunque rispetto.
All'impossibilità di accettare, restare indifferenti o sminuire in qualsiasi modo l'aberrazione di ciò che è stato, ha dato voce tante volte, in questi anni, Franco Pesaro, la cui scomparsa abbiamo pianto pochi mesi fa. Fratello più giovane di Tina, morta il 31 dicembre del 1944 nel campo di concentramento di Landsberg, durante la guerra scappò da Castelsangiovanni e trovò rifugio in Svizzera, sottraendosi al destino quasi certo della deportazione e delle violente persecuzioni contro la popolazione ebraica, che già lo avevano costretto, a seguito delle leggi razziali, a non poter più frequentare la scuola. Solo in età matura, come lui stesso spiegava, poté trovare la forza di fare i conti con la sofferenza che si portava dentro, condividendola con gli altri. “Credo che sia giusto lasciare un segno visibile anche nei confronti di chi verrà”, diceva, richiamando il bisogno di conoscere la storia e di trasmetterne l'insegnamento alle giovani generazioni.
Accogliamo quel messaggio e facciamolo nostro, oggi più che mai, nell'onorare il Giorno della Memoria. Perché non venga mai meno la consapevolezza, la coscienza nell'agire, la responsabilità nei confronti degli altri, la necessità di difendere i diritti e la dignità che costituiscono il patrimonio della nostra umanità.

Pubblicato il 27 gennaio 2021

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Jazz Club, concerto per i 90 anni di Gianni Coscia

Gianni Coscia di An2C5A381

Tempo di compleanni al Milestone Jazz Club. Nel mese di gennaio ricorre sia l’anniversario dell’inaugurazione del locale sinonimo di musica dal vivo a Piacenza, avvenuta con una serie di concerti memorabili nel 2007, sia il novantesimo compleanno di Gianni Coscia, uno dei più amati jazzisti italiani che è stato scelto come effigie della tessera del Piacenza Jazz Club per questo 2021.
Non volendo passare sotto silenzio queste felici circostanze, al Jazz Club si è pensato di festeggiare in musica, coinvolgendo quanti più soci e sostenitori possibili, sempre nel pieno rispetto delle regole imposte dalla situazione sanitaria attuale.
Domenica 31 gennaio alle ore 18 sul palco del Milestone si potrà riunire di nuovo, dopo una lunga assenza, un quintetto molto affiatato di musicisti che sono anche docenti della Milestone School of Music: Gianni Azzali al sax tenore, Gianni Satta alla tromba, Giovanni Guerretti al pianoforte, Alex Carreri al contrabbasso e Luca Mezzadri alla batteria. I cinque renderanno omaggio all’estro compositivo e alla storia musicale di Gianni Coscia, fisarmonicista simbolo per intere generazioni di musicisti italiani.
Il concerto sarà trasmesso in streaming sul canale YouTube dell’Associazione (www.youtube.com/channel/UCL-gSNn7jZ9bg7ezkVR8jxA/videos).
Dal momento che ancora non è consentito avere il pubblico presente in sala, l’idea da cui è partita l’Associazione è quella di offrire uno spettacolo dal punto di vista qualitativo il più alto possibile, sia come impatto visivo, con l’ausilio di ben tre telecamere che garantiranno inquadrature sempre differenti del gruppo, sia per quanto riguarda l’audio, che sarà molto curato, come ben sanno i frequentatori del Milestone. Le riprese e la regia dal vivo dell’evento saranno a cura di Fausto Mazza Studio, il creativo che cura da diversi anni ormai l’immagine del Piacenza Jazz Fest.

