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Notizie Varie

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Contributi ad hoc dalla Regione per i cori piacentini

coro gerberto e accompagnatoi in piazza rossa 35 1024

Il recente successo a Mosca del coro Gerberto diretto dal maestro Mazzoni è stato motivo d’orgoglio e l’occasione per porre l’attenzione sul prezioso patrimonio di tradizioni di cui i cori di montagna sono portatori nel territorio piacentino. “Il trionfo della formazione bobbiese al concorso internazionale è un riconoscimento importante che pone l’accento sul valore del canto popolare folkloristico”. È con questa premessa che i consiglieri regionali Gian Luigi Molinari e Katia Tarasconi spiegano il contenuto della risoluzione in cui si chiede siano attivate misure specifiche a favore dei cori di montagna, nell’ambito della programmazione della legge sulla musica. “Questo significa – spiegano – una definizione ad hoc dei criteri e delle modalità di accesso ai contributi previsti dalla Legge sulla musica, attraverso progetti di promozione delle tradizioni musicali locali, ma soprattutto della valorizzazione delle tradizioni musicali della montagna”. Secondo i consiglieri, i canti popolari rappresentano la più antica e radicata forma di trasmissione della storia, anche della lingua dialettale, in molte zone del nostro Appennino. “Tradizioni che non vanno disperse, essendo una vera e propria espressione culturale e patrimonio delle comunità montane. Non lasciamo che passi il messaggio che siano anacronistici, ma permettiamone la continuità: Gerberto e gli altri sono radici vive che ci ricordano chi siamo e da dove veniamo”, sottolineano.
Le associazioni e i gruppi che in diverse sedi e luoghi svolgono attività coreutica in Emilia-Romagna sono moltissime, nello specifico l’AERCO, l’Associazione emiliano-romagnola dei Cori, conta 212 cori associati. Su tutto il territorio piacentino sono 18. A Bettola c’è il coro A.N.A. Valnure; a Bobbio il Coro Gerberto; a Casaliggio (nel Comune di Gragnano Trebbiense) ci sono I Cantori di Casaliggio; a Cortemaggiore la Corale Cortemaggiore; a Ferriere il Coro Polifonico Le Ferriere; a Fiorenzuola d’Arda la Corale Città di Fiorenzuola, il Coro Folk Città di Fiorenzuola e il Coro Vallongina; a Gragnano Trebbiense il Coro San Michele Arcangelo; a Lugagnano Val d'Arda il Coro Montegiogo; a Piacenza l’Ass. Musicale Incanto Libero, il Coro CAI Piacenza, il Coro Polifonico Basilica Santa Maria di Campagna e il Coro Polifonico Farnesiano; A Podenzano il Coro Schola Cantorum e il Gruppo Vocale Gospel New Sisters; a Ponte dell’Olio il Coro Montenero; a S. Giorgio Piacentino la Schola Cantorum.

Pubblicato il 16 maggio 2018

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Santa Maria di Campagna, scrigno di curiosità

CuriositaPordenone

Curiosità su Santa Maria di Campagna, atto secondo. Dopo il successo del primo incontro a marzo, il refettorio del Convento dei frati minori ha ospitato una nuova conferenza sul medesimo tema.
A raccontare nuovi aspetti curiosi che riguardano la basilica mariana, Corrado Sforza Fogliani, Laura Bonfanti, Franco Fernandi, Cristian Pastorelli, Roberto Tagliaferri.

Il presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza ha aperto gli interventi parlando della sepoltura di Pier Luigi in Santa Maria di Campagna.
«Non so quanti piacentini sappiano - ha osservato Sforza - che dopo la sua uccisione i congiurati gettarono il cadavere nel fossato per dimostrare al popolo, che protestava perché il duca era riuscito ad accattivarsi le simpatie delle classi minori, che era morto. Poi il corpo fu portato per due giorni in San Fermo. Da lì fu prelevato dai frati francescani che lo seppellirono in Santa Maria di Campagna, nella tomba presente in sacrestia».
CuriositaPordenone2Il presidente Sforza ha proseguito spiegando che dopo qualche po’ di tempo, il corpo di Pier Luigi fu portato all’isola Bisentina sul lago di Bolsena (diventata alla fine del 1300 di proprietà dei Farnese, che avevano fatto fortuna perché un componente della famiglia era il capo della milizia pontificia). «Ricordo che andai sull’isola, nella chiesa dedicata a San Francesco, dove ci sono due tombe - di altri Farnese - e tre scheletri. Sono convinto che il terzo scheletro sia di Pier Luigi Farnese. Il comandante dei Ris di Parma mi propose di effettuare l’esame del Dna, ma non lo ritenni necessario».

