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Grande Festa della Famiglia: come riconoscere Cristo nella tempesta

Madre Emmanuel 07

“Gesù non gioca con la nostra vita!”. È una delle espressioni usate da Madre Emmanuel Corradini, abbadessa del monastero benedettino di San Raimondo a Piacenza, il 23 settembre, nell’incontro, inserito negli appuntamenti della 12ª Grande Festa della Famiglia: “Come riconoscere Cristo nella tempesta”.

Prendendo spunto dal brano evangelico di ‘Gesù e la tempesta sul lago’, del Vangelo di Matteo al capitolo 14, Madre Emmanuel ha sottolineato come la burrasca sembra creata ad arte per mettere in discussione la nostra esistenza. “Gesù però - ha aggiunto - non ci fa credere una cosa che poi non arriva. L’esperienza di naufragio, il Signore la utilizza per ricordarci un evento fondante della nostra fede che è la Pasqua. La stessa vicenda di Cristo sembrava un naufragio, tutto sembrava finito, ma ci fu la risurrezione. Quindi davanti alle difficoltà non dobbiamo dimenticare che c’è la Pasqua”.

Se sei triste, il nemico ti attacca

“Gesù è figlio di Dio, - ha spiegato Madre Emmanuel - ma è anche uomo, non affonda perché ha un punto di riferimento che è il Padre. Non guarda le onde, ma il suo sguardo è rivolto al Padre. Mentre noi, come Pietro, guardiamo le onde. Cioè non andiamo direttamente a Gesù, mettiamo davanti tante paure. Quando dimentichiamo che c’è il Signore allora si affonda… Aumentano solitudine e scoraggiamenti”. Il vero mare in burrasca - per la Madre - che soffoca la vita, è il dubbio su Cristo, sulla potenza della sua salvezza, non il virus, i disastri e le malattie. “Bisogna temere - ha continuato - di più la mancanza di fede. Infatti il dubbio porta alla insicurezza ed è la porta d’entrata del male, del nemico. Si ha paura della tempesta perché si è presi dalla tristezza e si permette al maligno di isolarci”.

Riconoscere la presenza del Signore

“Nella santa messa si afferma che il corpo è dato e il sangue è versato”. È una frase di Divo Barsotti, che è stato un monaco, presbitero e fondatore della Comunità dei Figli di Dio, citata dall’ abbadessa. “Si usano - ha evidenziato - i verbi dare e versare che indicano movimento. Nell’eucaristia Dio arde dal desiderio di entrare in noi. Quindi senza l’Eucaristia affondiamo, i mezzi umani, scientifici, le parole non bastano, c’è bisogno di un Dio che viene verso di noi. Allora quando riconosco Cristo come redentore, salvatore e non come un fantasma, la storia fuori e dentro di me cambia! È necessario guardare con occhi di fede e riconoscere la presenza del Signore”.

pubblico

Nelle foto di Pagani madre Corradini e i presenti nella chiesa di san Raimondo.

L’amore ha vinto

Il vero pericolo - per Madre Emmanuel - è cercare un’ancora di salvataggio, ma non Cristo, il Salvatore che è l’unico che vince la morte e ci dona la salvezza. “Se si scopre il Salvatore, si è liberi. La tua colpa non conta più, neanche il peso del passato, sei salvato! Pero nasce sempre la domanda come possa Dio occuparsi di me? È questa una insinuazione diabolica che ci porta alla deriva. Il vero e grande peccato è dimenticarci dell’amore di Dio. Oltre la pandemia un’altra, più subdola e altrettanto devastante tempesta, è la mancanza di amore, ed oggi ci lasciamo vincere da molto individualismo, da molta cattiveria. Solo l’amore dà vita, ricrea rapporti e trasforma la storia in salvezza e non in naufragio”.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 24 settembre 2021

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