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Notizie Varie

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Incontro «I giganti dell’arte in cinque opere» dedicato a Klimt

 

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Sarà il genio di Gustav Klimt il protagonista del terzo incontro del ciclo “I giganti dell’arte in cinque opere”, fissato per martedì 9 febbraio alle ore 10.
La rassegna culturale dedicata ai piacentini della terza età è organizzata dall’ufficio Attività socio-ricreative del Comune di Piacenza e si avvale della preziosa collaborazione del prof. Alessandro Malinverni. La videoconferenza può essere seguita attraverso computer, tablet e cellulari, collegandosi alla piattaforma Google Meet e avrà la durata di circa 40 minuti. Dopo il successo di gradimento riscontrato con le videolezioni che si sono tenute a dicembre e a gennaio rispettivamente su Canova e Modigliani, il prof. Malinverni si concentrerà sul pittore austriaco, autore del celeberrimo “Bacio” e uno dei più significativi artisti della secessione viennese.
Gli utenti abituali dell’ufficio riceveranno via email o whatsapp l’indirizzo della videoconferenza e potranno seguire la lezione su Klimt cliccando sul link indicato. Chi volesse aggiungersi, può compilare il modulo online all'indirizzo https://cutt.ly/klimt. Il prossimo appuntamento è previsto per martedì 16 febbraio. Chi fosse interessato può contattare l’ufficio al numero 0523 492724.

Pubblicato il 3 febbraio 2021

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I Cavalli del Mochi nel nuovo libro di Tomaso Montanari

 LOCANDINATM

Tomaso Montanari presenta giovedì 4 febbraio a partire dalle ore 12 il suo volume Capolavori fuori centro – I cavalli di Piacenza di Francesco Mochi, edito per i tipi di Skirà con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano e in collaborazione con il Comune di PIacenza.
L’evento si tiene in diretta streaming sul sito www.lafondazione.com Partecipano il sindaco Patrizia Barbieri, il presidente della Fondazione Massimo Toscani, Corrado Azzollini e Anna Còccioli Mastroviti della Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza.
I monumenti equestri farnesiani di Francesco Mochi - si legge nella presentazione del volume - sono uno straordinario esempio di “patrimonializzazione”, cioè di ingresso di capolavori d’arte dell’antico regime nel patrimonio storico e artistico dell’Italia costituzionale e democratica. Una folta documentazione permette di ricostruire in dettaglio la genesi delle opere, sia da un punto di vista delle dinamiche della committenza dinastica e di quella civica, sia da quello del lavoro artistico e delle vicende legate alla fusione dei bronzi. L’orgogliosa libertà di Francesco Mochi esce ben leggibile da questa nuova ricostruzione. Un rinnovato esame delle opere – unico capolavoro in bronzo di un grande marmoraro, unico capolavoro della scultura protobarocca “fuori centro”, ovvero fuori di Roma – permette nuove acquisizioni critiche, specialmente nella lettura delle complicate, ricchissime allegorie del basamento del Ranuccio Farnese, che riacquistano una comprensibilità mai raggiunta dagli studi condotti fino a oggi. Il volume si avvale inoltre dei contributi di Anna Còccioli Mastroviti, sulle operazioni di restauro dei due monumenti nel corso degli ultimi due secoli, e di Marcello Spigaroli, sull’utilizzo della piazza che li ospita, e a cui danno nome, in senso scenografico e teatrale.
Tomaso Montanari (Firenze 1971), normalista, è professore ordinario di Storia dell’arte moderna presso l’Università per Stranieri di Siena, dopo aver insegnato all’Università di Napoli Federico II e a quella di Roma Tor Vergata. Autore di numerose pubblicazioni, ha vinto il Premio Giorgio Bassani di Italia Nostra per il giornalismo in difesa del patrimonio culturale. Ha ricevuto dal Presidente della Repubblica l'onorificenza di Commendatore «per il suo impegno a difesa del nostro patrimonio». Scrive sul Fatto Quotidiano e sul Venerdì di Repubblica.
I monumenti equestri del Mochi sono al centro di un’altra iniziativa a cura della Fondazione di Piacenza e Vigevano e del Comune di Piacenza: l’installazione dei diciotto grandi destrieri in vetroresina realizzati da Mimmo Paladino e collocati al centro di piazza Cavalli in una sorta di dialogo con le antiche sculture.

Pubblicato il 3 febbraio 2021

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Felicori: «I luoghi della cultura vanno riaperti»

Felicori 

Pieno accordo tra Regione e sindacati dello spettacolo sulla necessità di riaprire progressivamente i luoghi della cultura, sul sostegno all’innovazione della legislazione nazionale a tutela dei lavoratori del settore e per rendere più incisivo il ruolo dell’Osservatorio regionale sullo spettacolo.
Questi i temi al centro dell’incontro che si è svolto tra l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, il responsabile del Servizio Cultura e Giovani Gianni Cottafavi e i rappresentanti sindacali del settore di Cgil (Antonio Rossa e Viviana Gardi), Cisl (Antonella Amerini) e Uil (Giuseppe Rossi). L’assessore e i sindacati hanno concordato sulla necessità, nel pieno rispetto della priorità sanitaria, di riaprire progressivamente i luoghi della cultura con l’adozione delle misure di sicurezza ma anche su un altro punto di grande importanza, quello cioè di riprendere l’iniziativa per innovare la legislazione nazionale a tutela dei lavoratori della cultura, in particolare quelli discontinui, a partire dalla proposta di legge del 2020 “Disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo”.

