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Un film per sensibilizzare sulla leucemia

noi anni luce

Ha il patrocinio di Ail, Associazione Italiana contro le Leucemie, il film "Noi anni luce", che uscirà nelle sale il 27 luglio. Il teen-drama di Tiziano Russo, prodotto e distribuito da Notorious Pictures, racconta la storia di Elsa (interpretata da Carolina Sala), una ragazza di 17 anni che scopre di essere affetta da leucemia. La sua unica possibilità di salvarsi è un trapianto di midollo, ma il solo a poterglielo donare è suo padre che non ha mai conosciuto. Elsa intraprende così un viaggio alla ricerca dell’uomo che può salvarle la vita. Ad accompagnarla c’è Edo (Rocco Fasano), conosciuto in ospedale e affetto dalla stessa malattia di Elsa. Nella foto sopra, i due protagonisti nella locandina del film.

Parlare ai giovanissimi di malattia

“Siamo lieti - ha dichiarato il presidente nazionale Ail Giuseppe Toro - di patrocinare «Noi anni luce», un film delicato e profondo che contribuisce a sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro i tumori del sangue, alla promozione della cultura del dono e della donazione del midollo osseo in particolare tra i giovani, un gesto di fondamentale importanza per garantire le terapie per i malati ematologici e le regolari attività ospedaliere. È essenziale agevolare i percorsi che portano i ragazzi a essere cittadini attivi e coscienti dei bisogni del prossimo”.

Da un soggetto di Isabella Aguilar, Guglielmo Marchetti e Federico Sperindei, e da una sceneggiatura di Isabella Aguilar e Serena Tateo, "Noi anni luce" è basato sul film "Matching Jack", diretto da Nadia Tass, tratto dalla sceneggiatura di Lynne Renew e David Parker.
Nel ruolo dei genitori di Elsa ci sono Caterina Guzzanti e Fabio Troiano. Ad interpretare Mila, invece, la giovane che i due protagonisti incontreranno durante il loro viaggio, è la cantante Laila Al Habash, arrivata al successo con il singolo indie-pop "Come quella volta".
Nel cast anche Adalgisa Manfrida nei panni dell’infermiera Carla, e Daniele Parisi, che interpreta il medico.

Pubblicato il 26 luglio 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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