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«Azur del mare»: presentazione il 30 in San Giuseppe Operaio

azur del mar leili kalamian

Un libro “per bucare il silenzio”, per portare a galla la realtà attraverso la sua crudezza ma anche gli squarci di luce che inaspettatamente la misericordia umana sa aprire. Nasce dalle lacrime versate di fronte alle bare senza nome delle vittime del naufragio di Cutro - a partire dalla piccola bara bianca contrassegnata come M0, maschio, nemmeno un anno di età - “Azur del mare”, l’ultima fatica letteraria di Leili Maria Kalamian, vulcanica insegnante del liceo “Colombini”, autrice di diverse opere, tra cui “Francesco Daveri, l’avvocato di Dio”, e ideatrice del percorso Latino per tutti (nella foto sopra, con la copertina dell'albo illustrato).

Edito da 40GB, l’albo illustrato da Silvio Boselli parla prima di tutto agli adulti, mettendo sul tavolo temi forti quali il valore del nome, l’accoglienza, la maternità, l’umanità, la conversione del cuore, la missionarietà. Tutti valori che Kalamian evoca attraverso la vicenda della protagonista, la signora Nicoletta, che ogni giorno si siede di fronte al mare ripensando al marito pescatore, defunto, e aspetta. Non si sa cosa. Ma aspetta. Finché la realtà arriva come uno schiaffo a sconvolgere le sue abitudini e le fa capire che il passato ritrova significato solo se vissuto nel presente. Il suo piccolo gesto d’amore - offrire una sepoltura nella cappella di famiglia a chi, affogato in mare, non ha più nemmeno un nome - la trasforma in missionaria di speranza, anche per una giovane madre che piange la morte prematura di suo figlio.

“Azur del mare” prende spunto dalla storia vera di una signora calabrese, Nicolina, che ha voluto restituire dignità alle vittime innocenti del naufragio di Cutro, ma va oltre, provando a “riempire gli spazi vuoti” e richiamando la ricchezza che l’incontro tra generazioni venute da lontano ma con lo stesso cuore può suscitare.

Dal libro allo spettacolo teatrale ai laboratori nelle scuole

“Il mare porta sempre qualcosa”: è il filo conduttore di un progetto di pace che unisce scrittura, teatro e musica, nato attorno alla pubblicazione di “Azur del mare” . Ad illustrarlo giovedì 30 gennaio saranno i protagonisti che ne compongono il tassello in occasione della serata che apre le iniziative del Mese della Pace dell’Azione Cattolica diocesana. Il salone della parrocchia di San Giuseppe Operaio (viale Martiri della Resistenza 19) ospita alle ore 21 una tavola rotonda promossa insieme ad Ac, Caritas diocesana, associazione “Mondo Aperto” e Camoteca, che avrà al centro la presentazione del libro di Leili Maria Kalamian “Azur del mare” e del progetto teatrale “Emmezero” di Caritas e “Mondo Aperto”.
Sarà un dialogo a più voci - coordinato dalla giornalista del nostro settimanale Barbara Sartori - a cui, oltre all’autrice, parteciperanno l’illustratore Silvio Boselli, l’operatore della Caritas diocesana Francesco Millione, la presidente di “Mondo Aperto” Rita Parenti, il musicista ed editore Simone Tansini, la psicologa Corinna Calatroni del “Campus dei talenti” e il musicista Alessandro Colpani, che ha composto la musica della canzone che ha accompagnato il progetto teatrale avviato l’estate scorsa con alcuni giovani da Simone Tansini in collaborazione con Caritas.
L’iniziativa editoriale e il progetto teatrale sono stati possibili grazie al contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Fondazione Donatella Ronconi Enrica Prati, della Gas Sales Energia, della Scuola Sant’Orsola e di Paradiso onoranze funebri.

Pubblicato il 25 gennaio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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