Martedì 13 aprile, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in collegamento dal Palazzo del Quirinale, si terrà l’inaugurazione dell’anno accademico 2020/2021 dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che avrà luogo, con inizio alle ore 10.30, nell’Aula Magna dell’Ateneo in largo Gemelli 1, Milano. La cerimonia inaugurale, che apre ufficialmente le celebrazioni del centesimo anno accademico dalla fondazione dell’Ateneo, sarà preceduta dalla Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, in programma alle ore 9.00 nella Basilica di Sant’Ambrogio. Alle ore 10.30 dall’Aula Magna - dopo la proiezione di un video-racconto attraverso immagini della storia dell’Ateneo tra passato, presente e futuro - la giornalista e alumna dell’Università Cattolica Tonia Cartolano condurrà la diretta streaming della cerimonia arricchita da collegamenti con le sedi di Roma, di Piacenza e di Brescia dove rispettivamente i giornalisti e alumni dell’Ateneo Monica Marangoni, Luca Forlani e Luisa Pedretti daranno voce a docenti, studenti e professionisti. Alle ore 11.00, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in collegamento dal Palazzo del Quirinale, il Rettore Franco Anelli pronuncerà il Discorso Inaugurale. Seguirà il Saluto di monsignor Mario Delpini, in qualità di Presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori.
«Questa ricorrenza alla quale la partecipazione del Presidente della Repubblica conferisce speciale valore rappresenta un’occasione di riflessione ancora più profonda sulla tradizione e sulla storia che ci precedono, e che tuttora ispirano il nostro cammino - afferma il Rettore Anelli in una lettera indirizzata per l’occasione alla comunità universitaria -. Soprattutto offre l’opportunità di assumere con rinnovata consapevolezza la responsabilità rispetto al futuro che ci attende e nel quale l’educazione della persona e del cittadino si rivela un bene sempre più necessario all’integrità e al progresso della società tutta».
L'evento sarà trasmesso in diretta streaming sul sito dell'Ateneo www.unicatt.it e sui canali social istituzionali @Unicatt.
Cambio alla guida dell’Alleanza delle Cooperative Italiane dell’Emilia-Romagna che riunisce Agci, Confcooperative e Legacoop. Il nuovo presidente per il prossimo mandato è Francesco Milza, eletto all’unanimità nel corso del comitato esecutivo svoltosi in modalità online con la partecipazione di oltre 50 delegati. Ai lavori hanno partecipato la vicepresidente della Regione, Elly Schlein, che si è confrontata sulle sfide poste dalla pandemia e sui progetti della cooperazione, e il vicedirettore di Unioncamere Emilia-Romagna, Guido Caselli, che ha offerto dati e indicazioni sull’andamento dell’economia regionale e del sistema cooperativo. Cinquantasette anni, amministratore delegato della cooperativa di servizi logistici San Martino di Piacenza, Milza è anche presidente di Confcooperative Emilia Romagna. Alla guida dell’Alleanza Cooperative regionale prende il posto di Massimo Mota (presidente Agci Emilia-Romagna), che assume così l'incarico di co-presidente insieme a Giovanni Monti (presidente Legacoop Emilia-Romagna), a conferma della rotazione annuale alla presidenza dell’Alleanza stabilita dalle centrali cooperative.
“Il ruolo dell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna è fondamentale per l’interlocuzione con le Istituzioni di fronte alle quali il sistema cooperativo si presenta unito e più forte – ha dichiarato Milza, ringraziando Mota e Monti per il lavoro svolto assieme nell’ultimo difficile anno -. Nel confronto con la Regione le nostre priorità riguardano: la nuova programmazione comunitaria 2021-27 nell’ambito del Next Generation Ue, la partecipazione al Tavolo della semplificazione affinché porti risultati concreti per le imprese, l’attivazione del Tavolo sui lavori sociali per valorizzare le attività delle cooperative sociali e sanitarie protagoniste di un’importante pezzo di welfare dell’Emilia-Romagna, un’iniziativa legislativa regionale per riconoscere e promuovere le cooperative di comunità come accaduto in altre Regioni, il sostegno al credito e alle attività di promozione cooperativa e formazione per la riqualificazione dei lavoratori. Sono tutti temi – ha sottolineato Milza – già condivisi nell’ambito del Patto per il Lavoro e per il Clima, che abbiamo convintamente sottoscritto, e che deve trovare applicazione nei territori”.
