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Notizie Varie

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Cantina Valtidone è tornata al Festival di Sanremo

Festival Sanremo 241



   
Settimana intensa e ricca di emozioni per Cantina Valtidone. Anche quest’anno, infatti, è tornata all’Hotel Royal di Sanremo nei locali allestiti da “Area Stile on air” e da “Radio Bruno” dove, in collaborazione con Area Stile, è stata Sponsor del Festival.
A tutti i cantanti ed i vari artisti ospiti è stato donato uno Spumante Metodo Classico Perlage o uno Spumante Rosè Extra Dry Swing. Questi due spumanti, insieme con il Gutturnio Classico Superiore Bellamar e il 50 Vendemmie MalvasiaFermo, sono stati anche abbinati ai piatti di “Troni’s Events” serviti per i pranzi e le cene proposti quotidianamente nelle due aree. Le attività radiofoniche, iniziate lunedì e terminate sabato, hanno dato l’opportunità a Cantina Valtidone d’incontrare e farsi conoscere da tutti i cantanti partecipanti, oltre che da molti altri artisti ospiti.

“Settimana entusiasmante in cui si è vissuta la vera atmosfera del Festival di Sanremo, invasa da migliaia di persone provenienti da tutta Italia. Peccato per il mal tempo di venerdì e sabato mattina ma il pubblico caloroso e l’emozione degli artisti hanno reso, fino alla fine, questo Sanremo indimenticabile. I nostri vini sono stati apprezzati da tutti ed è stato molto bello scoprire che alcuni artisti conoscevano già Cantina Valtidone”. Queste le parole di Daniela Pilla che conclude “Ho vissuto tanti momenti divertenti, come l’arrivo dei La Sad o quando ho visto il contenuto che Il Tre ha pubblicato sul suo profilo di TikTok: un video in cui festeggia con il nostro Swing! Ringrazio tutti coloro che hanno condiviso con me questa bellissima esperienza rendendola unica! Per ripercorrere tanti momenti, potrete vedere gli scatti fotografici realizzati che verranno pubblicati sul sito di Cantina Valtidone e altri contenuti sui nostri social”.

Pubblicato il 13 febbraio 2024

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Un nuovo laboratorio alle Novate. Delmastro: «Piacenza un'eccellenza per la rieducazione»

 

Fabrizio Ramacci e Andrea Delmastro nel nuovo laboratorio


“Il carcere di Piacenza è fra i migliori cinque in Italia per la rieducazione”. A dirlo è il sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, che nella mattinata di lunedì 12 febbraio ha tagliato il nastro del nuovo laboratorio di trasformazione agroalimentare che darà lavoro a otto detenuti delle “Novate”. Già dal 2018, grazie alla cooperativa “L’orto botanico” e ad altre realtà del territorio, nei locali della casa circondariale si coltivano fragole e si pratica l’apicoltura, con la produzione di miele. I prodotti vengono poi venduti nel chiosco all’ingresso dell’istituto penitenziario. Da oggi a queste opportunità si aggiunge quella di produrre, a partire dalla frutta, marmellate e confetture. Ciò è possibile grazie a un macchinario all’avanguardia, capace di confezionare il prodotto finale, e ad altre dotazioni nuove che completano il laboratorio. Il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha impartito la sua benedizione ai nuovi locali, augurando buon lavoro ai detenuti presenti alla cerimonia.

La rieducazione

La direttrice del carcere Maria Gabriella Lusi ha sottolineato che “attivare questo laboratorio significa applicare le norme dello Stato, in particolare quelle sulla rieducazione. Il lavoro è importante per acquisire competenze, per abituarsi a impegnarsi e a tendere verso il risultato, al fine di rimettere in società persone preparate a una libertà sana. Il nostro carcere – ha aggiunto – produce beni materiali e servizi attraverso esperienze: arriva così nella società la speranza di una riabilitazione sociale. Crediamo nelle possibilità umane e organizzative, il nostro carcere si apre al territorio con dignità e discrezione”. Nel dare la benedizione, il Vescovo ha sottolineato: “È bello associare quest’attività a un’ottica di trasformazione che non è solo dei prodotti ma anche delle persone. Che la trasformazione di un prodotto della terra, che diventa cibo e nutrimento, possa nutrire anche la vostra vita e la città”, ha detto rivolgendosi ai detenuti.

