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Notizie Varie

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Emilia-Romagna prima in Italia per numero di trasformatori di prodotti biologici

 Produzioni bio

L’Emilia-Romagna punta entro il 2030 a coprire oltre il 45% della superficie agricola utilizzata (Sau) con pratiche a basso input, di cui più del 25% a biologico. Questo partendo dal dato che vede la regione, a inizio 2023, prima in Italia come numero di produttori e trasformatori di prodotti biologici, con 1.277 trasformatori e 6.053 produttori, per un totale di 7.330 operatori biologici. Inoltre, negli ultimi dieci anni la superficie agricola utilizzata certificata biologica è cresciuta del 125%: con oltre 200mila ettari rappresenta un quinto, circa il 20%, delle intere aree coltivate. Percentuale superiore alla media italiana (pari a circa 17%) ed europea (circa 10%). L’agricoltura sostenibile è il tema dell’approfondimento che si può trovare online sul nuovo sito tematico dedicato al Patto per il Lavoro e per il Clima, sottoscritto dalla Regione nel 2020 con oltre 60 tra istituzioni e forze economiche e sociali.
Con notizie, video e una campagna social che raccontano gli obiettivi e le politiche realizzate negli ultimi quattro anni, spiegandone anche l’impatto sulla società emiliano-romagnola. Le misure agroambientali sono tra le linee di intervento fondamentali condivise dai firmatari del Patto per il Lavoro e il Clima. Nell’obiettivo ‘Emilia-Romagna, regione della transizione ecologica’, il Patto indica con chiarezza la necessità di promuovere la sostenibilità ambientale dei sistemi alimentari, a partire dalle produzioni agricole e zootecniche, riconoscendone il ruolo svolto nella salvaguardia del territorio e nella creazione di occupazione.
Un sistema di politiche condivise, che punta a sostenere le imprese negli investimenti necessari per continuare a migliorare il benessere animale e la biosicurezza negli allevamenti, per ottimizzare l’utilizzo dei nutrienti, dei consumi idrici, per ridurre gli apporti chimici. Ma anche la sostenibilità ambientale, la salvaguardia della biodiversità e la produzione energetica pulita. Dall’inizio della nuova programmazione di sviluppo rurale 2023-2027 emanati già 20 bandi per un totale di oltre 160 milioni a chi adotta pratiche a basso impatto.

Pubblicato il 16 aprile 2024

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A Castel San Giovanni si distribuiscono le latte degli alieni

 Le latte degli alieni Castello

È iniziata già il 9 aprile la distribuzione delle latte realizzate dagli ospiti delle strutture "Centro Socio-Riabilitative Emma Serena" di San Nicolò e "L’Isola che non c’è" di Castel San Giovanni in collaborazione con il celebre artista Fabrizio Sclavi. La consegna è stata affidata alla Pro Loco castellana che ha recapitato gli oggetti ai negozianti della città della Valtidone che avevano fatto richiesta e rappresentano un’anteprima dello speciale programma dal titolo "Gli alieni atterrano a Floravilla".
I commercianti interessati possono ancora fare richiesta di esporre le latte - fino ad esaurimento - mandando una mail a
floravilla [AT] prolococastello [DOT] com. La particolare installazione, infatti, sarà esposta in occasione dell’appuntamento di Floravilla (27 e 28 aprile a Villa Braghieri a Castelsangiovanni). Si tratta di un progetto, ideato insieme alla Pro Loco di Castelsangiovanni, che ha l’intento di coinvolgere il pubblico in un mondo fantastico, “con alberi che hanno occhi, orecchie, bocche e braccia tese per un abbraccio sincero”. La fantasia esce dai soliti confini, apre ad altri mondi e rende protagonisti gli "alieni", spesso considerati invisibili, con la speranza di dimostrare di non avere limiti e di saper guardare le cose con gli occhi incantati degli artisti. L'artista Sclavi è atterrato nella città castellana per colorare il mondo grigio, aiutato dai suoi amici alieni, ovvero i ragazzi dell’"Isola che non c'è" e di Emma Serena.

Nella foto, le latte realizzate dagli ospiti del Centro socio-riabilitativo “Emma Serena” di San Nicolò e “L'isola che non c'è” di Castel San Giovanni.

Pubblicato il 16 aprile 2024

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A Fiorenzuola una panchina rossa per dire no alla violenza

panchinafiore

Lunedì 15 aprile a Fiorenzuola  si è tenuta l’inaugurazione di una nuova panchina rossa posizionata all’ingresso dell'Ospedale di Fiorenzuola per dire “NO” al femminicidio e sensibilizzare sul tema della lotta contro la violenza.
L’iniziativa sostenuta dalla Concessionaria Bussandri Peugeot Citroen insieme a La Bottega dell'Occhiale di Fiorenzuola, è stata promossa dall’Associazione Auser locale guidato dal presidente Franco Pastorelli.