Parte la campagna tesseramento

La serata sarà inoltre l’occasione per lanciare la campagna di tesseramento 2021 in attesa che si possa tornare a proporre musica dal vivo. Come ben sanno i soci, la tessera del Piacenza Jazz Club offre l’opportunità di seguire tutti gli eventi organizzati dall’associazione sia all’interno del Milestone sia per il festival garantendo un accesso privilegiato. D’altro canto il tesseramento è un aspetto essenziale per la vita di un’associazione culturale non solo da un punto di vista economico, come entrata virtuosa che viene rimessa in circolo creando occasioni di cultura, ma anche come segnale di partecipazione e adesione all’idea che l’associazione ha la cura di promuovere, in questo caso specifico il meglio della musica jazz in circolazione.
Purtroppo per il secondo anno consecutivo il tesseramento è stato messo in crisi dalla pandemia tuttora in corso, andando a debilitare questo apporto essenziale alla vita associativa. La campagna di tesseramento vuole essere quindi un richiamo a tutti i soci del passato e a tutta una più ampia fascia di simpatizzanti, perché diano un segnale di sostegno concreto e importante in grado di dare fiducia non solo a livello simbolico.
La tessera si potrà fare direttamente presso la segreteria del Piacenza Jazz Club, aperta nei pomeriggi dei festivi dalle 15 alle 19.30, oppure con un pagamento online tramite bonifico o con paypal paypal.me/piacenzajazz.
Per maggiori informazioni e per aderire alla campagna di tesseramento si consiglia di visitare il sito www.piacenzajazzclub.it e seguire le sue pagine social su facebook, twitter e instagram.

Pubblicato il 26 gennaio 2021

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«A spasso con il mio metro», tutti i premiati del concorso

classe 4 2A

Sono stati consegnati idealmente online, i riconoscimenti agli alunni delle scuole primarie di città e provincia – statali e paritarie – partecipanti al concorso “A spasso con il mio metro”, promosso dal Ceas Infoambiente del Comune di Piacenza in collaborazione con il Comitato organizzatore della Placentia Half Marathon.
“I
bambini – commentano i fautori dell’iniziativa – sono stati straordinari. Si sono espressi con fantasia, spontaneità, creatività, uso libero dello spazio e del colore. La distanza buona è stata garantita da ombrelli, surf, matite, skate, cinture, abiti, trecce, cappelli di ogni foggia... persino spade e ciabattate di mamme feroci, piranha e draghi! Ma anche resa visibile da nasi, lingue, braccia, guinzagli, immaginifici gattometri, metroporcelli e proboscidi graduate, narrata in storie di città o in favole di bosco, commentata da slogan semplici o elaborati. E ci ha ricordato che possiamo continuare a muoverci con speranza, nella danza, anche in vacanza, uniti nell'amicizia”.

I VINCITORI

Al plesso di Sant’Antonio – che ha visto in collegamento anche il dirigente del 3° Circolo didattico Romeo Nicola Manno, è andato il premio per aver coinvolto, nell’iniziativa, tutte le classi e tutti gli alunni. Lo stesso riconoscimento, per il maggior numero di iscritti a livello di Circolo, è stato attribuito all’Istituto Comprensivo di Pianello. A entrambi è stato assegnato il buono acquisto per materiale scolastico, messo a disposizione da Coop Alleanza 3.0 come tutti i premi, del valore di 150 euro.
Questi i premi individuali, del valore di 25 euro ciascuno in buoni acquisto, destinati ai primi tre classificati per ogni fascia d’età:

1° CLASSE

  1. Benedetta Marta, 1°A De Amicis
  2. Valentina B., 1°B Caduti sul Lavoro
  3. Alisia Volpini, Pianello Val Tidone

2° CLASSE

  1. Nikola Krstev, Sant’Antonio
  2. Francesca Rossi, Sant’Antonio
  3. Tea Fulgoni, Gazzola

3° CLASSE

  1. Sofia Marongiu, 3° Sant’Antonio
  2. Beatrice Bonetti, 3° Sant’Antonio
  3. Anna Alberici, Casa del Fanciullo

4° CLASSE

  1. Emma Olivini, Pianello Val Tidone
  2. A pari merito: Leonardo Dornini – Casa del Fanciullo e Alex Arcip, Casa del Fanciullo
  3. Marzia Brini, 4°B Don Minzoni