Maria Gabriella Lusi


Delmastro: “Chi lavora non commette più crimini”

“Per me è un dovere ineludibile essere qui – le parole del sottosegretario Delmastro –. Inauguriamo un laboratorio dentro un carcere che, dal punto di vista del trattamento rieducativo, è all’avanguardia. Quello di Piacenza è uno dei cinque istituti che vengono nominati quando si parla di trattamento rieducativo, è un’eccellenza. Io credo nel vero trattamento educativo, che è fatto di un lavoro economicamente sostenibile. Il trattamento garantisce la non recidiva e funziona quando è segmento della sicurezza, non il contrario. Dati alla mano, solo il 2% dei detenuti che hanno trovato lavoro commette nuovi crimini, contro un 68% che invece cade in recidiva. La funzione retributiva della pena è ineludibile, poi viene la rieducazione, come sancito dalla Costituzione. Da inizio mandato abbiamo sbloccato 166 milioni per l’edilizia penitenziaria, che garantiranno di trovare 7mila posti sui 9mila e 100 che oggi mancano. Abbiamo posto le condizioni per attivare un trattamento vero, così come accade qui. Nel fare il trattamento c’è anche un interesse economico, ossia agevolazioni fiscali stabilite dalla Legge Smuraglia. Ma oggi, su 20mila lavoranti, 17mila lavorano negli istituti penitenziari e solo 3mila presso privati”.

A marzo due nuovi educatori

Presente all’inaugurazione anche il direttore generale del personale del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Massimo Parisi, che ha evidenziato come il lavoro consenta a chi è recluso di “scoprire le proprie abilità e mettersi in gioco”. “Il lavoro in carcere si può fare bene se c’è una buona organizzazione – ha detto – in una adeguata cornice di sicurezza. Questo quadro organizzativo si sposa con le risorse che noi dobbiamo dare e stiamo cercando di dare. A inizio marzo arriveranno due nuovi educatori: seguire i detenuti sul piano comportamentale è importante e facilita il lavoro del servizio di sorveglianza. Siamo in un momento di grande riforma organizzativa dell’amministrazione: a livello centrale è stato istituito un ufficio che si occuperà esclusivamente del lavoro penitenziario. Una regia di carattere generale con i provveditorati che cercherà di mettere d’accordo la domanda e l’offerta”.

Otto posti di lavoro in carcere

L’impegno della cooperativa “L’orto botanico” è cominciato nel 2018. “Abbiamo iniziato sei anni fa con l’orto intramurario e l’apicoltura – ha ricordato il presidente Fabrizio Ramacci –. Adesso aggiungiamo la trasformazione agricola alla coltivazione delle fragole e alla produzione del miele, tutto venduto nel chiosco della casa circondariale, per far avvicinare le persone e trasmettere il valore sociale che c’è dietro ogni singolo prodotto. Progetti così complessi non si possono realizzare senza una collaborazione per un obiettivo comune: abbiamo sempre operato come la tessera di un puzzle”. A pieno regime, ha affermato Ramacci, il laboratorio darà lavoro a otto persone. “La nuova macchina, altamente tecnologica – ha spiegato –, in un’unica soluzione crea il prodotto e lo mette sottovuoto. Ma anche il resto del laboratorio è dotato delle migliori attrezzature. Noi ce la mettiamo tutta per contribuire al percorso di crescita delle persone, poi ogni scelta è individuale. Arriviamo quest’anno a 14 persone occupate nel progetto Ex Novo, fuori e dentro il carcere”. Già sei anni fa la cooperativa avviò il laboratorio per la produzione di miele che occupa un locale al piano terra della “palazzina semiliberi”, impegnando detenuti ammessi al beneficio “intramurario”. L’attività di collaborazione con la direzione del carcere ha avuto notevole espansione nel 2019 con la produzione di fragole, in serra e in campo: è nato così il Progetto Ex-Novo che, con la supervisione dell’Università Cattolica, punta, ora come allora, a una produzione sostenibile non solo sul piano ecologico ma anche sociale, attraverso l’impiego lavorativo di detenuti.

