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La festa di Santa Rita tra fede e tradizione

 santarita preghiera maggio 2023

Come mai Santa Rita attira così tante persone alla sua festa? Si è interrogato mons. Luigi Chiesa, canonico della cattedrale e amministratore parrocchiale della parrocchia di San Paolo, in una delle tante messe che si sono ripetute fino a sera, il 22 maggio, nella chiesa dedicata alla Santa sullo Stradone Farnese a Piacenza.

Un evento affascinante

Sotto un cielo azzurro che si rifletteva nelle strade della città, la festa di Santa Rita, è stata un evento che ha affascinato e coinvolto migliaia di fedeli. Lo stradone Farnese si è trasformato in un mare di colori e emozioni. Mentre la folla si è riversata nella chiesa per la benedizione delle rose, lungo la strada si sono allineate, in attesa per la benedizione, file di autoveicoli. La festa di Santa Rita, patrona dei casi impossibili e delle cause perse, è un'antica tradizione che si ripete ogni anno a Piacenza e attira una folla di persone attratte dal fascino e dalla spiritualità che circonda questa celebrazione unica nel suo genere.

Rita: donna, sposa e madre

Che cosa ci attrae di Santa Rita? Essenzialmente la sua vita donata come donna, come sposa e come madre - ha risposto mons. Chiesa. Come donna è stata piena di pazienza, capacità di sacrificio, generosità e costanza; come sposa ha vissuto momenti difficili e faticosi nel rapporto con suo marito; come madre è stata amorevole accogliente verso i suoi due figli che il Signore ha chiamato a sé. Invocare la sua intercessione significa chiedere la sua protezione alle nostre famiglie che soffrono nei rapporti difficoltoso tra sposi, tra genitori e figli, e per la mancanza di lavoro.
Santa Rita - ha aggiunto mons. Chiesa - ci viene incontro in questo tempo cosi travagliato, nelle situazioni tragiche come la cronaca ci documenta di femminicidi, di atti di violenza a volte feroci. Noi siamo - ha sottolineato il sacerdote - come dice il Vangelo, i tralci della vite, e il nostro ruolo è quello di portare frutto, assicurando il legame vitale con il tronco che è Cristo. Santa Rita è stata un tralcio importante che ha donato molti frutti. La sua vita è stata contrassegnata dalla sofferenza e dalla devozione della Croce, tanto che un venerdì santo, presa dall’amore per il crocifisso, fu trafitta alla fronte fino all’osso da una spina e che le procurerà un dolore fino alla sua morte. San Giovanni Paolo II - ha continuato  - così l’ha descritta: “discepola del Crocifisso ed “esperta nel soffrire”, imparò a capire le pene del cuore umano”.
Chiediamo a Santa Rita - ha concluso mons. Chiesa - le grazie delle quali sentiamo il bisogno e in modo particolare quella di restare attaccati a Gesù come i tralci alla vite per dare frutti di una vita donata.

santa rita messa con mons. Chiesa

Speranza e conforto

Il 22 maggio si è vissuta una festa di grande significato e l'odore delle rose ha riempito l'aria, creando un profumo avvolgente e delicato, capace di suscitare sentimenti di speranza e conforto. I volontari della chiesa, impegnati a garantire la sicurezza e l'ordine dell'evento, si sono mossi con abilità e gentilezza tra la folla, assicurandosi che tutti potessero partecipare e ricevere la loro benedizione. La sinergia tra i fedeli, i visitatori e i volontari ha reso l'intera festa un momento di condivisione e di unione, in cui le persone si sono fuse in un'unica voce di fede e di attesa. Santa Rita, con la sua storia di forza interiore e resilienza, si è dimostrata ancora una volta una fonte di ispirazione per tutti coloro che cercano sollievo, consolazione e rinnovamento nella propria vita.

Riccardo Tonna

rosebenedette

Nelle foto: vari momenti della festa di Santa Rita a Piacenza.

Pubblicato il 23 maggio 2023

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    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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