“Per noi è un momento significativo – ha detto in apertura il direttore del distretto di Levante Costanza Ceda – Questa panchina è un monito che ci ricorda di rimanere sempre allerta, anche come professionisti sanitari, per cogliere i segni della violenza di genere”.
“Questa panchina rossa, collocata davanti all’ospedale – ha evidenziato il sindaco di Fiorenzuola Romeo Gandolfi – non è solo un simbolo contro la violenza alle donne, ma anche emblema dell’assistenza che le associazioni danno alla sanità: Auser, per esempio, è a disposizione dei cittadini che devono spostarsi per raggiungere i servizi sanitari.
Un ringraziamento a cui si è affiancata anche Eleonora Corsalini, direttore sociosanitario dell’Azienda Usl di Piacenza, e Flavio Santilli, direttore sanitario del presidio di Fiorenzuola, nonché altre associazioni di volontariato che collaborano con l’ospedale e i suoi professionisti.
Posizionare una panchina contro la violenza di fronte all'ospedale ha un significato profondo. L'ospedale è un luogo di guarigione e sostegno, dove le vittime di violenza possono trovare aiuto e protezione. Questa panchina diventa quindi un simbolo di speranza e solidarietà per coloro che cercano assistenza e sostegno. È un promemoria tangibile che la comunità è unita al fianco di chiunque abbia bisogno di aiuto e che la violenza non sarà mai tollerata."
La panchina di colore rosso riporta una targhetta sulla quale compare il numero nazionale “1522” da comporre in caso di violenza e/o stalking.

Pubblicato il 16 aprile 2024

Nella foto, la panchina rossa contro la violenza posizionata all'ingresso dell'ospedale di Fiorenzuola.

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Il lavoro come strumento di inclusione e autonomia

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Nuova tappa per il progetto “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?”, che il Comune di Piacenza – con il finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nell’ambito del Fondo nazionale per le Politiche Migratorie – sta portando avanti con numerose realtà del territorio.

La settimana scorsa, grazie alla collaborazione con Winner Mestieri e Centro di Solidarietà, la cooperativa sociale Il Germoglio in via Bubba 25 ha ospitato l’incontro con quattro agenzie interinali – CooperJob, Randstad, Manpower e Lavoro Più – mirato a favorire le opportunità occupazionali e la valorizzazione delle capacità e competenze delle persone di nazionalità straniera. Una cinquantina le cittadine e i cittadini che si sono presentati all’appuntamento: ciascuno ha avuto la possibilità di effettuare un colloquio con le quattro agenzie presenti, per un totale di oltre 180 interviste. Ai candidati, invitati a portare con sé cinque copie del curriculum vitae oltre ai propri documenti, era richiesta una conoscenza almeno di livello A2 della lingua italiana.

I profili più richiesti sono stati quelli per addetti alla logistica, carrellisti, operai agricoli, magazzinieri, saldatori, carrozzieri, addetti alle pulizie, aiuto cuoco e operai meccanici, oltre a un ruolo impiegatizio di front-office. In un anno di attività, Centro di Solidarietà e Winner Mestieri hanno portato a compimento oltre 500 colloqui individuali, attivando una ventina di percorsi GOL – Garanzia Occupabilità Lavoratori.
Accrescere la qualità di vita, l’inclusione e l’autonomia dei cittadini di Paesi terzi nel lavoro, nella formazione e nel tempo libero, con particolare attenzione alle situazioni di maggiore vulnerabilità sociale nelle aree urbane, è uno degli obiettivi di “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?”.
Un’iniziativa che, sottolinea l’assessore alle Politiche Giovanili e ai Progetti Europei Francesco Brianzi, “conferma la sua capacità di creare coesione sociale a Piacenza attraverso il lavoro, ma anche opportunità concrete per le famiglie e per i giovani, promuovendo l'apprendimento della lingua, l'orientamento scolastico e lavorativo, la partecipazione a esperienze di aggregazione e cittadinanza attiva come solidi strumenti di integrazione. L’Amministrazione comunale, in particolare il Servizio Piacenza Giovani, è felice di coordinare questo progetto di rete ambizioso, che vede i Servizi sociali ed educativi protagonisti insieme al Terzo Settore".

Nella foto, l'assessore Francesco Brianzi con le rappresentanti delle agenzie interinali presenti all'iniziativa svoltasi al Germoglio di Via Bubba.

