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Notizie Varie

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Anche i ragazzi della Geocart al presepe di Roncaglia

Presepe Roncaglia

Una tradizione che da mezzo secolo incanta i piacentini, e non solo. È il celebre presepe “vivente” di Roncaglia che in questi giorni natalizi, e fino al 31 gennaio, è aperto al pubblico. Domenica 8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, si è tenuta la cerimonia d’apertura organizzata dall’associazione “Amici del Presepe di Roncaglia” alla presenza delle autorità, con la benedizione da parte di monsignor Gianni Ambrosio, vescovo emerito della diocesi di Piacenza e Bobbio: “Ricordiamoci del presepe che vive dentro ognuno di noi” ha detto, invitando i presenti a riflettere sul significato spirituale di questa tradizione”. A portare il saluto dell’amministrazione comunale di Piacenza era presente il vicesindaco Matteo Bongiorni che ci ha tenuto a ringraziare pubblicamente l’azienda Saib di Caorso “per l’importante donazione che ha permesso di portare avanti i lavori di sistemazione delle campane della chiesa”.

Presente anche il parroco don Giuseppe Sbuttoni che ha introdotto il concerto del coro “Voci bianche – Padre Gherardo”, organizzato per accompagnare il pomeriggio di festa. La tradizione del presepe di Roncaglia nasce nel 1974, quando l’allora parroco, don Aldo Concari, affidò a Giovanni Pesatori e a un gruppo di parrocchiani l’incarico di allestire una grande scena della Natività nella chiesa locale. Negli anni, il presepe ha subito numerose trasformazioni: nel 1979 sono stati introdotti i primi meccanismi, nel 1980 componenti elettroniche, e l’anno successivo il plastico è stato trasferito nel salone parrocchiale, dove tuttora viene esposto. Il pubblico di fedeli e visitatori cresce di anno in anno, così come cresce la qualità del Presepe: un capolavoro di creatività che copre una superficie di 40 metri quadrati e stupisce i visitatori per l’attenzione ai dettagli per l’utilizzo innovativo della tecnologia. Ogni elemento, dalle statuine animate agli effetti luminosi, è studiato per creare un’atmosfera unica e suggestiva. Negli anni ’80 e ’90, l’opera si è arricchita di diorami e proiezioni, con una centralina elettronica che sincronizza luci, movimenti e audio. Nel 1999 è stato completamente rinnovato e, da allora, viene costantemente migliorato: sono stati aggiunti effetti speciali come la neve artificiale, fibre ottiche e nuove scene bibliche, tra cui “L’annuncio a Maria” e “La presentazione di Gesù al tempio”.

Tra i visitatori del Presepe meccanico di Roncaglia c’erano anche i ragazzi del centro diurno della cooperativa sociale Geocart: Michela, Nicola, Pierluigi, Fabio con gli educatori Elisa e Matteo che raccontano: “I ragazzi erano incantati dai movimenti statue, dall'acqua che scorreva, dalle musiche e dall'atmosfera che questo presepe riesce sempre a trasmettere. Un'esperienza davvero emozionante di cui ringraziamo di cuore Renato e Doriano, anima di questo splendido presepe”.

Il presepe è visitabile fino al 31 gennaio 2025. Dall’8 al 24 dicembre 2024, è aperto il sabato e la domenica dalle 15 alle 18. Dal 25 dicembre al 6 gennaio, è aperto nei giorni festivi dalle 11 alle 12 e 30 e dalle 15 alle 19, nelle date feriali dalle 15 alle 18. Dal 7 al 31 gennaio, è possibile ammirare il presepe solo alla domenica dalle 15 alle 18.

Pubblicato il 20 dicembre 2024

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«City to City Exchange», dimensione sempre più europea per i giovani

city

Il progetto europeo "City to City Exchange", parte del programma European Urban Initiative ha visto le municipalità di Piacenza e Cluj-Napoca, in Romania, unite in un percorso di scambio di buone pratiche incentrato sull'innovazione "per un futuro trainato dai giovani" ("for a youth-driven future" il titolo originale).
L'appuntamento istituzionale tenutosi nei giorni scorsi in aula consiliare, con l'assessore Francesco Brianzi e Simone D'Antonio, Lead Expert di numerosi network internazionali promossi e sostenuti dall'UE, è stata l'occasione per sintetizzare l'intensa tre giorni di lavoro che ha visto ospiti questa settimana in città due funzionarie del Dipartimento di Progettazione Europea del Comune romeno, Alexandra Poliec e Carmen Petric, accolte dallo staff del Settore Piacenza 2030 del Comune di Piacenza. Presente anche la sindaca Katia Tarasconi con il direttore generale Luca Canessa per un saluto iniziale e Nicolae Radu, presidente dell'Aps Cuore, associazione della comunità romena locale, che ha voluto sancire con il proprio benvenuto alle sue connazionali il rapporto d'amicizia e collaborazione tra i rispettivi territori.

