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Notizie Varie

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«Emozioni e tradizioni delle nostre valli», mostra a Rivergaro

 

fotovalli

"Emozioni e tradizioni  delle nostre valli" di Anita Santelli - Claudio Rancati - Giacomo Turco e Renzo Oroboncoidi è una mostra fotografica allestita fino al 22 febbraio nello spazio espositivo permanente della Biblioteca di Rivergaro. Sono quattro fotografi che presentano i loro sguardi fra memorie e luoghi carichi di emozioni.
Anita Santelli nativa della val Trebbia ne subirà tutto il fascino, passerà dalla grafica alla passione per la fotografia, spaziando e fissando panorami, si tufferà nei bagliori della Trebbia, preparerà reportage che racconteranno il territorio.
Claudio Rancati fotografo professionista, autore di fotografie artistiche, dedicherà soprattutto all’Appennino scatti che racconteranno il passato, il perpetuarsi delle memorie, lo scandire del tempo nel vissuto di queste valli.
Giacomo Turco da Milano sceglie l’Appennino per la sua passione fotografica, fissa lo sguardo fra la valle dell’Aveto e del Trebbia, ne ricercherà le parti storiche e culturali, subirà il fascino dei loro borghi e i colori dei paesaggi.
Renzo Oroboncoidi nasce a Piacenza ma partirà da Genova il suo percorso, forse seguendo il volo dei gabbiani, senza una meta approderà affascinato da queste valli raccontandole attraverso immagini di antiche bellezze in silenziosi percorsi inesplorati.
Le loro immagini sono luci e colori, suoni e bagliori, il passato e il presente si incontrano in suggestioni attimi carichi di bellezza. Fanno tutti parte del comitato “Piacenza e le sue valli”.  

Pubblicato il 6 febbraio 2019

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Carpaneto, la settimana di don Bosco tra preghiera, testimonianze e giochi

dbosco

"La Santità anche per te”. Questo è stato il filo conduttore del cammino di preparazione alla festa di Don Bosco che si è svolto a Carpaneto dal 24 al 31 gennaio. Come è tradizione da tanti anni, la “Settimana di Don Bosco” si è articolata tra incontri di preghiera, testimonianze di spiritualità ed impegno salesiano, l’immancabile banco di beneficenza a favore delle missioni Salesiane allestito dalle Ex allieve delle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, un momento conviviale, il pomeriggio di giochi e festa per bambini e ragazzi, la serata per i gruppi giovanili e  la messa nel giorno della memoria liturgica del Santo dei giovani.
I momenti di preghiera quotidiani (dal 25 al 30 gennaio) si sono svolti nella piccola cappella dell’oratorio presso l’asilo Burgazzi, luogo simbolo della Spiritualità Salesiana a Carpaneto che ha visto la presenza per quasi un secolo delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Ad un brano di Vangelo iniziale, sono seguite brevi testimonianze di “Santità Salesiana” e la riflessione su alcuni punti della esortazione Gaudete et Exsultate di Papa Francesco.
Parole semplici, accompagnate ogni giorno da un gesto, che ci hanno aiutato a comprendere che la santità non appartiene soltanto ai canonizzati dalla Chiesa ma è una concreta possibilità per ognuno di noi.
Ai giovani, alle coppie di sposi, agli anziani, agli educatori e volontari, Papa Francesco  dice che: “tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova…”
Essere santi, come ricordava don Alessandro Ponticelli nella serata per i gruppi giovanili, significa avere il coraggio di compiere delle scelte, ed in particolare di scegliere Dio in ogni momento e situazione della nostra vita.
Anche se la nostra vita non è perfetta, anche se ci sono imperfezioni e cadute, possiamo sempre andare avanti e, guardando al Crocifisso, possiamo ugualmente piacere al Signore.

Pubblicato il 6 febbraio 2019

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L'ex partigiano Filippa: «don Borea era un santo»

gruppoBoreaBettola

"Don Giuseppe, per il suo sacrifico ha ricevuto diversi riconoscimenti, come famiglia Borea ci piacerebbe che anche Bettola facesse un segno". E' la richiesta rivolta sabato scorso al sindaco Paolo Negri da Giuseppe Borea, nipote dell'omonimo sacerdote piacentino fucilato a 34 anni dai fascisti dopo un sommario e vergognoso processo il 9 febbraio del 1945, nel corso della presentazione del libro "Giuseppe Borea quando l'amore è più forte dell'odio", di Lucia Romiti per le Edizioni Il Duomo. Il nipote, ancora una volta ha auspicato che si apra il processo teso alla beatificazione di don Borea "ucciso in odio alla fede".
L'evento si è tenuto nell'aula del consiglio municipale del borgo valnurese alla presenza del primo cittadino Paolo Negri, che ha ricordato come Bettola sia stata il fulcro del movimento di liberazione tanto da meritarsi, fra i pochi comune della regione la Medaglia d'argento (la città di Piacenza ha avuto la Medaglia d'oro), "da quel movimento, da quella lotta è uscita la nostra Carta Costituzionale sulla quale, emozionandomi, ho giurato prima di iniziare il mio mandato di sindaco eletto".
"Ho avuto la sensazione di incontrare un santo", così si è invece espresso Giuseppe Filippa, il partigiano Sandokan, che alla serata ha portato una commovente testimonianza confermando i tratti della figura di don Borea ampiamente messi in luce da Romiti nel testo.
"Era l'estate del '44 e la squadra volante di cui facevo parte, alloggiata a Cassano, fu incaricata di andare ad Obolo, dal parroco, per ritirare la merce lanciata dagli alleati con l'aereo. Arrivati davanti alla canonica ci venne ad aprire un prete che mi parve giovanissimo, era gentile, cordiale, ci invitò ad entrare, ci offerse da mangiare e faceva tante domande, ma con naturalezza - ha continuato l'ex partigiano -, si era interessato a me per la mia giovanissima età e prima di ripartire volle darci la benedizione assicurando che avrebbe pregato per noi, sì, ebbi proprio l'impressione di trovarmi davanti a un santo", ha concluso l'anziano ex combattente strappando applausi generosi dal pubblico.
L'evento è stato moderato da don Davide Maloberti, direttore de Il Nuovo Giornale che ha invitato a parlare Alessandro Pigazzini, del Museo della Resistenza di Sperongia, e di Ermanno Mariani, scrittore e giornalista, entrambi autori di alcuni capitoli del volume di carattere storico. Mentre il primo ha rievocato la centralità di Bettola nel corso della resistenza, in particolare la stagione di "libera repubblica" in un contesto territoriale dove agiva in quanto cappellano militare don Borea, Mariani ha affrontato il tema del processo, illustrando il falso castello di "accuse ignobili formulate dal regime fascistacon l'obiettivo della condanna a morte per dare una lezione al clero piacentino che sosteneva la resistenza".  

