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Notizie Varie

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Alpini, sabato 14 e domenica 15 settembre la Festa Granda a Ferriere

Festa alpini Ferriere

Sabato 14 e domenica 15 settembre Ferriere ospiterà la 71° Festa Granda, il tradizionale ritrovo settembrino degli alpini piacentini. Si tratta della festa provinciale dell’Ana, l’associazione nazionale alpini di Piacenza. È la quarta volta che il comune dell’Alta Valnure ospita la festa: l’ultima volta fu nel 2012.
Il primo evento della due giorni sarà, alle 16.30 di sabato 14 settembre, l’inaugurazione della baita alpina in via Aldo Moro (zona Casa Rossa) a Ferriere. Poi, alle 17.15, l’inaugurazione del restaurato monumento ai caduti in piazza della Repubblica. Alle 18 le autorità verranno ricevute in municipio e verrà inaugurata una mostra dedicata alla storia del gruppo alpini di Ferriere. Alle 19.30, un rinfresco nel salone parrocchiale.
Alle 21, nella chiesa di San Giovanni Battista, il concerto del coro Ana Valnure, del coro Ana Valtidone e del coro spontaneo di Ferriere.

Domenica 15 settembre, alle ore 9, l’ammassamento alla baita alpina di via Aldo Moro. Alle 9.30, l’alzabandiera. Alle 9.45, la sfilata degli alpini per le vie del paese sarà il preludio ad una cerimonia al monumento ai caduti, ai discorsi ufficiali in piazza delle Miniere. Alle 11 la messa celebrata da don Stefano Garilli, don Giuseppe Calamari e dal vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio. In seguito, il passaggio della stecca al prossimo paese che ospiterà la Festa Granda: Pontedellolio. Alle 12.30 il rancio alpino alla baita alpina, mentre alle 15 si terrà il gemellaggio tra la fanfara dell’Ana di Piacenza e la fanfara alpina Valchiese.

Pubblicato il 12 settembre 2024

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L’Ordine costantiniano di San Giorgio dona un posizionatore ecografico

Ecografo in dono

La buona salute si coltiva fin dai primi giorni di vita, per questo è essenziale diagnosticare precocemente eventuali patologie congenite come ad esempio la displasia congenita dell’anca: malformazione che rappresenta la più comune patologia a carico dell’apparato muscolo-scheletrico nei neonati. “Si tratta di una patologia - sottolinea Cristina Barella, responsabile di Pediatria di comunità – con una incidenza stimata tra lo 0,1 e lo 0,7% sui nuovi nati che, se non diagnosticata precocemente, può portare ad artrosi in giovane età o problemi di deambulazione già nei primi anni di vita. Intercettare da subito questa malformazione è fondamentale per un trattamento tempestivo che garantisce una efficacia ottimale. A supporto del nostro ambulatorio congiunto Ortopedico e Pediatrico, attivato in collaborazione con Annalisa Cenderelli di Ortopedia e traumatologia di Piacenza, da qualche mese, è arrivato un nuovo posizionatore ecografico Culla di Graf. Il dispositivo ci è stato donato dal Sacro ordine costantiniano di San Giorgio, a cui va il nostro più sincero ringraziamento. Il posizionatore ci consente di effettuare le nostre abituali ecografie per la diagnosi precoce della displasia congenita dell’anca, in maniera ancora più agevolmente per l’operatore poiché garantisce il corretto posizionamento del neonato durante tutto l’esame. Il supporto meccanico reggi-sonda mantiene la sonda perpendicolare al paziente per tutta la valutazione, senza fastidi per il bambino che resta comodo steso sul fianco, facilitando l’esecuzione dell’esame in maniera ancora più rapida e precisa. Un grandissimo aiuto per noi professionisti e un grande vantaggio per i nostri piccoli pazienti”. “Un doveroso grazie va al Generale di Corpo d’Armata dell’Esercito Italiano Mauro d’Ubaldi – sottolinea la dottoressa Annalisa Cenderelli – la cui collaborazione è stata fondamentale per la riuscita di questa donazione. Sono sinceramente grata al Sacro ordine costantiniano di San Giorgio che ho avuto modo di conoscere e apprezzare nel 2020 quando, in emergenza Covid, ho scelto di aderire alla selezione dell'arruolamento straordinario per la pandemia iniziando così la mia personale esperienza nell’Esercito Italiano”.

