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Notizie Varie

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«Via Francigena on foot», parte il pellegrino della salute

Lilt Pkd 1

Via alla quinta edizione della “Via Francigena on foot”, manifestazione organizzata dalla Lilt Piacenza con Pkd Piacenza Kultur Dom. Alla conferenza stampa organizzata a palazzo farnese erano presenti l’assessore alla Cultura Christian Fiazza, il vicesindaco del Comune di Rottofreno Valerio Sartori, il coordinatore della Lilt Emilia Romagna Luigi Viana, il presidente della Lilt Piacenza Franco Pugliese, l’attore e pellegrino Filippo Arcelloni, Manuel Ferrari in rappresentanza della Curia Vescovile, Robert Gionelli consigliere della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Sami Tawfik responsabile Progetti dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, il presidente del Rotary Farnese Fausto Merli.

Il progetto

L’intento del progetto edizione 2024 è di percorrere a piedi, come negli anni precedenti, la Via Francigena del Nord, dal passo del Gran San Bernardo a Roma, con camminatori e ambasciatori LILT, ricordando attraverso questa e altre attività, le numerose azioni di prevenzione che LILT realizza.
Durante il viaggio il pellegrino della salute racconterà il progetto di cammino e le attività di prevenzione di LILT.
Ogni tappa diventerà, in base alla collaborazione con le varie LILT presenti sul territorio attraversato dalla Via Francigena, un’occasione in cui organizzare camminate di gruppo, momenti di incontro con le amministrazioni locali, rappresentazione della conferenza/spettacolo “Camminare, Pellegrinare”, incontri con gli organi di stampa locali e gli istituti scolastici, raccontando LILT, le sue attività di prevenzione e l’importanza del corretto stile di vita.

Passaggio a Piacenza del pellegrino Filippo Arcelloni. Incontro con il Vescovo

La sera di domenica 29 settembre alle ore 21.00 è in programma la rappresentazione della conferenza/ spettacolo “Camminare Pellegrinare” presso la Biblioteca comunale di San Nicolò, nel Comune di Rottofreno.
Lunedì 30 settembre alle ore 9.15 il pellegrino della salute inaugurerà il nuovo ambulatorio della Lilt in Via Don Minzoni, 55 presso il Centro Thuja, in presenza di una rappresentanza delle autorità del Comune e dell’Ausl e con i medici coinvolti nel nuovo progetto; l’invito alla cerimonia di inaugurazione è aperto alla cittadinanza.
Dopo il tradizionale taglio del nastro, Lilt offrirà nel giardino del Centro Thuja una piccola colazione.
La stessa mattina il Pellegrino Arcelloni si sposterà a piedi, accompagnato da alcuni studenti, sino al Palazzo
Vescovile per incontrare le autorità e ricevere la benedizione del Vescovo Adriano.

Nella foto, la presentazione dell'iniziativa “Via Francigena on foot”.

Pubblicato il 18 settembre 2024

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Alpini, duemila penne nere alla Festa Granda di Ferriere

 Resoconto alpini Ferriere

La Festa Granda, il tradizionale appuntamento settembrino dell’Ana di Piacenza, raduno provinciale, ha richiamato a Ferriere, sede scelta per l’edizione 2024, circa duemila persone.
La due giorni di eventi si è aperta sabato 14 con l’inaugurazione della baita della sezione di Ferriere a Casa Rossa, nella parta alta del capoluogo. Poi, oltre alle commemorazioni, una mostra fotografica dedicata alla sezione ferrierese, oggi guidata dal capogruppo Luigi Malchiodi, che può contare su una ottantina di soci. In chiesa, la sera del 14, il concerto del Coro Ana Valnure, del Coro Ana Valtidone e del coro spontaneo di Ferriere: sei esibizioni a testa per i tre gruppi, che al termine si sono uniti per cantare “Signore delle cime” e l’inno nazionale. Domenica 15, il momento clou della due giorni: la sfilata per le vie del paese di tutte le penne nere presenti. Tra loro spiccava la presenza del decano degli alpini ferrieresi: Antonio Barbieri, 104enne di Pomarolo, che non manca nelle occasioni di ritrovo delle penne nere.
Alla sfilata, tra i tanti, hanno partecipato anche i familiari di alcuni alpini “andati avanti”, con i cappelli dei propri padri e nonni.
Alla domenica la messa è stata celebrata all’aperto, sul sagrato della chiesa dedicata a San Giovanni Battista, da don Stefano Garilli, parroco di Ferriere e cappellano militare degli alpini, dal vescovo emerito Gianni Ambrosio e dal diacono Massimo Boeri. Presenti il presidente Ana Gianluca Gazzola, il sindaco di Ferriere Carlotta Oppizzi, il prefetto Paolo Ponta, la presidente della Provincia Monica Patelli, la senatrice Elena Murelli e numerosi sindaci e amministratori locali. L’impegno dell’Ana di Ferriere, provinciale e del Comune di Ferriere è stato premiato da una folta presenza anche di amici degli alpini: per tutta la giornata il paese è stato in festa.
Appuntamento rimandato quindi al 2025 con la Festa Granda, che scenderà a valle ma rimarrà in Valnure: sarà Ponte dell'Olio a ospitare la prossima edizione. I due comuni della val Nure si sono passati la “stecca”.

