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Notizie Varie

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Conclusa la stagione di formazione del Movimento laicale orionino

orione

Il Movimento Laicale Orionino, come ogni anno, ha concluso la stagione formativa invernale con la messa ed il pranzo comunitario. La celebrazione è stata presieduta dall’orionino don Alessandro D'Acunto, assistente della casa di Borgonovo e, fino alla settimana scorsa, Economo della provincia della Congregazione che comprende, oltre all'Italia, l'Albania, la Romania e l'Ucraina. Recentemente, infatti, il Superiore Generale, Don Tarcisio Gregorio Vieira, ha nominato i nuovi Consigli Direttivi e gli incarichi di tutte le province del mondo.
Di queste novità ha parlato don Alessandro al termine della messa: “Conosciamo la persona di Don Orione e quanto egli ha fatto – ha detto - ma dovremmo anche conoscere le tante opere che ha creato e che erano note alla gente del suo tempo, ne fu prova la grande massa di persone che, in diverse città del nord Italia, onorarono il suo corpo dopo la morte. Molte di queste opere ancora oggi esistono e ne sono state aggiunte altre, alcune, invece, han chiuso o si sono ridimensionate: così è stato anche per le province, che hanno cambiato forma e dimensione in base al numero delle strutture presenti, dei fedeli e dei religiosi. Se, infatti, sono cresciute quelle dell'Africa, dell'Asia (tra cui Filippine e India) e ve n’è in via di creazione una in Palestina, stanno diminuendo quelle dell’Europa e del Nord America. In Italia, ad esempio, si è passati da tre province ad una sola, accorpata, a sua volta, con Romania, Ucraina e Albania. Nella sola Italia ci sono ancora 40 opere di vario tipo, Santuari, Parrocchie, oratori, case di riposo, ecc.” “Il 2024 – ha, poi, ricordato - è anche un anno di tanti anniversari per la Congregazione: il 20° della Canonizzazione di Don Orione, il 90° della nascita dell'Associazione Ex Allievi, il 100° dell'invio nelle Case orionine dell'immagine di Maria “Mater Dei”, l'80° della miracolosa liberazione di Roma e dell’installazione della statua di Maria a Montemario, il 50° della creazione della Casa di Pontecurone ed il 100° di quella di Reggio Calabria, il 150° della nascita di Don Sterpi, primo successore di Don Orione.” La giornata è terminata col pranzo organizzato dai volontari del Movimento Laicale Orionino e dagli Ex Allievi di Borgonovo, a cui han preso parte anche i componenti della Banda ed il corpo delle Majorettes.

Nella foto, la celebrazione della messa presieduta da don Alessandro D'Acunto.

Pubblicato il 15 giugno 2024

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Industriali alle prese con la burocrazia, l’assessore regionale Colla: Lavoriamo per semplificare l’iter alle imprese virtuose

COLLA

“Rendeteci le cose facili, perché lì fuori sta diventando sempre più complesso”. È la richiesta di Vincenzo Cerciello, vicepresidente di Confapi Industria Piacenza, agli amministratori pubblici nel corso della ventesima assemblea dell’associazione di categoria delle piccole e medie imprese che si è svolta all’Università Cattolica di Piacenza l’11 giugno scorso. L’ostacolo è la burocrazia. “Per crescere, per essere leader, dobbiamo lavorare di squadra – dice Cerciello – non si gioca solo sul campo di Piacenza, ma su un campo internazionale. Siamo in Champions League, dobbiamo prepararci ad affrontare le sfide al meglio”. Davanti a sé, Cerciello aveva gli assessori regionali allo sviluppo economico di Emilia Romagna, Vincenzo Colla, e Lombardia, Guido Guidesi. “Negli Stati Uniti è molto più semplice – osserva Cerciello – per qualsiasi cosa ci sono uffici preposti in cui si ottengono risposte; in Italia, invece, ogni cosa richiede tantissimo tempo. Per fare investimenti, spesso, ci vogliono tanti anni affinché i progetti vengano approvati”. La soluzione proposta da Vincenzo Colla è una “lista” di imprenditori e imprese che, forti della loro reputazione, possano avviare progetti con un iter più snello.

Sburocratizzare: iter semplificato a imprenditori “virtuosi”

“Gli imprenditori hanno ragione quando dicono che c’è un problema di burocrazia – ha detto Colla – agli investimenti serve velocità per stare al passo, la tecnologia ha velocità incredibile, o ci sei dentro o c’è qualcun altro che ti scansa”. Colla elenca due grandi fattori. “In Regione – ha rivelato – stiamo discutendo sul creare liste di merito degli imprenditori con una certa storia e reputazione che, se si presentano con un progetto, non facciano più trenta passaggi prima di avere una risposta; l’amministrazione può dare loro fiducia senza bloccare gli investimenti all’inizio, può farli partire prima perché hanno una reputazione e non vogliono rovinarsela”. Il secondo fattore riguarda la stabilità delle norme. “Bisogna modificare il terreno della giustizia industriale – ha detto Colla – ad esempio, il Testo unico sugli appalti è stato modificato tantissime volte, quando uno ha imparato a fare un appalto, dopo diverse modifiche non sa più farlo. Abbiamo un problema molto grande nella stabilità delle norme”.