Tanti attori in gioco per la rieducazione

Ulteriore sviluppo del Progetto Ex-Novo è dato dalla produzione di ortaggi e di frutti di bosco, la cui vendita avviene in un chiosco, sito negli spazi antistanti il Block House, ad opera di un detenuto assunto dalla cooperativa, oltreché attraverso una rete commerciale dalla stessa curata. Parallelamente ha preso corpo l’idea di rendere possibile in carcere, sempre con il lavoro dei detenuti, la trasformazione delle produzioni ortofrutticole grazie alla collaborazione tra la direzione, la cooperativa “L’orto botanico”, la Scuola edile e l’Enaip di Piacenza, senza tralasciare l’importanza del contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano e dei privati. Così nell’ambito del Polo “Le Novate al Lavoro” – spazio intramurario dedicato alle lavorazioni – è stato realizzato, grazie all’attività di formazione professionale condotto dalla Scuola Edile in favore di un gruppo di detenuti, un laboratorio di trasformazione agroalimentare.

Francesco Petronzio

Nelle foto, l'inaugurazione del nuovo laboratorio nel carcere delle Novate: in alto, Fabrizio Ramacci e Andrea Delmastro; sopra, Maria Gabriella Lusi, direttrice del carcere.

Pubblicato il 13 febbraio 2024

Aree interne e Appenniniche, investimenti per 11 milioni del Gal del Ducato

Gal del Ducato investimenti

Due ottime notizie per il territorio montano piacentino e parmense. La prima riguarda il fatto che la Regione Emilia-Romagna ha deliberato la graduatoria finale relativa alla selezione dei Gruppi di Azione Locale, posizionando il Gal del Ducato al secondo posto in Regione, assegnandogli una dotazione di oltre 11 milioni di euro. La seconda buona notizia è che questi fondi saranno a disposizione di un’area appenninica delle due province che sarà ancora più estesa rispetto all’ultimo piano, quello 2014-2022, con tre nuovi comuni parzialmente inseriti nell’ambito (Castel San Giovanni, San Giorgio e Traversetolo), che portano così il totale a 60 comuni interessati (29 in provincia di Piacenza e 31 in provincia di Parma). Entrando nello specifico con la deliberazione di giunta regionale del 3 gennaio, che ha definito la graduatoria dei gruppi di azione locale per la Strategia Leader 2023-2027, la Regione ha assegnato al Gal del Ducato ben 11.176.779 euro, che saranno impegnati a sostegno di progetti pubblici e privati da realizzarsi nelle aree appenniniche parmensi e piacentine. Il perimetro di azione sarà quello del bacino montano, un’area di 4023 kmq estesa su due province, con 158 mila abitanti e una vocazione agroalimentare di elevata qualità, riconosciuta anche internazionalmente, comprendente integralmente le aree vitivinicole e parte delle principali filiere del comparto agrifood dell’Emilia Occidentale. È un territorio tuttavia che presenta anche diverse criticità di natura socio demografica, tipici delle terre alte, necessita di riequilibri e richiede progettualità.

I Commenti

“Sono le sfide che ci si pongono davanti – spiega Gino Losi, presidente del Gal del Ducato – negli incontri di concertazione che abbiamo tenuto sul territorio sono stati messi a fuoco i punti di forza e le debolezze, le opportunità e le criticità che connotano l’intera area. Ci si è in particolare concentrati su tre punti che vanno affrontati nel prossimo quadriennio, l’invecchiamento della popolazione, il cambiamento climatico con la transizione ecologica e la transizione digitale. Le azioni proposte dal Gal nel suo piano strategico, seppure su ambiti apparentemente diversi, incrociano tutti questi temi di contesto”.