Pubblicato il 16 aprile 2024

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Confapi propone il servizio civile obbligatorio per i giovani «Neet»


 Confapi proposta giovani

Negli ultimi sei mesi hanno registrato un incremento di fatturato e produzione e si dicono ottimiste anche per il 2024. Puntano molto sul mercato interno, ma fanno fatica a reperire personale. Si dichiarano disposte a investire sui mezzi di produzione e sull’energia alternativa. È questa la fotografia delle aziende emiliano-romagnole scattata da “Confapi Emilia Romagna” nel report relativo al secondo semestre 2023. L'indagine, condotta su un campione di 109 imprese di Piacenza, Bologna, Reggio Emilia, Parma e Modena, raccoglie informazioni sui principali indicatori economici aziendali quali la produzione e il fatturato, gli investimenti, l'occupazione e altre variabili economiche sulle piccole e medie industrie private italiane. A essere interpellate sono prevalentemente industrie manifatturiere dei settori della meccanica, della chimica, del tessile, dell’edilizia, dei trasporti, dell’agroalimentare e dei servizi e multiservizi.

L’81% DELLE AZIENDE CONDIVIDE LA PROPOSTA DEL SERVIZIO CIVILE OBBLIGATORIO

L’84,26% delle imprese ha un numero di dipendenti fino a 50. Il 6,48% è caratterizzato da imprese con 51-100 addetti mentre il 3,82% è rappresentato da quelle aventi dai 101 a 249 occupati. Le aziende di grandi dimensioni rappresentano l’4,63% dell’intero campione. Se analizziamo le dimensioni aziendali, prendendo come riferimento la classe di fatturato, la percentuale maggiormente significativa è costituita da imprese che fatturano da 1 a 10 milioni di euro e che rappresentano l’77,99% dell’intero campione. Nel secondo semestre del 2023 il 44,16% delle imprese intervistate ha registrato un incremento della percentuale di produzione, mentre il 49,36% delle imprese intervistate ha registrato un incremento dei volumi di fatturato.
A trainare l’economia è sicuramente il mercato interno: il 49,35% dichiara di aver incrementato il proprio fatturato proprio all’interno dei confini nazionali. Il 14,48% ha incrementato la quota di fatturato totale grazie al commercio estero Ue mentre il 13,51% grazie a quello extra Ue. Il 58,44% delle piccole e medie industrie di Confapi ha difficoltà a reperire figure professionali nella misura del 86,6% rispetto ai propri fabbisogni aziendali. Fra le figure più richieste ci sono operai specializzati (39,5%) e tecnici (25,6%), ma anche manodopera generale (19,8%): a seguire sono gli informatici (9,3%), ma anche manager e dirigenti (5,9%). L’81,82% delle imprese intervistate non a caso condivide la proposta di Confapi di istituire un servizio civile obbligatorio per i giovani che non studiano e non lavorano.
Sull’impiego degli straordinari in azienda, il 40,26% delle imprese non utilizza lo strumento, a fronte di un 25,97% che lo impiega in media tra le 2 e 3 ore settimanali. Il 56,58% degli imprenditori ritiene inoltre che, se vi fosse una detassazione adeguata delle ore di straordinario, questa incentiverebbe maggiormente i lavoratori a dedicare più ore all’azienda. Nel secondo semestre del 2023 il 43,42% delle piccole e medie industrie ha avuto dimissioni volontarie dai propri dipendenti. La percentuale più significativa di tale dato si ha nella soglia tra 1 a 3 dipendenti dove si sono avute dimissioni per l’81,82% dei casi.

Per l’anno in corso il 50,46% delle imprese ha intenzione di effettuare nuovi investimenti e il 74,54% dichiara che investirà di più rispetto a quanto fatto nel 2023. È questo un segnale di fiducia ed ottimismo da parte delle imprese. Tra gli ambiti di investimento preferiti dalle imprese campionate vi sono i mezzi di produzione, i sistemi digitali, il capitale umano, la sostenibilità ambientale e attività di ricerca e sviluppo. In merito ad investimenti nella transizione digitale e la sostenibilità aziendale, il 17,59% delle imprese non ha intenzione di effettuare investimenti a riguardo e la stessa percentuale dichiara di aver già investito in tal senso. Sull’andamento dell’economia nei prossimi dodici mesi, prevale tra le aziende un sentore di leggero ottimismo. Riguardo alle aspettative sul primo semestre 2024, è stato chiesto agli imprenditori quali saranno i volumi di produzione e fatturato: per il 39,47% degli intervistati il livello di produzione resterà stabile, in aumento per il 40,8% del campione e in diminuzione per il 19,74%.

Pubblicato il 15 aprile 2024

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