Transizione ecologica e digitale “con pragmatismo”

L’assemblea dell’11 giugno è stata aperta dal presidente di Confapi Industria Piacenza Giacomo Ponginibbi, che – dopo aver ricordato il rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli, tragicamente scomparso lo scorso 23 maggio – ha invitato a trattare i grandi temi della transizione ecologica e digitale con pragmatismo. “Noi imprenditori – ha affermato Ponginibbi – siamo abituati a guardare sempre avanti e non crogiolarci dei risultati ottenuti. È del presente e del futuro che voglio parlare. Anche perché anche oggi ci troviamo, come ormai da tempo, in una situazione caratterizzata da tensioni internazionali che impattano nella vita quotidiana delle aziende: i conflitti in Ucraina e Medio Oriente che stanno comportando l’aumento dei costi e la difficoltà negli approvvigionamenti delle materie prime, proprio per la situazione nel Mar Rosso. Se si pensa poi all’incertezza dovuta alle elezioni nelle più grandi democrazie del mondo: Stati Uniti, Europa e India e alle politiche monetarie di contenimento inflazionistico con le conseguenze che tutti conosciamo sul costo del denaro. Siamo, inoltre, davanti a grandi cambiamenti: la transizione ecologica, che speriamo venga attuata con pragmatismo: se intendiamo perseguire un obiettivo di sicurezza economica all’interno di un percorso di decarbonizzazione occorre uscire dall’approccio ideologico e premere affinché si ristrutturi nel profondo il green deal e renderlo realmente sostenibile. Così come quella digitale: l’avvento dell’intelligenza artificiale è ormai realtà già nelle aziende e noi, grazie anche alla nostra categoria Unimatica, siamo già in prima linea da mesi. La nostra forza infatti è il pragmatismo, l’ascolto degli imprenditori e la voglia di rappresentarli senza filtri”.

Le autorità presenti

Prima dell’inizio dell’assemblea, hanno preso la parola il prefetto di Piacenza Paolo Ponta, la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi e la presidente della Provincia di Piacenza Monica Patelli. “Quello della provincia di Piacenza è un tessuto ricco e fecondo di iniziative – ha detto il prefetto Ponta – fatto di aziende che sanno affrontare le sfide del presente e del futuro, in un contesto che fa di tutto per mettere i bastoni fra le ruote. Auspico un’imprenditoria che tragga spunto dalla tradizione per portare ai giovani cultura d’impresa e nuove leve di lavoro”. La sindaca Tarasconi ha sottolineato come “l’ossatura del nostro paese, così come quella della nostra città, è fatta di piccole e medie imprese, e quindi di voi – ha detto rivolgendosi agli oltre quattrocento imprenditori presenti – ci conosciamo tutti e ci sentiamo spesso. La pubblica amministrazione può creare migliori condizioni affinché voi possiate crescere e affinché il nostro territorio, grazie a voi, cresca”. Confapi, ha osservato la presidente della Provincia Monica Patelli, è “una realtà solida che non fa mancare il sostegno alle imprese associate”. “Abbiamo davanti sfide nuove e difficili, e in un contesto globale difficile anche le amministrazioni devono fare la loro parte. La Provincia c’è e si mette a disposizione del territorio, abbiamo approvato il Piano territoriale di area vasta (Ptav), un importante strumento di coordinamento per scelte urbanistiche strutturali che incidono a lungo termine sul territorio. Ma è il capitale relazionale che favorisce sviluppo e viceversa: lavorando insieme possiamo ottenere risultati a vantaggio dei cittadini e del territorio”.

Sostenibilità demografica

Il discorso della sostenibilità, ha sottolineato Vincenzo Colla, comprende anche la demografia. “Sostenibilità ambientale e sociale devono andare di pari passo, ma c’è anche un’altra sostenibilità, quella demografica, che non è un fatto né di destra né di sinistra ma la cifra del nostro futuro. Se riparte il Pil, come spero, e se parte Industria 5.0 e riparte il mercato, ormai abbiamo un sistema di imprese che non incrocia domanda e offerta e manca a livelli alti, intermedi e bassi e rischia di non prendere le commesse. Abbiamo fatto una legge in questa Regione per attrarre e trattenere i talenti, chi avrà le teste farà la differenza. Non si fa la meccanica senza teste, che vengono prima del manufatto. Chi avrà la qualità delle teste farà la traiettoria. Questa legge, votata all’unanimità in assemblea legislativa, è stata presentata con una ricerca dell’Istituto Cattaneo sul lavoro da cui emergeva che nel 2023 in Emilia-Romagna abbiamo avuto 3mila e 500 ragazzi e ragazze che sono andati di là dalla frontiera, i laureati. Il più grande investimento pubblico lo consegniamo di là e fa concorrenza a noi. Lì il paese deve mettere un focus prioritario. Come ha retto l’Emilia Romagna – ma l’ha fatto anche la Lombardia – sulla demografia? Abbiamo una demografia più alta rispetto ad altre regioni per tre motivi: le università che attraggono a livello internazionale, le imprese con reputazione che hanno saputo trattenere e far arrivare e 8mila ragazzi che dal Sud Italia hanno deciso di fermarsi in Emilia Romagna, a cui si aggiungono altre 7mila e 500 persone che da tutte le parti del mondo sono entrate nel processo produttivo della nostra regione. Siccome la natalità non è un colpo di frusta, per il manifatturiero chi sarà in grado di avere progetti di integrazione. In Albania, paesi come Germania, Francia e Austria stanno costruendo scuole tecniche per formare i lavoratori a cui proporre un posto di lavoro in Europa. Lì l’integrazione inizia ad avere uno spessore progettuale che non vedo nel nostro paese. Non è sufficiente la digitalizzazione e la tecnologia senza testa, braccia e corpo intermedio”.

Camisa: “Il sano pragmatismo piacentino a Roma, Industria 5.0 merito di Confapi”

