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Notizie Varie

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Con la legge urbanistica regionale consumato un terzo del suolo previsto

Consumo di suolo 

L’Emilia-Romagna taglia oltre 15.274 ettari di consumo di suolo sui 21.922 previsti nei Piano regolatori generali (Prg) e nei Piani strutturali comunali (Psc) previgenti, decaduti alla fine del 2022: il 70% in meno. Una superficie superiore, per estensione, all’intera città di Rimini. È questo il primo risultato concreto legge regionale n. 24/2017, “Disciplina sulla tutela e l’uso del territorio”, a cinque anni dall’entrata in vigore. In provincia di Piacenza sono invece previsti 608 ettari di insediamenti, circa un terzo rispetto ai 1810 ettari di cinque anni fa. La conferma arriva da una ricognizione effettuata dalla Regione in collaborazione con l’Istituto sui trasporti e la logistica, l’Università di Bologna e l’Università di Parma, per verificare lo stato di attuazione delle previsioni insediative entro il 31 dicembre 2021, il termine entro il quale i Comuni potevano avviare l’iter di approvazione degli insediamenti previsti al momento dell’entrata in vigore della legge. Un taglio molto probabilmente destinato a salire visto che alla fine di quest’anno scadrà l’altro periodo transitorio fissato dalla legge, quello per approvare e convenzionare le previsioni insediative per il quale era già stato avviato l’iter: complessivamente 2.724 ettari - tra previsioni avviate (1.629 ettari) e approvate (1.095 ettari) - che potrebbero almeno in parte decadere. I dati sono stati diffusi a Bologna presso, l’Aula absidale Santa Lucia nel corso del convegno “Consumo di suolo e rigenerazione urbana, un primo bilancio della legge n. 24/2017”.

Stop a nuove previsioni insediative in espansione, rigenerazione urbana, recupero e riqualificazione del patrimonio esistente sia in ambito abitativo che per le aree produttive dismesse. Questi i due assi portanti della legge. E per quanto riguarda gli interventi già previsti dai precedenti Piani urbanistici alcuni meccanismi per disinnescarli. Quali appunto l’obbligo per i Comuni di predisporne e avviarne l’iter di approvazione non oltre la fine del 2021 e la stipula delle convenzioni non oltre il 31 dicembre. La rilevazione evidenzia ben 1.626 ettari di aree produttive dismesse per diversi ambiti: da quello agricolo/zootecnico, a quelli turistico/ricettivo, produttivo/industriale, direzionale/commerciale, attrezzature generali, infrastrutture/mobilità per ogni ambito provinciale. L’obiettivo è quello di attivare un sistema di monitoraggio stabile e continuativo a supporto della rigenerazione nei contesti produttivi urbanizzati.

Dei quasi 22mila ettari di nuovi insediamenti (residenziali, turistico-ricettivo, produttivo, direzionale, commerciale) previsti al momento dell’entrata in vigore della legge regionale, ne verranno dunque effettivamente realizzati poco meno di 4mila ettari (3.923): il 18%. Ma di questi, 2.715 ettari riguardano attuazioni convenzionate prima del 1 gennaio 2018, ovvero precedentemente all’entrata in vigore della L.R. 24/2017. Da sottolineare come circa il 50% delle previsioni insediative stralciate al termine della prima fase transitoria si trovino in aree di media o alta pericolosità idraulica. Dal punto di vista dimensionale la percentuale di queste previsioni decadute sale al 80% (12.389 ettari sui 15.274 totali). Alla ricerca hanno risposto 226 Comuni: il 68% dei 330 comuni emiliano-romagnoli per una copertura territoriale del 75%, che sale all’80% considerando la popolazione coperta dal monitoraggio. Estendendo questi risultati - sulla base del criterio della popolazione - a tutti i 330 comuni emiliano-romagnoli, si può stimare uno stop complessivo a nuove trasformazioni di suolo pari a 18.579 ettari, su una “eredità” di quasi 27.000 ettari di nuovo territorio consumabile prevista dagli strumenti previgenti. Mentre salgono - sempre secondo la stessa proiezione - a 3.314 ettari i nuovi insediamenti al momento in forse perché legati alla scadenza del 31 dicembre 2023.