Nella foto, la festa degli Alpini a Ferriere.

Pubblicato il 17 settembre 2024

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Educatori di strada: contattati 150 giovani che hanno bisogno di aiuto

Asti e Corvi in perlustrazione



Prosegue il progetto di educativa di strada Tag 2.0 finanziato dal SerDP dell'Ausl di Piacenza. Di seguito le testimonianze dei due educatori de La Ricerca e Famiglia Nuova incaricati di intercettare i casi più problematici: da inizio anno contattati 150 giovani "un decimo di quelli che hanno bisogno di sostegno".

La testimonianza

Centocinquanta giovani incontrati da inizio anno. Per strada: nei giardinetti, nei parchi, nelle zone periferiche, vicino ai campetti dove fare due tiri a calcetto o a basket. Quasi tutti in età scolare, dai 14 ai 17 anni (ma ce ne sono anche over-18), in prevalenza maschi. “Forse nemmeno il 10 per cento di quelli che avrebbero bisogno di sostegno” puntualizzano Emilio Asti (Fondazione La Ricerca) e Tommaso Corvi (Famiglia Nuova di Lodi) due educatori incaricati di scendere in strada per andare a cercare i “casi più difficili. Chi dice che fuma hashish per scacciare un malessere, chi semplicemente per sentirsi accettato nel gruppo. Hanno spesso problemi con la scuola, fallimenti nello studio, fuggono dalle mura domestiche, preferiscono starsene per ore in strada, su una panchina, qualcuno ha compiuto qualche piccolo reato. Tra loro insorgono tensioni che sfociano in risse per un nonnulla”.

Obiettivo: intercettare le compagnie “più a rischio”
“Il consumo di sostanze non è che una delle tante manifestazioni borderline, c’è chi si è già avvicinato al gioco d’azzardo, ci sono situazioni particolarmente problematiche legate alla sfera sessuale specie tra le giovanissime, gruppetti che si danno appuntamento tra bande per darsene di santa ragione”. Emilio e Tommaso cercano un confronto libero (“In sei casi su dieci siamo riusciti ad instaurare una relazione”). Si muovono a piedi in diverse parti della città, zona attorno a via Morigi, l’Infrangibile, la Lupa, la Farnesiana… E non sono i soli. “Sul territorio ci sono diverse agenzie educative che lavorano con i ragazzi, presidiando zone diverse, evitando di sovrapporsi. Per quel che ci riguarda, noi due ci spostiamo due-tre pomeriggi a settimana. Puntiamo ai target di grave marginalità. Talvolta ci serviamo anche dell’Unità mobile di prevenzione, un piccolo furgone messo a disposizione dalla Ricerca. Sostiamo in luoghi ritenuti più ‘sensibili’, distribuiamo volantini, forniamo spiegazioni su rischi e conseguenze dell’abuso di sostanze, facciamo sperimentare gli occhialini che simulano le sensazioni di alcolemia. Ma privilegiamo le uscite a piedi, perché relazionarsi in maniera diretta è molto più efficace”.

