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Notizie Varie

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Elisoccorso notturno, tre interventi nel Piacentino nei primi mesi di attivazione

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In anticipo di un anno rispetto alla tabella di marcia. È andato avanti a ritmi serrati ed è arrivato alla fase conclusiva il piano di rafforzamento del servizio di elisoccorso notturno voluto dalla Regione Emilia-Romagna per garantire ai cittadini, soprattutto nelle zone montane, più periferiche e di difficile accesso, soccorsi sempre più tempestivi e trasporti in ospedale sempre più veloci. Dovevano essere attivate entro il 2019, e invece sono già operative 180 piazzole, da Piacenza a Rimini, destinate al decollo e all’atterraggio notturno degli elicotteri. 17 sono le elisuperfici illuminate e quindi espressamente dedicate al volo di notte, 163 le aree non illuminate dove è possibile atterrare grazie all’innovativo mezzo dotato di tecnologia NVG (Night Vision Goggles, visori a intensificazione di luce posizionati sui caschi dei piloti): un elicottero che consente di intervenire in piena sicurezza anche nelle basi non illuminate con modalità analoghe a quelle diurne, e che in Emilia-Romagna è diventato operativo dal 15 agosto dello scorso anno.
I dati mostrano che in 5 mesi, dal 15 agosto 2018 al 15 gennaio 2019, sono state effettuate 155 missioni, per 166 ore di volo e 139 pazienti trasportati in ospedale, con una media di 1,02 interventi a notte contro lo 0,2 del 2017, quando fu avviato il servizio di eliambulanza notturna: 3 nella provincia di Piacenza, 8 a Parma, 6 a Reggio Emilia, 52 a Modena, 59 a Bologna, 18 a Ferrara, 2 a Ravenna, 2 a Forlì-Cesena, 2 a Rimini e 3 extra regione. La maggior parte dei trasporti, 64, ha avuto come destinazione l’ospedale Maggiore di Bologna, seguito dai 28 dell’ospedale Civile di Baggiovara (Mo) e dai 16 del Maggiore di Parma. 9 interventi si sono conclusi all’ospedale S. Anna di Cona (Fe) e 8 al Policlinico di Modena, 5 al Bufalini (Fc), 3 al S. Orsola di Bologna, 2 a Pavullo (Mo), 2 al Santa Maria Nuova (Re), 1 al Santa Maria delle Croci (Ra) e 1 fuori regione. 11 missioni si sono concluse con il trasporto del paziente via terra, mentre in 5 casi i pazienti sono deceduti sul posto. Degli interventi effettuati, il 45% (63 servizi) ha riguardato una patologia traumatica, il 19% (27 servizi) neurologica, il 14% (20 servizi) cardiovascolare. Altri interventi hanno riguardato: 12% (16 servizi) una patologia ostetrico-ginecologica e il 6% altre patologie.

pubblicato il 31 gennaio 2019

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La Pro Loco di Castel San Giovanni prepara il 2019