Milza ha poi evidenziato l’importanza di “definire un accordo regionale con le Organizzazioni sindacali per la promozione dei workers buyout, le cooperative di lavoro ricreato formate dai lavoratori che rilevano aziende in difficoltà o senza prospettive di continuità, sulla falsariga di quanto fatto a livello nazionale”. Inoltre, ha aggiunto, “vogliamo rimettere al centro temi fondamentali per la cooperazione come il riconoscimento del lavoro sociale nel settore ambientale, appalti e affidamenti dei servizi pubblici, il riconoscimento dei costi sostenuti dalle cooperative per la pandemia, adeguati ristori per i settori produttivi e dei servizi più colpiti da restrizioni e chiusure”. “Usciremo da questa situazione con una richiesta di rafforzamento del sistema di sicurezza sociale che deve passare attraverso un maggiore ruolo della cooperazione – ha detto il presidente uscente dell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna e ora co-presidente, Massimo Mota -. Abbiamo una priorità, tra le tante da affrontare, ed è la tenuta economica delle nostre cooperative che, soprattutto nel settore sociale, lavorano con margini troppo bassi che, in situazioni difficili come quella attuale, rischiano di non bastare”. “Il lavoro di squadra portato avanti in questi anni a livello di Alleanza delle Cooperative dell’Emilia-Romagna si è rivelato fondamentale – ha aggiunto il co-presidente Giovanni Monti -, dobbiamo continuare su questa strada presidiando l’interlocuzione con la Regione che si è dimostrata in più occasioni attenta alle nostre richieste e rafforzando la rappresentanza della cooperazione che nei nostri territori rappresenta un player fondamentale del sistema economico”.
“Questo lungo anno che ancora sta trascinando la sua coda, ha costretto tanti enti ed istituzioni a rallentare le proposte culturali, con enorme disagio di chi svolge alcuni di questi lavori, ma anche per l’impossibilità di godere di momenti ludici di buon livello. Alcuni hanno avuto l’idea di proporre incontri sul web, ma, nonostante la buona volontà, il non poter essere presenti, avere contatti, abbracciare gli amici che non si vedono da tempo, oppure ascoltare musica dal vivo, ecco, credo che questi divieti ci peseranno per tanto tempo”. Così l’associazione “SelvaticaMente” spiega le motivazioni di un concorso letterario dedicato alla montagna, supportato dall’Amministrazione Comunale.
«Nel cuore delle 4 province» è il titolo del concorso. La scadenza per l'invio del materiale è il 30 aprile. La proclamazione dei vincitori si terrà domenica 20 giugno, alle 15.30. "Ci auguriamo che per la data della premiazione ci sia una situazione più consona ad una manifestazione di questo genere, che comunque sarà programmata in esterno, nella Piazza Veneziani, dietro il palazzo municipale. Per l’occasione saremo aiutati dalla Sezione Alpini di Marsaglia, che si è resa disponibile", anticipa la presidente dell'associazione Franca Oberti.
Il concorso ha ricevuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Piacenza, del Comune di Corte Brugnatella e ha il sostegno economico dell’Unione Commercianti di Piacenza. "Siamo anche felici di segnalare che non mancherà la presenza della Banca di Piacenza, con la proposta di buoni per l’acquisto di libri e materiale didattico, a beneficio dei premiati nella sezione giovani - spiega Oberti -. Avremo inoltre la presenza dei Lions di Bobbio-Marsaglia. Siamo molto contenti di aver ottenuto così tanti consensi, ora attendiamo le opere; vagliate da una giuria di cinque persone competenti, i nominativi dei quali saranno resi noti nella giornata della premiazione".
Inoltre sabato 19 giugno e domenica 20 verrà proposta un’esposizione di artigiani creativi, nell’ambito della manifestazione letteraria. Saranno pittori, scultori, artisti vari e ci sarà un breve corso per bambini sull’intreccio, da parte di un maestro di cesteria. Tutto quanto in conformità con le norme vigenti in quel periodo.
Le modalità di partecipazione del concorso possono essere consultate sulla pagina Facebook dell'associazione.