Pubblicato il 2 dicembre 2023

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Atmosfera natalizia tra cori, trenino gratuito in centro storico e artigianato

 Trenino FotoDELPAPA 42

Si scalda l’atmosfera natalizia nel cuore della città, dove sabato 2 e domenica 3 dicembre tornerà anche il trenino gratuito che congiunge il capolinea del Pubblico Passeggio con piazza Sant’Antonino e piazza Cavalli, operativo dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.
Una modalità nuova e divertente per scoprire il centro storico e viverlo in modo più accessibile, alla ricerca di tipicità e sorprese tra le bancarelle del Villaggio di Natale all’ombra di Palazzo Gotico – tra cui curiosare, nel fine settimana, dalle 10 alle 20 (sino alle 19 dal lunedì al venerdì) – o tra gli stand del mercatino d’alto artigianato “Creare”, in programma dall’1 al 3 dicembre nel complesso del Carmine di piazza Casali 10,
con i seguenti orari: venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 19.

Non mancherà, per i più piccoli, l’appuntamento con Babbo Natale in piazza Cavalli, sia sabato 2 che domenica 3 dicembre dalle 15 alle 18, così come il ritmo della musica che caratterizza il periodo delle festività. Sabato 2 dicembre alle 16, le note del Coro Polifonico Farnesiano animeranno la Porta del Paradiso della Basilica di Sant’Antonino, mentre intorno alle 17 sul palco di piazza Cavalli – compatibilmente con le condizioni meteo – si svolgerà l’esibizione dell’Asd Fbl Twirling Piacenza, che vedrà protagoniste le atlete e majorette campionesse italiane di specialità. Approderà al Villaggio di Natale, al termine dello spettacolo, anche il concerto itinerante della Banda Ponchielli, che già dalle 16.45 attraverserà le vie del centro da piazza Duomo a piazza Cavalli.

Nel pomeriggio di domenica 3,appuntamento in piazza Cavalli dalle 15.30 con lo spettacolo di visual comedy “Talché” a cura di Davide Gibbo Fontana, mentre sarà il Corpo Bandistico Pontolliese, con i suoi strumenti, ad animare il centro storico come una vera e propria “Marchin’Band”. Torna, sempre nella giornata di domenica 3, anche l’appuntamento mensile con ilVia Roma Street Market, dalle 9 alle 17 per un’edizione speciale in clima prenatalizio.

Nella foto di Del Papa il trenino che in occasione del Natale congiungerà il Pubblico Passeggio con Piazza Cavalli e piazza Sant'Antonino.

Pubblicato il 1° dicembre 2023

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Il comitato piacentino «Donna, vita, libertà» contro la violenza sulle donne

iranpiacenza 

Corpi distesi, coperti da tuniche bianche imbrattate di sangue. Sono i tanti, troppi giovani iraniani senza vita: un cartello colorato, ma anonimo appeso al collo di ciascuno, ragazze e ragazzi picchiati, incarcerati, torturati, violati, uccisi per aver avuto il coraggio di ribellarsi ad un regime di Stato dittatoriale e patriarcale, che nega sopratutto alle donne ogni libertà di espressione.
Il Comitato “Donna, vita, libertà” per l'Iran di Piacenza li ha voluti commemorare uno per uno con un flash mob in Piazzetta San Francesco il pomeriggio del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

