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Grande Festa della Famiglia: occorre recuperare il valore della natalità


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Sipario aperto per la 13a edizione della Grande Festa della Famiglia. Al Palabanca Eventi di via Mazzini la prima giornata è dedicata all’economia. Al tavolo dei relatori Pietro Natale, direttore generale dell’Enaip di Piacenza, Antonio Schillani, del Consiglio direttivo del Forum delle associazioni familiari di Piacenza e Cristiano Marini, responsabile provinciale Patronato Inas-Cisl di Modena e Stefano Gobbi, della Direzione di “Sport nei territori” di “Sport e Salute S.p.A.”, in collegamento video. A moderare l’incontro il prof. Paolo Rizzi, docente di Politica economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Giovani, sport, welfare e natalità: questi i punti cardine sui quali si sono concentrati gli interventi nel pomeriggio di venerdì 16 settembre.

Giovani
“La situazione lavorativa dei giovani a Piacenza è complicata – spiega Natale -. I dati parlano chiaro: nella nostra provincia la disoccupazione giovanile è, in percentuale, tre volte quella nazionale. Sono 40mila i giovani fra i 15 e i 29 anni sul nostro territorio, 7mila sono fuori dai sistemi formativi e dal lavoro. Il 15% degli studenti delle scuole superiori abbandona in corso d’opera, uscendo dal sistema scuola-lavoro, senza titolo, senza qualifica e senza prospettive. Esistono poi enti di formazione che tentano di ‘recuperare’ qualche ragazzo, ma una fetta importante resta fuori. In Italia il 70% delle persone fra i 18 e i 35 anni vive ancora con la famiglia per mancanza di autonomia economica: la famiglia resta il principale ammortizzatore sociale del nostro Paese. Un altro tema cruciale è quello che riguarda la qualità dell’offerta: il 64% dei lavoratori con meno di 24 anni ha un contratto a tempo determinato e il 13% è sottopagato. Il tasso di imprenditorialità è molto basso, e questo incide anche sul futuro della classe imprenditoriale. Alla luce delle premesse, non è difficile capire perché ogni anno 80/90mila giovani abbandonano l’Italia per cercare lavoro altrove. Nel 2050 a Piacenza si prevede che per ogni ragazzo ci saranno tre anziani, con un impatto notevole su servizi e pensioni. Ciò che raccomando ai giovani è di innalzare le proprie competenze e specializzarsi. D’altro canto, le aziende non devono sottovalutare l’evoluzione del lavoro e impegnarsi a incrociare l’offerta con la domanda, investire sui talenti e adeguare i contratti e i compensi”.

Sport
“C’è una conseguenza diretta – dice Gobbi – fra il calo degli iscritti nelle società sportive e la denatalità. A dirlo è l’Istat. Nel 2070 l’Italia avrà 12 milioni di abitanti in meno rispetto a oggi. Il modello sportivo italiano, che con 115mila associazioni è la realtà più grande del terzo settore, offre numerose proposte aggregative e sociali per i giovani e non solo. Per far fronte all’elemento ineluttabile della denatalità dobbiamo impegnarci, fin dall’età giovanile, per una maggiore qualità della vita dei cittadini. Secondo una ricerca di Save the Children, i giovani sono insoddisfatti riguardo il modello educativo della scuola e le proposte degli adulti. C’è oggi una distanza di linguaggio fra adulti e giovani. Quali linguaggi possono costruire un ponte? La provincia di Piacenza si distingue per la qualità dell’integrazione di persone con disabilità attraverso lo sport: bisogna creare strumenti inclusivi e usare linguaggi migliori possibili. Lo sport è uno dei migliori linguaggi contemporanei possibili. Un altro tema strategico è la famiglia, che diventa sempre più digitale, usa un altro tipo di linguaggio rispetto alle famiglie di un tempo. Dobbiamo saperle attrarre con un approccio diverso”.

Natalità
“Sembra una barzelletta parlare di denatalità quando in un secolo la popolazione mondiale è passata da un miliardo e mezzo a otto miliardi – sottolinea Schillani -; piuttosto, dovremo soffermarci sul concetto di ‘natalità consapevole’ a livello globale. La società occidentale, basata su una concezione antropocentrica figlia dell’Illuminismo, si contrappone ad altre culture che si basano su religioni o filosofie tradizionali. La visione individualistica ha creando benessere per un miliardo di persone. Ma questa popolazione, a inizio secolo, era il 20/25% su base mondiale. Adesso è l’8%. Altri hanno mantenuto una cultura più ‘tranquilla’, per cui oggi sono al traino delle nostre capacità, mantenendo però il legame con la propria cultura, per cui il valore di fare figli è centrale. Noi questo valore lo stiamo perdendo. Abbiamo due grandi emergenze: cambiamenti climatici e squilibrio sociale. L’inquinamento dei mari e delle terre emerse e lo spreco idrico segnalano che il progresso economico sta andando in una direzione sbagliata. Siamo consapevoli che questo processo è insostenibile e stiamo cominciando a correggerci, passando da un’economia lineare a un’economia circolare. Il resto del mondo ignora totalmente il problema. Un miliardo di persone vive sotto la soglia della sopravvivenza, sei miliardi beneficiano dell’economia occidentale ma non hanno il nostro benessere, e anelano a raggiungerlo. Questo rischia di causare il crollo della nostra società occidentale. Dobbiamo recuperare il valore della natalità in Occidente per far sì che le nostre capacità di progresso possano continuare, e dobbiamo esportare istruzione nelle altre culture, soprattutto per le donne”.

Politiche per le famiglie
“Negli ultimi anni l’Ue – afferma Marini – ha messo a punto diverse politiche volte a contrastare la denatalità e a favorire la conciliazione fra vita familiare e lavorativa. In Italia è stato introdotto l’assegno unico e universale, che ha assorbito altre agevolazioni preesistenti. La nuova norma ha incluso nel sussidio anche i genitori disoccupati e i lavoratori autonomi, ampliando la platea e rendendo più equo il sistema, ma esistono numerosi casi di famiglie che oggi ricevono meno di prima. Il vecchio assegno al nucleo familiare guardava la posizione dell’intero nucleo, mentre quello nuovo si concentra solo sui figli. Una famiglia con un genitore disabile oggi non percepisce più il sussidio garantito dalla vecchia norma. Altre misure a sostegno della famiglia sono state approvate ad agosto 2022. È stato esteso il congedo parentale, sono stati concessi dieci giorni di congedo obbligatorio per il padre ed è stata modificata la normativa sui congedi per i titolari di legge 104/92. Le politiche per la famiglia ci sono, ma molti, nonostante la diffusione tramite social media, non sono a conoscenza dei propri diritti”.


Francesco Petronzio

Pubblicato il 17 settembre 2022

Nella foto, da sinistra, Agostino Maffi (presidente del Forum delle associazioni familiari di Piacenza), Antonio Schillani, Pietro Natale, Pietro Coppelli (condirettore generale Banca di Piacenza) e Paolo Rizzi.

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