Non poteva mancare all’assemblea dei piccoli e medi industriali il presidente nazionale di Confapi Industria, il piacentino Cristian Camisa, che ha sottolineato come il suo impegno nazionale non lo abbia “allontanato” da Piacenza. “Sono andato a Roma ma resto sempre con voi – ha detto –, ho cercato di portare il sano pragmatismo piacentino a Roma, una delle sfide che stiamo portando avanti è far capire sempre di più al governo che il nostro è un mondo fondamentale e che le leggi vanno fatte a misura di piccole e medie imprese”. Camisa ha evidenziato poi l’impegno profuso negli ultimi anni dall’associazione di categoria e i risultati ottenuti a livello nazionale ed europeo. Per primo, il lavoro di Confapi per arrivare al decreto Industria 5.0. “A Palazzo Chigi, nella prima riunione della cabina di regia – ha detto il presidente di Confapi – feci presente al ministro Raffaele Fitto che nei programmi, oltre al Pnrr e a Transizione 5.0, non c’era nulla per la piccola e media industria, ma solo per il pubblico e per la grande e grandissima industria. La nostra proposta fu di mutuare il modello di Industria 4.0, dicemmo al ministro che per noi il modello vincente era il credito d’imposta, semplice, intuitivo, già conosciuto e soprattutto funzionava. Il ministro Fitto è stato molto bravo, è andato in Europa e ha ricontrattato gli interventi: il risultato è stato Repower Eu, con 6,3 miliardi di euro all’anno per due anni. Sappiate che se questi interventi oggi ci sono sicuramente è merito del governo ma soprattutto di Confapi, che è stata l’unica associazione a fare questa proposta concreta”. La difficoltà per le imprese, a Piacenza come in Italia, resta quella del reclutamento. “Viviamo un inverno demografico – ha osservato Camisa – oggi il nostro centro studi ha stimato più di un milione di persone che saremmo disponibili ad assumere ma che non riusciamo a trovare. Nell’ultima indagine congiunturale, oltre il 60% delle nostre imprese non trovano personale: avremmo la possibilità di crescere maggiormente ma non lo possiamo fare”.

Il Piano Mattei

Camisa ha poi spiegato il progetto avviato da Confapi insieme agli industriali tedeschi per formare nuovi lavoratori nei paesi africani. “All’interno della cabina di regia del Piano Mattei – ha detto – abbiamo proposto un sistema di immigrazione completamente differente da quello che oggi vediamo, con necessità che partano dalle nostre piccole e medie industrie e che arrivino direttamente in Africa con una sessione di formazione sulle specifiche esigenze delle nostre imprese. Una seconda sessione di formazione è prevista all’interno delle nostre associazioni per mettere a disposizione poi delle nostre industrie. Per dare concretezza a questa idea abbiamo firmato, la scorsa settimana, nell’assemblea nazionale, con la piccola e media industria tedesca un accordo di collaborazione attraverso il quale innanzitutto avremo una collaborazione a 360 gradi per abbattere i confini geografici per uno sviluppo del sistema industriale, ma soprattutto sul tema africano: loro (i tedeschi, ndr) sono già presenti in nove paesi con influenza su venticinque, con quest’accordo già a partire da questo mese anche Confapi Industria potrà cominciare a lavorare su questi paesi, formare il personale e metterlo a disposizione delle nostre aziende. Sicuramente non è la risoluzione del problema ma, come sempre, in maniera pragmatica, cerchiamo di dare una soluzione a una domanda pressante del nostro sistema industriale”. Una strada che Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di strategia e imprenditorialità alla Sda Bocconi School of Management, definisce giusta “perché il capitale umano è la chiave della trasformazione”. “Le Pmi devono essere portate su una piattaforma di produttività che colmi questo ritardo ormai ventennale che abbiamo, bisogna fare formazione permanente”, sostiene il docente, che punta tutto sulla formazione. “Mandate i vostri collaboratori a studiare sempre, per tutta la vita, viste le rivoluzioni tecnologiche che abbiamo, altrimenti il declino produttività è irrecuperabile”.

Non c’è manifattura senza servizi, e i salari “vanno aumentati”

“Il mondo sta uscendo dalla crisi – ha osservato Carnevale Maffè – anche il Pil dell’Europa, che fa fatica, è leggermente al rialzo quest’anno con una produttività e un’occupazione in crescita. E questo è paradossalmente un problema, abbiamo l’occupazione in crescita ma il capitale umano insufficiente. Torno all’idea di integrazione come patto fondamentale di cittadinanza: l’Europa è tornata nel 2024 per la prima volta dopo il buco del 2021-23 ad essere esportatore netto. La nostra esportazione non va male, rispetto alla crescita che ha fatto la Cina e a quella sistematica di Europa e Stati Uniti, noi siamo messi in ripresa con l’Italia che ha fatto meglio degli altri paesi d’Europa in questi quattro anni dopo il Covid, anche per gli investimenti, grazie a Industria 4.0 che ha sicuramente aiutato. Ho ricevuto pochi minuti fa la bozza di Industria 5.0: questa quota di investimenti ha aumentato la produttività del sistema paese e delle Pmi come nessun’altra cosa in vent’anni. L’appello che faccio è molto chiaro: sfruttate il decreto Industria 5.0 perché è sicuramente un indirizzo di fondamentale importanza. Nel 2023 l’Italia non è andata benissimo, siamo leggermente cresciuti ma abbiamo fatto peggio di Francia e Spagna, meglio della Germania che ha più problemi di noi. L’export italiano, secondo i dati Istat di stamattina, non sta andando benissimo nel primo trimestre di quest’anno e paradossalmente al Sud sta andando meglio del Centro-Nord. Questo mi fa riflettere: in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, motore dell’esportazione italiana, nel primo trimestre 2024, si registra un -3, -4 e -5%. Non è una buona notizia, ma in questo quadro la provincia di Piacenza è record italiano. Complimenti a voi che tenete alto l’onore dell’export italiano. C’è un tema fondamentale che riguarda il personale: l’industria in questi trent’anni ha perso mezzo milione di addetti, pur avendo aumentato la produttività più dei servizi, che hanno preso tre milioni e mezzo di addetti ma sono ancora inchiodati al palo: significa che non c’è abbastanza tecnologia, informatica e supporto della burocrazia. Il gap di produttività dal 1992 al 2022: l’Italia ha perso produttività rispetto ai grandi competitor mondiali e lo ha fatto soprattutto nei servizi; quindi, per quanto la cultura manifatturiera sia importante, ricordiamoci che non c’è manifattura senza i servizi, tra cui la pubblica amministrazione. E questa scarsa produttività si riflette in scarsi salari: possiamo fare tutti i decreti del mondo, ma i miei studenti se devono guadagnare 1200 euro al mese non vengono a lavorare. E per aumentare i salari non servono i decreti della politica, serve la capacità delle imprese di aumentare produttività e funzionalità”. Piacenza, secondo Carnevale Maffè, ha ottime potenzialità per l’internazionalizzazione. “Piacenza è il porto di Palos da cui partire – ha detto l’economista facendo un paragone con l’avventura di Cristoforo Colombo verso le Americhe – serve chiedere qualche fondo a Isabella d’Aragona e poi partire alla scoperta di nuovi mercati”.

