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Notizie Varie

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Pandemia: Fiorenzuola ricorda le vittime con una targa


Comunicato stampa. Pandemia Fiorenzuola ricorda le vittime con una targa

In occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime della pandemia da Covid- 19 – ricorrenza che cade il 18 marzo, anniversario della giornata in cui nel 2020 settanta mezzi militari carichi di bare attraversarono le strade di Bergamo - il Comune di Fiorenzuola d’Arda inaugurerà nella mattinata di sabato 23 marzo, alle ore 10.00, presso il “Giardino della Memoria” situato di fianco alla sede municipale cittadina, una targa in memoria delle vittime della pandemia nella nostra Città.


L'intervento del sindaco Gandolfi

“La tragedia del covid segnò profondamente anche la nostra Comunità”, hanno commentato il sindaco di Fiorenzuola d’Arda, Romeo Gandolfi, e il presidente del Consiglio comunale di Fiorenzuola d’Arda, Federico Franchi.
“Grazie a questa targa la nostra cittadinanza, capace in quelle drammatiche giornate di unirsi, con notevole e fermo senso di responsabilità, per fronteggiare l’inarrestabile propagazione del virus, potrà rendere concretamente il proprio omaggio a tutti coloro che hanno purtroppo perso la vita a causa del Covid, testimoniando inoltre il sentimento di gratitudine per tutti coloro che hanno combattuto strenuamente contro la pandemia. Invitiamo pertanto tutta la popolazione a partecipare a questa cerimonia di significato e valore così importanti per l’intera comunità di Fiorenzuola nel commosso ricordo del dramma vissuto da tutti noi a partire da febbraio del 2020”.


Nella foto, il “Giardino della Memoria” di Fiorenzuola d’Arda.

Pubblicato il 20 marzo 2024

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«L'Università sia comunità che prepara alla vita»

cucinelli

Il legame sempre più stretto con il territorio. Un'offerta formativa in crescita, capace di attirare un sempre maggior  numero di studenti, circa 3.500 ormai nella sede piacentina. L'ampliamento degli spazi esistenti, grazie ai contributi di Provincia, Comune e Fondazione di Piacenza e Vigevano, senza ulteriore consumo di suolo. La riqualificazione dell'area di ingresso da via dell'Anselma, tra la Residenza Gasparini e il Collegio Sant'Isidoro, che si arricchiranno di luoghi di socializzazione e studio all'aperto. E un parco fotovoltaico da oltre 700 pannelli solari per più di 500 Kilowatt ora di potenza (investimento un milione di euro) capace di soddisfare il 60% del fabbisogno energetico dell'Ateneo, ma che vuol essere anche la base per costruire una comunità energetica insieme ad altre realtà interessate.

Il lavoro secondo Brunello Cucinelli
Cultura fa rima con sostenibilità, attenzione alla persona, concretezza del sapere e Bellezza con la b maiuscola nell'intervento del rettore Franco Anelli al Dies Academicus nella sede di San Lazzaro dell'Università Cattolica. Parole-chiave che hanno trovato nell'esperienza di Brunello Cucinelli (nella foto in alto), nota firma nel mondo della moda, una declinazione in ambito imprenditoriale. Quella dignità da salvaguardare di cui aveva parlato il vescovo mons. Cevolotto nell'omelia della messa di apertura del Dies Academicus, nella parabola esistenziale e lavorativa dell'imprenditore e stilista significa impegn nel coltivare la "intelligenza dell'anima”, quella che sa guardare il Creato e il cielo, che non smette di sognare in grande, di aver voglia di migliorare il mondo. È un forte invito alla speranza lanciato agli studenti, insieme al richiamo a vivere il lavoro come “esperienza collettiva e creativa”. "Siate persone perbene", ha raccomandato Cucinelli, rispolverando un termine in disuso, eppure fondamentale nella costruzione di una società a misura di persona, nella quale il rispetto delle generazioni passate non equivale a rinuncia al nuovo, compresa l'intelligenza artificiale che non deve spaventare, purché non si perda il valore del lavoro artigianale, che va riconosciuto nella sua grandezza e dignità.

