Sono arrivate in Emilia-Romagna le prime 345.600 dosi di vaccino Pfizer ‘Original/Omicron BA.1’, adattato a copertura della variante Omicron, che saranno utilizzate solo per il ‘booster’ (terza o quarta dose, quest’ultima per le categorie previste), per i cittadini dai 12 anni in su che abbiamo completato il ciclo primario. L’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza ha ricevuto 23.040 dosi. Ricevuta la circolare ministeriale sull’utilizzo dei due vaccini a m-RNA, quello di Comirnaty (Pfizer) e Spikevax (Moderna) in questa formulazione bivalente, oggi stesso l’assessorato regionale alle Politiche per la salute ha inviato alle Aziende sanitarie le indicazioni sulla somministrazione. Per ogni azienda è stata stabilita la quantità di dosi e il centro di consegna, che provvederà allo smistamento sul proprio territorio di competenza.
Come prevedono le indicazioni nazionali - formulate sulla base del parere della Commissione Tecnico-scientifica di Aifa e dell’Agenzia Europea dei Medicinali - l’utilizzo di questa tipologia di vaccino è previsto ‘come dose di richiamo per tutti i soggetti di età superiore a 12 anni, che abbiano completato un ciclo primario di vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19: cioè i soggetti ancora in attesa di ricevere la prima dose booster e quelli indicati dal ministero destinatari della seconda dose booster (over 60 anni, soggetti con determinate gravi condizioni, operatori sanitari, donne in gravidanza e operatori ed ospiti di strutture residenziali per anziani). Anche in Emilia-Romagna, dunque, viene riservato esclusivamente per la somministrazione della terza e quarta dose, mentre per il ciclo primario (prima e seconda dose) si continuerà ad utilizzare la tipologia di vaccini precedente.
Già nei prossimi giorni partiranno le somministrazioni del ‘nuovo’ vaccino Pfizer, mentre per il ‘nuovo’ Moderna - che sarà utilizzato sempre per lo stesso target di destinatari - si dovrà attendere, presumibilmente, fine settembre. Per l’utilizzo le Aziende sanitarie devono aspettare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’autorizzazione all’immissione in commercio. La Regione ricorda che per la somministrazione della dose di richiamo con il vaccino adattato deve essere trascorso un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dal completamento del ciclo primario o dalla dose booster.
La squadra composta da Raffaele Perazzoli di Piacenza, con i quattro dei suoi sei figli (Cecilia, Mattia, Filippo e la piccola Angelica di 6 anni sul seggiolino con papà) ha vinto la Caccia al tesoro farnesiana - organizzata dalla Banca di Piacenza, in collaborazione con l’Associazione Archistorica, nell’ambito delle Celebrazioni dei 500 anni di Santa Maria di Campagna promosse dalla Comunità francescana e dall’Istituto di credito locale - aggiudicandosi l’ambito tesoro: un Apple iPad 9th generation Wi-Fi 64 giga space grey.
La squadra numero 6 (delle 11 partecipanti, composte, ognuna, da 4 persone) è stata la più veloce (impiegando soli 25 minuti) a percorrere in bicicletta le 7 tappe dedicate ad altrettanti luoghi della Piacenza di età farnesiana, scoperti grazie agli indizi (preparati dall’arch. Manrico Bissi) forniti di volta in volta ai concorrenti. Le altre squadre sono comunque arrivate distanziate di pochi minuti. Ma vediamole queste tappe, associate ad altrettanti indovinelli. Tappa 1, Porta Borghetto (Son passaggio, e pur barriera, proteggo la città e mi serro all’inimico; mi schiudo agli archi d’un ponte antico e di tutte le cinque son l’unica intera); tappa 2, Palazzo Farnese (Son io dimora de la gran Margherita, che di Ottavio divenne consorte; ma prima ancor fui castello e forte con mura, porte e sagoma turrita); tappa 3, chiesa di San Fermo (Giacquero qui le spoglie insanguinate de lo duca che fu tiranno e gretto; il PLAC fece strazio del suo petto, ma cavalier Barnaba gli usò pietate); tappa 4, chiesa di San Cristoforo (Son piccolo tempio in angolo posto, ma serbo i colori del pittor di Corte; porto il nome del Santo di schiena forte che su di sé portò Nostro Signore Cristo); tappa 5, Palazzo Landi, sede del Tribunale (Da cinque secoli son Casa di Giustizia, ma il principe Landi vi tenne complotto; bianco è lo portale sul fronte di cotto, da mano d’artista scolpito con perizia); tappa 6, monumento ad Alessandro Farnese, piazza Cavalli (Che splenda il Sole o che piova forte, lo Duca conserva il suo sguardo fiero; a passo veloce sul suo destriero egli combatte per l’ispanica Corte); tappa 7, Palazzo Galli-PalabancaEventi (Fui palazzo di gran nobiltà, e dimora dei conti che fan chicchirichì; sovra il mio fronte stan la C, la A e la P, e i risparmi preservo con gran serietà).