“In una giornata così importante “Donna, vita, libertà” doveva essere presente e far sentire forte la propria voce – ha detto una delle principali attiviste del comitato -, per testimoniare il messaggio universale di solidarietà alle donne che la protesta iraniana ci ha fatto conoscere e per altri due motivi che tengo a sottolineare. Prima di tutto essere donna in Iran vuol dire nascere in un Paese che da 44 anni impone strettissime limitazioni: per cui, se la condizione femminile è difficile in tutto il mondo, in Iran è quasi impossibile. Una bambina iraniana impara fin da piccola a capire quello che può dire, come deve vestirsi, quello che può studiare e quello che potrà o non potrà fare da grande”.
“Colpisce poi la grandissima partecipazione dei ragazzi alle proteste iraniane a sostegno della libertà delle donne – continua l'attivista - . Dopo l'uccisione della giovane Mahsa Amini che 424 giorni fa ha scatenato l'ondata di ribellione al regime islamico, a scendere in pizza non sono soltanto le donne: dietro alle ragazze che hanno il coraggio di protestare perdendo la vita, c'è il supporto di fratelli, amici, padri che si espongono per i diritti delle donne e molto spesso vengono ammazzati. Per questo nel nostro flash mob abbiamo dato molto spazio ai ragazzi”.
“Come fiori raccolti da terra perché non vengano calpestati, non a caso in Iran figlie e figli defunti vengono spesso chiamati fiori dell'Iran”- ha spiegato l'attivista -, i corpi esanimi distesi sulla piazza vengono fatti alzare uno dopo l'altro. Rinati dalla terra per continuare a vivere nelle nostre coscienze e nelle voci di protesta del mondo libero, i protagonisti del flash mob sono di nuovo in piedi: ciascuno alzandosi gira il suo cartello, che smette di essere silenzioso per mostrare la propria fotografia. Finalmente ognuno può gridare il suo nome. Per ogni iraniano ricordato, una voce legge poi la breve storia di vita della giovane o del ragazzo: passioni, aspirazioni, battaglie per i diritti, violenze subite che la morte non è riuscita a cancellare e a mettere a tacere.

Le ultime due vittime del braccio di ferro islamico in ordine di tempo sono state Armita Garavand e Milad Zohrevand, gli attivisti di “Donna, vita, libertà” hanno vestito anche i loro panni. Lei, 17 anni di origine curda, uccisa il 1 ottobre del 2023 perché non indossava il velo all'interno di un treno della metropolitana di Teheran. Le autorità ufficiali negano l'accaduto e sostengono che la morte sia avvenuta per svenimento, ma anche la madre della ragazza è stata minacciata e arrestata e l'avvocata e attivista per i diritti umani Nasrin Sotoudeh è stata incarcerata solo per aver partecipato ai funerali vietati della giovane.
Milad è stato impaccato lo scorso giovedì, dopo essere già stato arrestato l'anno scorso per aver partecipato ad una protesta. Accusato in modo falso di aver attaccato e ucciso un poliziotto, è morto senza processo o avvocato e senza la possibilità di rivedere la famiglia, come tutti gli altri che prima di lui hanno avuto la stessa sorte.
Aida Rostami, Hadis Nagiafi, Kian Pirfalak, Mehrsciad Shahidi, Nika Shakarami, Parmise Hamnava, Sarina Esmailzadeh, Yalda Agafazli e Hamidreza Roohi, tutti ricordati nel flash mob, sono martiri di una strenua lotta per la libertà repressa nel sangue, ma mai interrotta. Roohi, 19 anni, appassionato motociclista, studente universitario e modello, scrive nel suo ultimo post su Instagram: “Se internet dovesse interrompersi per sempre, voglio che questo sia il mio ultimo messaggio: Viva le donne, Viva la libertà, Viva l’Iran!!”
Scorrono i nomi, insieme ai nomi le vite, e a renderli immortali ci pensa anche l'arte di Mahnaz Ekhtiary, artista, illustratrice e attivista milanese di origine iraniana del gruppo “Iran Liberal Students”. Ispirata da una serie di fotografie che le scorrono davanti, Mahnaz in Piazza San Francesco disegna per quattro ore i volti simbolo della rivoluzione iraniana, in una performance artistica appositamente dedicata alla giornata del 25 novembre. Tra quei volti spicca non a caso Giulia Cecchet
tin, vittima del brutale femminicidio che negli ultimi giorni ha sconvolto l'Italia intera. La presenza tra il popolo iraniano della giovane italiana uccisa diventa quindi un potente simbolo di unione interculturale nella lotta contro la violenza sulle donne e nella difesa della libertà.