Lo screening clinico universale alla nascita per la displasia congenita dell’anca comprende l’esecuzione di manovre specifiche, che permettono di rilevare condizioni di instabilità o uno sviluppo anormale dell'articolazione dell'anca anche conosciuta come lussazione congenita. A queste di affiancano valutazioni ecografiche dell’articolazione coxo-femorale, l'articolazione dell'anca tra il femore e il bacino, che consentono di identificare anche le forme di displasia clinicamente non evidenti. L’esame ecografico è una metodica sicura, priva di rischi, rapida e ben standardizzata. A Piacenza è da anni attivo un ambulatorio dedicato alla ecografia neonatale delle anche per la diagnosi precoce. L’attività è svolta dal personale medico, infermieristico e assistenziale della Pediatria di comunità. Dal 2023, inoltre, è stata avviato l’ambulatorio congiunto Ortopedico e Pediatrico, in collaborazione con il reparto di Ortopedia, che permette di affiancare all’attività diagnostica ecografica anche la successiva gestione terapeutica e il follow-up dei bambini con quadri di sospetta o accertata displasia.

Pubblicato il 12 settembre 2024

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In pellegrinaggio alla grotta di Coli per onorare San Colombano

coli
Era in programma per il 1° giugno scorso, e doveva essere in preparazione al Columban’s Day di Piacenza, ma il maltempo ha rovinato i piani. Così l’annuale salita alla grotta di San Michele di Coli si è svolta in settembre, ma stavolta con una novità.  Fino ad oggi le due associazioni degli amici di San Colombano di Bobbio e di San Colombano al Lambro hanno sempre compiuto l’escursione in date diverse per varie esigenze. Quest’anno è stata l’occasione per condividere l’esperienza. E’ la prima volta infatti che le due associazioni, insieme a rappresentanti di Coli, si portano ad onorare San Colombano nel luogo a lui caro, in Val Curiasca, dove avrebbe trascorso le sue ultime due quaresime, in preghiera e solitudine, a contatto con Dio e con il creato e dove dal X sec. è testimoniato come mèta di pellegrinaggi.
 
Un bel clima di amicizia

La salita e la discesa, fianco a fianco con chi, come impegno in associazione, ha scelto di portare avanti la memoria di Colombano, sono state arricchite dai dialoghi, dai confronti, dallo scambio di impressioni. Subito si è instaurato un clima di amicizia, come se i partecipanti alla camminata si conoscessero da sempre. L’assenza del sacerdote che avrebbe dovuto celebrare la messa a causa di una improvvisa indisposizione ha fatto sì che il momento di preghiera fosse organizzato dagli stesse pellegrini.
Giunti al luogo scelto da Colombano per i suoi ritiri, e dopo aver ripulito l’area dal fogliame che da un anno con l’altro si deposita sotto la “grotta”, sono state ricordate le notizie storiche che illustrano l’importanza di questo antichissimo sito, soprattutto per coloro che salivano per la prima volta.  Dopo aver riportato alla mente cosa rende suggestivo e tramanda nei secoli questo osto,  sono state proclamate le letture della messa di San Colombano ed elevate le preghiere, ricordando le rispettive comunità, invocando l’aiuto e l’intercessione di San Colombano per  l’Europa, i giovani, il movimento colombaniano, i sacerdoti e amici defunti, e coloro che oramai per gli acciacchi dell’età non possono più affrontare la fatica di portarsi alla spelonca. Il tutto in un clima di raccoglimento e di surreale concentrazione che la sacralità del posto suggeriscono, quasi impongono.
 
E’ stata l’occasione non solo per ricordare le fatiche passate (come il recupero e la valorizzazione dell’area e la messa in sicurezza del sentiero da parte del CAI di Piacenza che si è preso a cuore questo tratto impegnandosi a renderlo a breve ancora più sicuro) ma anche di pensare al futuro con progetti da proporre e realizzare. Tutto questo è scaturito dal confronto costruttivo e dal bagaglio di conoscenze e di idee di ciascuno messe in comune. Dopo la rituale foto ricordo di gruppo l’allegra comitiva ha preso la strada del ritorno, soddisfatta per l’esperienza condivisa e fiduciosa che possa essere da oggi vissuta sempre insieme.
Il coltivare la conoscenza e la devozione verso san Colombano riserva sempre cose nuove come è stato per questa escursione, che compiuta dagli amici di Coli, di Bobbio e di San Colombano al Lambro è stata gustata  diversamente, oltreché assumere un significato nuovo, colto con favore da tutti i presenti.  
 
Mauro Steffenini
Amici di San Colombano per l'Europa
 

Nella foto, i pellegrini giunti nella grotta di San Michele di Coli.