Progetto Vita con il suo modello di cardioprotezioni partito da Piacenza ha aperto la strada. Ora grazie ad una iniziativa del Ministero della Pubblica Istruzione ogni scuola italiana potrà beneficiare di un contributo di mille euro per l’acquisto di un defibrillatore semiautomatico (DAE).
Questo incentivo può essere usato, nel caso il DAE fosse già presente, per il cambio dello stesso strumento salvavita con uno più recente o per l’acquisto di beni e servizi dedicati alla salvaguardia del personale scolastico e degli alunni (ad esempio, per l’attivazione di corsi di formazione certificati BLS-D). Il DAE è uno strumento fondamentale per la lotta all’arresto cardiaco improvviso. Ogni anno in Europa si stima siano colpite da arresto cardiaco oltre 400mila persone. In Italia 1 persona ogni 8 minuti, circa 60.000 persone ogni anno.
Maggior sicurezza con il DAE a scuola
L’arresto cardiaco improvviso può capitare anche a scuola, tra i ragazzi. Si tratta di un evento raro ma è ancora più drammatico quando succede. È del mese scorso la notizia della morte di una ragazzina di 14 anni, a Padova, per arresto cardiaco; il defibrillatore non era presente nel suo istituto. In Italia nel 2019, gli studenti delle scuole (nido, materna, primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado) sono stati circa 8 milioni, mentre gli studenti universitari poco meno di 2 milioni. In totale quindi in Italia abbiamo 10 milioni di studenti su 60 milioni di cittadini. A questi si affiancano oltre 835.000 docenti (esclusi docenti universitari) che passano le ore lavorative negli istituti scolastici. Per questo motivo viene accolto con entusiasmo dalle associazioni della rete di Progetto Vita, ma anche da tutto il mondo scolastico, la notizia che il Ministero della Istruzione ha stanziato 1000 euro per ciascuna scuola che ne farà richiesta per dotarsi di un defibrillatore.
Gli istituti di Piacenza fanno scuola
Tutte le scuole di Piacenza e Provincia ne sono ormai dotate, grazie a un’intensa campagna di raccolta fondi che ha dato il via alla dotazione di un defibrillatore in tutti gli istituti. Partendo da un contributo per l’acquisto di una decina di defibrillatori ricevuto dall’ ANA (Associazione Nazionale Alpini, allora capitanata da Bruno Plucani) in occasione dell’adunata nazionale degli Alpini del 2013, Progetto Vita ha donato al comune di Piacenza oltre 16 DAE installati nelle scuole primarie e alla Provincia 13 DAE installati nelle scuole secondarie. Altri 10 comuni della provincia di Piacenza hanno avuto altri DAE donati da Progetto Vita, installati nelle scuole e palestre scolastiche. In tutte le scuole sono stati addestrati oltre mille insegnanti e studenti (oltre 12.000) con un modello di addestramento a cascata chiamato “Progetto Vita Ragazzi” che ha portato a formare addirittura 180 studenti che in una “peer to peer education” vanno nelle scuole a insegnare ai più piccoli. È da ormai vent'anni che Progetto Vita investe nella sensibilizzazione degli insegnanti e degli studenti con il Progetto Progetto Vita Ragazzi: i risultati sono diventati un modello nazionale seguito a Torino, Lodi, Legnano, Lucca, Sanremo e altre città grazie alla organizzazione dei corsi da parte dei referenti di Progetto Vita Enrico Bersani e Stefania Bertocchi. Il programma di In-formazione nelle scuole prosegue anche con la didattica a distanza, grazie ad alcuni insegnanti che continuano nella educazione all’uso del defibrillatore. Da ricordare anche, nel 2019, la Partita Il Grande Cuore di Papà allo stadio Garilli ha raccolto oltre 8000 studenti e insegnanti insieme a centinaia di volontari nel più grande progetto di In-formazione per le scuole mai organizzato in Italia. Tutti i defibrillatori presenti nelle scuole del territorio piacentino sono stati recentemente presi in carico dal Comune e dalla Provincia, con grande lungimiranza. Anche per questo motivo la nostra città è un modello all’avanguardia nella cardioprotezione dei luoghi pubblici.
