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Renato Cristin: difendiamo l'Occidente dalle aggressioni riaffermando la politica e cultura del liberalismo

Il prof. Renato Cristin con Emanuele Galba. foto Del Papa

Il mondo occidentale è al tramonto? È la domanda che si poneva la lectio magistralis tenuta dal prof. Renato Cristin nella seconda giornata della nona edizione del Festival della cultura della libertà “Corrado Sforza Fogliani”, svoltasi sabato e domenica scorsi al PalabancaEventi di via Mazzini.
La risposta del docente universitario e saggista non è molto rassicurante: «L’Occidente sta decadendo per inerzia e la via del tramonto non è così lontana». Ecco che cosa scriveva lo stesso prof. Cristin nel suo libro “I padroni del caos” (edizioni liberilibri): “A partire dagli anni Sessanta si è progressivamente imposto un pensiero antioccidentale che, congiungendosi oggi con il burocratismo delle istituzioni comunitarie, narcotizza la coscienza dei popoli europei, impone il politicamente corretto e l’accoglienza dell’altro, extraeuropeo, negando la nostra identità e producendo il caos come orizzonte storico concreto. I padroni di questo caos propugnano un’ideologia europeista che mira a dissolvere l’Europa dei popoli e delle nazioni in un contenitore neutro. Attraverso una rigorosa analisi di questo percorso filosofico, culturale, etico e politico consolidatosi nell’ultimo quarantennio - che rischia tra l’altro di condurre alla islamizzazione dell’Europa -, viene qui elaborata la teoria di un nuovo reazionarismo euroidentitario come rigenerazione del paradigma liberalconservatore”.

«Oggi - ha meglio specificato l’oratore durante la lectio - l’Occidente si trova sotto assedio (anomalo e paradossale) sia dall’interno che dall’esterno. L’antioccidentalismo interno, antiliberale e antiliberista, è rappresentato dal progressismo, dall’ideologia woke da una parte e da quella pseudo destra antiamericana e filorussa che vede l’Occidente come un mondo in putrefazione. L’aggressione dall’esterno arriva invece dall’attivo e pericoloso asse Russia-Cina-Iran». Secondo il professore di Ermeneutica filosofica (Università di Trieste) non dobbiamo abbassare la guardia sulla presenza dell’Islam radicale in Europa e sul fenomeno del terrorismo. Il relatore ha quindi individuato alcuni stress-test volti a saggiare la capacità di difesa del mondo occidentale dalle citate aggressioni: tra questi, gli attacchi alla civiltà occidentale; la penetrazione cinese e russa in varie parti del mondo; l’esplosione della pandemia («il test pandemico è servito ai nemici dell’Occidente per produrre caos»); l’invasione russa dell’Ucraina («ignobile»); la guerra contro Israele.

«La realtà - ha affermato il prof. Cristin - è che l’Occidente è in guerra e la Russia putiniana sta cercando alleati in Europa».
Ma c’è una soluzione ai problemi dell’Occidente? Renato Cristin ci ha fatto vedere una luce in fondo al tunnel: «La soluzione politica e culturale è il liberalismo, che potrebbe aiutare il mondo occidentale a reggere l’urto dei nemici e della storia. Un liberalismo che propugni sì meno Stato ma non zero Stato come in fondo avrebbe voluto Marx. Forse la nostra salvezza sta nel recuperare il senso dell’Europa dei popoli e delle nazioni, dal cui virtuosismo la stessa dipenderà».

Nella foto di Del Papa, il professor Renato Cristin con Emanuele Galba.

Pubblicato il 28 gennaio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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