Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Convegno giornalisti: ogni articolo è un'opera al servizio di tutti

 convegno

“Occorre grande rispetto delle persone e dei fatti, ogni pezzo che scriviamo è impastato con la vita della gente, la libertà dei giornalisti è sempre specchio della libertà dei lettori”. Sono alcune delle espressioni usate da Marco Tarquinio, direttore del quotidiano “Avvenire”, intervenuto, il 2 ottobre nella Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni a Piacenza, durante il convegno di formazione per giornalisti e comunicatori promosso dalla diocesi e dall’Ordine regionale dei giornalisti.
Il meeting, sul tema “Fare giornalismo oggi: comunicare incontrando le persone dove sono e come sono”, ha avuto la presenza, oltre a Tarquinio, di Ruben Razzante, docente di diritto della comunicazione per le imprese e i media e di diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma, di mons. Adriano Cevolotto, vescovo di Piacenza-Bobbio, e di Laura Silvia Battaglia, giornalista freelance e documentarista, reporter in aree di crisi, conduttrice e autrice per RAI Radio 3. Con padronanza e stile ha coordinato e moderato i vari contributi dei relatori, la giornalista piacentina Carla Chiappini, componente del Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna.

Stare accanto alle vittime

Il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali è stato il trait d’union degli interventi.
“Bisogna sempre avere l’umiltà di mettere insieme tutti gli elementi - ha continuato Tarquinio - e sentire l’altro come una persona, che significa avere compassione, nel senso di una grande capacità di ascolto, e vedere nelle persone una sorta di terra sacra su cui camminare a piedi scalzi”.
L’ascolto - per il direttore di Avvenire - deve essere per tutti anche per chi è all’opposto delle proprie idee. E per essere sicuri di non sbagliare, bisogna sempre stare accanto alle vittime.

L’articolo è un’opera creativa

“Per fare una informazione di qualità - ha incalzato il prof. Razzante - ci deve essere, nei confronti dei protagonisti dei fatti di cronaca, un vaglio critico e scrupoloso. Mai spacciare, come capita spesso,  opinioni per notizie vere. Ogni articolo è un’opera creativa rivolta al bene e al servizio di tutti e deve essere neutrale e pulita”.
Il docente ha citato anche la  Carta di Treviso, il protocollo, firmato il 5 ottobre 1990 da Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della stampa e Telefono Azzurro,
 che disciplina i rapporti tra informazione e minori. ”È una tutela che sempre va osservata, ma non solo nei confronti dei minori, - ha aggiunto - ma per malati, detenuti, immigrati, e anche per le vittime dei processi mediatici”.

La comunicazione aggressiva digitale

Entrambi i relatori hanno sottolineato come oggi nel mondo digitale, si può dire di tutto.
“Come quando si sale in auto e si diventa più aggressivi, - ha messo in evidenza Tarquinio - così sugli smartphone si scrivono cose che non si direbbero faccia a faccia. Alcuni hanno fatto della comunicazione aggressiva la loro chiave di successo”.
“Ci dev'essere un maggiore controllo, si devono dare  regole alla Rete , - ha sottolineato Razzante - i colossi del Web hanno ottenuto grossi vantaggi economici sul terreno dell’irresponsabilità giuridica. È un tema sovranazionale che ha bisogno di norme globali”.

Good News

“Dare cittadinanza mediatica a chi fa le cose bene, scrivere storie generative”. Sono le cose - secondo Tarquinio - da mettere in evidenza sui giornali. Purtroppo si sceglie sempre l’aspetto patologico, il male da raccontare. Anche per il prof. Razzante è necessario fare delle Good News (buone notizie), cioè dare voce a chi non ce l’ha, nobilitare lo strumento di informazione e generare sentimenti positivi nel lettore.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 2 ottobre 2021

Ascolta l'audio

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente