I meravigliosi borghi di Bobbio, Vigoleno e Castell’Arquato sono stati i protagonisti di un articolo, scritto da Piacenza Musei, pubblicato sulla rivista Borghi e città magazine di febbraio, che ha permesso di far conoscere, in parte, le bellezze museali, architettoniche, culturali e artistiche dei luoghi raccontati. Il racconto, iniziato con il caratteristico paese di Bobbio, vuole invogliare i lettori a giungere nel nostro territorio per ammirare i monumenti ed immergersi nella storia di questi borghi. Dopo aver attraversato il caratteristico Ponte Gobbo - o Ponte Vecchio – ci si può addentrare nelle vie del paese e riscoprire sapori e prodotti locali tipici, riscoprendo la storia millenaria di San Colombano, patrono della città, e vistando le bellezze storiche dell’Abbazia e dei Musei. Il viaggio prosegue a Castell’Arquato con l’imponente Rocca Viscontea e la Collegiata, nella piazza alta del borgo; un luogo suggestivo, carico anch’esso di storia. Il percorso si conclude nel borgo di Vigoleno dove si ha l’idea di entrare in un vero e proprio castello, grazie alle imponenti mura che circondano tutto il borgo, al mastio e al rivellino. La rivista si trova in tutte le principali edicole italiane.
Stress, depressione, disorientamento, rabbia. Sono alcuni degli stati d’animo comuni a migliaia di italiani in questi mesi di pandemia e restrizioni. Per far fronte ad un disagio crescente, Acli Piacenza (Associazione Cristiane Lavoratori Italiani) grazie ai fondi del 5xmille ha deciso di mettere a disposizione - da questo febbraio almeno fino a maggio 2021 - uno sportello psicologico gratuito in grado di fornire supporto e aiuto alle persone che ne sentissero necessità. “Si tratta di un servizio che avevamo già lanciato subito dopo il lockdown della primavera 2020, nel periodo da maggio a settembre - ha spiegato nel corso di una videoconferenza il presidente provinciale Acli, Alessandro Candido -. Con l’estate sembrava che le cose potessero migliorare, ma la seconda ondata del virus e il perdurare di una situazione di generale incertezza ci hanno spinto a riattivarlo”. Ascolto e consulenza psicologica saranno a cura dalle psicoterapeute Laura Mocchi ed Elena Nazzari. “Il celebre motto dell’organizzazione mondiale della sanità «Non c’è salute senza salute mentale» ben fotografa la necessità di prendersi carico di questo disagio - ha affermato Mocchi -, affinché non si cronicizzi e non si traduca nel tempo in un più generale peggioramento della salute psicofisica, con i costi umani, sociali ed economici che ne conseguirebbero”.
Come funziona lo sportello
“Le persone interessate ad usufruire dello sportello - ha poi spiegato Nazzari -, saranno sottoposte ad una prima consulenza gratuita telefonica; quindi, a seconda dei singoli casi e necessità, sarà avviato un breve percorso di supporto psicologico, articolato in cinque incontri da fare online o in presenza. In ogni seduta, il nostro approccio mira ad un ascolto empatico della sofferenza emotiva e della sintomatologia psicofisiologica connessa all’emergenza, favorendo così l’attivazione di un processo di elaborazione dell’evento traumatico. Tutto ciò consente a chi chiede aiuto l’acquisizione di competenze emotive e cognitive utili per affrontare anche il post-emergenza”.
Le prime richieste di aiuto sono già arrivate. “Al momento ci hanno contattato sei persone - hanno informato le due psicoterapeute -. Ci aspettiamo numeri in crescita rispetto all’anno scorso, quando in tutto abbiamo portato a termine una quindicina di percorsi seguendo persone di ogni età e sesso, dai 20 ai 70 anni: erano universitari, impiegati, liberi professionisti. Sempre con le Acli di Piacenza - hanno aggiunto -, in collaborazione con quelle di Bologna, avevamo inoltre attivato uno sportello dedicato solo alle donne: in questo caso ci ha contattato soprattutto personale sanitario, di età compresa tra i 30 e i 50 anni”.
INFO E PRENOTAZIONI SPORTELLO PSICOLOGICO ACLI Dott.ssa Laura Mocchi: 348 8510069; Dott.ssa Elena Nazzari: 348 7657913
Sono quasi 11mila i gestori di bar e ristoranti dell’Emilia-Romagna che hanno risposto al bando ristori della Regione finanziato con oltre 21 milioni di euro per dare una boccata d’ossigeno alle attività commerciali tra le più colpite dall’emergenza Covid. Circa la metà, quindi, delle imprese attive da Piacenza a Rimini hanno inoltrato la propria domanda sulla piattaforma Restart realizzata da hoc per questo bando da Infocamere per Unioncamere Emilia-Romagna.