Sono gli attori sul campo di un progetto finanziato dal SerDP (Servizio Dipendenze Patologiche) di Piacenza – Tag 2.0 (che sta per Teens are growing, “gli adolescenti crescono”) – che è finalizzato a intercettare forme di disagio nel ‘sommerso’, ovvero in quella parte di popolazione che non è attualmente in carico formalmente ai servizi più strutturati. “In linea con le indicazioni regionali e sulla scorta di una formazione specifica sugli interventi di prevenzione basata sugli standard di qualità europei di prevenzione, stiamo analizzando i dati di efficacia degli interventi che svolgiamo sul territorio e che teniamo raccordati in un tavolo di monitoraggio a convocazione periodica - spiega Elena Uber, Direttrice della Unità Operativa Dipendenze Patologiche della Ausl cittadina – “questa presenza esterna ai servizi specialistici consente quella prossimità e conoscenza del consumo di sostanze nel mondo giovanile e della marginalità adulta, fondamentale per un approccio informato e non giudicante a un fenomeno in costante evoluzione nelle sue dimensioni sociologiche e antropologiche. Non potremmo operare efficacemente sul piano clinico se non avessimo questo sguardo operativo sul mondo giovanile, in raccordo con le Forze dell’Ordine ma con altra funzione, quella di sollecitatori di domande e suggeritori di proposte. Conoscere alcuni ragazzi “sul campo” ci ha permesso di affrontare snodi problematici in situazioni che mai sarebbero afferite ai Ser.DP”.

Partito nel 2021 con l’attivazione del dispositivo dell’educativa di strada e di uno Spazio Diurno (presso l’oratorio di San Giuseppe Operaio), il servizio è gestito in parternariato da due realtà esperte in campo educativo, come appunto La Ricerca e Famiglia Nuova. Il piano d’azione prevede anche, in stretta sintonia con il Servizio Dipendenze dell’Asl, una mappatura del disagio (dove, come e perché si manifesta, in quali situazioni, come e quanto c’è speranza concreta di migliorare le cose) cercando di costruire una rete di riferimento territoriale che spazi anche in ambito formativo, sportivo, scolastico e lavorativo andando oltre la mera assistenza.

L’aggancio degli educatori avviene in modo informale
Può servire anche una battuta. “Ci avviciniamo, ci presentiamo e spieghiamo perché siamo lì. Al massimo incontriamo indifferenza, non capita quasi mai che ci respingano. Alla fine ti accorgi che i giovani hanno voglia, anzi bisogno, di parlare. E piano piano, quando si riesce a conquistare un po’ di fiducia, ecco che si apre uno spiraglio. Alcuni si confidano, raccontano della loro vita, dei problemi che li affliggono, della famiglia, degli amici. C’è chi si esprime con violenza e termini pesanti. Allora il nostro sforzo è quello di far capire come anche una parola o un semplice gesto possano far male e causare guai anche a chi li compie. Cerchiamo di capire come funzionano le dinamiche del gruppo, puntiamo a rafforzare gli aspetti positivi, individuiamo quali possono essere i leader capaci di promuovere azioni costruttive alternative alla noia”. La fase successiva, più delicata e che abbisogna di tempo, è quella che punta a stimolare le potenzialità e a valorizzare le risorse di ognuno: “Ad esempio quando ci parlano di desideri e aspirazioni, facciamo di tutto per offrire loro un sostegno, magari proponendo la frequentazione di corsi, stimolandolo a cimentarsi nello sport preferito e, perché no?, nel volontariato. Tutto evolve in maniera molto graduale, i risultati richiedono pazienza e impegno, per vederli può essere necessario qualche anno”.

Nella foto, Emilio Asti e Tommaso Corvi durante la perlustrazione.

Pubblicato il 17 settembre 2024

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Borgotaro esplode di sapori e colori: successo per Fiera del Fungo Porcino

FUNGO PORCINO DI BORGOTARO

La 49esima Fiera del Fungo Porcino IGP di Borgotaro ha avuto un avvio trionfale con un primo weekend, 14 e 15 settembre che ha visto affluire migliaia di visitatori da ogni parte d'Italia, trasformando le vie del borgo parmense in un tripudio di sapori, profumi e colori.
Fin dalle prime ore di sabato 14 settembre, le vie del centro storico si sono riempite di appassionati di gastronomia e curiosi, attirati dalle numerose bancarelle della fiera agroalimentare, del mercato tradizionale di qualità e dallo street food. L’inaugurazione ufficiale alla presenza delle autorità locali, provinciali e regionali, e con l'accompagnamento del Corpo Bandistico Borgotarese, ha dato il via a due giornate piene di eventi imperdibili.
Famiglie, appassionati di gastronomia e semplici curiosi si sono dati appuntamento a Borgotaro per celebrare il re dei funghi e le eccellenze del territorio. Le immagini delle piazze gremite, stand gastronomici sempre affollati e sorrisi contagiosi hanno fatto il giro dei social, creando un’attesa ancora più febbrile per il secondo weekend.
L’evento, considerato uno degli appuntamenti più attesi dell’anno, ha saputo incantare il pubblico con una combinazione vincente di sapori, cultura e tradizioni locali.