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Vicino all'artista ci sono anche cartoline già disegnate e pronte per essere spedite, manca solo il destinatario. Su una cartolina la foto di Mahsa Jina Amini, su un'altra Narges Mohammadi, Premio Nobel per la Pace 2023 attualmente in carcere, alla quale a inizio mese è stato negato il trasporto in ospedale per visite e cure mediche a causa del rifiuto di indossare l'hijab. Insieme a loro tanti altri volti noti dell'Iran. L'elenco di personalità eminenti a cui indirizzare queste cartoline è lungo, proprio per cercare di sensibilizzare il mondo politico italiano ed europeo alla condizione del popolo iraniano e spingerlo a reagire con determinazione. Un appello, che è anche atto d'accusa nelle parole di un altro degli attivisti di
“Iran Liberal Students”: “Siamo oggi a Piacenza anche per denunciare l’indifferenza e la negligenza del Governo Italiano, dell’Unione Europea e di chi ne rappresenta la politica estera”. E poi, rivolto a cittadine e cittadini italiani, l'attivista invita a non lasciare soli gli iraniani.
Il popolo iraniano e il Comitato “Donna, vita, libertà” insegnano che non esistono genere o cittadinanza nella lotta contro la violenza. La battaglia per la difesa dei diritti e della libertà si può combattere solo uniti.

Micaela Ghisoni

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Nelle foto, l'iniziativa promossa dal comitato piacentino "Donna, vita, libertà”.

Pubblicato il 30 novembre 2023

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Coldiretti, le eccellenze piacentine sotto i riflettori di «Mela verde»

Roberto Gallizioli 2 

Domenica 3 dicembre alle 11.50 su Canale 5 andrà in onda una nuova puntata della 25esima stagione di Mela Verde, la trasmissione di Canale 5 dedicata all’agricoltura e all’ambiente. E ancora una volta le eccellenze di alcune realtà agricole piacentine finiranno sotto i riflettori del noto programma tv, spaziando nella nostra provincia e raccontando la coltivazione e la trasformazione di frutta e verdura, il fascino e le tradizioni dei nostri vigneti e le esperienze agrituristiche.
Ad annunciarlo è Coldiretti Piacenza. Siamo orgogliosi – commenta ildirettore Roberto Gallizioli– di vedere il nostro territorio ancora protagonista, con alcune aziende che si sono distinte per capacità di innovarsi e originalità delle proposte.  Mela Verde – prosegue Gallizioli – è una trasmissione storica e molto seguita che ha sempre mostrato grande attenzione per l’unicità delle piccole realtà, consentendo loro di poter esprimersi e raccontarsi. E’ una vetrina importante per tutta la provincia piacentina, che – doveroso ricordarlo – primeggia per vocazione agricola e che ha grandi potenzialità sul piano enogastronomico, paesaggistico e culturale. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato a questa puntata – conclude il direttore nel rinnovare l’appuntamento a domenica - dagli autori alla troupe. A nome di Coldiretti e delle aziende agricole sotto i riflettori, ringrazio anche i comuni per la preziosa collaborazione alla buona riuscita del programma.

Nella foto, Roberto Gallizioli, direttore di Coldiretti Piacenza.

Pubblicato il 30 novembre 2023

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Giornata mondiale contro l'Aids. Negli ultimi 17 anni dimezzate le infezioni da Hiv

