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Grande Festa della Famiglia: il mondo del lavoro va ridisegnato dalle donne

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Come sarà l’Italia di domani? A dare uno sguardo sul futuro ci hanno pensato, nel secondo giorno della Grande Festa della Famiglia edizione 2022, sabato 17 settembre alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istituto nazionale di statistica, Alessandra Papa, docente di filosofia morale alla Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Assuntina Morresi, docente di Chimica fisica avanzata al corso di biotecnologie molecolari e industriali all’Università di Perugia. Ha moderato l’incontro il prof. Agostino Maffi, presidente del Forum delle associazioni familiari di Piacenza.


L’Italia si estinguerà?
Blangiardo si è chiesto se il Paese stia andando verso l’estinzione a motivo della denatalità. Nel 1951, subito dopo la seconda guerra mondiale, gli italiani avevano in media 32 anni e ne avevano di fronte a sé, come speranza di vita, 41. Avevano cioè nel loro futuro un periodo lungo ed erano perciò più propensi agli investimenti e ai sacrifici che ogni investimento richiede. Oggi - ha detto il presidente dell’Istat -, invece, le cose sono cambiate e si è più propensi alla manutenzione che agli investimenti per fare innovazione e sviluppo. Guardando l’aspetto economico del Paese, ha sottolineato che se oggi diminuisce il pil, il debito graverà sempre di più sull’Italia, impedendo di fatto lo sviluppo.

Come affrontare il futuro?
Nell’anno del Covid i matrimoni si sono dimezzati; in Italia due terzi dei bambini nascono nei matrimoni, quindi il futuro - ha puntualizzato Blangiardo - appare incerto. Aumentano nella società le famiglie senza figli. La cura dei bambini in una famiglia richiede un impegno di responsabilità e di sacrificio che non sempre si è disposti ad affrontare.

L’Italia, sempre guardando al futuro, deve tornare ad attrarre i giovani; oggi si investe su di loro, ma poi, una volta specializzati, se ne vanno all’estero ed il Paese si ritrova più povero.
La prof.ssa Papa si è interrogata sul rapporto tra uomo e donna e la vita e la morte. Il ’900 - ha detto - è stato un secolo dominato dalla “tanatologia”, quasi una sorta di attrazione verso la morte che arriva a noi dalla mentalità greca. Partendo dalla riflessione della filosofa atea, ma profondamente innamorata della vita, Hannah Arendt, la prof.ssa Papa ha sottolineato che ciascuno è un essere unico; nessuno si mette al mondo da se stesso. È vero che l’uomo è nato per morire, ma è nato anche per incominciare e affrontare la vita.

Perché non si fanno più figli?
La prof.ssa Morresi è partita dal dato della famiglia “sottile”, cioè con pochissimi figli o addirittura senza figli. In base a una recente ricerca della Fondazione Donat Cattin il 51% dei giovani - ha detto - pensa il suo futuro senza figli e un 20% si immagina sempre single.
Il motivo per cui oggi non si fanno figli non è solo economico; viviamo - ha detto - in un Occidente in crisi ma pur sempre ricco.
Il vero problema è culturale; l’essere madre non è più visto come un valore sociale. Nell’immaginario collettivo, una donna che si dedica alla famiglia, rinuncia ai propri talenti per stare solo dietro ai fornelli. Siamo in un mondo del lavoro disegnato dai maschi che va ripensato. Le donne vi sono arrivate 3mila anni, e forse più, dopo gli uomini

Una trasformazione necessaria nel mondo del lavoro
Oggi occorre non semplicemente la parità, ma le pari opportunità, con un modello di lavoro non più solo maschile, e cioè totalizzante e competitivo, in cui la donna per fare carriera deve seguire il necessariamente il modello maschile. Perché - si è chiesa Morresi - le riunioni di lavoro vengono fissate a mezzogiorno o alle sei di sera, quando una donna deve andare a recuperare i figli a scuola o a casa a cucinare per la sera?
E inoltre: la maternità, come anche il tempo dedicato alla cura in casa di un anziano o di un disabile, o speso in una missione di pace in un Paese straniero, va inserita nel curriculum. Sono esperienze che conferiscono competenze molto importanti per la vita e utili nel lavoro.
Occorre riscoprire la ricchezza dell’essere uomo e dell’essere donna, sia sul lavoro - dove ci si arricchisce reciprocamente grazie a visioni diverse - che in famiglia: i genitori - ha aggiunto - non sono intercambiabili, la madre deve fare la madre e il padre il padre, e il padre sostenere la madre. Più si recupera il materno, più si recupererà il paterno. Un uomo è padre quando una donna gli dice: questo è tuo figlio. La paternità, infatti, non c’è come esperienza fisica, ma solo in rapporto al vissuto della madre.

Nella foto: da sinistra, la prof.ssa Papa, il prof. Maffi, la prof.ssa Morresi e il dott. Blangiardo.

Pubblicato il 17 settembre 2022

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