Un viaggio nel cuore dell'Appennino
La Fiera del Fungo Porcino non è solo cibo. È un’esperienza multisensoriale che coinvolge tutti i sensi. Particolarmente apprezzate sono state le mostre che hanno arricchito il programma del weekend: la mostra micologica in Piazza Manara, che ha permesso ai visitatori di esplorare una vasta collezione di funghi del territorio, la mostra collettiva “Tutt-Uno” dell’Associazione Artisti Locali, che ha messo in luce la creatività e la varietà degli stili degli artisti locali, la presentazione a Palazzo Tardiani del libro “Lunigiana: 5.000 anni di Storia” - Dalla Via degli Abati alla Via Francigena  -  di Sandro Santini, racconto dettagliato delle vicende delle popolazioni che nei secoli hanno vissuto e trasformato questo territorio, rendendolo unico, misterioso e magico, e la mostra fotografica “Dal Po a Luni”, che ha offerto un viaggio visivo tra le migrazioni e i commerci storici lungo l’asse Po-Tirreno. Nel contesto della Fiera del Fungo di Borgotaro, grande entusiasmo ha suscitato il raduno Lamborghini "Drive Your Emotion", che ha visto sfilare sessanta iconiche supercar, venute da tutta Europa, aggiungendo un tocco di lusso e adrenalina all'evento.
La Fiera non ha deluso neppure sul fronte gastronomico, con l’Officina del Gusto che ha ospitato diversi show cooking, dove chef rinomati hanno presentato piatti che celebrano il fungo porcino IGP di Borgotaro. Tra questi, lo chef Luca Pardini ha stupito il pubblico con i suoi tortelli di cinghiale, mele e zenzero con riduzione di dashi e funghi porcini grigliati, riscuotendo grande successo.

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La dedicazione del Museo del Fungo a Pier Luigi Ferrari
In occasione del 30° anniversario dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP) del Fungo Porcino di Borgotaro, il 13 settembre 2024, il Museo del Fungo è stato dedicato a Pier Luigi Ferrari, ex Sindaco di Borgotaro e Vicepresidente della Provincia di Parma, scomparso nel 2016. Ferrari ha svolto un ruolo fondamentale nell’ottenimento di questo prestigioso riconoscimento, conferito prima dal Ministero dell'Agricoltura e poi dalla Comunità Economica Europea. Commoventi gli interventi da parte degli amici presenti, tra cui Alessandro Cardinali, presidente del Gal del Ducato che ha finanziato il museo, il sindaco di Borgotaro Marco Moglia, e il consigliere regionale Matteo Daffadà, che ha rievocato con nostalgia gli anni di impegno politico condiviso con Pier Luigi Ferrari.

FIERA DEL FUNGO

Prima edizione del concorso “Porcino in Cucina”: premiazione il 21 settembre
Una delle novità più attese di questa edizione è stata la Prima edizione del Concorso culinario “Porcino in Cucina”, che ha visto trionfare ex aequo due straordinarie cuoche: Roberta Orlandini, residente a Romezzano (Bedonia - Parma), e Angelina Boscarelli, originaria di Albareto e residente nella Contea della Cornovaglia, leggendaria sede del Castello di Re Artù, nel Regno Unito. Roberta Orlandini ha vinto con il piatto “Fanfara” e Angelina Boscarelli con il piatto “Pasty di Bosco” (una nuova tradizione italiana della Cornovaglia). Per celebrare questa vittoria, è stato organizzato uno show cooking speciale che si terrà il 21 settembre, alle ore 17:15, presso l'Officina del Gusto in Piazza XI Febbraio, dove le due vincitrici presenteranno le loro ricette al pubblico. Dopo la degustazione, avverrà la cerimonia di premiazione, durante la quale le cuoche riceveranno il meritato riconoscimento per il loro talento e la loro creatività.
L’entusiasmo e la partecipazione registrati in questo primo weekend fanno prevedere un secondo fine settimana ancora più affollato e ricco di eventi. Il 21 e 22 settembre, il centro di Borgotaro sarà nuovamente il cuore pulsante di una manifestazione che continua a crescere, offrendo un’esperienza unica all’insegna dei sapori autentici e delle tradizioni dell’Appennino Parmense.