Laura Bonfanti ha citato tre curiosità riferite al Pordenone.
Secondo la tradizione, ci sarebbero due autoritratti dell’artista friulano: uno nel Duomo di Pordenone (su una colonna d’affresco del 1523) e uno in Santa Maria di Campagna, nella pala d’altare della cappella di Santa Caterina (San Paolo).
Il Pordenone, poi, aveva sempre con sé la spada (ne parla anche il Corna) perché temeva i seguaci di Tiziano (c’è tra l’altro un velo di mistero sulla sua morte avvenuta il 14 gennaio del 1539 in una locanda di Ferrara) e pare che anche durante la sua permanenza a Piacenza non se ne separasse mai.
Altra curiosità: anche la nostra città rese omaggio al pittore dedicandogli la strada (lo ha scritto Fausto Fiorentini ne “Le vie di Piacenza”) che collega via Dante a via Guglielmo da Saliceto.
Laura Bonfanti ha concluso ricordando tre fatti ai più sconosciuti che riguardano la basilica: si apprende, sempre dal libro del Corna (che, ha annunciato Sforza, verrà ristampato a cura della Banca), che nell’aera del Coro, alle spalle della statua della Madonna, troviamo il cuore di Francesco Farnese (sepolto a Parma per ragioni istituzionali e dinastiche); fu una sua volontà: voleva che il suo cuore restasse vicino all’adorata sorella Isabella. Due lapidi in sacrestia testimoniano la circostanza; Emilio Ottolenghi in “Storia di Piacenza” ci racconta che il 3 agosto 1638 un fulmine cadde sulla cupola di Santa Maria di Campagna senza recare danni, perché lo stesso fuoriuscì dalla porta della basilica rimasta fortunatamente aperta; Carmen Artocchini in “Tradizioni popolari piacentine” riporta di un esorcismo compiuto in Santa Maria di Campagna nel 1920 da padre Pier Paolo Veronese.

Il diacono don Franco Fernandi ha invece ricostruito la vita di un frate, sconosciuto ai più, che è sepolto in Santa Maria di Campagna, sotto l’affresco dell’Adorazione dei Magi (nella cappella Rollieri, dove si trova l’altare più prezioso della basilica, costruito a Roma con pietre come lapislazzuli e agate): stiamo parlando del Beato Marco da Bologna, lì nato nel 1405.
«Fu un gigante del francescanesimo e dell’osservanza, il movimento di riforma sorto in seno al francescanesimo per il ripristino dell’ideale francescano originale. Grande predicatore, fu uno dei fondatori dei Monti di pietà». Dichiarato beato nel 1868 da Papa Pio IX, padre Marco è collocato in un’urna di cristallo con all’interno un meccanismo che consente di sollevare il corpo per renderlo visibile ai visitatori.

Il pittore Cristian Pastorelli ha poi fatto un excursus delle sue opere principali dipinte e affrescate nel corso della carriera. “Ritrattista ufficiale” dei frati minori, Pastorelli ha fatto il ritratto a tanti personaggi noti: da Ferdinando Arisi (suo estimatore) a Vittorio Sgarbi, ai vescovi Monari e Mazza fino ad arrivare a Papa Francesco. Principale caratteristica dei suoi lavori, l’inserimento di personaggi di oggi in contesti del passato. Come si può vedere nei murales che il pittore sta realizzando nel chiostro del convento dei frati minori.

Roberto Tagliaferri della Banca di Piacenza , tra gli artefici dell’organizzazione della Salita al Pordenone insieme a Cristina Bonelli, ha ripreso il tema del camminamento degli artisti con particolare riferimento ai nomi incisi da cultori d’arte ed artisti saliti in cupola per studiare gli affreschi del Pordenone. Ne parlò per primo Attilio Rapetti in un articolo del Bollettino storico piacentino nel 1939, elencando circa 40 incisioni; poi Robert Gionelli e Carlo Omini ne hanno scoperte altre, arrivando a un totale di 80. Ora si sta cercando - per ognuno di questi nomi - di predisporre una scheda con le informazioni che si stanno raccogliendo.
Tagliaferri ha citato qualche esempio: Domenico Antonini, Bartolomeo Baderna (pittore barocco), Emilio Perinetti (allievo del Toncini che lasciò pure lui testimonianza del suo passaggio in cupola).

Corrado Sforza Fogliani ha ringraziato Roberto Tagliaferri per il prezioso lavoro, che sarà pubblicato su Bancaflash e diventerà oggetto di una prossima pubblicazione.

Pubblicato il 15 maggio 2018

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«Omaggio alla cultura piacentina»

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Inizia martedì 15 maggio la rassegna nel segno della tradizione “Omaggio alla cultura piacentina”, promossa da Anspi Domus e Famiglia Piasinteina con la collaborazione del Comune di Piacenza.