franco anelli e brunello cucinelli

Del resto, anche il rettore Anelli - nell'ultimo Dies Academicus del suo mandato - nel ricordare docenti e studenti deceduti lo scorso anno, aveva parlato dell'Università come di un "luogo di costruzione del senso profondo delle cose”. L'Università - ha concluso il professor Anelli (nella foto sopra, con l'imprenditore Cucinelli), che proprio a Piacenza ha iniziato la sua carriera accademica - “deve costituirsi come comunità che prepara alla vita, e alla vita autentica”.

Pubblicato il 18 marzo 2024

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La Festa di San Giuseppe tra tradizione e valore religioso

giuseppe


 
In una Piacenza baciata dai primi tepori primaverili, la Festa di San Giuseppe, celebrata domenica 17 marzo, si è rivelata un momento di profonda comunione e tradizione, arricchendo il tessuto culturale e spirituale della città. Lungo via Campagna, la "Fiera di San Giuseppe" ha visto protagonisti i Mercanti di Qualità di Confcommercio, che hanno allestito oltre 50 banchi, offrendo una varietà di prodotti, spaziando dall'abbigliamento all'enogastronomia, in un perfetto connubio di gusto e tradizione.

L’arte nella chiesa di San Giuseppe dell’Ospedale

Il fulcro dell'aspetto religioso della festa si è tenuto nella storica Chiesa di San Giuseppe, annessa all'ospedale civile fondato nel lontano 1471. Questo piccolo tempio, eretto su una preesistente chiesa del 701 appartenuta prima ai Templari e poi ai Cavalieri di Malta, racchiude secoli di storia e devozione. La chiesa, arricchita dalle opere di artisti quali Robert De Longe, Giuseppe Bernasconi, Domenico Fontane, Provino Dalmazio Della Porta e Michele Cremona, è testimone di una fede che attraversa i secoli, mantenendo intatta la sua forza e bellezza.
Un momento particolarmente toccante della festa è stata la rinnovata esposizione della Sacra Spina, reliquia venerata giunta a Piacenza nell'anno 1015 e strettamente legata alla storia dell'Ospedale. La reliquia, famosa anche per le sue miracolose fioriture avvenute nel Venerdì Santo del 1490 e del 1512, rappresenta un legame indissolubile tra la città e la sua profonda spiritualità.

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Accostarsi ai malati con umanità e fede

La celebrazione eucaristica, guidata dal cappellano dell'ospedale don Andrea Fusetti e presieduta dal Priore, padre Adriano Busatto, dei Frati Minori di Santa Maria di Campagna, ha toccato il cuore dei presenti. Nell’omelia, padre Busatto ha evidenziato l'esempio di san Giuseppe come uomo giusto, capace di andare oltre la legge quando in gioco c'è la difesa della vita. Un messaggio che, nell'era moderna, trova ancora profonda risonanza, specialmente verso la cura dei malati. Poi il priore ha evidenziato l'aspetto umano nell’accostamento agli infermi da parte di medici e operatori sanitari. Ha citato un rarissimo caso di un medico di base che ha consigliato una signora, a cui stava per morire il marito, di rivolgersi ad un sacerdote. "Questo è difficile che succeda - ha detto - ma è significativo che un medico, quando non vede soluzioni scientifiche, proponga un dialogo di fede". Padre Adriano ha poi evidenziato come la vita di san Giuseppe è stata molto silenziosa: un esempio di semplicità ed umiltà. "Nella Pasqua che si avvicina, fonte della nostra fede, - ha aggiunto Busatto - Cristo deve entrare in noi. Anche quando ci accostiamo agli ammalati per portare conforto, non dobbiamo andare solo per pietà, ma perché sappiamo di incontrare Cristo".
La Festa di San Giuseppe si è confermata così un evento di grande importanza per il suo valore religioso ed anche come momento di aggregazione sociale e culturale.