"A legare le nostre due città - spiega l'assessore Brianzi a proposito del "City Exchange" che si concluderà con un ultimo incontro online il 30 dicembre prossimo - è innanzitutto l'impegno per la promozione della comunità giovanile come motore di sviluppo sostenibile, l'attrazione dei talenti, nel solco della legge che proprio con questo obiettivo la Regione Emilia Romagna ha approvato nel febbraio 2023 e la valorizzazione dell'identità universitaria delle nostre realtà. Una dinamica che Cluj-Napoca conosce molto bene: basti pensare che su una popolazione di circa 300 mila abitanti, gli studenti impegnati in un percorso accademico - molti provenienti da fuori sede - sono quasi 85 mila. E' sempre costruttivo poter condividere i progetti in atto, confrontarsi su nuovi possibili percorsi da intraprendere e approfondire, reciprocamente, la conoscenza delle buone pratiche che stiamo portando avanti: credo che un aspetto particolarmente positivo di questi scambi - aggiunge Brianzi - sia proprio l'incentivazione alla mobilità internazionale non tanto a livello di rappresentanze istituzionali, quanto per il personale e i tecnici delle pubbliche amministrazioni.  Questa è la dimensione europea di una Piacenza che vuole essere sempre più attrattiva per le competenze più qualificate.".

Durante la loro permanenza in città, le funzionarie di Cluj-Napoca hanno visitato i luoghi simbolo della programmazione rivolta all'innovazione, alla sostenibilità e al sostegno nei confronti della popolazione giovanile: il Laboratorio Aperto nella ex chiesa del Carmine per il supporto alle startup, la sede di Spazio 2 dove è stato loro illustrato il progetto Atuss del nuovo hub di comunità, i centri di aggregazione Spazio 4 e Zona Holden alla Biblioteca Passerini Landi, i laboratori di Musp e Leap per il Tecnopolo piacentino, i campus di Università Cattolica e Polo territoriale del Politecnico di Milano.
Nel mese di novembre, quattro dipendenti del Settore Piacenza 2030 diretto da Dario Pietro Naddeo erano stati in visita a Cluj-Napoca: Francesca Giraldi, Ivan Lupo, Letizia Gazzola e Paola Filios. Un viaggio che li aveva portati a visitare strutture vocate all'innovazione tecnologica e alle opportunità lavorative ad essa legate, come il Cluj Innovation Park e il Transylvania Energy Cluster, la community di arte contemporanea Centru de Interes e il "MINA", il più grande centro di arte immersiva in Europa, nonché il centro di Cultura Urbana e le diverse sedi accademiche - comprendenti quasi tutte le facoltà e gli indirizzi - oltre al nuovo hub per l'innovazione e l'impegno giovanile denominato Zbor.

"La nostra città - hanno spiegato le rappresentanti del Comune di Cluj-Napoca - è coinvolta in una trentina di progetti e reti internazionali, che ci permettono di portare avanti con orizzonti più ampi la politica che il nostro sindaco definisce "delle quattro T": Technology, Talents, Tolerance, Trust. Ovvero, tecnologia, talenti, tolleranza e fiducia, perchè non basta investire sulle prime due voci se non si riesce a lavorare insieme per obiettivi condivisi. Abbiamo apprezzato molto l'attenzione di Piacenza al tema della sostenibilità e le politiche volte al futuro legate agli obiettivi dell'Agenda 2030. Saremmo aperti, molto volentieri, a qualsiasi ulteriore opportunità con il vostro territorio".

Pubblicato il 20 dicembre 2024

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Santa Lucia fa visita ai bambini e al centro diurno di Gragnano

Santa Lucia a Gragnano 24 

Anche quest’anno Santa Lucia ha fatto tappa nel Comune di Gragnano per portare doni ai bambini del paese e agli anziani del locale Centro Diurno. È questa infatti la quarta volta in cui Santa Lucia ha bussato alle porte delle case di Gragnano incontrando personalmente grandi e piccini. Una volta passava di notte, alla chetichella: le uniche tracce del suo passaggio erano i doni che i bambini ritrovavano al mattino e quel che restava del fieno e dell’acqua con cui si ristorava l’asinello. C’è poi stata l’epoca in cui incontrava i bambini che lo desideravano nel salone don Bosco della Parrocchia della Madonna del Pilastro, dove arrivava con un calesse carico di doni e trainato da un asinello. Ultimamente invece la Santa ha deciso di incontrare direttamente a casa loro i bimbi desiderosi di vederla.