Francesco Petronzio

Nella foto, Vincenzo Colla durante il suo intervento.

Pubblicato il 14 giugno 2024

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Confapi Industria Piacenza: vent'anni al servizio delle imprese

Premiati per 50 anni di attivita

«La nostra forza è il pragmatismo, l’ascolto degli imprenditori e la voglia di rappresentarli senza filtri». Lo dice chiaramente Giacomo Ponginibbi, presidente di Confapi Industria Piacenza, nell’aprire la ventesima assemblea annuale dell’associazione che si svolge nella sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Dopo i saluti istituzionali del prefetto di Piacenza Paolo Ponta, della sindaca Katia Tarasconi e della presidente della Provincia Monica Patelli, è Ponginibbi a prendere la parola: «Confapi Industria Piacenza è un’associazione che esprime quotidianamente, grazie ad un impegno concreto, i valori delle PMI, che valgono nel Paese per il 65% del valore aggiunto, per il 48% dell'export e per il 76,7% dell'occupazione – sottolinea il presidente – per quanto riguarda le realtà a noi associate, il 34 per cento appartiene al settore della metalmeccanica, ma ci sono anche rappresentanze nei settori alimentare, servizi alle imprese, edilizia e relativa filiera, informatica, sanità, grafica e stampa, trasporti e logistica e chimica. L’89% delle imprese ha addetti compresi nel range 0-49 e l’80% delle imprese risulta costituita da 25 fino a 75 anni fa, segno di credibilità e storia imprenditoriale”.
Nel corso del suo intervento, Ponginibbi ha presentato anche una parte dei risultati di un’indagine condotta tra circa 500 studenti delle terze classi delle scuole superiori sui temi del futuro, dello studio, delle prospettive lavorative.

Le due tavole rotonde

A seguire sono due tavole rotonde: una su “Innovazione, internazionalizzazione e sostenibilità” vede intervenire il presidente di Confapi nazionale Cristian Camisa, l’head of external relations di Simest Francesca Alicata e il docente di strategia e imprenditorialità alla SDA Bocconi School of Management Carlo Alberto Carnevale Maffè. “L’intelligenza artificiale deve essere un modo per colmare gap e migliorare la sicurezza sul lavoro - spiega Camisa - in particolare l’obiettivo sarà avere un sistema preventivo per misurare i comportamenti non corretti dal punto di vista della sicurezza nelle aziende”. L’altra invece, sul tema “Alleanze interregionali strategiche a favore della competitività delle filiere produttive”, vede partecipare il vicepresidente di Confapi Industria Piacenza Vincenzo Cerciello, l’assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali della Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla e l’assessore allo sviluppo economico della Regione Lombardia Guido Guidesi. “Per noi e per le aziende è fondamentale la sburocratizzazione - spiega Cerciello- dobbiamo avere il giusto supporto per crescere, serve un’Europa più forte”.

Le premiazioni delle aziende

A chiudere l’assemblea sono le premiazioni: per l’occasione infatti Confapi Industria Piacenza ha voluto celebrare un importante traguardo di cinque realtà associate che hanno tagliato il traguardo dei cinquant’anni di attività. Si tratta di BFT BURZONI, MBR, ZINCATURA E METALLI, FULGOSI e TECNO SERVICE. Sono stati inoltre consegnati i premi “Sostenibilità ambientale”, “Donne imprenditrici” e “Giovani industriali”.

Le schede dei premiati

BFT BURZONI: alla memoria di Alberto Burzoni è stato consegnato il premio ad Arianna Burzoni da Giacomo Ponginibbi (Presidente Confapi Industria Piacenza) e Andrea Paparo (Direttore Confapi Industria Piacenza). BFT Burzoni, nata nel 1974 dalla volontà e dalla passione di Alberto Burzoni, continua a riflettere la lungimiranza del suo fondatore. La dinamicità che la contraddistingue ha permesso a BFT Burzoni di diventare un importante punto di riferimento nell’ambito delle lavorazioni meccaniche ad asportazione truciolo. Con un magazzino che vanta 10 milioni di pezzi suddivisi in oltre 60.000 articoli in pronta consegna, l’azienda riesce a rispondere alle esigenze di tutti i settori della meccanica, Oil & Gas e del comparto stampi.

MBR: alla memoria di Emilio Barilli è stato consegnato il premio ad Ave Romani e a Matteo Barilli da Giacomo Ponginibbi (Presidente Confapi Industria Piacenza) e Andrea Paparo (Direttore Confapi Industria Piacenza). 50 anni fa nasceva MBR quando dalla visione e dalla passione per l'edilizia di Emilio Barilli insieme ai soci originari Giulio Modenesi, Franco e Antonio Baisi, Gianni Bravetti e Adolfo Ragazzo, prendeva vita una piccola attività artigiana specializzata in tinteggiature, oggi moderno contractor, un'impresa edile strutturata e votata alla sostenibilità. MBR è, infatti, uno dei principali operatori in ambito edile a Piacenza così come attiva e consolidata anche a Milano e Bologna.

ZINCATURA E METALLI; alla memoria di Luigi Gatti è stato consegnato il premio ad Alberta Gatti, Roberto Gatti e Marco Miglioli da Anna Paola Cavanna ed Elisabetta Curti (Vice Presidenti Confapi Industria Piacenza) e Marika Lusardi (Vice Direttore Confapi Industria Piacenza). Zincatura e Metalli S.p.A. nasce nel 1974 dall'idea del Cavaliere Luigi Gatti di creare una azienda che fosse vicina alle esigenze di artigiani e agricoltori del panorama piacentino. Ben presto l'azienda diventa un punto di riferimento nel servizio di zincatura a caldo per immersione e dagli anni Novanta viene affiancato il commercio di prodotti in acciaio inossidabile. Zincatura e Metalli S.p.A. si è sempre distinta nel settore per l'aggiornamento e l'avanguardia del proprio processo produttivo, così da garantire il migliore servizio e un elevato grado di qualità dei prodotti, occupandosi dell'impatto ambientale che hanno i materiali ferrosi.