Pubblicato il 10 settembre 2024

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L’ultimo saluto a Fabrice: un seminarista dal cuore grande

funerale 


“Il Signore sappia trasformare in vita e in amore per il Vangelo, ciò che oggi per noi ha ancora il sapore salato delle lacrime”: sono alcune delle parole di mons. Adriano Cevolotto, pronunciate al funerale di Fabrice Fuamba Mpungue, seminarista del Collegio Alberoni. Il rito, che si è svolto, il 10 settembre, nella chiesa di San Lazzaro a Piacenza, ha visto, oltre ai seminaristi, la presenza di numerosi sacerdoti e fedeli.

Desiderio di vivere

“Oggi siamo messi - ha detto il Vescovo - di fronte al fatto che l'esistenza di Fabrice è stata raccolta in 26 anni. In questo tempo ha vissuto intensamente, sempre radicato nel desiderio di vivere. Non ha mai smesso di pensarsi oltre la malattia, di immaginarsi di un futuro rientro nella sua diocesi di Kabinda in Congo, verso la quale nutriva un profondo legame di affetto riconoscente”.
Un cuore vocazionale quello di Fabrice ha sottolineato mons. Cevolotto che raccogliendo la testimonianza di un seminarista ha detto: “Quando negli ultimi mesi volevamo pregare con te, la liturgia delle ore in ospedale o in stanza, e ti chiedevamo se ce la fai, tu dicevi: “Come posso non pregare il Signore?”. Quando un'esistenza - ha aggiunto il Vescovo - è abitata da questo amore, la sua durata diventa secondaria, perché questo amore, non venendo meno, dà sussistenza anche alla morte e oltre la morte”.

Pietà per le nostre paure

Visibilmente commosso, mons. Cevolotto infine ha espresso sofferenza e sconcerto per il diniego della concessione, da parte del governo, di entrare in Italia al fratello di Fabrice:
“Come cittadino italiano ed europeo - ha affermato il Vescovo - chiedo perdono a Fabrice e ai suoi familiari per questo atto di disumanità. Appartiene alla nostra cultura della vita, favorire che la malattia e la morte abbiano assicurata, insieme alle migliori terapie, tutte le cure necessarie, prima fra tutte la prossimità di chi ti ama. Signore, abbi pietà di noi, abbi pietà delle nostre paure, erette a sistema di difesa”.

Tempo per tempo in questo vento

Prima dei riti di commiato padre Nicola Albanesi, rettore del Collegio Alberoni, ha letto una poesia di Fabrice, scritta lo scorso 10 luglio, quando la malattia era già in uno stato avanzato. Sono parole che esprimono la profondità d’animo del seminarista che ha dato come titolo a questo componimento: “Tempo per tempo in questo vento”.

Le sue parole dicono:

“Il tempo muove i suoi passi come un vulcano,

in pochi mesi il sole ha spostato le sue leggi,

in pochi giorni un intero peso mi è stato tolto di dosso,

un malessere inesprimibile alberga nel mio corpo.

Senza pensare ai torti e ai rimorsi,

alla cessazione delle attività che amo,

altri incontri che non conosco,

diventare un vecchio nel fiore degli anni…

È una vergogna avere un bastone a 26 anni,

essere assistito come un bambino,

io che una volta ero un elefante.

Il più delle volte siamo sprofondati nell’oblio,

a volte diamo per scontata la salute.

Mi ci sono voluti giorni, mesi e anni

per capire e realizzare il valore della salute.

Dimmi da dove viene questo corpo pieno di cicatrici,

che si addormenta sul letto senza alcuna spinta?

Non riconosco più questo corpo

che ha visitato la palestra così tante volte.

Oggi dico che la vita è un libro,

un libro pieno di esperienze normali e straordinarie,

un libro per cuori virali”.

Oggi è il giorno che sei andato in cielo

Sono seguiti i saluti Mons. Félicien Ntambue Kasembe, Arcivescovo di Kananga e Amministratore apostolico di Kabinda, letti da don François Kitenge, parroco di Gragnano. Infine il ritornello del canto, composto dai seminaristi per l’occasione, “Oggi è il giorno che sei andato in cielo, Fabrice Fuamba, ti ricorderemo”, ha accompagnato il rito del commiato. All'uscita della bara, accompagnata dai familiari di Fabrice, dal Vescovo, dai sacerdoti e dai seminaristi, molte lacrime hanno rigato il viso dei presenti che hanno ricordato il dolce sorriso di Fabrice. Una immagine che rimarrà per sempre viva, come una luce di speranza e fede per guidare i passi di molti verso l'amore di Dio.

Riccardo Tonna

Nella foto, il funerale del giovane seminarista Fabrice.