L’assessore Felicori si è impegnato a sostenere la proposta in Parlamento sia tramite il Coordinamento delle Regioni italiane che col coinvolgimento dei parlamentari eletti in Emilia-Romagna, in particolare i componenti delle commissioni Cultura e Lavoro, mentre le organizzazioni sindacali regionali coinvolgeranno a questo scopo le loro rappresentanze nazionali. Impegno comune anche sul fronte dell’Osservatorio regionale dello spettacolo, per vagliare le possibilità per renderlo più incisivo nella rappresentazione delle forme e delle tipologie contrattuali di settore. In particolare, si potrebbe avviare lo studio di una lista di indicatori che, evitando appesantimenti burocratici, permetta di identificare le “buone pratiche” adottate dalle imprese nei rapporti di lavoro, con l’eventuale riconoscimento di una certificazione (esistente o meno), una sorta di bollino che possa anche permettere premialità nelle politiche regionali.

Si spera di ritornare alla normalità

I rappresentanti sindacali hanno anche espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla Film Commission col percorso avviato nel 2019, in particolare per l’inserimento nei bandi 2021 a sostegno della produzione cinematografica e audiovisiva di una premialità per l’assunzione diretta di personale operante in regione da parte delle imprese di produzione. “Con la progressiva riapertura dei luoghi della cultura puntiamo al ritorno alla normalità – spiega l’assessore Felicori-. Ma noi sappiamo, ce l’ha ricordato drammaticamente l’epidemia, che il settore cultura è fragile e vive anche per le tante carenze nella tutela dei lavoratori, spesso in condizione di precarietà. Allora, assieme ai sindacati dello spettacolo, dobbiamo usare i prossimi mesi per affrontare con decisione le problematiche dei diritti dei lavoratori dello spettacolo. La Regione userà le sue capacità di influenza perché le normative nazionali si muovano in questa direzione”. Tra un mese un nuovo confronto tra le parti.

Pubblicato il 3 febbraio 2021

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Ucid, l'invito alla speranza di papa Francesco

firma
Piergiorgio Marino dell'UCID di Genova (Unione cristiana imprenditori e dirigenti) commenta l'enciclica Enciclica “Fratelli Tutti” di papa Francesco.

L’Enciclica “Fratelli tutti”, focalizzata sulla “fraternità e amicizia sociale” ci fa capire la situazione in cui viviamo ma specialmente il modo con cui migliorarla. A tale scopo, dopo avere individuato le attuali “ombre di un mondo chiuso che ostacolano lo sviluppo della fraternità universale”, il Papa “desidera dare voce a tanti percorsi di speranza” che già esistono e che, anche attraverso le “buone pratiche”, servono a “pensare e generare un nuovo mondo aperto”, che persegua la “carità” attraverso i due principi inseparabili della “solidarietà” e “sussidiarietà”. Infatti “l’affermazione che come esseri umani siamo tutti fratelli e sorelle... ci pone una serie di sfide che ci muovono, ci obbligano ad assumere nuove prospettive e a sviluppare nuove proposte”
Partendo da queste intenzioni e specialmente dalle indicazioni della enciclica, vengono effettuate alcune riflessioni per cercare di capire come questo nuovo mondo potrebbe essere realizzato.
In generale si evidenzia la convinzione che, di fronte alla mondializzazione della economia ed al proliferare di numerosi conflitti, per assicurare l’
obiettivo finale dello sviluppo sostenibile e della pace, specialmente a favore delle popolazioni più povere, non siano più sufficienti gli “atti di generosità sporadici” o le “azioni benefiche” e gli “aiuti in denaro”. Occorre invece che tutti i soggetti, identificabili nelle singole persone, imprenditori, politici e comunità, intervengano sulle cause che li determinano, con modalità tali da eliminarle, seguendo le “nuove prospettive e proposte” indicate dalla enciclica.