Quest’anno però deve aver pensato che sarebbe stato meglio attrezzarsi per non far attendere troppo i tanti bimbi che hanno chiesto di incontrarla. Così ha "abbandonato" l’asinello è si è presentata in macchina. Ovviamente non un veicolo normale ma straordinario, pieno di luci e decorazioni, come si addice ad una creatura celeste. Nella serata di giovedì accompagnata dal fido Castaldo e dai volontari di Anspi-Madonna del Pilastro, Santa Lucia ha fatto visita a oltre 50 famiglie.

Visita anche agli ospiti del Centro Diurno. «Si sa che invecchiando si ritorna bambini», avrà pensato la Santa che così ha deciso di portare doni anche agli ospiti della struttura. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla disponibilità di Paola Molinari, Luigi ed Elisa Montanari, Monica Coatti e Fabio Maserati, Silvia Bergonti e Valerio De Bortoli, Giovanni Sgorbiati, il sindaco del Consiglio comunale dei ragazzi dello scorso anno - Emma Bracchi - nonché dei vari volontari del Circolo Anspi. Santa Lucia è da sempre venerata al Santuario della Madonna del Pilastro, dove tutti gli anni si celebra una messa a lei dedicata; anche quest’anno si è rispettata la tradizione.

Pubblicato il 19 dicembre 2024

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Studenti universitari stranieri si incontrano nella Casa delle Scalabriniane

studenti

Studenti universitari stranieri, che a Piacenza sono parecchie centinaia, in festa per conoscersi per celebrare insieme le rispettive identità nazionali e scambiarsi le ricchezze culturali. Ma anche per conoscere i luoghi che li ospiteranno per il tempo degli studi, la lingua, la storia, le bellezze e quale luogo ideale per l’incontro se non la Casa delle Missionarie scalabriniane di via Alberoni, per sentirsi, comunque, “a casa”. Giovani di vari continenti iscritti alle facoltà piacentine delle università Cattolica, Politecnico di Milano e degli Studi di Parma, che a loro volta avevano invitato connazionali dell’università Milano Bicocca. Ragazze e ragazzi che già frequentano lo speciale corso di lingua italiana avviato dalle religiose proprio per loro, giovani arrivati con le borse di studio o grazie ai sacrifici dei loro genitori e animati da tanti sogni.
Ideatore ed organizzatore dell’evento, “Giornata degli studenti internazionali”, è stato un giovane filippino aiutato da suor Antoinette, scalabriniana e sua connazionale.

Il messaggio di padre Toffari

Un po’ di musica, danze folcloristiche, canti e un coro sulle note di “We are the world”, buon cibo delle rispettive tradizioni e una preghiera comune, indipendentemente dalla fede professata, un auspicio di un mondo più giusto, un mondo dove ciascuno possa avere la propria casa in pace, possa sviluppare le proprie aspirazioni, secondo le parole di padre Mario Toffari intervenuto al raccoglimento. Il missionario scalabriniano ha colto l’occasione per ricordare il pensiero e l’auspicio di papa Francesco di saper creare “una cultura dell’incontro capace di trascendere le nostre differenze e divisioni”. Una festa da ripetere perché ha attivato nuovi contatti, ha ampliato le vie dell’amicizia in una sorta di linguaggio com’è quello della speranza nutrita dai giovani che si affacciano pieni di stupore alle nuove sfide della vita.

Maria Vittoria Gazzola

Pubblicato il 19 dicembre 2024

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«Andiamo a cercare i giovani»

uniti esternoRicerca
Da sempre la linea che accompagna la Fondazione La Ricerca ETS nella relazione con le nuove generazioni. L’attività dell’Area Consulenza e Ascolto

“I giovani hanno bisogno di essere ascoltati. Andiamoli a cercare, dialoghiamo con loro, impegniamoci a capire”. È un mantra che accompagna la storia de “La Ricerca” fin dalla sua costituzione, 44 anni fa. E che trova concretezza in tanti sguardi, tanti volti, tante braccia, professionalità e sensibilità: operatori, educatori, counselor, psicoterapeuti e psicologi in forze a questa Fondazione si prendono cura di ragazzi, ragazze (ma anche giovani adulti, intere famiglie), li accolgono facendo cerchio intorno, cioè squadra tra “specialisti dell’ascolto”, con lo sforzo di fornire risposte a tutto tondo, guardando alla persona nella sua interezza.