“Aggregare per innovare” diventa quindi il tema chiave di indirizzo progettuale che il Gal applicherà sul territorio, declinandolo attorno a tre concetti chiave: la sostenibilità economica dei progetti, perché mantenere le imprese significa mantenere la popolazione sul territorio, l’accoglienza, sia verso i turisti, che verso i nuovi residenti, la resilienza, con grande attenzione alle foreste, patrimonio ambientale della montagna. “La strategia di Sviluppo Locale del Gal, si concentrerà su due ambiti tematici tra loro correlati, i sistemi di offerta socioculturali e turistico ricreativi locali e i sistemi locali del cibo, distretti, filiere agricole e agroalimentari – sottolinea Alessandro Cardinali, vicepresidente del Gal – Dal punto di vista operativo questo significa che la linea strategica prevede di realizzare interventi finalizzati ad accrescere l’offerta ricettiva esistente e ad aumentare la gamma e la qualità a disposizione dei turisti e di investire sulla promozione di nuove forme di turismo (escursionistico, sportivo, enogastronomico, culturale). D’altro canto si dovrà favorire la nascita e la permanenza sul territorio di imprese ed attività commerciali extra-agricole, per avere poi ricadute positive per l'attrattività complessiva dell’area e per l'offerta di servizi a disposizione dei residenti. Infine sarà fondamentale realizzare azioni unitarie di comunicazione e marketing tese a sviluppare una proposta turistica integrata, che metta a sistema i molteplici attrattori del territorio, aumentando l’offerta territoriale di servizi a disposizione della popolazione anche per attrarre nuovi residenti. In questo senso molto importante è anche l’opportunità che abbiamo inserito nella linea strategica, che consiste nel favorire la realizzazione di postazioni di lavoro a distanza, in modo che il territorio possa rispondere in modo tecnologicamente adeguato alle aziende che prevedono condizioni di smart working, permettendo così ai lavoratori di risiedere o trasferirsi sul territorio”. “Il Gal è un presidio per il territorio – ha dichiarato la presidente della Provincia di Piacenza Monica Patelli – l’assegnazione dei fondi è un grande risultato che darà aiuto a tutta l’area montana e in quest’ottica è importante l’ampliamento del territorio, per rispondere meglio e ancor più efficacemente alle sfide che ci pone la montagna”.

Questa visione strategica si tradurrà in bandi e azioni di sostegno che sapranno rispondere e realizzare questi principi e inizieranno ad essere pubblicati nei prossimi mesi. Ad esempio quando si parla di cambiamento climatico o declino demografico le risposte possono essere trovate nell’elemento identitario delle montagne, la foresta: questa allo stesso tempo è riserva di stoccaggio di anidride carbonica (un metro cubo di legno assorbe circa una tonnellata di CO2), ma anche risorsa per attività imprenditoriali coinvolte nella sua gestione o nella sua tutela dai sempre più frequenti fenomeni meteorologici estremi, dalla siccità alle bombe d’acqua, che si ripercuotono pesantemente sulle aree boschive e i cui effetti talvolta si misurano anche in pianura. La foresta è anche una risorsa turistica da implementare, vista anche la crescente domanda di fruizione della montagna in periodo estivo: servono strutture, servizi, organizzazione e comunicazione. La ricettività va costantemente migliorata, ma vanno aumentati anche gli spazi che permettono ai visitatori di godere della natura appenninica en plein air, una tendenza che si sta imponendo sempre di più. Infine il bosco fornisce prodotti, che la tradizione gastronomica emiliana sa valorizzare come poche altre al mondo. Una gestione attenta e orientata alla loro valorizzazione, dai frutti del sottobosco, ai funghi, alla selvaggina, ai tartufi, è indubbiamente una traccia di sviluppo, che risponde benissimo al principio di aggregare per innovare. Infine non va dimenticata la portata dell’intervento, nel programma Leader 2014-2022 sono infatti stati finanziati oltre 400 progetti, attraverso regie dirette, bandi e convenzioni. Di questi ne sono già stati completati 233 (a settembre). Al di là della dotazione economica del periodo 2023-2027, rimane il dato significativo dell’ampio coinvolgimento del tessuto socioeconomico appenninico e il fatto che ciascun progetto finanziato è a sua volta un generatore di risorse, con investimenti diretti di privati e imprese che restano a rafforzare il territorio, le sue dinamiche, la sua competitività e la sua immagine.

Pubblicato il 12 febbraio 2024

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Rapporto n. 44 della Provincia: focus sui fabbisogni professionali delle imprese piacentine

Presentazione Rapporto Congiunturale n. 44 Intervenuti

Il numero 44 di Piacenz@, nel riportare i dati del primo semestre del 2023, conferma il rallentamento ulteriore sperimentato in questo periodo dal nostro sistema economico locale, in continuità con i dati già rilevati a consuntivo del 2022. Le persistenti difficoltà legate alla prosecuzione del conflitto russo-ucraino, all’inflazione sempre elevata (ancorché in calo) e alle politiche monetarie restrittive (che hanno portato ad un aumento dei tassi di interesse), hanno inciso negativamente sul ciclo economico, stimato in contrazione anche nella seconda parte dell’anno e in questi mesi a venire a causa del peggioramento ulteriore (con le nuove tensioni in medio-oriente) del quadro geopolitico internazionale. Così, se da una parte i dati del PIL per il 2023 (e 2024) indicano per l’Italia un ritorno alla bassa crescita (+0,7% la stima dell’ISTAT), dall’altra anche il valore aggiunto del sistema economico piacentino, secondo le elaborazioni di Unioncamere regionale su dati Prometeia, è previsto aumentare dello 0,8% nel 2023 e dello 0,6% nel 2024, dopo il +3,9% del 2022 e il +6,7% del 2021.