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“Organizzare un evento ha senso solo se garantisce la promozione del territorio”. Partendo da questo presupposto la Pro Loco di Castel San Giovanni si è riunita al centro culturale di via Mazzini per discutere le iniziative in programma nel 2019. E le novità sono davvero importanti: “Dopo un 2018 positivo, tra eventi di successo e un bilancio sano, abbiamo voluto abbracciare nuove sfide”, ha detto il presidente Sergio Bertaccini.
La prima riguarda il “Confluenze Festival”, un progetto di notevoli dimensioni che quest’anno, per la prima volta, vedrà in prima linea la Pro Loco castellana. “Confluenze è nato a Nibbiano, concepito e curato dall’Associazione Casa Grande – ha spiegato Bertaccini –. Si svolge ogni due anni e l’ultima edizione è stata nel 2017. Quest’anno gli ideatori ci hanno chiesto di affiancarli nell’organizzazione e noi abbiamo accolto questo invito con grande entusiasmo. Stiamo pensando a un festival itinerante, che coinvolga tutta la Val Tidone tra musica, cultura, gastronomia e iniziative originali. Insomma, siamo già al lavoro”. La manifestazione si svolgerà dal 3 al 10 agosto partendo da Castel San Giovanni per poi toccare Borgonovo, Pianello e infine il comune di Alta Valtidone, località Nibbiano.
L’altra grande novità consiste in una vera sfida che la Pro Loco ha deciso di affrontare per valorizzare ancora di più la cultura della propria città: dotare di certificazione DE.CO (Denominazione Comunale) i fagioli e la celebre Panissa. “Questa zona è da sempre legata alla coltivazione dei fagioli – spiega Bertaccini – i fagioli di Castel San Giovanni sono citati nei testi antichi come un prodotto della terra unico e inconfondibile. La candidatura, però, deve essere supportata da una documentazione che attesti l’effettivo legame con il territorio e per questo motivo lanciamo un appello a tutti i castellani: raccogliamo tutto ciò che può essere utile alla causa, in particolare ricette da presentare alla commissione”.
Due grandi sfide che si andranno ad affiancare alla confermatissima Cioccolandia, che quest’anno si terrà il 9 novembre: “Nel 2018 non siamo riusciti a evitare un po’ di pioggia, ma è stato comunque un successo di cui siamo orgogliosi” conferma il presidente dell’associazione.
E poi ancora: la proiezione di un video che ripercorre la mostra dedicata a Carlo Scrocchi allestita l’anno scorso, la celebrazione di San Giovanni Battista che si preannuncia con delle novità, l'installazione a breve di un maxischermo accanto all’Infopoint (l’ufficio di promozione della Val Tidone e Val Luretta gestito dall’associazione castellana) per pubblicizzare le varie iniziative agli automobilisti di passaggio. “Inoltre abbiamo un nuovo socio – conclude Bertaccini – un bersagliere che sta già lavorando per portare la Fanfara a Castel San Giovanni. Sarebbe davvero emozionante!!”. Insomma, tanta carne al fuoco. Non a caso, per illustrare queste iniziative oppure accogliere proposte e nuovi volontari, la Pro Loco si farà trovare ogni domenica mattina sul corso Matteotti – in occasione del mercato settimanale - con un gazebo informativo per i nuovi tesserati.

Pubblicato il 31 gennaio 2019

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Giornata della Memoria, sabato in biblioteca il film «Il grande dittatore»

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Sabato 2 febbraio alle 16.30 nella sala Augusto Balsamo al primo piano della biblioteca Passerini Landi, nell’ambito delle celebrazioni per la Giornata della Memoria, si tiene la proiezione del film “Il grande dittatore” (USA, 1940), satira penetrante del nazifascismo, primo film parlato di Charlie Chaplin.
Un barbiere ebreo, ferito durante la Guerra Mondiale, perde la memoria. Dopo molti anni di degenza in un ospedale ritorna nella sua città dove riapre il proprio negozio. Il dittatore Adenoid Hynkel, alla guida del Paese, inizia una feroce lotta contro gli ebrei.
Il barbiere viene preso di mira e, nonostante l’aiuto di una ragazza per la quale prova un sentimento profondo, viene sottoposto a soprusi. La sua straordinaria somiglianza con Hynkel gli consente di sostituirsi a lui fino poter indirizzare un discorso alla nazione con parole profondamente umanitarie.