 Diagnosi Hiv

Informare e informarsi può fare la differenza, soprattutto quando si parla di infezione da Hiv. In Emilia-Romagna, negli ultimi 17 anni, si è registrato un calo costante del numero di persone che la contraggono: nel 2022 i casi registrati sono stati 162, contro i 368 del 2006, circa il 56% in meno. Un dimezzamento che interessa sia gli uomini che le donne e che rappresenta, complessivamente, un risultato importante. Resta però alta - nel 2022 il 56% dei casi - la percentuale di coloro che giungono a una diagnosi Hiv tardiva, cioè persone diagnosticate sieropositive che presentavano già la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) o con un numero di linfociti CD4 - i globuli bianchi responsabili della risposta immunitaria dell’organismo - basso, inferiore a 350 cellule/mm (una persona sana ha un numero medio di CD4 che oscilla tra i 500 e i 1.200). Per questo motivo anche quest’anno, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, il 1 dicembre, la Regione Emilia-Romagna, assieme al Servizio sanitario regionale e a HelpAids e in collaborazione con Arcigay, Gruppo Trans APS e Plus Odv, promuove la campagna di sensibilizzazione e comunicazione “Il lato positivo” (https://www.helpaids.it/il-lato-positivo). Con un messaggio importante: “Amo la mia vita anche con l’Hiv. Grazie al test sono in terapia e non trasmetto l’infezione”. Per bandire stereotipi o pregiudizi, per informare sull’importanza di sottoporsi al test - anonimo, semplice e gratuito - e per giungere, nell’eventualità, a una diagnosi precoce e a una presa in carico tempestiva che, attraverso la terapia antiretrovirale, non solo può salvare la vita, ma può tutelare la qualità stessa della vita che è possibile condurre. L’iniziativa dà continuità al messaggio U equal U (U=U), che letteralmente significa "Undetectable=Untrasmittable", ovvero "Non rilevabile = Non trasmissibile": le persone in terapia antiretrovirale che hanno raggiunto una soppressione virologica stabile non trasmettono il virus dell'Hiv. È lo slogan internazionale, basato su evidenze scientifiche, adottato per la difesa dei diritti delle persone con Hiv in terapia antiretrovirale.

Le iniziative

Test day nelle piazze e nelle sedi ospedaliere, incontri aperti alla cittadinanza, formazione per operatori delle associazioni che assistono le persone sieropositive. In occasione della Giornata mondiale contro l’Aids sono numerose le iniziative promosse su tutto il territorio regionale dalle Aziende sanitarie e ospedaliere anche in collaborazione con associazioni, enti locali, istituti scolastici e farmacie. L’obiettivo è quello di informare i cittadini sulla malattia e sensibilizzare rispetto all’adozione di buone pratiche utili a scongiurare il rischio di contagio e all’importanza, per le persone che hanno una vita sessualmente attiva, di fare periodicamente il test 

L’Hiv in Emilia Romagna

In Emilia-Romagna nel 2022, secondo i dati forniti dal Settore prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione, sono state registrate 162 nuove diagnosi di infezioni da Hiv in persone residenti, con un’incidenza pari a 3,6 casi ogni 100mila abitanti. L’incidenza si mantiene più alta nelle persone di sesso maschile (5,7 rispetto al 1,7 del sesso femminile). Nel periodo 2006-2022 l’incidenza media è risultata pari a 6,9 casi per 100mila abitanti, con un trend complessivamente in calo in entrambi i sessi, anche se più marcato in quello maschile.
Nell’intero periodo considerato, le persone sieropositive diagnosticate sono prevalentemente di sesso maschile (74%), nella fascia di età 30-39 anni (30%) e di nazionalità italiana (68%). La modalità di trasmissione principale risulta essere, nell’87% dei casi, quella sessuale (51% eterosessuale e 36% omo-bisessuale); in particolare nel 2022 la trasmissione omo-bisessuale risulta quasi equivalente rispetto a quella eterosessuale (rispettivamente 42% e 41%). In quasi un quinto dei casi (19%) di sesso femminile, la sieropositività è stata scoperta in corso di gravidanza; si tratta principalmente di donne straniere (84%). L’incidenza per classi di età mostra come la fascia più colpita sia quella tra i 20 e 49 anni: il fenomeno è appena rilevabile per i giovanissimi sotto i 20 anni e di minor impatto negli ultracinquantenni. Le persone straniere con diagnosi di infezione da Hiv rappresentano poco meno di un terzo (32%) del totale: sono sensibilmente più giovani rispetto agli italiani e prevalentemente di sesso femminile. L’incidenza degli stranieri presenta un andamento costantemente più alto rispetto a quello degli italiani, anche se la differenza si è ridotta nel tempo.

Pubblicato il 30 novembre 2023

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