“Un buon risultato - afferma l’assessore regionale a Turismo e Commercio, Andrea Corsini - che non risolve certo i problemi dei gestori ma permette loro di avere risorse fresche, che si sommano ai ristori nazionali, da impiegare per la tenuta di attività cardine per l’economia di tutto il territorio. Grazie all’ottima collaborazione con Unioncamere e le Camere di commercio siamo riusciti a mettere in piedi in tempi rapidi un sistema inedito, per portata, che già a partire da Pasqua permetterà alle prime imprese di ricevere i soldi direttamente sui propri conti correnti”.
Delle 10.747 domande arrivate, 2.218 riguardano il territorio di Bologna, poi Modena con 1.569 domande inoltrate, quindi Reggio Emilia con 1.258 e Parma con 1.082. Seguono Rimini con 999 domande presentate, Piacenza con 995, Forlì-Cesena con 927, Ravenna con 864 e infine Ferrara con 835. Prossimi passaggi, a cura delle Camere di commercio, le verifiche per il possesso dei requisiti di ammissibilità e il controllo di regolarità del Durc. Proprio su questo ultimo punto e per consentire alle imprese di non perdere il ristoro, d’accordo con la Regione si avrà tempo fino alle fine di maggio per mettersi in regola concordando con gli istituti preposti eventuali rateizzazioni. E per velocizzare al massimo i tempi di verifica, Unioncamere sta concordando con Inail forme di interrogazione massiva. “Questo intervento è il frutto positivo dell’accordo tra Regione e sistema camerale- commenta il segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, Claudio Pasini -. Un’intesa che ha prodotto una buona collaborazione e buoni risultati in termini di efficienza nella gestione dell’intervento”.
Il corso Cives dell’Università Cattolica ha ospitato il dottor Sergio Venturi, già assessore regionale alle Politiche per la Salute in Emilia Romagna, poi commissario regionale per l’emergenza del coronavirus sino al 9 maggio 2020. È stato nei momenti più difficili di questa pandemia il braccio operativo della nostra regione nella lotta contro questo nemico invisibile che ha messo così duramente alla prova l’intera umanità ed anche un punto di riferimento, grazie alle sue dirette Facebook di ogni sera, per i cittadini dell’intera regione. Dopo questa esperienza ha scritto un libro dal titolo “La goccia del colibrì, fare la propria parte durante e dopo l’epidemia”: un racconto di due mesi di lotta in prima linea, senza dimenticare ciò che dovremo fare in futuro per evitare il ripetersi di simili esperienze.
Tutti devono fare la propria parte
“Piacenza è stata colpita duramente dalla pandemia anche in ragione della sua vicinanza con il primo focolaio. L’evoluzione di questa malattia ha sorpreso un po’ tutti e all’inizio eravamo ignari che ciò che stava succedendo in Cina avrebbe potuto essere così concreto anche per tutti noi, purtroppo dopo la sorpresa è arrivato il panico. Abbiamo dovuto attrezzarci insieme per cercare di superare quel tragico momento, per questo nel mio libro uso la metafora della goccia portata dal Colibrì per spegnere l’incendio, perché tutti possono e debbono fare la propria parte. Il servizio sanitario del nostro paese ha dimostrato una solidità invidiabile garantendo interventi gratuiti per tutti, perché non conta dove si nasce, nè quanti soldi hai e nemmeno il colore della tua pelle, questa è un’idea che a noi pare scontata ma non è purtroppo così per tutti”.
Cosa succede oggi
“Oggi per fortuna sono cambiati gli strumenti che possiamo mettere in campo per combattere il virus, primo tra tutti il vaccino e poi cure come gli anticorpi monoclonali che rappresentano un farmaco molto evoluto che consente d’intervenire efficacemente nelle prime fasi dello sviluppo della malattia, in particolare sulle persone più fragili. In Italia siamo stati i primi ad affrontare il covid, consumando in due mesi i presidi di sicurezza ospedalieri che normalmente si utilizzano in un anno, non avevamo gli strumenti e ci siamo trovati all’improvviso nell’occhio del ciclone. Il lavoro dei nostri medici e le squadre di assistenza domiciliare sono stati un esempio anche per le altre nazioni, insegnando ciò che era necessario fare e cosa non lo fosse. Ora dovremo essere molto bravi a prendere tutte le risorse che ci arriveranno, avendo le idee chiare su come spenderle. Il nostro paese ha bisogno di rivalutare in particolare il protagonismo dei giovani, mi spiace pensare che nel mondo siamo stati i primi a chiudere le scuole e gli ultimi a riaprirle. I ragazzi devono avere un presente ed un futuro da protagonisti, non possiamo più permetterci che i più preparati se ne vadano lontano senza mai tornare, soprattutto perché non c’è reciprocità verso l’Italia. Bisogna dare a loro un concreto contributo per la rinascita del nostro paese".