5° CLASSE

  1. Marco Martic, 5°C Vittorino da Feltre
  2. Sofia Riboni, Casa del Fanciullo
  3. Letizia Schiaffonati, Trevozzo

Vincono invece un buono acquisto da 50 euro ciascuno:

-       Kaur Bechi di Pianello Val Tidone per il miglior logo della campagna promozionale Pedibus “A spasso con il mio metro”

-       Gilda Barilli della 5° B Giordani, per il miglior elaborato sul mantenimento della distanza mentre si cammina verso la scuola con gli amici del Pedibus

-       Le sezioni A e B delle classi quinte del plesso di Sant’Antonio, per il miglior slogan della campagna di lancio Pedibus 2020-2021

Nella foto, uno dei disegni premiati: a pari merito, Leonardo Dornini – Casa del Fanciullo e Alex Arcip, Casa del Fanciullo.

Pubblicato il 26 gennaio 2021

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Passerini Landi, incontro sulla pagina facebook con Geda e Akbari

 

leggere

Gli scrittori Fabio Geda e Enaiatollah Akbari saranno protagonisti di un incontro in diretta sulla pagina facebook della biblioteca “Passerini Landi”. L’evento, giovedì 28 gennaio alle ore 18,  si colloca all’interno del progetto “La scelta di leggere Piace”, promosso dalla biblioteca comunale e dalla Fabbrica dei Grilli, in collaborazione con Equilibri e finanziato dal Cepell - Centro per il libro e la lettura del Mibact.
All’evento, condotto da Gabriela Zucchini di Equilibri, partecipano Graziano Villaggi, responsabile del servizio Biblioteche del Comune di Piacenza e Bernardo Carli, responsabile di Fabbrica&Nuvole, realtà che opera per la promozione e l’inclusione sociale nel quartiere Roma e che da oltre sette anni ha aperto una attività di scambio libri gratuito per promuovere la lettura in collaborazione con biblioteche e librerie indipendenti. Dal 2012, con il nome di “Fabbrica dei Grilli ApS” favorisce l’incontro tra la cittadinanza storica e le persone immigrate attraverso la valorizzazione delle diverse culture.

Geda, educatore di disagio minorile

Fabio Geda è nato nel 1972 a Torino, dove vive. Si occupa come educatore di disagio minorile e animazione culturale. Ha scritto su «Linus» e su «La Stampa» sui temi della crescita e dell’educazione. Collabora stabilmente con la Scuola Holden, il Circolo dei Lettori di Torino e la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. Il suo primo romanzo “Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani” (2007 Instar Libri, ora Feltrinelli) è stato finalista al Premio Strega. Nel 2010 ha scritto “Nel mare ci sono i coccodrilli”, pubblicato da Baldini e Castoldi Dalai, che ha avuto uno straordinario successo di vendite in Italia ed è stato tradotto in 28 paesi. Letto in tante scuole italiane, il libro è stato tradotto in spettacoli teatrali, in audiolibro ed è entrato nell’elenco dei finalisti del Premio Strega. Nel 2020, a distanza di dieci anni, è uscito il seguito della storia di Enaiatollah Akbari, “Storia di un figlio. Andata e ritorno”, sempre con Baldini e Castoldi. Al tema intergenerazionale, della memoria e delle incomprensioni familiari è dedicato il romanzo “L’estate alla fine del secolo” (2011, Dalai Editore). Nel 2017 ha pubblicato con Einaudi Stile Libero l’intenso e coinvolgente romanzo “Anime scalze”. Tra il 2015 e il 2018 è uscita la saga distopica per ragazzi “Berlin”, scritta a quattro mani con Marco Magnone, come pure “Il lato oscuro della luna”, prequel di Berlin, edito da Mondadori nel 2020.