FULGOSI: è stato consegnato il premio a Davide Fulgosi da Anna Paola Cavanna ed Elisabetta Curti (Vice Presidenti Confapi Industria Piacenza) e Marika Lusardi (Vice Direttore Confapi Industria Piacenza). Alla fine del giugno 1974, di ritorno dal Belgio dove era stato minatore, Giovanni Fulgosi costituisce la sua impresa per costruzioni meccaniche per l'industria del cemento. Cinque anni più tardi la richiesta del mercato di prodotti per l'industria petrolchimica portò l’azienda ad essere la prima del nord Italia da utilizzare una macchina per calandrare lamiere fino a 65 mm di spessore. Questa scelta ha fornito più del 90% della capacità produttiva necessaria all'azienda ad esser quello che è oggi.

TECNO SERVICE: è stato consegnato il premio a Enrico Bonvini da Cristian Camisa (Presidente Confapi nazionale) e Giangiacomo Ponginibbi (Presidente Confapi Industria Piacenza). Tecno Service S.r.l. rappresenta sul territorio nazionale da cinquant’anni una delle più rilevanti concessionarie europee della società americana Thermo King Corporation, leader mondiale nel settore del trasporto a temperatura controllata. Si aprì da allora, soprattutto per il settore del trasporto di alimentari, un mondo nuovo, un modo migliore e sicuro di trasportare la merce che troviamo tutti i giorni sugli scaffali dei supermercati. La Tecno Service dispone oggi di un’area complessiva di 10.000 m2 con un’officina di oltre 2.000 m2, uffici, magazzino ricambi e un apprezzabile piazzale, operando la vendita, l’installazione e la manutenzione di unità refrigeranti naturalmente del marchio americano.

Il PREMIO SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE è stato assegnato alla TORELLO TRASPORTI, rappresentata da Umberto e Annachiara Torello, premiati da Cristian Camisa (Presidente Confapi nazionale), Giangiacomo Ponginibbi (Presidente Confapi Industria Piacenza) e Pietro Ercini (Membro di Giunta di Presidenza Confapi Industria Piacenza). Torello, azienda familiare fondata nel 1975 da Nicola Torello, è una società di logistica integrata che, guidata dai figli Umberto, Concetta e Antonio, opera in tutta Europa. Il core business del brand è la progettazione di strategie personalizzate per il trasporto, la logistica di magazzino e la distribuzione ultimo miglio per qualsiasi esigenza di carico, dai prodotti general cargo a quelli a temperatura controllata. I dati riassuntivi del Gruppo, di cui Torello è la capofila, descrivono una realtà da +280 Mio € di ricavi, una flotta di oltre 4000 veicoli industriali e commerciali di proprietà, +317.000 mq per stoccaggio e attività a valore aggiunto per merce general cargo e 0/+4°C, +2750 risorse umane impiegate nelle 26 sedi in Italia, Francia, Slovacchia, Romania e Serbia.

Il PREMIO DONNE IMPRENDITRICI CONFAPID è stato assegnato a Cristiana Braghieri della BRAGHIERI PLASTIC, premiata da Barbara Boselli (Presidente CONFAPID), Anna Paola Cavanna (Vice Presidente Confapi Industria Piacenza) e Giovanni Rabaiotti (Membro di Giunta di Presidenza Confapi Industria Piacenza). Braghieri Plastic si occupa di recupero materiali plastici dal 1997, adottando un approccio circolare. L’attività si sostanzia nel reperimento, trattamento, cernita, selezione e macinazione di scarti industriali e imballaggi rigidi e flessibili da pre-consumo e da post-consumo. La materia prima seconda ottenuta attraverso la lavorazione di rifiuti/scarti di produzione può essere reintrodotta sul mercato ed impiegata nella produzione di manufatti in materiale plastico. Braghieri Plastic, inoltre, porta avanti dal 2009 il “Progetto raccolta plastica” sposando a pieno i tre pilastri della sostenibilità e grazie al quale è stata inserita tra gli innovatori responsabili della Regione Emilia-Romagna e nel 2023 ha ricevuto una menzione la “transizione ecologica”.

Il PREMIO GIOVANI INDUSTRIALI è stato assegnato a Francesco Mangia di COMEP da Gianluca Poggioli (Presidente Gruppo Giovani Industriali Confapi Industria Piacenza) e Giuseppe Ballotta (Membro di Giunta di Presidenza Confapi Industria Piacenza). COMEP è un’azienda familiare che opera nel settore della costruzione meccanica e nella lavorazione per conto terzi, seguendo la commessa dalla lavorazione del grezzo al prodotto assemblato. L’attività dell’azienda nasce nel 1980 dalle conoscenze tecniche maturate dal fondatore Enio Moschini nel campo dell’industria agricola. A seguire iniziano i rapporti con ARBOS SpA per la costruzione di sistemi per il livellamento delle mietitrebbie che permettano alle macchine di operare in collina. Questa attività è stata potenziata negli anni, diventando la specializzazione primaria dell’azienda. La produzione delle attrezzature per mietitrebbie autolivellanti viene affiancata da un’attività di studio e di progettazione all’interno della società stessa per la costruzione di tali attrezzature.

Nella foto, l'assemblea di Confapi Industria Piacenza: i premiati per i 50 anni di attività.

Pubblicato il 12 giugno 2024

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La vita sociale e lavorativa delle persone fragili parte dall’«abitare»: l’incontro della Fondazione La Ricerca

Corti Uber Cappa Fontanesi

Abitare. È questo il passaggio fondamentale che consente alle persone fragili di integrarsi e avere una vita sociale, affettiva e lavorativa. Si è parlato di questo in un incontro pubblico promosso e ospitato dalla Fondazione La Ricerca il 13 giugno. Al centro del convegno, il progetto “Inte(g)razione. Legami per l’inclusione e l’autonomia” realizzato da Fondazione “La Ricerca” Ets in collaborazione con l’Ausl di Piacenza (centro di salute mentale Serdp – psichiatria di collegamento) e Csv Emilia, con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Attualmente le case per l’inserimento di persone in carico ai Servizi psichiatrici dell’Ausl di Piacenza e gestite dalla Fondazione La Ricerca sono tre e vedono anche un coinvolgimento di volontari nella vita quotidiana e in iniziative di sensibilizzazione e apertura al territorio: due sono in città (Casa Sophia, con quattro posti donne e Casa Lucia con sei posti uomini) e una (Casa Laura, con tre utenti uomini), a Ponte dell’Olio.