Riccardo Tonna

Nelle foto, la Festa di San Giuseppe a Piacenza.

Pubblicato il 17 marzo 2024

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La Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid, Piacenza non dimentica

covid

Anche le istituzioni e la comunità piacentina si stringono idealmente, nella Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus, a tutti i concittadini che hanno pianto, a causa della pandemia, la perdita dei propri affetti più cari.
Nel “Giardino di vita” inaugurato due anni fa in via Portapuglia, che
 già nel nome racchiude l’intensità della memoria, fiorisce come ogni anno lo stemma “simbolo della nostra identità – sottolinea la sindaca Katia Tarasconi – e di un sentimento nel quale ancora oggi ci riconosciamo: nel dolore che abbiamo condiviso, così come nella riconoscenza che ci unisce nei confronti di tutti i professionisti, operatori e volontari che, ciascuno nel proprio settore di riferimento, sono rimasti in prima linea per proteggerci e prendersi cura della collettività. E lo hanno fatto con straordinario spirito di servizio e senso di appartenenza, mettendo a rischio la propria incolumità nel nome di un impegno morale e civile che non dimenticheremo mai. Perché ciò che quei lunghi, drammatici mesi di emergenza hanno significato per Piacenza e per il mondo intero possa essere, per noi tutti, un faro di consapevolezza, che onori per sempre il ricordo delle persone cui oggi va il nostro commosso pensiero”.

Il Prefetto: la pandemia ha messo tutti alla prova

Parole cui fanno eco quelle del prefetto Paolo Ponta: “La pandemia ha rappresentato, in particolare nel territorio piacentino, una tragedia le cui conseguenze nefaste non si sono arrestate al bilancio delle vittime – cui spesso i familiari non hanno potuto neppure dare l’estremo saluto – o delle persone colpite in modo grave e con effetti a lungo termine dalla malattia; devono essere ancora studiati e approfonditi i danni psicologici che, specie nei più giovani, sono stati determinati dall’isolamento forzato e dalla sospensione di tutte le attività in presenza, così come non vanno trascurate le ripercussioni economiche della prolungata inattività di numerose realtà economiche e produttive. Tuttavia, la pandemia ha messo alla prova anche la capacità dei cittadini e delleistituzioni di far frontenel miglior modo possibile, a un evento imprevisto e in rapida, inimmaginabile, evoluzione; l’opera di coordinamento svolta dallo Stato, dalle Regioni, dalle Aziende sanitarie e – per quanto attiene al controllo e al monitoraggio – dalle Prefetture in sede provinciale, è stata importante, ma non vanno dimenticati gli sforzi immani di coloro che a qualsiasi titolo sono stati protagonisti di quell’emergenza improvvisa: ciascuno ha saputo esercitare la propria funzione e il proprio lavoro con umiltà e abnegazione, anche a costo di sacrificare la propria vita. Giornate come questa debbono servire a non dimenticare quel lavoro e quei sacrifici e a confermare, da parte di tutti, un pensiero di sincera e affettuosa gratitudine”.

Il Vescovo: è necessario ricordare

Non possiamo dimenticare, è necessario ricordare”, sottolinea il vescovo della diocesi di Piacenza – Bobbio, monsignor Adriano Cevolotto: “Non per rimanere prigionieri del passato, ma per capire ed essere capaci di cura e di responsabilità nel presente e nel futuro. Innanzitutto ricordiamo coloro che hanno perso la vita a causa del coronavirus, chi ancora li sta piangendo, unitamente all’immane sofferenza che ha colpito le persone più fragili delle nostre comunità e il senso di paura, di fragilità e di smarrimento che tutti insieme abbiamo sperimentato. Ma ricordiamo anche ciò che proprio quei giorni oscuri ci hanno rivelato essere essenziale nella vita. Gesti ricchi di umanità, di prossimità, di cura, di stima reciproca e di generosa condivisione che hanno allietato il cuore di chi li ha saputi compiere e di chi ha avuto la grazia di riceverli. Per rispetto e memoria vera delle vittime dovremmo cercare di tenere vivi tali atteggiamenti, mossi dal desiderio di spendere con coraggio e oblatività la nostra vita”.

