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Sale della terra e luce del mondo

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Il Vangelo di oggi si ricollega direttamente al “discorso della montagna” di Gesù alla sua gente ne ricaviamo un'esortazione bellissima: “Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo”.
Sale e luce, verità e testimonianza.
Sale per dare gusto, per conservare, per purificare; luce per sconfiggere le tenebre.

Gesù avverte che per svolgere nel mondo la funzione del sale, occorre essere autentici e non diventare insipidi. Se il sale non mantiene le sue proprietà, allora non serve più, ma può solo essere buttato via.
Ci sono tanti modi di esprimere il proprio sapere e il proprio sapore, senza però perdere quelle capacità di dare un senso alla vita che il messaggio divino ha in sé.
Oggigiorno invece viene proclamato di tutto per dare gusto alla vita, scadendo così terribilmente sull'uomo.

Ma se si scade sull'uomo, è vera vita?
Quando sopprimiamo l'uomo o la donna con la loro dignità, che cosa ci rimane?
Si può essere sale e luce del mondo come ci invita a essere San Paolo, abbracciando il crocefisso.
Tutto svanisce davanti alla sapienza di Cristo.
Chi conosce la verità illumina, riesce a essere "sale" per il mondo, acquisisce un tocco in più che fa accedere alla grazia e spalanca orizzonti.
A noi interessa questo tipo di sapienza che illumina il mondo?

 

Noi dobbiamo fare una scelta: davvero siamo in grado di vivere una vita che ha in sé la vita di Cristo, oppure siamo diventati opachi e insipidi?
Oggi abbiamo elementi per capire da che parte stare e quale luce scegliere, se i bagliori della città o la Parola.
Noi vediamo la Croce come un legno che grava su di noi e non riusciamo a leggerci un segno d'amore. L'amore ci porta a cambiare, a illuminare la nostra vita e a diventare immancabilmente diversi giorno per giorno e questo inonda di gioia il cuore.
L’immagine della città sul monte vista da lontano illustra bene la missione della comunità cristiana: orientare i cammini dell’umanità. Quest’attrazione è un dovere e una responsabilità.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 9 febbraio 2020, Mt 5,13-16

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato l'11 febbraio 2020

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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