Da “figli di un dio minore” a cittadini “di serie a”

L’idea condivisa dagli attori di questo intervento di rete è contrastare insieme il processo di esclusione sociale aiutando le persone con disagio psichico «ad aumentare un senso di sé stabile, un senso di casa, cioè di un posto dove poter stare a proprio agio e a cui sentire di appartenere, un senso di connessione a relazioni stabili e legami sociali». Importantissimo quindi anche il ruolo complementare di volontari per attivare relazioni di aiuto e di amicizia. «Per noi è stata un’occasione enorme – ha spiegato il presidente della Fondazione La Ricerca Enrico Corti – perché, avendo una comunità di doppia diagnosi psichiatrica, ha voluto dire avviare esperienze per portare persone ritenute non solo fragili ma, mi spiace la battuta, di “serie b”, in un contesto urbano e sociale dove non solo possono integrarsi ma avviare un percorso per partecipare attivamente non solo alla vita sociale ma anche lavorativa e affettiva. E questo per noi è molto importante perché porta persone che generalmente sono figlie di un dio minore a un’aspirazione, a una vita civile a partire dall’abitare che è fondamentale per essere cittadini di “serie a”».

Il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano con il “Bando autonomie”

L’incontro, moderato da Raffaella Fontanesi del Csv Emilia, è stato introdotto dagli interventi di Elena Uber, consigliera d’amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano (e direttrice del servizio dipendenze patologiche dell’Ausl di Piacenza) e Corrado Cappa, direttore di psichiatria di collegamento e inclusione sociale dell’Ausl di Piacenza. A seguire, il personale delle tre “case” per l’inserimento ha portato la propria esperienza sui temi dell’inclusione, dell’autonomia e del “fare insieme”. Ha concluso l’incontro l’intervento del pedagogista Johnny Dotti, imprenditore sociale e docente a contratto all’Università Cattolica di Milano, oltre che presidente di “È.one-Abitarègenerativo”, amministratore delegato di “On impresa sociale” e già consigliere delegato e presidente di Cgm e di Welfare Italia. «L’anno scorso la Fondazione ha voluto smettere i panni del “bancomat” – le parole di Elena Uber – e imboccare la via dei bandi per orientare le richieste. All’interno del Bando autonomie, abbiamo scelto alcuni progetti da finanziare, tra cui quello del sostegno all’abitare (della Fondazione La Ricerca, ndr), che non punta solo ad assistere le persone ma investe sul loro protagonismo. È una scommessa che si innesta in un momento storico in cui le risorse investite in questa direzione sono contingentate».

“Senza benessere la vita si spegne”

Corrado Cappa ha spiegato che il progetto mira a «mettere le radici in un contesto di vita fatto di relazioni e non solo di muri». «La psichiatria – ha detto – a distanza di oltre quarant’anni da una riforma importante (la legge 180 “Basaglia”, ndr) si allarga a popolazioni molto più ampie. Perciò vale la pena, a livello locale, praticare azioni congiunte tra istituzioni e associazioni per garantire il benessere delle persone. Il benessere che proponiamo non è individuale ma condiviso: la salute mentale di comunità, che non esclude nessuno. Includere – ha precisato – è uno sforzo attivo che chi è consapevole delle condizioni altrui deve operare. Noi abbiamo incontrato il terzo settore, i familiari, le istituzioni. Sappiamo che le persone possono soffrire o morire, e non si muore solo biologicamente, si muore anche come qualità di vita. Se una persona non acquista una situazione di benessere, la vita si spegne. Per cui, la spinta sull’abitare, insieme a quella del lavoro, va assolutamente promossa, sostenuta e ha un grande futuro: tutti noi abbiamo un luogo in cui vivere che rappresenta il nostro esistere».

Pensarsi individui attraverso gli altri

Lucia Catino, responsabile servizi adulti fragili, e Andrea Latte, psicologo, hanno parlato dell’esperienza di Casa Sophia, in via Taverna a Piacenza. «È un’idea di cohousing molto innovativa – ha detto Lucia Catino – in linea con un cambiamento sociale che credo debba avvenire, ossia pensarsi individui attraverso gli altri. Abbiamo due obiettivi: far sperimentare l’autonomia a persone con fragilità mentali e dare una valida alternativa ai progetti istituzionalizzati». «Ognuno dei progetti di cohousing della Fondazione La Ricerca – le parole di Andrea Latte – ha le proprie unicità che richiedono declinazioni diverse. Tuttavia, ci sono aspetti comuni nel nostro approccio: innanzitutto, fare in modo che gli ospiti abbiano un ruolo importante nella vita stessa della casa. E, poi, condividiamo situazioni che richiedono un forte investimento da parte sia di chi ci lavora sia di chi ci abita, è un approccio sfidante dal punto di vista educativo. Sulle regole, il nostro approccio è sempre stato ibrido nei contesti di cohousing: alcune arrivano verticalmente (dall’alto al basso) e l’ospite deve accettarle; e poi un aspetto di orizzontalità forte: gli ospiti sono chiamati a discutere con noi alcune regole, proporci modifiche, esporci difficoltà».