E’ seguita la premiazione al PalabancaEventi (Sala Panini). Il primo premio è stato consegnato ai vincitori dal condirettore della Banca Pietro Coppelli e dall’arch. Bissi. A tutti i partecipanti - che hanno ringraziato la Banca per la simpatica ed istruttiva iniziativa, augurandosi che venga in futuro ripetuta - l’Istituto di credito ha riservato due sue pubblicazioni: I capolavori della Ricci Oddi e la guida turistica Camminando per Piacenza.
Il servizio organizzativo della Caccia al tesoro è stato garantito -alla partenza e in ogni luogo delle 7 tappe - da un gruppo di volontari composto da personale della Banca.
Si svolgerà domenica 11 settembre il “tour dei giardini” di Fiorenzuola, organizzato dall’Amministrazione Comunale di Fiorenzuola d’Arda: l’itinerario di circa otto chilometri, da percorrere in bicicletta, toccherà dieci tra parchi, giardini, vialetti, aiuole e altri scorci verdi di Fiorenzuola d’Arda.
Il programma dell'evento Il programma dell’iniziativa prevede il ritrovo alle 9.30 in piazzale Darwin. Partenza alle 10: dal piazzale si raggiungerà via Copernico e i vialetti di via Galilei, per arrivare nel giardino di piazzale Verdi; percorrendo le vie San Giovanni Bosco, Pellico, Maroncelli ed Armellini, si arriverà nel giardino di via Saffi e, dopo un tratto in sterrato, la tappa successiva sarà quella del giardino di via San Rocco. Ancora sterrato per arrivare nella via che costeggia il futuro Parco Arda: successivo passaggio di fianco ai campi da tennis e alla piscina per arrivare in via Tolla, quindi in strada vicinale del Querceto, verso l’acquedotto ed il suo giardino. Percorrendo via Mangia e via Azzolini si entrerà nei nuovi vialetti di via Luxemberg e quindi in via Manfredi, al parco Lausanne: dopo aver costeggiato il campo da calcio, nuova tappa nel giardino di via Negri, prima di fermarsi in rapida successione – dopo i passaggi in via Cerlesi, Casella, Dante, Leopardi, Foscolo e Illica – nei parchi di via Don Luigi e Guareschi. L’itinerario proseguirà in via Lumiere, Majavacca e Papa Giovanni XXIII, e quindi in via San Paolo, da dove si potrà accedere al parco La Roda, al giardino Martiri delle Foibe e al parco di via Parri. Attraversando la via Emilia, i passaggi in via Battisti e viale Vittoria precederanno l’accesso al parco Lucca e la meta finale del tour, il giardino di piazza Caduti, dove l’arrivo è previsto alle 12.30.
Nella foto, uno dei giardini inseriti nel tour in programma domenica 11 settembre.
L’importanza del collegamento tra scuola e mondo del lavoro è indiscutibile, soprattutto per un Istituto Tecnico e Professionale come l’ISII Marconi di Piacenza. Ne é stato certamente convinto anche il Collegio dei Docenti dell’Istituto di Via IV Novembre, quando, a suo tempo, ha deciso di mantenere a 400 il numero minimo delle ore di stage in azienda che ogni allievo dell’istituto deve svolgere durante il proprio percorso scolastico quinquennale, anche se le indicazioni del MIUR consentivano di scendere a 150 ore. Durante l’anno scolastico '20-'21, sono stati 25 gli allievi delle classi quarte e quinte dell’ISII Marconi che hanno svolto i loro stages aziendali, della durata di 3 o 4 settimane, presso aziende tedesche di Berlino e Lipsia ed un ultimo gruppo di 11 allievi partito il 4 settembre, per svolgere uno stage aziendale di 3 settimane: 9 allievi presso aziende elettroniche, elettrotecniche, informatiche e meccaniche di Berlino e 2 presso aziende logistiche di Gyor (Ungheria). Il gruppo dei “berliner”, composto da Mattia Maldonado Murillo, Kiril Liashchuk, Daniel Massimo Valenza, Paolo Magistrali, Simone Gennari, Nicolas Ferrari, Youssef Demnati e Luca Stocchi, è stato accompagnato dai professori Filippo Fantini ed Alessia Patroncini mentre, Riccardo Costa ed Aya Sadouk del corso Logistica, accompagnati dai proff. Marco Filippi e Lia Franchi, si sono recati a Gyor presso le sedi di Alberti e Santi HU e Tirrier Kft. Nel prossimo anno scolastico saranno circa 60 gli studenti dell’ISII che potranno svolgere uno stage aziendale in un altro Paese della UE. Con l’aiuto delle Camere di Commercio italiane all’estero, l’ISII ha infatti già definito accordi di collaborazione, oltre che con aziende tedesche ed ungheresi, anche con aziende spagnole di Madrid ed irlandesi di Dublino. L' “Internazionalizzazione dell’Offerta Formativa” all’ISII non è solo un obiettivo astratto da elencare nei documenti ufficiali, ma una solida e utile realtà, che certamente contribuirà ad accrescere negli studenti la consapevolezza di essere “cittadini europei”.