Favorire l'amicizia e pace sociale


In particolare, partendo dall’alto con i soggetti che vengono chiamati architetti della pace, si ritiene necessario che
i politici riformino o costruiscano delle Istituzioni internazionali ai diversi livelli della vita sociale, dotandole di poteri e risorse adeguati, assicurati dal contributo delle tasse e dalla partecipazione degli altri soggetti secondo il principio di sussidiarietà, per realizzare politiche economiche e sociali di solidarietà a beneficio di tutti. A tale scopo essi possono utilizzare gli strumenti della cittadinanza e della democrazia, che garantiscono la possibilità di consultazione ed il voto. A loro volta gli imprenditori, con le loro imprese, sono chiamati a generare beni e ricchezza, e specialmente lavoro per tutti, realizzando la solidarietà direttamente tramite lo strumento degli investimenti sostenibili economicamente, socialmente e ambientalmente, e indirettamente tramite le tasse. Inoltre, essi possono perseguire la sussidiarietà tramite lo strumento della partecipazione dei collaboratori alla attività delle imprese, assicurata da accordi e contratti.
Partendo dal basso, le
persone e la comunità, che vengono definiti gli artigiani della pace, oltre alle iniziative dirette di solidarietà, possono favorire l’amicizia sociale e la pace sociale attraverso gli strumenti del dialogo e dei patti sociali e culturali. Inoltre, possono perseguire tale scopo tramite la partecipazione alla attività delle imprese e la realizzazione o perfezionamento delle Istituzioni precedenti, secondo il principio di sussidiarietà, utilizzando gli strumenti prima indicati per gli imprenditori e politici e contribuendo anche con le tasse. In tale modo si può formare anche il “poliedro” auspicato dalla enciclica in cui “il tutto è più delle parti” e “le differenze convivono”.
Sono numerosi gli esempi di “
percorsi di speranza” e “buone pratiche” che avvalorano la fattibilità delle indicazioni precedenti, ad esempio: gli imprenditori segnalati dalla UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) le cui imprese perseguono il bene comune; i politici a capo di Istituzioni formate da Unioni di Stati (come la UE) o Federazioni di Stati (come gli USA), come sostenuto anche dal MFE (Movimento Federalista Europeo); infine quelle recenti promosse dalla Chiesa, come il Patto di Assisi con i giovani per la individuazione della nuova Economy of Francesco, l’impegno interreligioso per la pace mondiale e la fratellanza umana di Abu Dhabi e la partecipazione della Comece alla prossima Conferenza sul futuro dell’Europa.
Queste indicazioni della enciclica e riflessioni credo quindi che consentano effettivamente di individuare le
modalità, l’obiettivo finale e gli strumenti attraverso i quali i singoli soggetti possono contribuire a “pensare e generare” l’auspicato “nuovo mondo”, caratterizzato da “fraternità e amicizia sociale” per i “fratelli tutti”, dimostrando così anche la validità della enciclica. Ovviamente, come evidenziato anche dalla Enciclica, non c’è una “unica via, metodologia e ricetta economica applicabile per tutti”, per cui anche queste riflessioni intendono rappresentare solo un modesto contributo per capire meglio le indicazioni di papa Francesco e quindi per fare ognuno di noi la propria parte, sostenuti dall’“ invito alla speranza”
del Papa.

Piergiorgio Marino

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Pubblicato il 3 febbraio 2021

Sono partite le vaccinazioni a casa degli over 80 assistiti a domicilio

 vaccini

Una categoria a rischio alla volta, l’Emilia-Romagna mette al sicuro quanti più cittadini possibili dal Coronavirus.
Partita da Piacenza a Rimini la campagna vaccinale contro il Covid-19 per gli oltre 60.000 cittadini con più di 80 anni che sono assistiti a domicilio e i loro coniugi, coinvolti in qualità di caregiver. Saranno i servizi di cure primarie delle Aziende sanitarie, che hanno già in carico gli anziani per la loro assistenza domiciliare, a contattare direttamente i cittadini per fissare l’appuntamento per la loro vaccinazione. Per quanto riguarda i criteri di precedenza, si baseranno sulle condizioni cliniche della persona, di cui le Asl sono già a conoscenza in quanto assistiti a domicilio: priorità ovviamente per chi presenta un quadro sanitario più fragile. Saranno utilizzati indifferentemente i vaccini Pfizer-Biontech o Moderna, a seconda della disponibilità dell’azienda sanitaria: in tutta la regione per il mese di febbraio sono attese più di 230.000 dosi di vaccino.

“Stiamo mettendo al sicuro nei tempi più rapidi possibili la generazione più colpita dalla letalità della pandemia - dichiara l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Diamo la precedenza alle persone più a rischio e facciamo tutti gli sforzi possibili per ampliare la popolazione target”. In totale questa campagna di vaccinazione per gli anziani assistiti a domicilio coinvolgerà 62.656 anziani: 15.207 persone per i territori dell’Ausl della Romagna, 11.224 a Bologna, 9.060 a Modena, 8.616 a Reggio Emilia, 6.863 a Ferrara, 5.506 a Parma, 3.720 a Piacenza e 2.460 nel circondario di Imola. A questi numeri si devono poi aggiungere i coniugi in qualità di caregiver, che saranno quantificati al momento delle convocazioni telefoniche da parte delle Aziende sanitarie. Per gli anziani ospiti delle Cra la campagna vaccinale è iniziata alla fine del 2020, proprio con il Vaccine day del 27 dicembre: ad oggi sono più di 20.000 le somministrazioni effettuate nelle strutture socio-sanitarie agli over 80. E proprio agli emiliano-romagnoli con più di 80 anni che non sono né ospiti di Cra né seguiti a domicilio dalle Ausl, come già annunciato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, invierà una lettera in cui, oltre alle ragioni per cui è bene vaccinarsi, fornirà tutte le indicazioni e le tempistiche per la prenotazione: i dettagli di questa parte della campagna vaccinale saranno illustrati già nei prossimi giorni.

Pubblicato il 3 febbraio 2021

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