Tredici utenti in tre “case”

Andrea Latte ha poi spiegato i tre progetti abitativi della “Ricerca”. «Nel 2018 abbiamo aperto “Casa Laura” a Ponte dell’Olio, progetto pilota, con due inquilini; nel 2021 è stata la volta di “Casa Sophia” in via Taverna, con due inquilini. Due appartamenti in cui c’è un forte stimolo all’autonomia: le persone sono chiamate a sviluppare capacità di gestione della casa e del tempo per la spesa, i pasti e la convivenza forzata con una persona sconosciuta. La nostra presenza in “Casa Laura” è limitata nel corso della giornata, l’operatore c’è come supporto per esigenze pratiche e momenti più complessi. Caso differente è il progetto più recente, “Casa Lucia”: già “geograficamente” la casa richiede approccio diverso, essendo una palazzina di due piani con sei stanze diverse che ospitano una persona ciascuna, con spazi comuni come la cucina, il soggiorno e la sala tv. Ciò significa che ci sono compiti condivisi, e quindi una dimensione di gruppo diversa dalla dimensione di convivenza con una singola persona. Abbiamo investito molto sulla socializzazione, sul fatto che comunità sia parte della vita della città».

“Imprigionate da un mondo interiore che mangia la loro vita”

L’esperienza di “Casa Lucia” è stata raccontata dall’educatrice Anna Bianchi e dalla volontaria Anna Casaroli. «Venendo da un’esperienza istituzionalizzata, gli ospiti erano disabituati ai rapporti umani. Grazie al gran lavoro dei volontari sono stati fatti passi avanti nella socializzazione, e gli ospiti sono stati chiamati a mettere in campo doti sociali e capacità che non sapevano di avere. Un ragazzo, una volta, disse a tutti che la sera precedente era riuscito a prepararsi da solo una piadina: per loro queste piccole cose sono una conquista». Anna Casaroli ha raccontato che, all’inizio dell’attività di volontariato, si dedicò ad aiutare gli ospiti nella preparazione dei pasti. «A volte queste persone sorprendono – ha detto – sono state proprio quelle persone definite “fragili” a prendermi per mano e a portarmi dentro il loro mondo, sono persone trasparenti, non hanno maschere. E, col passare delle settimane, ho capito che è vero che si può morire anche non biologicamente vedendo queste persone imprigionate da un mondo interiore, la loro patologia, che mangia la vita. È per questo che il volontario non solo li aiuta a preparare i pasti, ma deve fare qualcosa in più dal punto di vista umano». Andrea Praolini, educatore, ha spiegato come i tre utenti di “Casa Laura”, al centro di Ponte dell’Olio, siano passati da un’esperienza non più funzionale a un’altra, molto diversa. «Queste persone sono state sradicate dalla loro routine quotidiana e sono state trasferite da Cortemaggiore a Ponte dell’Olio; ma, allo stesso tempo, per loro, è stata una rigenerazione, inseriti nel contesto di un paese che ha consentito loro di sviluppare un’autonomia».

Forme di vita più socializzate

«Siamo tutti fragili – ha osservato Johnny Dotti –. La popolazione italiana fra poco avrà una maggioranza di ultrasessantenni, e chi vive più a lungo passa gli ultimi anni in una situazione precaria e di difficoltà. Forse bisogna superare l’idea troppo rigida degli alloggi e degli appartamenti, perché ci si isola e si muore da soli». Dotti si è soffermato sulle parole “alloggio” e “appartamento”, considerandole “non adatte a definire l’abitare umano”. «“Alloggio” si usava per gli asini e i cavalli – ha detto – oggi invece abbiamo alloggi protetti, gruppi alloggio. Questa parola va eliminata, così come “appartamento”, che ha la stessa radice di apartheid e determina uno spazio separato». Il pedagogista sostiene che «non sempre bisogna fare interventi specialistici, forse alcune cose si possono fare accompagnando le persone a forme di vita un po’ più socializzate con gli altri. Perché è vero che la comunità psichiatrica, per casi molto spinti, è utile, ma è anche vero che, se si pensa alla lunghezza della vita, è inimmaginabile tenere una persona per troppo tempo in posti che hanno un assetto semiospedaliero».

Francesco Petronzio

Nella foto, da sinistra Enrico Corti, Elena Uber, Corrado Cappa e Raffaella Fontanesi.

Pubblicato il 14 giugno 2024

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University Sport Day, il campus universitario di Piacenza animato da inclusione e fratellanza

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Una giornata dedicata allo sport, alla socializzazione e alle opportunità di coinvolgimento della comunità universitaria nel tessuto sociale della città di Piacenza: l’evento University Sport Day, primo evento sportivo realizzato dopo la sottoscrizione del documento “Piacenza città universitaria”, patrocinato da tutti gli atenei cittadini e organizzato dal comune di Piacenza, in collaborazione con la Fondazione per il Diritto allo Studio Universitario EduCatt e il servizio Sport InCampus, Er.Go - Azienda regionale per il diritto agli studi superiori dell’Emilia Romagna e il Centro Sportivo Italiano (Csi), ha visto la partecipazione, lo scorso martedì 4 giugno, di un centinaio di studenti dei vari atenei presenti nella città di Piacenza, come l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Politecnico, l’Università degli Studi di Parma e il Conservatorio “Giuseppe Nicolini”.

Uno sport per tutti

A partire dalle prime ore della mattina la SportHouse di via dell’Anselma 7 si è animata grazie a stand ed eventi sportivi. I vari partecipanti, dopo il tesseramento a cura del Csi, oltre a cimentarsi nelle varie attività sportive in programma, hanno avuto anche la possibilità di provare diversi corsi fitness come pilates, yoga, zumba e danza terapia, sotto la supervisione degli istruttori del Centro Sportivo Italiano. Tutti gli atleti hanno potuto svolgere i tornei in piena sicurezza atletica, grazie al contributo di Er.Go che ha permesso, nel giro di pochi giorni, di far svolgere le visite mediche a tutti gli atleti iscritti sprovvisti di certificato medico. Durante la mattinata del 4 giugno alcuni studenti hanno avuto modo di sperimentare il baskin (“basket inclusivo”), sport che ha voluto mettere in risalto la sua natura di gioco “per tutti” e “per tutti insieme”. Dopo che la squadra Assigeco Baskin ha spiegato le regole e le modalità di gioco, i vari partecipanti hanno avuto l’opportunità di giocare un match assieme ai ragazzi della società piacentina. La giornata sportiva ha visto poi le squadre create dai vari studenti degli atenei sfidarsi nei tornei di basket 3vs3, pallavolo mista e calcio a 5, supportati dallo sponsor tecnico Macron che ha messo a disposizione palloni e abbigliamento sportivo. Per il torneo di basket 3vs3, la squadra L’Uni Tunes ha avuto la meglio per 13-6 contro il Kareem Cheese. Grande partecipazione e grande agonismo per questo sport, che ha visto confrontarsi in più match anche le squadre di EduCatt, Cavallini, Real Madrink e la squadra PuliUniversity. Per il torneo di pallavolo mista ad alzare il trofeo dei vincitori è stata la squadra delle Paesane e il Contadino che in finale ha battuto i Perreali; terzo e quarto posto rispettivamente per le squadre di EduCatt e Cavallini.