Nella foto, il gruppo degli studenti dell'ISII Marconi di Piacenza partito per l'Erasmus il 4 settembre.
L’agricoltura biologica consente di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas, tanto che i terreni coltivati a bio in Italia hanno raggiunto quasi 2,2 milioni di ettari in Italia, il massimo di sempre. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti diffusa in occasione dell’inaugurazione del Sana alla Fiera di Bologna.
Nutrita la delegazione di soci di Coldiretti Piacenza all’evento, guidata dal direttore Roberto Gallizioli e dalla responsabile del Servizio Agroambiente Enrica Gobbi. Al Sana sono state presentate le esperienze innovative dei giovani agricoltori bio per sostenere il piano di riduzione del fabbisogno energetico. Si va dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy – spiega Coldiretti - per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati anche del 170% con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti. In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale – sottolinea Coldiretti – ma in alcuni casi, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%.
I concimi di sintesi (azotati, fosfatici o potassici) sono, infatti, ottenuti con procedimenti fortemente energivori e l’Italia – ricorda Coldiretti - è dipendente dall’estero per la produzione di questi prodotti. L’aumento dei costi dei fertilizzanti chimici (+170% degli azotati) è dovuta proprio a tali dinamiche e l’agricoltura biologica, puntando esclusivamente su concimi organici e minerali, evita il ricorso a queste sostanze, valorizzando la zootecnia, che rappresenta una risorsa nazionale anche in termini di sostanza organica che gli allevamenti mettono a disposizione per rendere più fertili i nostri suoli.
Concimare la terra attraverso l’uso del letame, il compostaggio dei residui organici e anche i residui degli impianti di biogas, favorisce così la resilienza delle aziende agricole biologiche – rileva il direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli - e rappresenta un modello produttivo in grado di contrastare la dipendenza da mezzi di produzione esterni alle aziende. Ma, puntando sulla filiera corta, il biologico riduce anche i tempi di trasporto dei prodotti e, con essi, le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori.
Il risultato è che mai così tanti ettari sono stati coltivati a biologico in Italia con la superficie che nel giro degli ultimi dieci anni è praticamente raddoppiata (+99%), secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea. I terreni bio rappresentano così 17,4% delle campagne del Paese quasi il doppio della media europea (circa 9%) e molto vicino agli obiettivi previsti dalla strategia Ue per il cibo “Farm to Fork”, che prevede di portare le superfici bio europee al 25% entro il 2030. Ed è boom anche di imprese agroalimentare biologiche che salgono a oltre 86mila, il 79% in più in un decennio, dando all’Italia il primato europeo per numero di aziende. Il settore biologico è molto vivo nel Piacentino, dove operano 727 imprese biologiche, su quasi 17mila ettari, una crescita in termini di superfici che dal 2013 ha superato il 100%. Al Sana, lo spazio espositivo di Coldiretti Bio (Padiglione, 30 Stand C/21), parla anche piacentino con tre aziende agricole biologiche della nostra provincia presenti: Podere Paganini di Travo con i suoi vini, l’azienda Monastero di Verano di Podenzano con uova, passata, pasta e altri trasformati e infine l’azienda Bre’ di Calendasco principalmente con le gallette di mais e grano saraceno.
Per Coldiretti – afferma Enrica Gobbi - è chiara la necessità di costruire filiere biologiche interamente italiane e di riuscire a comunicare, anche nelle etichette del prodotto biologico, l’origine made in Italy della materia prima agricola, come peraltro previsto nella Legge 23 sull’agricoltura biologica, approvata quest’anno in Parlamento e della quale si è in attesa della piena applicazione.Le aziende biologiche – continua – rappresentano un pezzo importante del percorso di valorizzazione della nostra agricoltura e molte di queste sono presenti negli oltre mille mercati di Campagna Amica diffusi in tutto il territorio nazionale, tra cui quelli piacentini.
“Grazie anche al primato nel biologico l’agricoltura italiana è oggi la più green d’Europa con un ruolo da protagonista per la crescita sostenibile del Paese” afferma il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini nel ricordare come il settore bio vanti ancora “ampie opportunità di crescita economica ed occupazionale”.
“Il biologico sta già dimostrando di essere una risposta alle sfide attuali per una maggiore sostenibilità economica ambientale e sociale – ha dichiarato Maria Letizia Gardoni presidente di Coldiretti BIO, l’associazione che riunisce le imprese biologiche e biodinamiche di Coldiretti –. È necessario però ricentrarlo nella sua dimensione agricola, legarlo saldamente al territorio di produzione ed affrontare un processo di evoluzione nel sistema di certificazione che possa essere sempre di più garante di un modello produttivo attento all'ambiente e alle persone di cui le aziende agricole italiane sono da tempo protagoniste”.
Nella foto, la delegazione di Coldiretti Piacenza all'inaugurazione del Sana alla Fiera di Bologna.
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