L’appello di Progetto Vita
“Anche se a Piacenza tutti gli istituti scolastici sono dotati di un defibrillatore, non perderei l’occasione di acquistarne qualcuno in più”, sottolinea la presidente, dottoressa Daniela Aschieri. “Spesso il defibrillatore è collocato nell’atrio della scuola e la palestra ne è sprovvista, o viceversa. Averne due è sicuramente una tutela maggiore per la salute di tutti. A Piacenza non si è mai verificato un caso di arresto cardiaco a scuola. Ma abbiamo ben in memoria il caso di Lorenzo Greco, che moriva il 3 febbraio 2014 all’istituto Agnelli di Torino. A 12 anni colpito da arresto cardiaco per una malformazione genetica non diagnosticata. In quella circostanza non era presente il defibrillatore. Da allora Progetto Vita è diventato parte delle attività dell’Associazione Italiana Cuore e rianimazione Lorenzo Greco. Oggi sono 510 i defibrillatori installati nelle scuole del territorio torinese, con oltre 6.000 persone formate e 28.000 cittadini e studenti ai quali gratuitamente viene insegnato come salvare una vita”. È recente la rianimazione di un altro studente proprio a Torino al Liceo Giordano Bruno grazie alla formazione del personale scolastico e all’azione si sensibilizzazione e divulgazione della cardioprotezione dall’Associazione torinese che ha donato quel defibrillatore alla scuola nel 2016 grazie alla Fondazione La Stampa. Quali studenti avranno chance elevate di poter salvare la vita nel caso di arresto cardiaco a scuola? Solo gli studenti che si trovano presso istituiti i cui responsabili hanno compreso il valore salvavita del defibrillatore e lo hanno installato presso l’istituto. Intanto resta fermo alla commissione sanità del senato il DDL 1441 che potrebbe salvare la vita a migliaia di persone ogni anno. Il testo - “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero” - definisce il programma pluriennale per favorire la progressiva diffusione e l’utilizzazione dei DAE nei luoghi e sui mezzi di trasporto, con priorità per le scuole di ogni ordine e grado e per le università.
“Esprimo pieno sostegno all’ipotesi di mediazione sul riparto del Fondo europeo agricoltura e sviluppo rurale (Feasr) per il biennio di transizione 2021-2022 avanzata dal ministro delle Politiche agricole e alimentari, Stefano Patuanelli. Si tratta di una proposta equilibrata che prevede l'applicazione di criteri oggettivi a vantaggio dell’intero Paese e nell’esclusivo interesse delle imprese agricole italiane”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, motiva la sottoscrizione, insieme ai colleghi di altre 12 Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, della lettera inviata allo stesso ministro Patuanelli e al commissario Ue all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, in appoggio al piano di ripartizione delle risorse europee per lo sviluppo rurale messa a punto dagli uffici del Mipaaf. La proposta avanzata dal ministro italiano alle Regioni e Province autonome prevede l’introduzione nel 2021 di un 30% di criteri oggettivi e il mantenimento del 70% dei parametri storici, per poi ribaltare le stesse percentuali nel 2022, ovvero un 70% di criteri oggettivi e un 30% di parametri storici. Tra i parametri utilizzati per l’ipotesi di suddivisone dei fondi comunitari, condivisa dal maggior numero di territori, spiccano tra l’altro il numero di aziende agricole, la Plv (Produzione lorda vendibile), la Sau (Superficie agricola utilizzata), oltre a quella forestale. “Siamo tra le Regioni italiane più virtuose nell’utilizzo delle risorse europee-conclude Mammi-. Dagli inizi della programmazione al 10 marzo scorso avevamo già erogato alle imprese agricole oltre 840 milioni di euro, il 72% della disponibilità complessiva del Piano di sviluppo rurale 2014-2020, che per l’Emilia-Romagna equivale a circa 1,2 miliardi di euro. Così facendo abbiamo rispettato, con ben 10 mesi di anticipo, la scadenza per pagare le risorse avute in assegnazione. Si tratta ora di proseguire in questa direzione con la stessa determinazione e con il senso di responsabilità che da sempre ci contraddistingue”. Insieme a Mammi hanno sottoscritto la lettera al ministro Patuanelli e al commissario Ue Wojciechowski gli assessori all’Agricoltura di altre 12 Regioni (Veneto, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna e Toscana) e delle due Province Autonome di Trento e Bolzano.
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