La squadra dei Moggatori

Per il torneo di calcio a 5 a vincere è stata la squadra dei Moggatori, la favorita dopo la sequela di vittorie di tutte le altre partite della manifestazione (ad eccezione dell’unico pareggio avvenuto nel derby contro la squadra di EduCatt). Hanno partecipato al torneo di calcio a 5 anche i Reali Madrink, Cavallini, Piacenza San Vincenzo e la squadra del comune di Piacenza, capitanata dall’assessore Francesco Brianzi (autore del gol più veloce di tutto il torneo) e dal rappresentante di Er.Go Giuseppe Grasso.

“A concludere la giornata di festa, la premiazione, con le coppe per i vincitori donate dal Coni, assieme a musica, intrattenimento, un food corner e una “fiera delle opportunità”; con associazioni di promozione sociale e realtà del volontariato, presso lo Spazio 4.0 in via Manzoni 21, un evento a cura dell’Associazione giovanile Piacenza Network che rientra nel progetto “Stay Jude”, co-finanziato dalla Regione Emilia‐Romagna nell’ambito della legge regionale per l’attrazione e valorizzazione dei talenti in Emilia‐Romagna. Alle premiazioni serali ha preso attivamente parte Zakaria El Agbani, guardia classe 2001 della Bakery Piacenza ed ex studente universitario, che ha consegnato il trofeo alla squadra di basket vincitrice.

Un grande successo

«Una giornata dove la dimensione di squadra l’abbiamo vissuta sicuramente in campo, ma anche nel virtuoso coordinamento tra tutti i numerosi soggetti coinvolti. Fare città universitaria significa anche questo, sensibilizzare e rendere protagoniste più realtà nell’organizzazione di iniziative dedicate agli universitari di Piacenza. Questo è il senso e il presupposto del Protocollo atenei che abbiamo siglato, e lo abbiamo fatto partendo dalle idee degli studenti: è proprio dal tavolo dei rappresentanti degli studenti delle nostre quattro università che è nata l’idea di un torneo sportivo e di una festa universitaria con fiera delle opportunità del nostro territorio. Ne è derivata una giornata sportiva dal sapore internazionale, e una vivace aggregazione in serata presso Spazio 4 con numerose realtà coinvolte. Siamo orgogliosi dei nostri universitari e siamo orgogliosi di un territorio che ha saputo rispondere» (Francesco Brianzi, Assessore a Politiche Giovanili, Università e Ricerca del Comune di Piacenza).

Una giornata da ricordare, non solo per la perseveranza e la tenacia che da sempre caratterizzano lo sport e che hanno permesso a squadre come i Cavallini, partecipanti a tutte e tre le discipline sportive della giornata, di guadagnare ottimi risultati (due quarti posti nel basket 3vs3 e nella pallavolo mista e un secondo posto nel calcio a 5), ma anche per lo spirito di fratellanza e inclusione, dimostrato anche e soprattutto dalla squadra rappresentante dell’Università degli Studi di Parma: ragazzi di nazionalità diversi, provenienti da Iran, Israele, Canada, Italia e Marocco, che si sono messi in gioco per valorizzare come «lo sport dà il meglio di sé quando ci unisce».

«Er.Go condivide profondamente i valori che hanno caratterizzato questa giornata di festa e di sport. Iniziative come questa sono un segno tangibile di partecipazione e inclusione, parole importanti per chi si occupa di Diritto allo Studio Universitario. L’accoglienza, anche attraverso queste occasioni, delle tante studentesse e dei tanti studenti che arrivano a Piacenza, così come nelle altre città della nostra Regione, è fondamentale per farle e farli sentire a casa in una comunità attenta al loro benessere. Un grazie particolare a tutti i partner del progetto: il lavoro comune ha sempre un valore inestimabile e la bella atmosfera di quella giornata lo ha dimostrato» (Patrizia Mondin, Direttrice Er.Go ‐ Azienda regionale per il Diritto agli Studi Superiori dell’Emilia Romagna).

Condivisione

Lo sport come occasione di scambio e condivisione dei valori è incoraggiato da EduCatt grazie al servizio Sport InCampus, che comprende strutture e iniziative pensate per incentivare il benessere e l’attività fisica degli iscritti in Università Cattolica. L’area Sport InCampus di Piacenza si trova fra il Collegio Sant’Isidoro e la Residenza Gasparini e offre una proposta variegata di spazi adatta a numerose discipline sportive: due campi da calcio a 5 scoperti e una tensostruttura polifunzionale dotata di tutte le attrezzature per il gioco del calcio a 5, basket e della pallavolo.

«Eventi come l’University Sport Day evidenziano due paradigmi cari alla Fondazione. Il primo legato alla modalità con cui è stato costruito: fare rete con gli stakeholder principali del territorio mettendo a disposizione tutte le professionalità per rispondere con maggior incisività ai bisogni dei nostri studenti. Il secondo è quello di innovare continuamente la modalità con la quale declinare il diritto allo studio, evidenziando come lo sport, oltre ad offrire un momento di svago e convivialità, ben si presti a perseguire il progetto educativo offerto dalla nostra Università» (Andrea Castiglioni, responsabile della sede EduCatt di Piacenza e Cremona, Andrea Castiglioni).

Pubblicato l'11 giugno 2024

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