Dall'Afganistan a Torino

Coautore con Geda di “Nel mare ci sono i coccodrilli” e “Storia di un figlio. Andata e ritorno”, Enaiatollah Akbari è nato in Afghanistan e vive a Torino. Ha circa dieci anni quando viene condotto in Pakistan dalla madre e lì abbandonato. In realtà si tratta di un atto d’amore: l’abbandono è un modo per salvargli la vita. Enaiatollah rimane a lungo in Pakistan e riesce a sopravvivere, a guadagnare e a farsi degli amici. Con Sufi, un ragazzo timido ma audace, decide di recarsi in Iran. Dopo un lungo viaggio arrivano in una città dove sono assunti come manovali, ma la polizia spesso interviene e li rispedisce in Afghanistan. Enaiatollah decide quindi di recarsi in Turchia: un tragitto nel sottofondo di un camion, alte montagne da scalare per giorni e giorni, assiderati dal freddo. Il paese risulta inospitale e così partono per la Grecia. C’è da attraversare un tratto di mare. Ci saranno i coccodrilli?, si chiedono i ragazzi che si ritrovano di fronte onde enormi. Ma riescono ad approdare in Grecia, e a raggiungere Atene. Dopo un’avventurosa traversata su un gigantesco rimorchio, Enaiatollah si ritrova a Venezia. Di lì passa a Roma e poi a Torino, dove finalmente incontra una famiglia che lo ospita e lo adotta. Viene accolto in Italia come rifugiato politico e inizia a studiare, imparando la lingua. Si laurea, e tuttora lavora e vive in Italia.

Pubblicato il 26 gennaio 2021

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Inaugurata la nuova palestra a Castel San Giovanni

palestra nuova castelsangiovanni

E’ stata inaugurata  la nuova palestra del Centro Scolastico Medio Superiore di Castel San Giovanni realizzata dalla Provincia di Piacenza. La struttura integra il campus relazionandosi armonicamente con esso.

La nuova palestra – Scheda tecnica

L’intervento, per un importo complessivo di 1 milione e 750mila euro, ha portato alla costruzione di un edificio che risponde ai canoni dell'architettura bioclimatica e della bioedilizia che ordinano, da alcuni anni, le scelte progettuali della Provincia. La nuova struttura è situata nel retro dell’attuale sede dell'Istituto Scolastico, nell’area che era di proprietà privata e che fu acquistata a titolo oneroso dal Comune di Castel San Giovanni nel corso della precedente amministrazione (durante il mandato del sindaco Carlo Capelli), per poi essere ceduta a titolo gratuito alla Provincia al fine di consentire l’attuale intervento.
La nuova palestra sarà utilizzata dagli studenti iscritti al Polo ‘Volta’ di Castel San Giovanni e dagli studenti della sede coordinata di Castel San Giovanni dell’Istituto Raineri-Marcora di Piacenza.
Il cantiere - avviato il 6 agosto 2019 e chiuso in questi giorni - è stato inevitabilmente interessato nei mesi scorsi dai blocchi dovuti all’emergenza sanitaria (per un totale di 43 giorni di sospensione, dal 23 marzo al 6 maggio 2020) che hanno riguardato, anche in seguito, soprattutto i fornitori: i ritardi nelle consegne sono andati a ripercuotersi sulle tempistiche esecutive, che sono state comunque contenute in termini ragionevoli.
La struttura è stata dotata di un campo da gioco di 626 mq che può contenere sia un campo da volley regolamentare secondo le normative della Federazione Pallavolo (FIPAV) sia un campo da basket di 26x14 metri
E’ invece di 140 mq la superficie complessiva destinata a spogliatoi, docce, infermeria, due locali arbitri e deposito attrezzi. Tutti gli spazi, da gioco e non, sono privi di barriere architettoniche e dotati di servizi igienici idonei a persone disabili.
L’intera struttura è stata progettata al fine di contenere l'effetto serra anche nella scelta di materiali a basso impatto ecologico. A tale scopo le strutture portanti sono in legno lamellare con archi a tre cerniere, analogamente alle due nuove palestre realizzate all’ex laboratorio Pontieri di Piacenza, con snodi in acciaio.

Pubblicato il 26 gennaio 2021

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