Pubblicato il 31 gennaio 2019

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Le vittime del comunismo

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San Colombano sottolineava che “Se togli la libertà togli la dignità”. A partire da questa premessa, una delegazione dell’Associazione dei liberali piacentini ha commemorato la “tragedia dimenticata” della deportazione degli italiani dalla Crimea nei gulag sovietici in Kazakistan, avvenuta nella notte del 29 gennaio 1942.
La commemorazione ha avuto luogo nel Municipio di Lugagnano, nella sala dedicata a Luigi Einaudi, il 28 gennaio, il giorno dopo la conclusione del Festival della cultura della libertà svolrosi a Piacenza a Palazzo Galli.
È significativo - ha affermato il sindaco di Lugagnano, Jonathan Papamarenghi - commemorare una tragedia troppo spesso dimenticata in una sala che due anni fa abbiamo intitolato a un grande liberale.
Ricordiamo il genocidio degli italiani di Crimea - ha esordito lavv. Corrado Sforza Fogliani, presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza -. A novembre celebreremo la Giornata della libertà nel giorno dell’anniversario della caduta del muro di Berlino, una ricorrenza che ha ora in Italia dignità legislativa. In una società che preferisce ricordare i momenti tristi della nostra storia a corrente alternata, noi liberali lo facciamo per tutti i crimini di guerra: anche quelli compiuti in nome di quel nazionalsocialismo che originò sia il nazismo che il fascismo.
L’avv. Sforza Fogliani ha rammentato quanto accadde la notte del 29 gennaio 1942, quando oltre duemila italiani di Crimea insediati a Kerch vennero deportati nel gulag di Karaganda (
grande come il Piemonte e la Lombardia messi assieme e visitato nel settembre scorso da una delegazione dei Liberali Piacentini, che quest’anno ha organizzato un viaggio in Lettonia ed Estonia, dove sono stati istituiti i musei della deportazione forzata dei nemici politici) per ritorsione in quanto l’Italia, alleata della Germania, aveva invaso l’Unione Sovietica.
Di questi 2mila persone, ne ritornarono 180.
L’Unione Sovietica - ha proseguito Sforza Fogliani - ha sempre negato di aver avuto i campi di concentramento giocando sull’interpretazione della definizione che ne dava l’Onu, che li riconosceva tali solo se erano spazi delimitati da barriere. Nei gulag non era necessario averne, perché a nessuno veniva in mente di scappare, trovando, nel caso, morte certa viste le condizioni climatiche e le sconfinate steppe attorno ai campi. Campi di cui l’URSS cancellò ogni possibile traccia, conservando invece i lager presenti nei Paesi che liberò dall’occupazione nazista.
A Karaganda passò anche Solzenicyn (per primo rivelò al mondo i gulag sovietici). La sua figura sarà ricordata a Piacenza a 100 anni dalla nascita e a 10 dalla morte dall’Associazione liberali lunedì 4 febbraio alle 18, nella sede di via Cittadella; interverrà Ferdinando Bergamaschi). L
11 febbraio), stessa sede e stessa ora, l’Associazione ricorderà Jan Palach, a 50 anni dal suo tragico gesto a Praga contro l’occupazione sovietica della Cecoslovacchia; ne parlerà Gianmarco Maiavacca.
Cari professori - ha invitato l’avv. Sforza - diciamo alle scolaresche quanti morti ha provocato il nazionalsocialismo, ma anche quante vittime ha fatto il comunismo
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Pubblicato il 31 gennaio 2019

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La Shoah e le Foibe

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Fra gli eventi culturali promossi da Forza Italia a Piacenza, a cura del Dipartimento Cultura e Scuola, coordinato da Maurizio Dossena, mercoledì 6 febbraio alle ore 18.30 all’auditorium “S. Ilario” è in programma il convegno dal tema: “Dalla MEMORIA e dal RICORDO, dalla Shoah e dalle Foibe, una convinta e costruttiva scelta di autentica LIBERTA’ - Due date solenni, 27 gennaio - 10 febbraio, un’unica preziosa occasione per ribadire, nei fatti e fuor di retorica, la condanna dei totalitarismi, che sono stati una delle più ingombranti conseguenze delle ideologie del XX secolo. Una riflessione al riguardo, unificata e unanime”.
Interverranno il prof.Marco Cimmino, storico militare, il prof. Giovanni Mariscotti, in rappresentanza dell’associazione “L’idea d’Europa”, il dott. Matteo Lunni, ricercatore universitario; modera il prof.Francesco Mastrantonio. Letture storiche d’intermezzo a cura de “La Maschera di Cristallo”.

Auschwitz

Pubblicato il 31 gennaio 2019

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