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Da lunedì in vendita le fragole del carcere

Il debutto del progetto “Ex Novo” alla casa circondariale

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Ne avevamo parlato sull’ultima edizione del 2018 e allora c’era giusto qualche fiore sulle piantine della serra.
Da lunedì i piacentini potranno gustare le fragole coltivate nella casa circondariale delle Novate da due persone detenute, Marco ed Antonio, grazie ad un progetto che mette in rete Amministrazione penitenziaria, cooperativa sociale “L’Orto Botanico” e Università Cattolica, con la consulenza di Geoponica per la parte di tecnologia e sostenibilità applicata all’agricoltura.
Saranno sugli scaffali dell’Ipercoop al centro commerciale Gotico di Montale, distribuite attraverso Riverfruit, in un packaging ben riconoscibile targato “Ex Novo”, il marchio che ha il sapore della voglia di ricominciare. Perché se il passato non si cancella, gli errori possono insegnare.
“Anche il carcere deve abbracciare la cultura del fare – ha evidenziato la dottoressa Maria Gabriella Lusi, alla guida della struttura penitenziaria piacentina da due mesi -: l’obiettivo costituzionale della rieducazione deve permeare le nostre giornate”.

“Il lavoro è assunzione di responsabilità ed educazione al valore dell’impegno e della fatica”, riflette il cappellano don Adamo Affri, che testimonia come una delle richieste più frequenti che raccoglie dai detenuti è proprio quella di poter essere occupati per dare un significato al tempo che si passa in carcere.
“Ma garantire opportunità di formazione e di lavoro è anche strumento per accrescere la sicurezza sociale”, ha aggiunto la direttrice delle Novate.

Nel progetto saranno presto convolti altre due persone detenute, assunte a tutti gli effetti dalla cooperativa.
In un’ottica di accompagnamento al reinserimento in società, Fabrizio Ramacci, presidente de “L’Orto Botanico”, ha annunciato che l’assunzione continuerà anche dopo aver scontato la pena: un’azienda agricola di Alseno permetterà di garantire un alloggio e di avviare un’ulteriore coltivazione di fragole e piccoli frutti, dando continuità al percorso.

Lo “scambio di competenze” – come lo definisce il dottor Ettore Capri, che segue il progetto per l’Università Cattolica insieme al dottor Nicolò Rizzati, vincitore di una borsa di studio della Fondazione Invernizzi – è il valore aggiunto dell’esperienza.
L’Ateneo sta sperimentando un metodo di vertical farming che va nella direzione della riduzione dello sfruttamento del suolo.
A rendere possibile l’avvio è l’investimento di Fondazione “Cattolica Assicurazioni”, che – sottolinea Ramacci – serve per la fase iniziale: “poi tutti i nostri progetti sono studiati per andare avanti con le loro gambe”.

“Ex Novo” infatti non sarà solo fragole.
Due persone sono già impiegate nella falegnameria delle Novate ed un’altra nell’orto ricavato entro la cinta muraria.
C’è anche una piccola attrezzatura per fare il miele che potrebbe aprire ulteriori strade.

Video realizzato da Blacklemon S.r.l. per cooperativa sociale L’Orto Botanico

Pubblicato l'8 maggio 2019

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