Nelle foto, vari momenti della Fiera del Fungo Porcino a Borgotaro.

Pubblicato il 17 settembre 2024

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Il progetto Telecuore tra i vincitori del congresso mondiale a Rio De Janeiro

premio telecuore presentazione alla stampa

Telecuore, il progetto per la gestione a casa dei pazienti con scompenso cardiaco attraverso l’utilizzo della telemedicina, è risultato tra i vincitori del47esimo congresso mondiale ospedaliero, in corso aRio De Janeiro. 
L'esperienza piacentina si è infatti aggiudicata unpremio di eccellenza per la qualità clinica e la sicurezza del paziente, una delle sette categorie previste dalla manifestazione.Piacenza è l'unica realtà italianaa essere risultata tra i 49 finalisti selezionati dalla Federazione internazionale degli ospedali, che organizza l'evento. Le candidature pervenute sono state 500 con 33 paesi partecipanti e per ogni categoria sono stati assegnati premi gold, silver e bronze.
Lo specifico riconoscimento, novità dell'edizione 2024 della manifestazione, va a segnalare gli ospedali che si sono distinti per i loro progetti o programmi innovativi ed esemplari volti a migliorare la qualità clinica e la sicurezza dei pazienti. LaFederazione internazionale degli ospedali èun'organizzazione associativa globale senza scopo di lucro, impegnata a favorire lo scambio di conoscenze e il networking con diversi attori del settore sanitario. I membri agiscono insieme per migliorare lo standard, la qualità e il livello di fornitura dei servizi sanitari.

"Il progetto Telecuore - sottolineaPaola Bardasi, direttore generale dell'Ausl di Piacenza - è un esempio concreto ed efficace di utilizzo delle tecnologie per migliorare la qualità di vita del paziente, in questo caso la persona che deve convivere con una malattia cronica. La cura di questo tipo di utenza non può in alcun modo essere delegata solo all'ospedale; anzi, si evidenzia sempre di più la necessità di creare percorsi assistenziali che vedano il domicilio come luogo principale di assistenza. Sono questi gli aspetti vincenti del nostro progetto, che ha coinvolto già 250 pazienti con riscontri davvero positivi e, non a caso, ha già suscitato interesse in ambito nazionale (dove è già stato premiato) e ora anche a livello internazionale".
"Il nostro modello organizzativo - aggiungeDaniela Aschieri, direttore di Cardiologia di Piacenza - si è dimostrato fattibile e degno di essere replicato, motivo per cui abbiamo deciso di partecipare al premio IHF. Il programma nasce dalla volontà di migliorare il percorso dei controlli (in termine tecnico follow up) dei pazienti con scompenso cardiaco, sia nel momento vulnerabile che segue la dimissione ospedaliera, sia nelle fasi di medio e lungo termine, migliorando il processo di presa in carico della persona attraverso il supporto della tecnologia". 
Molto importante è il rapporto con il paziente perché viene formato per portare a casa questo dispositivo e soprattutto viene interrogato periodicamente dal personale medico.
“Questo aspetto duplice tecnologia e umanizzazione è fondamentale. Non basta spiegare semplicemente come funziona il dispositivo ma interagire; la precisione dei dati che arrivano sta migliorando continuamente” affermaGianluca Lisè, case manager professioni sanitarie Piacenza.

L'iniziativa mira a ridurre gli impatti dello scompenso cardiaco, una patologia con elevate implicazioni socio-sanitarie: il 5% dei costi totali sostenuti per l'ospedalizzazione, l'1-2% della spesa sanitaria totale, con un range di mortalità ospedaliera nei pazienti acuti del 4-10%. I pazienti con instabilità recente mostrano la più alta morbilità e mortalità: per esempio, il tasso di riospedalizzazione entro 30 giorni dalla prima dimissione raggiunge fino al 25% nei pazienti di età superiore ai 65 anni. La prevenzione di tali eventi comporta un attento monitoraggio dei sintomi e dei segnali di allarme:  variazioni del peso corporeo, valutazioni della pressione arteriosa, frequenza cardiaca.
Diversi studi hanno dimostrato come le applicazioni di telecardiologia apportino benefici come una riduzione annuale del 30-35% della mortalità e del 15-20% dei ricoveri ospedalieri, oltre a migliorare l'interazione del personale coinvolto nell'assistenza, sia a livello ospedaliero che locale.