Pubblicato l'11 settembre 2024

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YouthBank cerca nuovi banchieri Under 25

youthbank

Parte oggi la nuova call che invita gli Under 25 a entrare a fare parte della “banca” dei giovani, ampliandone ulteriormente la capacità d’azione in modo da consentire, grazie alle risorse economiche messe a disposizione dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, di sostenere i progetti sociali ideati e gestiti da altri coetanei (gli youthplanner). Avviato nel 2023, il progetto ha portato in tempi brevissimi a comporre una squadra di quindici “banchieri” e, nel giugno scorso, all’avvio dei primi nove progetti sul territorio. Forte di questi risultati, la Fondazione ha deciso di moltiplicare l’esperienza creando tre nuove “sezioni”, dedicate alla provincia di Piacenza e a Vigevano.
A coordinare il progetto, sarà anche per il 2024 il consigliere generale della Fondazione Edoardo Favari, affiancato da Giulia Guardiani e da un gruppo dei banker del 2023, che saranno tutor delle nuove “sezioni” del progetto: Daniele Spina, Alice Lombardelli, Marta Bonatti e Maria Laura Grisi Sakamoto.
«La Fondazione è pronta a quadruplicare in maniera adeguata le risorse dedicate a YouthBank - sottolinea il presidente Roberto Reggi -. Crediamo nel protagonismo giovanile e in questo progetto che ci ha già dato risultati importanti, sia in termini di adesione tra i giovani che di capacità di costruire e realizzare interventi significativi. Com’è noto, viviamo in un paese nel quale l
età media delle posizioni decisionali è fra le più alte del mondo: il supporto ai giovani non può basarsi solo sull’insegnare, il consultare, l’ascoltare, ma deve comprendere il lasciar fare, in autonomia. Youthbank è questo: mettere a disposizione dei giovani delle risorse e dare loro gli strumenti e la fiducia necessari affinché possano prendere decisioni in autonomia, sia sui temi sociali a cui dare la priorità, sia su quali sono i progetti che meritano di essere finanziati».

Youthbank Piacenza Ponente riguarda i comuni di Agazzano, Alta Val Tidone, Bobbio, Borgonovo val Tidone, Calendasco, Castel San Giovanni, Cerignale, Coli, Cortebrugnatella, Gazzola, Gossolengo, Gragnano Trebbiense, Ottone, Pianello val Tidone, Piozzano, Rivergaro, Rottofreno, Sarmato, Travo, Zerba e Ziano Piacentino.

Youthbank Piacenza Levante è relativa ai territori di Alseno, Besenzone, Bettola, Cadeo, Caorso, Carpaneto Piacentino, CastellArquato, Castelvetro Piacentino, Cortemaggiore, Farini, Ferriere, Fiorenzuola dArda, Gropparello, Lugagnano val dArda, Monticelli dOngina, Morfasso, Podenzano, Ponte dellOlio, Pontenure, San Giorgio Piacentino, San Pietro in Cerro. Vernasca, Vigolzone e Villanova sullArda.

COME CANDIDARSI

La procedura non cambia rispetto alla prima call ed è velocissima. Le candidature sono aperte ai giovani tra i 16 e i 25 anni, che per motivi di residenza, studio o lavoro frequentano il territorio. È possibile farsi avanti compilando il form sul sito youthbank.fondazionepiacenzavigevano.it, inserire i propri dati specificando a quale sezione di Youthbank si è interessati. I giovani selezionati dovranno frequentare il percorso di formazione residenziale gratuito (obbligatorio) della durata di due giorni e mezzo che anche quest’anno si terrà a Torrazzetta (Pavia), il 12 e 13 ottobre. Le lezioni sono indispensabili per acquisire il necessario know-how su analisi dei bisogni locali, elementi di progettazione, project management, comunicazione e raccolta fondi. In questo modo il gruppo degli YouthBanker è pronto per definire una strategia di intervento, elaborare un bando che intercetti i progetti di altri giovani, scegliere i progetti più meritevoli, decidere quali finanziare e, infine, monitorarne la realizzazione.

LA RETE DI YOUTH BANK

Con il termine YouthBank si identifica un modello” nato a Belfast, alla fine degli anni 90 nel pieno del conflitto Nordirlandese, con lintento di avviare un percorso di socializzazione e promozione del bene comune che coinvolgesse i giovani. Il modello della YouthBank unisce filantropia, imprenditorialità e protagonismo giovanile: attraverso un percorso di formazione che mira a responsabilizzare e favorire lautonomia, ragazze e ragazzi imparano a gestire il sistema di progettazione e finanziamento di interventi a favore della comunità. Il successo di questo modello ha portato alla creazione di YouthBank International, rete attiva in 36 paesi del mondo che oggi conta oltre 300 YouthBank. In Italia la prima esperienza di è stata realizzata nel 2007 su iniziativa della Fondazione Provinciale della Comunità Comasca per poi estendersi progressivamente ad altri territori.

Pubblicato il 10 settembre 2024

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