Una solitudine diffusa

Ogni richiesta di aiuto che è pervenuta (e perviene) nella storica sede, al numero civico 96 dello Stradone Farnese, ha generato (e genera) una diversificazione di servizi e progetti che da alcuni anni sono stati convogliati in un settore operativo denominato AR.C.A. che sta per Area Consulenza e Ascolto.
L’attuale responsabile e coordinatrice è la psicoterapeuta e psicologa sistemica relazionale Lucia Catino, la specialista - per intenderci - che in questi ultimi mesi ha lanciato le “provocazioni” di speed-date e social-date per favorire l’incontro tra i giovani adulti che hanno bisogno di una spinta in più per relazionarsi con gli altri. Provocazioni riuscite: hanno aderito in tantissimi.
“Perché è anche di questo, di relazionarsi con gli altri, che c’è bisogno per contrastare una crescente tendenza all’isolamento più o meno cercato e non solo fra ragazzi e ragazze”, sostengono gli operatori che “La Ricerca” mette in campo sul fronte giovani. Al di là delle problematiche legate a forme di dipendenza vecchie e nuove (sostanze, psicofarmaci, alcol, gioco d’azzardo, internet e social...) viene riscontrato un diffuso mal di solitudine: gli operatori parlano di mali dell’indifferenza, nel senso di mancanza di attenzione - “quasi che la vita degli altri non ci riguardi” -, di incapacità a relazionarsi - “Tra noi, figuriamoci i nostri figli” - e dell’urgenza di “una comunità che sia educante”.

Investire sulla prevenzione

Premesso - anche se scontato - che i ragazzi problematici non rappresentano certo la maggioranza della Generazione Z, resta un dato di fatto: le richieste di aiuto sono in costante aumento. “Noi lo leggiamo anche come un dato positivo almeno per quel che riguarda gli sportelli d’ascolto nelle scuole: significa che non si sono ancora arresi all’isolamento. Cercare aiuto significa cercare qualcuno”. Lo sguardo copre un’utenza che supera il migliaio di persone, compresi anche insegnanti e genitori sia nelle medie sia nelle superiori.
“Stiamo vivendo una situazione di fragilità diffusa, con genitori in crisi e di conseguenza adolescenti e preadolescenti confusi. Questa è una generazione che non urla più la propria rabbia come invece avveniva in passato, tacciono fino ad implodere, spesso la loro preoccupazione diventa quella di rendere felici i genitori o comunque di non creare loro problemi, si sentono inadeguati, incapaci di rispondere alle aspettative del mondo adulto. Di qui le manifestazioni di violenza, l’autoisolamento, il ritiro sociale. Bisogna investire di più nella prevenzione, partendo da noi adulti, dobbiamo porci delle domande, ad esempio, sul modo di crescere i nostri figli, su questo nostro pretendere un’accelerazione della loro crescita: se non rispettiamo le tappe evolutive necessarie al loro sviluppo, li cresciamo con l’illusione che possono avere tutto, non li educhiamo al fallimento, allo stare nel conflitto”.

I progetti

“Tre i nuovi percorsi che stiamo sperimentando, due in progetti del Comune di Piacenza: Progetto Exit (di contrasto al fenomeno degli Hikikomori, giovani autoreclusi) che ci vede impegnati da due anni in tandem con la cooperativa educativa «L’Arco», e Progetto A-Tempo (in affiancamento a giovani fragili a rischio di inattività) avviato in squadra con cooperativa «L’Arco», Officine Gutenberg, Consorzio Sol.Co Piacenza, Associazione culturale Crisalidi, Giano APS, Cosmonauti APS, Pc Network APS, CSV Emilia”.
“E, legato alla nostra quarantennale esperienza dell’Auto-Mutuo-Aiuto, due nuovi percorsi di Gruppi di Parola rivolti ai giovani tra i14 ai 18 anni e un gruppo per giovani adulti dai 24 ai 30 anni. Il confronto, il rispecchiarsi negli altri, li aiuta a conoscere meglio se stessi e ad accettarsi di più, a ragionare su di sé e sulle proprie problematiche e di conseguenza anche a relazionarsi”.

Tiziana Pisati

Come e dove AR.C.A. entra in azione tra i giovani

AR.C.A. entra in azione tra i giovani attraverso sportelli scolastici; colloqui individuali e familiari; gruppi AMA di auto aiuto (genitori con figli adolescenti, caregiver, lutto, genitori con figli tossicodipendenti); “Spazio per dirlo” (gruppo rivolto ai ragazzi tra i 14 e i 18 anni e gruppi di parola psico-educativo con momenti di incontro e riflessione uniti a momenti di aggregazione); Open Wor(l)d, gruppo per giovani adulti 24-30 anni, in cui conoscersi anche attraverso il racconto e la storia dell’altro; #Orizzonti, contest fotografico in cui i ragazzi dovranno esprimere come percepiscono il futuro; laboratorio di scrittura creativa autobiografica, Exit (progetto di contrasto al fenomeno del ritiro sociale (in rete con cooperativa Ar.co e Comune di Piacenza); “A-Tempo”, progetto di rete con vari partner rivolto ai “neet”, giovani inattivi o a rischio inattività (in rete con varie partner e Comune di Piacenza); Evento escape Wor(l)d per giovani adulti 24-30 anni (per sperimentare il corpo e l’imbarazzo e connettersi agli altri attraverso noi stessi).
Per contatti e informazioni: 346.6747670.

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Pubblicato il 19 dicembre 2024

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