Tre le serate nel teatrino dei Chiostri del Duomo di Piacenza, con inizio alle ore 21 e ingresso a offerta. Il ricavato sarà devoluto a favore della Casa della Carità.

Martedì 15 maggio, “Sum tütt piasintein” con Andrea Bergonzi, Marilena Massarini e Bruno Morsia.
Giovedì 17 maggio, “Tal dig in piasintein”, scenette, racconti, atti unici con la Compagnia Teatrale della Famiglia Piasinteina.
Giovedì 24 maggio, “Vurumas bein” con “I dess matt” della scuola di dialetto “Luigi Paraboschi” con poesie, letture e scenette.


Pubblicato il 15 maggio 2018

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Testimoni della guerra e della Liberazione, serata con Anpi e Cineclub

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Nell'ambito delle celebrazioni per il 73° anniversario della Liberazione, martedì 15 maggio alle 21 l’auditorium S. Margherita della Fondazione di Piacenza e Vigevano (Piacenza, via Sant'Eufemia, 12) ospita una serata dedicata alle testimonianze di persone che hanno vissuto gli anni della guerra e della Resistenza.

Viene proposto al pubblico il filmato realizzato da Anpi in collaborazione con il Cineclub Cattivelli nel quale le persone, con racconti spontanei e immediati, narrano le proprie esperienze.
Si tratta di una prima selezione di immagini e riflessioni cui verrà data voce da un comandante partigiano che richiama alcuni importanti episodi, un ex-liceale – poi divenuto avvocato – che non volle allinearsi e tre donne che raccontano alcuni momenti di vita quotidiana dell’epoca: si tratta di Giacomo Scaramuzza, Alessandro Minoja, Pierina Bussandri, Bruna Bongiorni e Pina Mutti.
Nell’occasione, saranno esposti anche alcuni quadri e foto del periodo della guerra e della Resistenza.

A presentare l’evento saranno il presidente provinciale Anpi Stefano Pronti e Giuseppe Curallo, presidente del Cineclub, che ha personalmente curato il montaggio delle riprese.

Pubblicato il 15 maggio 2018

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La «voce» di Toscanini: suoni e immagini di un artista

concerto

Concerto inedito  al Duse di Cortemaggiore, ideato ed eseguito da allievi e docenti del Conservatorio Nicolini di Piacenza su commissione del Comune per celebrare Arturo Toscanini (il cui padre era di Cortemaggiore).
Il progetto in collaborazione tra il Conservatorio Nicolini di Piacenza e il Comune di Cortemaggiore era inserito all'interno degli eventi del cartellone nazionale delle Celebrazioni per i 150 anni dalla nascita di Arturo Toscanini.
La serata si è articolata in tre momenti proposti senza soluzione di continuità: un momento di videoproiezione sulla figura del celebre artista realizzato da Patrizia Florio attraverso una ricerca iconografica che comprendeva immagini di Cortemaggiore e video di Arturo Toscanini a cavallo dei due secoli; quindi una presentazione storica curata da Mariateresa Dellaborra per inquadrare il personaggio e l’artista Toscanini, evidenziando in particolare il legame col territorio piacentino in quanto il padre, Claudio Toscanini, era nato a Cortemaggiore nel 1833.
Questi primi due momenti della serata hanno offerto una visione anche inedita del personaggio: gli esordi, la formazione, l’avvio di una brillante carriera e la grande umanità che lo ha contraddistinto, nonostante il carattere burbero noto a tutti.
Quindi il terzo momento, il concerto vero e proprio in cui Tiziana Scandaletti ha scelto di far conoscere un Toscanini meno noto presentando le romanze da lui composte nel periodo giovanile, prima che si dedicasse esclusivamente alla direzione d’orchestra: brani, poco conosciuti che si sono rivelati di grande interesse («saggi che dimostrano che se Toscanini avesse continuato a comporre, ci avrebbe dato senz'altro della musica indimenticabile» (L. Chailly).
Affidati all’esecuzione di un cast di cantanti tutti orientali, allievi del Conservatorio Nicolini (Kim Somee, Jung Jiyon, Lim Sejin, Jeon Yonghyeon, Sung Jongeon) accompagnati al pianoforte da Cladia Mariano, i brani sono stati introdotti con ironia e spirito teatrale da Tiziana Scandaletti che ha letto alcune lettere tratte dall’infinito epistolario di Toscanini: lettere private indirizzate alla fidanzata che hanno rivelato anche in questo caso un aspetto meno noto dell’artista.
Alla fine della serata il sindaco di Cortemaggiore ha ringraziato docenti e allievi del Conservatorio Nicolini e la presidente Paola Pedrazzini presente in sala insieme all’assessora del comune, Alice Marcotti, augurandosi future collaborazioni.

Pubblicato l'11 maggio 2018

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