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Sabato 22 serata verdiana con concerto alla Galleria Alberoni

VERDI e VIVO

Sabato 22 aprile, alle 21, nella suggestiva cornice della Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni, importante appuntamento con “Verdi è vivo”, concerto lirico vocale di musiche verdiane a cura del Centro artistico musicale San Lorenzo. Una serata nel segno del grande Maestro che vedrà protagonisti l’Ensemble cameristico dell’Orchestra Farnesiana diretta da Gianluca Feccia, l’organista Leonardo Calori, Giulia Lanati al violoncello, il Coro degli allievi del Conservatorio Nicolini diretto da Corrado Casati, la soprano Svetlana Kalinichenko e il basso Julius Loranzi.
L’evento è promosso da Gorbaciov Foundation-Nobel Italia, Opera Pia Alberoni, Centro Artistico Musicale San Lorenzo e gode del patrocinio del Comune di Piacenza-Città dei costruttori di pace e del Conservatorio Nicolini, e sarà in ricordo di Corrado Sforza Fogliani, presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza recentemente scomparso. L’ingresso alla serata è libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili (per prenotarsi, 3887759772).
Nel corso della serata, l’Associazione Fondazione Gorbaciov e il Segretariato permanente del summit mondiale dei Premi Nobel per la pace, rappresentati da Marzio Dallagiovanna, doneranno alla Banca di Piacenza, in omaggio al compianto presidente Sforza Fogliani, la preziosa opera d’arte “Verdi è vivo”, realizzata nel 2012 da Franco Scepi (vernici acriliche su tela) in seguito a una conversazione intercorsa con l’avv. Sforza che glielo aveva ispirato, ma rimasto fino a oggi nascosto e mai presentato al pubblico. Un’iniziativa condivisa dall’Opera Pia Alberoni, con il presidente Giorgio Braghieri (che ha costantemente collaborato con la Banca di Piacenza e il suo presidente nell’animazione culturale della città di Piacenza), dal Comune di Piacenza-Città dei costruttori di pace e dal Centro artistico musicale San Lorenzo con il presidente Carlo Loranzi.

Una storia iniziata 11 anni fa

Una domenica dell’anno 2012, all’uscita dalla messa serale celebrata nella chiesa di San Donnino, il presidente esecutivo dell’Istituto di credito di via Mazzini incontrò Franco Scepi, al quale confidò la sua volontà di restituire al grande compositore Giuseppe Verdi la verità storica legata a Piacenza e ai tanti luoghi frequentati in modo permanente dal Maestro, sia in città che in provincia. Sforza Fogliani, sempre quella sera, ricordò all’artista che l’anno seguente, il 2013, sarebbe ricorso il centenario della nascita del grande Maestro e quindi, come aveva riferito anche al presidente della Fondazione Gorbaciov e vicepresidente del Segretariato permanente dei Nobel per la Pace, Marzio Dallagiovanna, sarebbe stato importante creare un evento per non dimenticare. Anche Carlo Loranzi, presidente della Tampa Lirica, era stato amichevolmente informato. La riflessione del presidente Sforza fu elaborata in quell’anno da Franco Scepi con un’opera pittorica che, oltre a raffigurare il maestro Giuseppe Verdi, rappresentava un incipit unico e creativo, mai visualizzato in un quadro: il simbolo dell’hashtag, ovvero il cancelletto in uso nel web, per segnalare ciò che non si deve dimenticare. La tela rimase però, come già accennato, non visibile al pubblico, nello studio milanese di Scepi, senza essere mai svelata.


Visita guidata all'Ecce Homo e all'appartamento del Cardinale

In occasione della serata verdiana, la Galleria Alberoni proporrà, in anteprima, una visita guidata speciale alla perla della sua collezione l’Ecce Homo o Cristo alla colonna, capolavoro di Antonello da Messina, e all’Appartamento del Cardinale che custodisce ed espone in un allestimento rinnovato e inaugurato nel marzo 2022, i dipinti più antichi e preziosi della collezione del cardinale Giulio Alberoni. La visita guidata avrà inizio alle 20 e terminerà per permettere alle persone di accedere alla Sala degli Arazzi e partecipare al concerto. E’ necessario prenotarsi (ingresso ridotto 6 euro) ai seguenti recapiti (3494575709 – 3349790207 ).

Pubblicato il 19 aprile 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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