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Lavorare insieme per la cultura in omaggio a Corrado Sforza Fogliani

 Da destra Valeria Poli Lucia Pini e Roberto Tagliaferri

 

«Un’occasione per lavorare insieme nel produrre cultura in omaggio a Corrado Sforza Fogliani».
Questa l’unanime significato che è stato attribuito alla cerimonia di consegna alla Galleria Ricci Oddi, da parte della Banca di Piacenza, avvenuta al PalabancaEventi (in Sala Panini, presente la moglie del compianto presidente Maria Antonietta De Micheli), dei rilievi preparatori delle due formelle di Antonio Maraini (1886-1963), realizzate nel 1931 e simboleggianti l’allegoria della Scultura e della Pittura per l’ornamento dell’ingresso monumentale della Galleria di via San Siro.
«Studi preparatori - ha ricordato Roberto Tagliaferri nel portare i saluti della Banca (presenti il presidente Giuseppe Nenna, il direttore generale Angelo Antoniazzi e il vicedirettore generale Pietro Boselli) - riportati a Piacenza grazie al presidente Sforza, già con l’idea di lasciarli alla Ricci Oddi, di cui è stato consigliere d’amministrazione dal 2001, perché li valorizzasse con una corretta esposizione».

Il vicepresidente della Galleria Eugenio Gazzola è intervenuto ringraziando l’Istituto di credito e sottolineando il «ruolo centrale che deve avere la Ricci Oddi per la crescita culturale della città» e la fase di trasformazione che sta vivendo l’Ente che diventerà una fondazione, «uno dei temi che portò in Consiglio proprio il presidente Sforza».
La direttrice della Galleria Lucia Pini si è augurata che il passaggio a fondazione «rappresenti per la Ricci Oddi l’occasione per portare nuove energie e per attrarre sponsor» e ha espresso compiacimento per l’arrivo al museo dei rilievi del Maraini: «Non ho avuto abbastanza tempo per conoscere in profondità l’avv. Sforza - ha continuato la direttrice - ma so che aveva una grande attenzione per il territorio e queste due opere vengono restituite proprio al territorio. Avercele concesse in comodato da parte della Banca, è per noi un segno di fiducia e di buon auspicio per il futuro della Galleria, un dono alla città e al Paese intero».

Valeria Poli dal canto suo ha rimarcato come l’occasione della consegna fosse in linea con il mecenatismo “senza paragoni” e di lunga data della Banca di Piacenza. «La Banca - ha affermato - oltre a contribuire al restauro del nostro patrimonio storico e artistico, ha in più occasioni permesso il ritorno nella nostra città di opere di grande importanza per la nostra cultura. Ricordo, in particolare, il ritorno delle vedute di Giovan Paolo Panini che i piacentini possono ammirare nella sede centrale in via Mazzini».

Roberto Tagliaferri e i rilievi preparatori in terracotta delle formelle che ornano lingresso monumentale della Galleria Ricci Oddi

Nella foto, Roberto Tagliaferri e i rilievi preparatori in terracotta delle formelle
che ornano l'ingresso monumentale della Galleria Ricci Oddi.

Come già accennato, in tempi recenti la Banca ha avuto la fortuna di reperire sul mercato antiquario due bozzetti preparati per la realizzazione dei fregi che attualmente ornano la facciata della Galleria d’arte moderna. Valeria Poli, che attualmente è membro del Consiglio di Amministrazione della Ricci Oddi, ha ricordato il contesto nel quale si inserisce l’opera.
«
Dal gennaio 1924 - ha proseguito la prof. Poli -, come documentato dal carteggio di Giuseppe Ricci Oddi, prese avvio un importante legame culturale e artistico tra Ricci Oddi e l’architetto Giulio Ulisse Arata, progettista della Galleria (1925-1931). Meno conosciuto è il ruolo svolto come consulente non solo nel caso di acquisti, come la famosa Signora di Klimt nel 1925 a Milano, ma anche come intermediario per la committenza di opere. Nel gennaio 1931, come documentato dalle fotografie del prof. Giulio Milani, la Galleria era conclusa, ma Arata ritenne di completare l’ingresso chiedendo allo scultore Antonio Maraini di eseguire i due rilievi raffiguranti la Scultura e la Pittura (1,80 x 1,40 m). Le opere, commissionate nel gennaio 1931, saranno consegnate nel giugno 1931 in attesa della inaugurazione avvenuta l’11 ottobre 1931. I bozzetti in terracotta (26 x 34 cm), che entreranno a far parte della esposizione stabile della Galleria, saranno occasione per studi futuri dedicati ad approfondire la figura di un artista che ha conosciuto nel secondo dopoguerra un lungo periodo di oblio a causa della sua attività durante il Ventennio come interprete del clima di Ritorno all’Ordine»
.

Nella foto, in alto, da destra, Valeria Poli, Lucia Pini e Roberto Tagliaferri.

Pubblicato il 10 maggio 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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