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Presentato a Milano il Cammino di San Colombano e la sua guida

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Nella cornice della Sala degli Affreschi di Palazzo Isimbardi, sede della Città Metropolinana di Milano, venerdì 19 maggio si è svolta la presentazione del Cammino di San Colombano e della sua guida.
L’iniziativa è stata patrocinata dall’Associazione Europea del Cammino di San Colombano e degli Amici di San Colombano per l’Europa, in collaborazione con Città Metropolitana di Milano e del Parlamento Europeo.  Relatori sono stati il dottor Mauro Steffenini, l’europarlamentare On. Patrizia Toia e il Vicesindaco di CM e sindaco di Bollate Francesco Vassallo.
Ospiti di eccezione che poi hanno preso la parola al termine degli interventi dei tre relatori: per la Direzione Cultura della Regione Lombardia, la dott.ssa Stefana Tamborini, per la Casa Editrice Terre di Mezzo Luca De Cas, in rappresentanza dell’Arcidiocesi di Milano don Massimo Pavanello, Responsabile Ufficio Turismo e Pellegrinaggi e delegato per il Giubileo 2023 e il parroco della Basilica di Sant’Eustorgio don Luca Camisana,  per la diocesi di Piacenza-Bobbio e la Città di Bobbio, il parroco della Cattedrale don Roberto Isola, per le Amministrazioni comunali il Sindaco di San Colombano al Lambro Giovanni Cesari, per il Parco Adda Nord Ignazio Ravasi, infine il Presidente Associazione Amici del Cammino di San Colombano di Vaprio d’Adda Andrea Beretta e il Presidente Consorzio Vino Doc San Colombano dr. Diego Bassi che al termine ha inviato tutti nelle sale adiacenti per un buffet accompagnato dai vini di San Colombano.
Gli interventi sono stati moderati dal Direttore Generale della promozione dello sviluppo economico e sociale nel territorio dell’area metropolitana dottor Dario Parravicini. Un ringraziamento per l’organizzazione dell’evento all’Arch. Cosimo Damiano Meleleo Responsabile Servizio Sistema Turistico Metropolitano. 

presentazione amilano il 19 maggio cammino san colombano


L’onorevole Patrizia Toia ha voluto essere presente a Bruxelles, nel 2018, anno europeo del patrimonio culturale, quando nella sede della COMECE era stato presentato da mons. Gianni Ambrosio, allora Vice-presidente, il Cammino di San Colombano tra i quattro progetti della Chiesa in Europa. La Città Metropolitana milanese ha invece finanziato in parte la realizzazione della Guida e si è da subito dimostrata attenta e collaborativa anche sul piano della promozione del cammino nell’ambito di una più ampia rete di cammini metropolitani.  
Milano si trova all’incirca a metà del tratto italiano lungo 330 km e da Milano, precisamente dalla tomba dei Re Magi (Basilica di Sant’Eustorgio) parte idealmente il cammino religioso fino alla tomba di Colombano in 8 tappe per un totale di 140 km. Insieme alla credenziale per i vari timbri i pellegrini hanno a disposizione anche un sussidio per accompagnarli con riflessioni e meditazioni su varie tematiche e preghiere tratte dagli scritti dell’abate irlandese.
L’iniziativa è stata comunque la dimostrazione di una sinergia tra enti ed istituzioni pubbliche e realtà private attorno ad un progetto condiviso. Dal 6 marzo il Cammino di San Colombano è stato iscritto nel “Catalogo dei cammini religiosi italiani” ai fini dell’attuazione dell’art. 5, comma 1 lett. a), del Decreto 23 giugno 2022 del Ministro del Turismo “Misure attuative del fondo per i cammini religiosi di cui all’art. 1, comma 963, della Legge 30 dicembre 2021, n. 234” .
La domanda era stata inviata al Ministero a metà dicembre 2022 ed è stata valutata positivamente. Questo riconoscimento è importante in vista del Giubileo del 2025 che ha come motto "Pellegrini di speranza".
don roberto isola alla presentazione a milano il 19 maggio del cammino colombano


Nelle foto: in alto, i partecipanti alla presentazione del Cammino di San Colombano e della sua guida; sopra, don Roberto Isola parroco della Concattedrale di Bobbio tra i relatori.

Pubblicato il 23 maggio 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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