L'intervento di Paola Bardasi

A quattro anni di distanza da quel periodo così critico e difficile per la comunità piacentina e per tutto l’ambito sanitario – rimarca Paola Bardasi, direttrice generale dell’Azienda Usl – il ricordo a Piacenza è ancora molto vivo. Per questo la celebrazione di questa giornata non è formale ma è densa di partecipazione e per molti dei nostri professionisti il ricordo è talmente vivo da suscitare ancora grandi emozioni. Vorrei ringraziare tutto il personale che ha lavorato e che lavora tuttora per preservare la salute dei nostri cittadini. Il Covid, seppur in misura minima, è ancora in circolazione ma, soprattutto, la sanità pubblica sta vivendo un momento di grande difficoltà. A Piacenza cerchiamo di far fronte a questa situazione ogni giorno, proprio grazie all’inventiva, al coraggio e al grande attaccamento dei nostri professionisti. Vogliamo quindi esprimere una viva partecipazione a tutte le famiglie e ai colleghi che hanno perso amici e persone care in questi anni, soprattutto per le vittime che non hanno potuto beneficiare di quell’assistenza più consapevole che poi abbiamo imparato e continuiamo a praticare”.

Nella foto, il “Giardino di vita” dedicato alle vittime del Covid  inaugurato due anni fa in via Portapuglia.

Pubblicato il 18 marzo 2024

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La prima pietra della scuola media all’ex Manifattura Tabacchi

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Parte il cantiere per la nuova scuola media (con palestra) nell’area dell’ex Manifattura Tabacchi, nel quartiere Infrangibile. Il sindaco Katia Tarasconi, nel pomeriggio del 14 marzo, ha posato la prima pietra dell’edificio, che ospiterà 252 studenti. Tra la primavera e l’estate di quest’anno avrà inizio anche il maxi cantiere per gli alloggi (280, in parte housing sociale). Prende forma la riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi, nel quartiere Infrangibile, dopo una lunga fase di stallo sul progetto, l’ottenimento dei fondi e la partenza delle opere, frutto di un partenariato pubblico-privato, ovvero in parte risorse dello Stato e in parte di investitori. Nel corso degli anni il percorso dal bando Pinqua si è trasferito al Pnrr. Piacenza, rispetto ad altre città, è riuscita a superare le pastoie burocratiche e salvare fondi e progetto. Il nuovo edificio scolastico si sviluppa all’interno di due edifici, uno di circa 69 metri per 23 metri (scuola) e di circa 21 metri per 23 metri (palestra). È organizzato su due livelli fuori terra che comprendono gli spazi collettivi e per la didattica e un livello copertura che ospita un campo all’aperto e locali tecnici.

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La palestra sarà dotata di spogliatoi, servizi e anche una tribuna da cento spettatori, più pista d’atletica a 4 corsie, una pista per salto in alto e per il salto in lungo. Grande soddisfazione da parte di tutti gli attori coinvolti nella lunga fase di gestazione della riqualificazione, che ha toccato tre Amministrazioni. Oltre a Tarasconi hanno espresso il loro orgoglio per la rigenerazione dell’area anche la deputata Paola De Micheli, il segretario generale del Comune, Luca Canessa, Alessandro Busci (Prelios Sgr, il privato che realizzerà la parte residenziale) e Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Tarasconi ha ricordato che ora bisogna correre, per rispettare le scadenze del Pnrr. Don Angelo Cavanna, parroco della Sacra Famiglia, ha impartito la benedizione ricordando l’impegno nel quartiere dell’Infrangibile di tutti i parroci che lo hanno preceduto.

Nelle foto di Del Papa la posa della prima pietra del nuovo quartiere all'Infrangibile.

Pubblicato il 15 marzo 2024

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