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Si presenta «I cattolici e il clero nella lotta di Liberazione nel Piacentino»

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“I cattolici e il clero nella lotta di Liberazione nel Piacentino”: è il titolo del libro pubblicato da “Parallelo 45” e scritto dalla prof.ssa Celestina Viciguerra che viene presentato alla stampa venerdì mattina 17 dicembre alle ore 11 nella sala degli affreschi della Curia vescovile. Intervengono, insieme all’autrice, il vescovo mons. Adriano Cevolotto, che ha firmato l’introduzione al volume, Stefano Pronti, presidente dell’Anpi, e Mario Spezia, presidente dell’Associazione Partigiani Cristiani.
L’opera, 360 pagine in tutto, coincide con la tesi di laurea in lettere della prof.ssa Viciguerra nel 1969. L’autrice riuscì a intervistare molti dei protagonisti, laici ma soprattutto sacerdoti, a quel tempo ancora viventi, che raccontarono l’impegno della Chiesa piacentina nella lotta di Liberazione. I preti con le loro comunità furono in prima linea nel difendere la popolazione dall’oppressione fascista e nazista. Si tratta perciò di un libro unico nel suo genere perché dà voce alla generazione che ha vissuto la Resistenza.
Il libro, alla sua seconda edizione, arricchita, fra l’altro, di un dettagliato indice analitico, enumera infiniti fatti di quegli anni: dalle figure storiche dell’avvocato Francesco Daveri, morto nei campi di sterminio in Germania, a don Giuseppe Borea, fucilato nel ’45 al cimitero di Piacenza, dal grande rastrellamento che cercava di piegare il Paese all’impegno per far nascere una classe politica che fosse in grado di prendere la guida dell’Italia dopo il secondo conflitto mondiale.

La ripubblicazione del volume - sono alcune delle parole di mons. Cevolotto nell’introduzione al libro - che è rimasto per decenni «dimenticato», non è un’operazione nostalgica, ma motivo per fare memoria grata di una passione civile radicata nella forza del Vangelo”.
Il libro è disponibile nelle librerie piacentine.

Pubblicato il 15 dicembre 2021

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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