MVG

Pubblicato il 5 febbraio 2019

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Coro Giovani diocesano, incontro in curia il 20 febbraio

prove coro giovani 2009

Oltre dieci anni fa è nata in diocesi la bella realtà del Coro Giovani diocesano. Scaturito dalla condivisione di una passione per un servizio all’interno della Chiesa, il Coro Giovani si è occupato negli anni di accompagnare il canto in occasione dei momenti di preghiera organizzati dal Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile (veglie d’Avvento, consegna delle palme ai giovani, ordinazioni presbiterali, BRK, …).
Nel corso del tempo tanti giovani si sono succeduti tra le file della formazione corale: trattandosi di un coro di giovani fisiologicamente c’è un cambio generazionale piuttosto frequente. Il tempo che stiamo vivendo ci chiede di rimotivare la partecipazione al Coro Giovani, valutando anche l’opportunità di rivederne alcuni aspetti.
Alcune fatiche probabilmente sono condivise dai cori giovanili di tante parrocchie: anche per questo l'incontro vuole essere  un’occasione di confronto ma anche di approfondimento per riscoprire e riappropriarci del senso più vero della presenza di un coro nel contesto di una celebrazione liturgica.
Per tutti questi motivi don Alessandro Mazzoni e Dario Carini del Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile vocazionale invitano i rappresentanti del coro parrocchiale dei giovani (o comunque di un coro con una buona presenza di giovani), all’incontro fissato per mercoledì 20 febbraio alle ore 21  in Curia (ingresso da via Vescovado, cancello a fianco del Duomo).

Pubblicato il 6 febbraio 2019

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Frammenti visionari piacentini in mostra

 mostravisioni

Quindici artisti piacentini, quindici modi diversi di condurci oltre la semplice realtà. Un sentire comune: quel sentimento visionario che segna marcatamente l’arte figurativa piacentina a partire dai primi anni del secondo Novecento. Armodio, Graziella Bertante, Carlo Bertè, Alberto Bertoldi, Giancarlo Braghieri, Cinello, Riccardo Foletti, Gustavo Foppiani, Alberto Gallerati, Luigi Gatti, Andrea Montin, Giuseppe Schenardi, Luciano Spazzali, Romano Tagliaferri, Giuseppe Tirelli: saranno loro attraverso le loro opere a stupirci e sollecitarci nella “surrealtà” in “Frammenti visionari piacentini”, singolare rassegna che l’associazione culturale “Galleria delle Visioni” ha inaugurato  nella sala espositiva della nuova sede di via Cittadella 34.
Singolare perché oltre a cercare di accostare in un’unica edizione più espressioni artistiche per far riflettere sulla portata del sentimento onirico nostrano, c’è l’intento di “essere da stimolo nei confronti delle istituzioni locali affinché ci sia una maggior sensibilità nel promuovere il ricco panorama figurativo piacentino”, dove i modi di esprimersi dell’arte visionaria sono molteplici: “c’è una pittura metafisica che ridà una nuova vita spirituale ad oggetti e personaggi in una dimensione diversa dalla nostra, c’è un surrealismo più intimo ed esistenziale fatto di racconti legati all’amore o all’infanzia , c'è un mondo del fantastico più giocoso e narrativo con sconfinamenti nella commedia dell’arte ed infine una realtà sognante che prende come riferimento il mito greco, egizio o sumero e, in alcuni casi, la favola popolare. L'esercizio che lasciamo all'osservatore, è quello di inserire le varie opere in mostra in uno di questi percorsi”.
La Galleria delle Visioni, che da ormai più di dieci anni contribuisce alla promozione e alla diffusione dell’arte figurativa contemporanea, aveva già “lanciato il sasso” nel 2016 con una bella mostra dedicata a Gustavo Foppiani, organizzata con il sostegno della Banca di Piacenza a Palazzo Galli nel trentennale della morte del grande maestro del fantastico. Anche allora l’intento era stato chiaro e dichiarato rifacendosi ad una frase di Vittorio Sgarbi: “E’ nostro dovere evocare dal silenzio i nomi di grandi artisti…”, rimarcando in quell’occasione la straordinarietà di Foppiani, pittore visionario di respiro internazionale che ha influenzato fortemente la pittura e la ricerca artistica a Piacenza.
La mostra, a ingresso libero, rimarrà aperta fino al 2 marzo (tutti i pomeriggi dalle 16 alle 19, tranne giovedì e domenica).

Pubblicato il 5 febbraio 2019

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