In tale contesto, tra gennaio e giugno dello scorso anno l’economia provinciale ha comunque proseguito – seppur a ritmi più contenuti - lungo il suo sentiero di sviluppo iniziato dopo la pandemia, facendo meglio in diverse occasioni (come spesso ci capita di osservare) dell’economia regionale e nazionale, e riportandosi in quasi tutti i settori sui valori pre-2020.

Così è stato, ad esempio, per la produzione manifatturiera rilevata dalla Camera di commercio dell’Emilia e da Unioncamere regionale, che nel primo semestre del 2023 ha chiuso a Piacenza in rialzo del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2022 (mentre in regione aumenta solo dello 0,4%), superando ulteriormente i livelli di attività del 2019. Lo stesso dicasi per le variabili riferite al fatturato (+9,2% nel piacentino, +2,3% in Emilia- Romagna), agli ordini complessivi (rispettivamente +1,7% e -0,4%) e al grado di utilizzo degli impianti manifatturieri (salito all’82,3%), tutte superiori ai valori pre-covid.

Le catene della subfornitura soffrono invece un poco di più in questo periodo, con la produzione artigiana manifatturiera che rimane a Piacenza sui livelli dell’anno precedente (+0,2%), tuttavia senza andare in terreno negativo, come sperimentato mediamente in regione (-1,8%).

Anche nel caso del commercio al dettaglio l’andamento è stato positivo nel corso del primo semestre 2023, dato che nella nostra provincia le vendite - pur in sensibile rallentamento a confronto con il primo semestre del 2022 - sono cresciute ancora del 3,0%, mentre nel complesso dell’Emilia-Romagna l’aumento è stato del 2,0%.

Con la stretta sugli incentivi a favore del settore, si è invertito invece il trend del comparto delle costruzioni piacentino, il cui volume d’affari si riduce dell’1% nella media del semestre (mentre aumenta ancora in regione dell’1,5%), passando in particolare da un +1,4% nel primo trimestre ad un -3,5% nel secondo trimestre. In sintonia con questa evoluzione, sono risultate in calo anche le compravendite immobiliari residenziali (2.250 tra gennaio e giugno 2023) evidenziando una flessione (-4,2%) che però è meno elevata di quelle che si osservano in Emilia-Romagna (-16,2%) e in Italia (-12,4%).

Sui mercati esteri le cose sono andate meglio rispetto ai mesi precedenti. Nonostante le difficoltà della congiuntura il nostro sistema economico è stato infatti finalmente in grado di rispondere con maggior incisività a livello internazionale, dopo la prestazione negativa registrata nel 2022. I dati ISTAT sugli scambi import- export riferiti al primo semestre 2023, indicano per le esportazioni piacentine (3.098 milioni di euro) una crescita del 10,1%, superata in questo solo da Lodi (+11,8%), mentre Parma e Cremona segnano variazioni negative, e gli ambiti regionale e nazionale accelerazioni più contenute. Bene qui hanno fatto la meccanica e

l’alimentare, ma anche il comparto tessile-abbigliamento. Anche le importazioni (3.713 milioni di euro nei primi sei mesi del 2023), sono risultate a Piacenza in aumento (+5,2%), in controtendenza rispetto all’evoluzione negativa registrata - ad eccezione sempre di Lodi – da tutti gli altri territori.

E’ proseguito poi nel primo semestre del 2023 il trend di crescita del turismo. Gli arrivi aumentano infatti dell’11% riuscendo così ad oltrepassare finalmente il livello pre-covid (+2,5%), e crescono anche i pernottamenti, del 5,5% a confronto con il primo semestre 2022, una variazione inferiore a quelle (a due cifre) dei due anni precedenti, ma che è comunque positiva e permette di siglare un +17% rispetto ai valori del 2019. Piacenza è inoltre l’unico ambito territoriale della regione che presenta variazioni tendenziali delle presenze sul 2019 positive per tutti i mesi compresi tra gennaio e giugno 2023, a differenza di molti altri contesti provinciali (ad esempio quelli di Parma e Reggio-Emilia), o del contesto regionale più in generale, contrassegnati invece ancora da un sensibile gap da recuperare.