Cosa sarà necessario fare domani
“È stato dimostrato che questo virus, come molti altri, si è sviluppato trasmettendosi dagli animali, la crescita del territorio urbanizzato, industrializzato e coltivato ha portato le diverse specie non domestiche a vivere sempre più a stretto contatto con l’uomo, questa commistione ha permesso lo sviluppo di differenti agenti patogeni sconosciuti e letali. Per questo penso che il vero cambiamento stia nel ripensare a questo sistema di sviluppo economico, modificando la cultura delle persone verso una transizione ecologica e sostenibile. Una trasformazione radicale che possa permettere ai nostri figli di vivere in equilibrio con tutti gli esseri viventi del pianeta. Saremo chiamati a riorganizzare il sistema sanitario, l’assistenza agli anziani, le modalità di lavoro. Abbiamo verificato ad esempio che l’home working è cosa possibile e permette di creare meno traffico ed inquinamento, consumando meno risorse ed energia, in quest’ottica dovremo anche ripensare alle nostre città creando nuovi spazi di socializzazione. Sarà inoltre necessario potenziare l’assistenza domiciliare ed i servizi territoriali, i poliambulatori, le case della salute, riservando gli ospedali a luoghi di cura specializzati per interventi acuti. Il decentramento e l’occupazione del territorio razionale saranno necessari per evitare di nuovo il diffondersi di pandemie fatali. Per fare tutto ciò sarà indispensabile ridisegnare le professionalità, in particolare quelle legate al sistema sanitario.
“Con grande gioia festeggiamo Giacoma Rebecchi che ha raggiunto il traguardo di ben 100 anni, l’unica centenaria presente sul nostro territorio comunale – così interviene Marco Bricconi , primo cittadino di Cadeo che seppur a distanza si unisce ai festeggiamenti di Giacoma con figli e nipoti -. Un secolo di vita, una meta che non è data a tutti raggiungere e che oggi, in questo tempo pesante e complesso ha ancora più il sapore della fiducia e della speranza nel futuro. Un monito per dare forza ai nostri anziani, così fortemente colpiti da questa pandemia e da quasi un anno costretti a rinunciare a libertà e relazioni”. Quella speranza e quel profondo ottimismo che hanno caratterizzato l’intera esistenza di Giacoma, classe 1921 e nata a Saliceto di Cadeo, da tutti ricordata in sella alla sua inseparabile bicicletta e addosso un’allegria contagiosa.
Il suo amore per la poesia e la recitazione
“Mia madre è sempre stata una donna solare e dinamica – ricorda la figlia Rosanna Granelli – anche se la sua vita è stata accompagnata da fatiche e tempi difficili. Poco dopo il matrimonio, nel 1940 sono nata io la sua primogenita, a cui è seguita poi nel 1947 la nascita di mio fratello Attilio. Ricordo che nel 1945 ci siamo trasferiti a Roveleto, c’era la guerra, mio padre era al fronte ma lei non ha mai perso speranza e determinazione”. Giacoma trascorre la vita tra il lavoro (prima come sarta durante la guerra e poi in fabbrica) e figli ma tante sono le passioni che hanno accompagnato i suoi giorni. “Ha sempre amato la recitazione e la poesia – prosegue Rosanna – ha recitato in diverse compagnie teatrali, come la “Compagnia del Tiramisù” e componeva poesie dedicate ad amici e conoscenti che donava ai loro matrimoni. Non si tirava mai indietro, ricordo ancora quella volta che il sindaco la chiamò per fare la burtleina ad una festa paesana. E’ sempre stata disponibile con tutti e soprattutto ha sempre voluto bene a tutti”.
Giacoma Rebecchi in sella alla sua inseparabile bicicletta.
“Giacoma è una persona unica – aggiunge la vicesindaca Marica Toma – ho tantissimi ricordi di lei: quando passava in paese con la bicicletta , “la mia spider” come la chiamava lei, la sua partecipazione alle gite scolastiche coi bambini, la poesia che ha scritto per il mio matrimonio ma soprattutto la sua splendida capacità di raccontare storie, della sua vita e della guerra vissuta. Ha sempre avuto l’incredibile capacità di rapire l’attenzione”. “Quando ero piccolo la incontravo ogni giorno in paese e ogni volta sapeva regalarmi affetto e attenzione; mi ricordo il suo modo unico di apostrofarmi nel fare il bravo– conclude il sindaco Bricconi –. Questo compleanno doveva essere speciale, con una grande festa insieme al paese ma il Covid non lo ha permesso. La festa è solo rimandata appena le condizioni lo permetteranno festeggeremo Giacoma”.
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