Il progetto
“Questo progetto incarna benissimo il mandato dei nuovi modelli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale (DM77/2022) dove la telemedicina è unita ai percorsi di cura dei pazienti. Ad oggi abbiamo iniziato a vedere i primi risultati, vogliamo ora sistematizzare, testandolo in modo completo e più approfondito anche attraverso uno studio clinico per un contributo scientifico internazionale” concludeEvelina Cattadori direttore Innovazione e ricerca dell'Ausl di Piacenza.
Il progetto si propone quindi di migliorare la qualità dell'assistenza ma anche di promuovere il ruolo attivo del paziente nella cura di sé (selfcare) ed educarlo sulla propria malattia. La gestione della persona è multispecialistica e si punta a individuarne i bisogni in relazione alle aspettative e alla qualità di vita con l'attivazione di percorsi dedicati (per esempio contatto con dietista, palestre selezionate).
I risultati finora raccolti consentono in effetti di testare la fattibilità dell'utilizzo della Telemedicina nella gestione di patologie croniche che richiedono frequenti controlli e valutare se questi modelli di cura consentono una riduzione delle prestazioni ambulatoriali generali e specialistiche. Viene inoltre monitorata la soddisfazione della persona rispetto a questo nuovo modello di cura. Il risultato finale atteso (e in parte già misurabile) è una riduzione del numero di visite al Pronto soccorso o di ricoveri in Cardiologia.
"Abbiamo utilizzato una piattaforma di Telemedicina che, tramite la connessione con dispositivi elettromedicali in dotazione a 250 pazienti con scompenso cardiaco, consente di ricavare in tempo reale parametri clinici come peso, pressione arteriosa, saturazione, frequenza cardiaca e temperatura ed elettrocardiogramma a singolo tracciato. Tali dati vengono inviati direttamente via Bluetooth, prima all'applicazione specifica collegata al tablet o telefono del paziente, poi a una piattaforma Cloud, dove possono essere valutati dai professionisti. L'infrastruttura tecnologica è consultabile da tutti gli operatori sanitari coinvolti e diventa uno strumento per effettuare televisite con la persona o teleconsulti tra medici di famiglia e il cardiologo. Nel percorso sono infatti coinvolte diverse figure professionali: un case manager dedicato, lo specialista, i tecnici di Fisiopatologia cardiorespiratoria e perfusione cardiovascolare. In fase di sviluppo è anche la partnership con i medici di famiglia" spiegano i tecnici di medicina. 

Oltre alla misurazione giornaliera dei parametri, ogni sei mesi viene compilato un questionario per valutare lo stato di salute e qualità di vita del paziente. I medici specialisti impegnati nel progetto sono i cardiologi Maria Benedetta Matrone, Paola Novara, Francesco Di Spigno e Andrea Tedeschi, che svolgono le attività cliniche e di controllo dei parametri degli assistiti e le televisite.  È stato creato un team dedicato all'analisi giornaliera dei dati ricevuti dal reparto. I parametri che generano avvisi di urgenza o emergenza vengono discussi con il case manager e lo specialista di riferimento.
A oltre un anno di utilizzo, si conferma un coinvolgimento positivo del paziente, con oltre 92.000 misurazioni totali trasmesse. All'analisi del questionario, l'80% dei pazienti ritiene che il programma TeleCuore li aiuti a ricordare le misurazioni dei parametri e il 70% adotta uno stile di vita corretto, attraverso conversazioni telefoniche con il case manager. Per oltre il 50% di loro il progetto contribuisce a migliorare il rapporto con gli operatori sanitari. Per il 90% dei nostri operatori sanitari si è dimostrata una migliore collaborazione di team e istruzione della persona assistita. 

Nella foto di gruppo, da sinistra Benedetta Annamaria Matrone (cardiologa), Gianluca Lisè (case manager professioni sanitarie Piacenza), Evelina Cattadori (direttrice Innovazione e ricerca), Paola Bardasi (direttore generale Ausl di Piacenza), Daniela Aschieri (direttore di Cardiologia di Piacenza ), Maria Tansini (coordinatrice cardiologa) e Paola Novara (cardiologa)
Pubblicato il 17 settembre 2024

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