Dati piuttosto positivi si registrano in questo periodo anche per il mercato del lavoro. In un contesto di generalizzata crescita dell’occupazione, il saldo tra avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente mostra a Piacenza un valore particolarmente elevato, sia considerando – su base annua - il periodo giugno 2022/giugno 2023 (+2.548 unità, con un grosso contributo dato dall’industria in senso stretto, +967 unità), sia considerando la variazione tendenziale riferita al solo trimestre aprile-giugno 2023 (+954, in questo caso con l’apporto preponderante dei servizi, +729). Rialza invece leggermente la testa la Cassa Integrazione nel primo semestre 2023, anche se in modo tale da non destare per il momento preoccupazioni particolari, essendo sempre attestata, con poco più di mezzo milione di ore autorizzate, attorno ai valori pre- pandemia.

Per quanto riguarda le imprese registrate presso la Camera di Commercio al 30 giugno 2023, torna a ridursi rispetto a un anno prima lo stock delle imprese attive (-123 unità), a causa soprattutto delle flessioni in agricoltura e nel commercio, tra le ditte individuali e le società di persone, mentre continuano la loro espansione le imprese dei servizi, quelle a titolarità straniera e le società di capitale. Anche sul versante del credito si è osservato nella prima parte dello scorso anno un appesantimento della congiuntura, dovuto all’aumento dei tassi di interesse, con i prestiti erogati dal sistema bancario alle imprese e alle famiglie che segnano a Piacenza (6,53 miliardi di euro) una contrazione del 2,5%, in linea con la dinamica nazionale. I fallimenti a carico di imprese aventi sede in provincia di Piacenza (2) sono risultati invece in deciso calo rispetto ai 15 registrati un anno prima.

Con riferimento infine all’inflazione, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC) rilevato nel comune capoluogo ha evidenziato nel corso del primo semestre del 2023 una dinamica decrescente, passando da una variazione tendenziale mensile di +9,7% registrata nel mese di gennaio 2023 ad una variazione di +6,1% nel mese di giugno 2023, allineandosi così alle dinamiche generali, dopo essere stato più alto della media nazionale nell’ultima parte del 2022. Il contrario della dinamica dei prezzi dei beni alimentari, che si è mantenuta nel periodo ancora su livelli molto ridimensionamento dell’inflazione è stato possibile anche da noi grazie soprattutto all’andamento fortemente calante dei prezzi dei beni energetici, all' elevati, attorno all’11-12 per cento. Nella media dei primi sei mesi del 2023 l’inflazione – anche se in diminuzione - è stata comunque superiore (+7,8%) a quella rilevata nello stesso periodo del 2022 (+6,4%).


Pubblicato il 12 febbraio 2024

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Foibe, don Garilli in rappresentanza degli alpini a Basovizza

garilli

“Di solito a queste celebrazioni a livello nazionale ci sono sempre, cerco di andarci tutti gli anni”.
Don Stefano Garilli, parroco di Ferriere, ha partecipato come ogni anno, il 10 febbraio, alla cerimonia solenne in occasione del Giorno del ricordo, al monumento nazionale della Foiba di Basovizza, sul Carso triestino. Quest’anno era presente anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha preso la parola per il suo discorso ufficiale proprio davanti al sacerdote piacentino, riconosciuto, sui media, da tutti i suoi parrocchiani di Ferriere.
“Ho rappresentato Piacenza come associazione alpini - spiega don Garilli, che è il cappellano militare -, con il nostro labaro. Eravamo tante penne nere a Basovizza, c’era anche il presidente nazionale Ana, Sebastiano Favero. È una commemorazione importante quella per le vittime delle Foibe, solo da vent’anni si celebra il Giorno del Ricordo, prima non se ne parlava tanto di questa tragedia. Era un pezzo di storia dimenticato”. Il Giorno del ricordo è stato infatti istituito nel 2004, con legge dello Stato, per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Don Garilli e Meloni

Pubblicato l'11 febbraio 2024

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